Premetto che non ho finito l'albo, però sono con
Aleks d'accordo in ciò su cui spero verremo smentiti...
Aleksandr ha scritto:
Le prime pagine promettevano bene.
Questa è una cosa che pure io ho notato, anche solo a livello statistico in
QUASI TUTTI gli albi letti ultimamente. Un buon inizio, anche intrigante, in palla, motiva-to/-nte, etc... poi fatalmente sbrodolato nella fessaggine inconcludente o paraculogena banalizzante nelle ultime 20-30 pagine...
E non parlo del finale risolutorio in quanto tale, ma proprio dalla base narrativa verso cui converge/deriva la storia, scoperta proprio nell'ultimo terzo/quarto della sceneggiatura, che fa risultare ridicole le premesse snocciolate in precedenza. Ridicole non solo negli effetti, ma anche nei modi, arruffati ad catssum, quando non fuori testo, fuori contesto (e quindi illogici) o fuori mood rispetto alla parte conclusiva dell'albo, nello svaccamento da colpo di coda tafazziano sugli zebedei
Dei nulla di fatto, o male di fatto, clamorosi che appunto mandano in vacca quel (poco di) passabile visto prima.
Posso citare in questo senso statistico l'ultimo CF melò-psiconalizzato delle P&M (
Il risveglio), il killer standard schizoide del #450 (
Shock ) , i droidi obsolescenti del #448 (
Anatomia dell'anima), l'aspirante ku-klux-klanaro xenofobico dell'ultimo OB di Rigamonti (
Al di là delle stelle ), dove anche Cavaletto (
Una donna reale?), dopo delle premesse buone toppa gran parte dell'esito quando i nodi devono venir al pettine, incasinando motivi, spunti, registri, dietrologie, etc. L'unica eccezione è (stato, #449)
Ambrosini, che non a caso possiede un altro (ed alto, elevato) concetto professionistico della narrazione, e mantiene una certa costanza nella sua tecnica di elaborare i testi... anche se non mi è particolarmente piaciuto, comunque non ha riscontrato questi dislivelli tra esordio e conclusione, a livello di qualità e difformità penalizzante nel prodotto complessivo
.
Anche senza tirarmela da scolaretto dei salotti esclusivi della Holden, mi pare evidente che ci sia un tara/deficit implicito nel modus operandi di chi scrive queste storie, per quanto riguarda lo sviluppo della struttura di narrazione.
In pratica NON SANNO QUAGLIARE, quando i nodi devono arrivare al pettine, al quale pettine tocca spazzolare tutta la trama precedente per darle un senso fluido, e non scarmigliato o arruffato da una messa in piega incisa con lo spazzolone da autolavaggio tir al posto del pettine. E questo, lo ripeto, non credo derivi dal fatto che non abbiano fantasia per inventarsi una conclusione decente o interessante (v. controfinali trash del Chiave
)... ma proprio perché per fare gli splendidi all'inizio, trascurano il punto a cui arrivare, che poi una volta letto post-giudicherà (al negativo) le premesse che prima sembravano interessanti, in pieno squilibrio accartocciato malamente contro se stesso. Si giocano tutto e subito, e poi in qualche modo 'na pezza ce la mettemo - pensano. Come se scommettessero tutto nel girone d'andata, ecchissene di quello di ritorno se arriviamo spompati e mollaccioni, mandando una stagione a gambe (storpie) all'aria
.
Personalmente penso che questo derivi in buona parte da un problema sostanziale nell'impostazione dei testi.
Spesso, in fase di ideazione/composizione, si commette l'errore madornesco di
pensare una storia DALL'INIZIO, dalla prima pagina/primo rigo, mentre tutti gli scrittori affermati sanno che non si comincia mai ad impostare una struttura narrativa dallo starting point, ma dal suo
core, il nocciolo, quello che mantiene tutto, il fulcro di senso delle vicende, ed in base a quello si va a ritroso verso un inizio possibile ed avanti verso una conclusione significativa
.
Se il nocciolo è debole, puoi anche sviluppare un inizio molto intrigante, ma alla fine pwapwapwapererai sempre quando inevitabilmente verrà presentato il conto a conti in faccia della sua scarsezza, una volta venuto a galla tale ascendente carente sul finale. Ed il nocciolo piuttosto che assorbirlo giù di gusto, verrà sputato a parte come quello dell'oliva di un cocktail meno che dimenticabile
.