Cravenroad7

Dylan praticamente non fa nulla e in certi punti mi sembrava di leggere un harmony

...è una stupenda giornata di fine Marzo ed il ed il mio cagnolone siamo in giro per i prati. Compro questo Dylan Dog estasiata dalla copertina di Stano, fra le più belle di sempre ( il rimando a quella di Villa de Memorie dall'invisibile è palese e, IMO, anche stupendamente armoniosa e duttile ) cosa che, son certa, creerà in me una feroce delusione alla fine della lettura. E' una catarsi. Invitabile ormai. E difatti, ne ho triste conferma.
Ares abbaia, il mio cuore è in tumulto, spira un vento tepido che non aiuta a smaltire la calura e, alla fine, anche la stizza, la rabbia, l'incazzatura.
Disegni: non mi piacciono per nulla. Le tavole di movimento sono brutte, e come al solito i soli 2 omicidi vengono mostrati in dissolvenza o fuori campo, per non turbare troppo la sensibilità delle anime candide che leggono questo fumetto ( un tempo Dylan Dog ).
Diciamo subito che giocare sulle atmosfere di hitckochiana memoria stile The Lodger non è per tutti e quest'albo le canna in pieno. Il solo personaggio centrato ( me è poco perché si capisce immediatamente che sarà IL SOLO personaggio di spessore dell'albo ) è naturalmente il viscido omicida ( palese riferimento a Reginald Christie di anglosassone e londinese memoria ), che riesce ad essere antipatico, razzista ( ennesimo pistolotto contro la difficoltà/solitudine/ingiustizia che debbono sopportare tutti gli immigrati...strano che la tipa fosse filippina e non di colore, tanto per aggiungere luogo comune su luogo comune...), e naturalmente anche ammazzatore di animali che non guasta mai ( sole scene di raccapriccio per me...odio i ratti e mi fanno schifo ). Per il resto: insopportabile l'irlandese invadente e sfigato ( non per la cosa in se, quanto perché uno che mi si intrufola in casa a quel modo, io lo prendo a colpi di carabina ) ebete e demente la ragazzina francesina fica ( ditemi se è credibile una scena come quella di pagg.24...) odiosa la padrona petulante eppure anche d'effetto. Fra i tanti fantasmi emerge per mera cialtroneria un tipino fico, proveniente da Londra, che a pagg.31 ci viene mostrato per quel che è in questa storia: un ectoplasma. Ah si chiama Dylan Dog...Vabbè, assolutamente evito qualsiasi commento. Anzi solo uno: i peana scritti nel diario, ( sino all'illeggibile "caro Groucho" che avrebbe fatto crepare di infarto Sclavi ) sono altro che harmony...Liala allo stato puro. Manco io, adesso, sto così. Inverecondi.
Albo prolisso come un mattone di basalto, lentissima la lettura, intervallata da sbadigli ripetuti figli della notte insonne e della trama. Scene solite con la nonnina rompina e scassamaroni ( bella la scena di pagg.9 dove il ragazzino è tanto Mad ) riferimento a Lo Stangolatore di Boston senza però un Henry Fonda ed un Tony Curtis, finale sfigatissimo che invoglia pericolosamente il lettore al suicidio. Dylan che regge un ombrello, ma forse è per proteggere il vetusto omicida, bella la battuta sul cibo per cani che non leggevo da molto. Chiusura in cantina, dove si era aperto la lentissima, estenuante, parentesi.

La linea della storia rimane piatta fino all'ultima tavola, la (non)trama si basa su un intreccio di personaggi si delineati ma molto poco incisivi e soprattutto che non hanno alcun nesso con la trama..che non c'è o comunque è basata su una serie di eventi. In alcuni casi sembra di guardare una telenovela.
In tutto l'albo troviamo una serie sconcertante di luoghi comuni e stereotipi, la bellona oca, l'assassino antipatico, potrei dire che l'irlandese invadente sia una collezione di luoghi comuni e banalità, in qualsivoglia discorso o atteggiamento. Non l'ho trovato antipatico, solo molto triste. Se l'autore, intenzionalmente, abbia ricreato in un personaggio la quint'essenza della mediocrità, penso abbia centrato in pieno. Ci può stare in opposto in una storia incisiva ma in questa sembra proprio che tutti i personaggi siano mediocri, Dylan compreso. Parlando di quest'ultimo.. che dire.. Si trova lì per vedere di nascosto il suo nuovo grande amore, di nascosto in quanto la sua amata ha già un altro. Troviamo un Dylan talmente boccalone e incantato da rasentare la stupidità. Chiunque lo conosca abbastanza bene è al corrente del suo forse adolescenziale rapporto con l'amore e non ci piove, caratterizzazione che ho sempre apprezzato, qui però si esagera a tal punto da sermbrare, in alcuni momenti, realmente di leggere un Harmony o addirittura una sceneggiatura del peggior Federico Moccia. Più che un eterno romantico qui sembra un perfetto idiota, per poco non mi cadevano le braccia. Persino il serial killer risulta piuttosto mediocre, un irritante pazzoide della porta accanto pieno di manie e paranoie..nulla a che vedere con i celebri assassini che sono passati negli anni nella collana, Mr.Fear, Mana Cerace, il Tagliagole etc etc, solo un povero omino insignificante con una storia insignificante..(e una nonna insignificante).