Cravenroad7

UN MOSTRO DI FINZIONE TRA I MOSTRI REALI, DYLAN DOG ALLE PRESE CON UNA CLIENTE ALQUANTO SPECIALE…




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Per rendere il topic più consultabile da chi volesse avere pareri in anteprima, tutti i commenti relativi all'attesa dell'albo, fatti prima di avere comprato e letto l'albo, andranno spostati nei topic dell'area ANTICIPAZIONI in modo che, almeno le prime pagine, siano una serie abbastanza pulita di commenti.

Se qualcuno continua qua non è grave, ma sappia che dopo qualche tempo i suoi post saranno spostati senza preavviso.

Inoltre si ricorda a tutti di segnalare gli SPOILER, ove presenti.

Albo trovato il pomeriggio della Domenica, un miracolo.

Uomini o mostri.
Questa storia è molto semplice, quasi infantile, eppure ha un buon ritmo e scorre bene, con alcune scene piacevole e divertenti. Il tema è l'horror classico e di serie B; utilizzato con efficacia Groucho... indimenticabili Dead Rose e la scena del clarinetto.
Per ora non voto, non avendo letto la seconda storia, ma questa è più che sufficiente.

Uomini o mostri? ha tutta l'aria di una storia su commissione a tema Halloween, piena zeppa di citazioni (Woody Allen, quelle divertite di Et, Howard, La mosca, quella drammaticamente rovesciata dai Simpson, ecc.), con un soggetto già visto, eppure funziona, intrattiene. Voto: 6,5.

I supplizianti è una storia di Ambrosini più scorrevole e meno complessa del solito (non è detto sia un difetto), dalle atmosfere sospese, affascinante come sempre.
Voto: 8.

Prima storia in archivio. Meritevole ma con qualcosa da rivedere per arrivare ad un pieno apprezzamento. Nespolino non rientra nei miei gusti, mentre Russo fa un passo indietro rispetto a prove più convincenti come Facce e Maschere o Il Diavolo in Paradiso

qualche SPOILER a seguire

Uomini o Mostri?

Testi 6 ½
Disegni 6

Come dicevo prima i disegni di Nespolino non è che siano proprio a me graditi, come stile. Troppo statico, squadrato, ripetitivo, ingessato, lavoro da travet, senza guizzi né impressioni/espressioni particolari. Basti rivedersi le vignette in sincope scolastica tra pp.18-21 e quelle pp.57-62 per esempio. Dead Rose più che Woody Allen sembra un incrocio tra Oreste Lionello e Lino Banfi


Per quanto riguarda la storia, tutto sommato è divertente come omaggio ai classici mostri del cinema degli anni'50-60s da riproporre nei b-movies (e b-stories, come questa) degli anni '80s, anche se il lessico saccente con cui discettano l'Uomo invisibile &co durante la loro cenetta è davvero troppo obsolescente. Riuscito tutto il meccanismo della finzione-nella-finzione che talvolta esce dallo schermo, anche senza le solite meta-pippe, per quanto il refrain della "pellicola viva finché rimane almeno uno spettatore" viene imboccato troppe volte per non risultare didascalico.
L'ambientazione surrealmente bizzarra e festiva pro-Halloween fa il suo lavoro (v. cameo di Howard il Papero, E.T., Francesco Paolantoni, etc) , come il risvolto della medaglia iper-realistico nelle vicende domestiche del bruto Homer, un mostro privo di fantasia dei giorni nostri, con una moglie in cerca di un salvatore.
Groucho ci va a nozze coi fichi freschi in circostanze simili, e si vede

Cosa non va allora, per non arrivare al 7?
A parte un ritmo non eccelso e certi dialoghi ripetitivi, il punto negativo essenzialmente ricade tutto sul personaggio chiave dell'episodio, tale Dead Rose: davvero inutile e stucchevole nelle sue comparsate, a parte la trashata del zombiro mannaro che mi pare azzeccata come mood. Scimmiottare Woody Allen nelle movenze e verve a fumetti non porta sempre bene. Pessima per pleonasmo aggravato la scena prolungata della sessione jazz (pp.46-50), passando per la motivazione che non tiene nell'ingaggiare Dylan, fino ai delitti random per accumulo che compie soltanto perché secondo la morale del giorno con cui catechizzarci "l'impatto con la nostra realtà può trasformare certe creature di fantasia in mostri".
Buah...

Letta la prima storia, la mia opinione è perfettamente in linea con quelle che l'hanno preceduta: una sceneggiatura smaccatamente pop e ultracitazionistica (a volte in maniera casuale), ma anche simpatica, gradevole, rispettosa dei personaggi. Pura comfort zone dylaniana per una sufficienza abbondante. A me però i disegni sono piaciuti molto: puliti e ben rifiniti, adeguatamente espressivi, dettagliati senza essere stucchevoli. Nespolino è un disegnatore che ho sempre apprezzato e che trovo sia riuscito a interpretare in modo valido il mondo dylaniano (mi pare che sia la prima volta che lo vedo all'opera sul Nostro, anche se non so se sia il suo primo lavoro in assoluto per la testata).

I supplizianti.
Premessa: non amo affatto le storie ambientate nella Seconda Guerra Mondiale e non mi piace quando i flashback occupano più spazio della vicenda stessa. Per queste due ragioni l'albo per me parte svantaggiato, però devo dire che ha una trama molto originale e, una volta terminato, l'ho rivalutato molto. Molto bello il finale quando Dylan entra nella casa e d'effetto il crollo di tutto con tanto di fuga dei supplizianti.

Parlando di valutazioni ho deciso di restare un po' stretto e di valutare 6 per l'insieme delle due storie... ciò non toglie che Oldboy mi sembra che offra di più rispetto a molti albi della serie regolare.

la mia recensione:

https://www.youtube.com/watch?v=RufGO21emuM

Complimenti rkc per la recensione. C'è qualcun altro che vuole dire la sua su I supplizianti? A me non ha entusiasmato ma sicuramente colpito per la sua originalità.
Baron Karza

quanto riguarda la prima storia non mi dilungo in dettagli visto che sarebbero ripetizioni di quanto già scritto dagli altri utenti, concordo in pieno con quanto già detto.
Ora sotto con la seconda

letto anche la seconda e mi sarei aspettato qualche commento in più visto che parliamo di Ambrosini.
Ad ogni modo, come già detto, un Ambrosini decisamente meno complicato del solito, che collega passato (prima guerra mondiale, non seconda) e presente con Dylan a fare da collante. C'è pure un gatto a fare da MacGuffin, ma non è Cagliostro. Godibile ma non di certo il miglior Ambrosini.
Camagni molto bene in alcune (poche) tavole, pessimo in altre, con uno stile che mi ha ricordato lo stesso Ambrosini, purtroppo però l'ultimo, la versione svogliata.

La mia edicola ha cannato totalmente l'ordine e ancora non è arrivato. Siccome ogni desiderio di Davide Bonelli è un ordine, io lo compro solo lì, quindi aspetto che arrivi.

Promosso a pieni voti e sì, l'ho comprato.
Sarà che gli ultimi Dylan che ho acquistato, quelli della meteora, sono stati, per me, un disastro - quanto di più brutto ci sia stato nel panorama Dylan Dog almeno negli ultimi 20 anni -, ma queste due storie le ho trovate molto belle.
La prima: mi ha riportato ad atmosfere retrò, quasi un Conigli rosa uccidono in chiave mostri. La fantasia che penetra nella realtà, la soverchia, senza una spiegazione - lungo spiegone -. Disegni molto belli, personaggi ben caratterizzati e Groucho che fa Groucho. Si potrebbe chiedere di più? Forse sì, ma visto quanto è sceso in basso Dylan Dog negli ultimi anni, storie come questa sono per me oro.

Seconda storia: non c'è nulla da dire a quanto già aggiunto se non che Ambrosini, anche quando si mantiene soft, sforna sempre una ottima storia. Ci sono tutti i classici della sua fantasia, anche se i supplizianti non mi hanno convinto. La trama, invece, mi è piaciuta molto. Niente di nuovo, tutte cose già viste, a cominciare dal gatto, ma, come sopra, visto gli orrori - non in senso buono - cui ci hanno abituato nella precedente, disastrosa, gestione, una storia come questa è oro colato.
Promosso a pieni voti, anche se non mi piace giudicare con un numero e penso che quanto scritto sopra sia abbastanza per giustificare la mia scelta.

Deceduto l'autore della copertina, deceduto lo sceneggiatore della seconda storia.
Che malinconia che viene a pensare questo numero...
Se è ancora in edicola magari me lo compro

Qualche giorno fa avevo letto I supplizianti, trovandola un gioiello. Elegante, essenziale e raccontata con poche parole e una "regia" sublime, complice un Camagni magistrale e in perfetta simbiosi con la sceneggiatura.
Avrei voluto scriverlo qui e approfondire, ma non l'ho fatto per pigrizia e perché, avevo pensato, "tanto è la solita ottima storia di Ambrosini".

Ecco, a volte tendiamo a dare per scontate le cose belle, sbagliando.

Stessa cosa per me: l'avevo letta e apprezzata molto, anche per il lavoro impeccabile di Camagni.