Nyarlathotep ha scritto:
Io per adesso ho letto solo proprio "Manichini" e non ne ho capito il senso. Quello che non ho apprezzato, nonostante ciò che Faraci pensi dei lettori più appassionati, non è la lettura in chiave ironico-umoristica del personaggio (anzi, quella mi ha fatto sorridere piacevolmente), ma proprio il racconto in sè, che mi è sembrato inutile. Sostanzialmente non è stato raccontato niente, e neanche in modo originale.
In che senso, non ne hai capito il senso?
Non è che tutte le storie debbano avere un significato profondo, a volte il loro unico scopo è intrattenere.
Personalmente, "Manichini" l'ho apprezzata proprio per il taglio maggiormente umoristico rispetto al solito. In fondo è l'unica che rispetti fino in fondo la dicitura "Humor" che compare in copertina. Non è una storia memorabile ma è riuscita a strapparmi più di un sorriso e a coinvolgermi nella lettura e questo è sufficiente a non farmela apparire come una storia inutile.
Certo il post dell'autore nel suo blog è alquanto irritante nel suo dare per scontato che ai fan di Dylan Dog la storia non piacerà e nel ridurre ad insignificante e fastidioso il giudizio degli appassionati. Comunque, evidentemente io non sono un custode della "vera fede"
Interessante "Una Situazione Pesante": Bartoli al suo esordio tratteggia una storia apparentemente leggera, ma con un finale terribilmente malinconico. Continuo a temere che l'autore sia poco adatto a Dylan Dog, ma questo si vedrà nelle sue prove di lunga durata, qui fa una buona figura.
Enna per me era l'unico ad aver fornito una prova valida (anzi, molto più che valida) nel Color Fest precedente... ed è quello che ho apprezzato meno in questo quarto numero. Dedicare più di venti pagine a barzellette stranote forse non è stata proprio un'idea geniale... specie in un albo disegnato in stile umoristico. Se si fossero raffigurate le scene delle barzellette con un tratto realistico e cupo si sarebbe accentuato il tono surreale del racconto, ma avendole rese con stile cartoonesco appaiono solo come scenette risapute e stantie! Peccato.
La mia storia preferita dell'albo, però, è "La Lettera Bianca", l'unica a non avere neppure un accenno di ironia. Anzi, si tratta di una storia profondamente toccante e drammatica. Insieme a "Blatte", la cosa migliore scritta da Gualdoni per Dylan, finora.
Tutti bravi i disegnatori, anche se il Dylan umoristico di Celoni ho fatto un po' fatica a riconoscerlo nelle prime scene.
In generale il mio giudizio è Buono. Compratelo senza grossi dubbi, a meno che non cerchiate chissà quali capolavori.