Cravenroad7

UN DELITTO IN UNA VILLA APPARTENENTE A DYLAN… UN GRUPPO DI SOSPETTATI DALL’ALIBI DI FERRO…




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Per rendere il topic più consultabile da chi volesse avere pareri in anteprima, tutti i commenti relativi all'attesa dell'albo, fatti prima di avere comprato e letto l'albo, andranno spostati nei topic dell'area ANTICIPAZIONI in modo che, almeno le prime pagine, siano una serie abbastanza pulita di commenti.

Se qualcuno continua qua non è grave, ma sappia che dopo qualche tempo i suoi post saranno spostati senza preavviso.

Inoltre si ricorda a tutti di segnalare gli SPOILER, ove presenti.

Letto ieri.
Devo dire che l'incipit è stato davvero interessante, direi il più interessante che io abbia letto negli ultimi anni.
SPOILER


L'insieme delle cose, il Dylan anfitrione, l'abbigliamento elegante, la fluidità con la quale si presenta e accoglie gli ospiti, mi è piaciuto tantissimo.
C'è un inciampo dopo qualche pagina, ovvero il momento in cui abbatte la porta perché uno degli "eredi" manca all'appello.
Un gesto forzato ed eclatante, in aperto contrasto con l'imperturbabilità mostrata fino a quel momento. Perché se non si trova qualcuno per 3 minuti, si potrebbe pensare che sia in bagno, non necessariamente morto e non necessariamente bisogna sfondare la porta per accertarsene.
In ogni caso la storia procede su un buon livello, con freschezza, anche se la struttura di base è tra le più classiche che esistano al mondo: la tavola imbandita con il servizio buono di Agatha Christie.
Per sottolinearne la "paternità", o meglio, la maternità, ogni personaggio ritratto è la fotocopia di un attore. E come se non bastasse, buona parte di essi, sono anche nel cast di Assassinio sull'Orient express. Niente male direi. Simpatico.
Per continuare con le annotazioni positive, il siparietto dedicato a Groucho, mi ha fatto ridere parecchio. È stato gestito bene, con simpatia, senza scatti nevrotici né biasimo da parte di Dylan.

Ci sono delle cosine che mi hanno lasciata perplessa, giusto quella che ho citato in precedenza della porta, o il fatto che Dylan abbracci in continuazione la tizia coi capelli bruni, mai vista in vita sua, ma sono cosette che non mi hanno disturbata più di tanto.
Intendiamoci, l'autore si è perso qualche pezzo logico del puzzle che aveva in mente, si è concesso qualche libertà rendendo il fantasma un po' incoerente, ma l'impalcatura generale della storia, mi spinge ad essere più indulgente, meno rompipalle e a puntare a un semplice divertimento.
Volevo la freschezza e l'ho avuta.
Una storia con fantasmi, con un Dylan Dog simpatico e l'ho avuta.
L'inizio inoltre mi ha conquistata e anche se tutto il resto non procede allo stesso livello, non posso fare a meno di considerare il lavoro di questo autore come un banco di prova, pensare che possa solo migliorare in futuro.
Potrebbe anche peggiorare naturalmente ma voglio sperare e dargli fiducia.

P.s. la semplicità della copertina mi piace parecchio.

Non mi è dispiaciuto ma non so se mi è piaciuto.

Può contenere tracce di

SPOILER
SPOILER
SPOILER



Hai detto bene, Bertuccia, fotocopia: ogni due e tre la faccia di questi personaggi è ricalcata malissimo sulle foto di repertorio, e ogni volta che non è ricalcata da una foto è COMPLETAMENTE diversa dalla faccia ricalcata! Un esempio a caso? Kenneth Branagh a pagina 12/2, palesemente ricalcata, e lo stesso personaggio a pagina 21/1, palesemente NON ricalcato: ditemi voi se questi due sono lo stesso personaggio! I baffi, che sono il MARCHIO DI FABBRICA del Poirot branaghiano, totalmente diversi. Ditemi voi se è normale...

Ancora non so cosa pensarne di questo albo, ma quello che è sicuro è che i disegni di Pontrelli sono pessimi, come di consueto: personaggi ultraingessati, espressioni facciali come sempre aliene da quello che dicono i balloon, teste PALESEMENTE giustapposte ai corpi, dall'agnolitudine dilagante nei volti di Dylan (ormai il gioco è ahimé scoperto, Giorgio!),,,

Cioè, ma guardatelo, OGNI volta che la faccia è ricalcata ha un tratto TOTALMENTE DIVERSO dal resto del corpo, guardate (tanto per fare un esempio) pagina 7! Ridicolo, non ci sono altre parole... Pontrelli ha un passato criminale da questo punto di vista (immortale la sua parata di sosia nel numero 405, tutti orribilmente copincollati a casaccio), posso solo immaginare la sua gioia quando nella sceneggiatura ha letto che tutti i personaggi avevano volti di personaggi famosi!

Quindi dal punto di vista grafico per me bocciato assolutamente.

Dal punto di vista dei dialoghi, non siamo messi particolarmente meglio, tra gente che nel 2023 vuole "razziare l'argenteria" di un "tugurio", o "architettare un tiro mancino". Per non parlare di Dylan che dice robe come "Smettila di agitarti, Maribel, stai generando un effetto poltergeist", o il dottore che dice -Signore, dammi la forza! - "Stiamo calmi! Le nostre emozioni stanno influenzando i nostri corpi ectoplasmatici...". Semplicemente tremendo.

Per quanto riguarda la storia in generale, l'editoriale di Recchioni la riassume alla perfezione: l'idea di base è quella della regina Agatha, e tutto il resto è degno di Scooby-Doo, con doppio e quappio passaggio segreto! Sintesi perfetta.

Con in più un BUCO di logica finale che, per un giallo, è letale.

Vanzella, per carità, si conferma un autore sui generis, ma quando ci si confronta con i mostri sacri, il rischio di fallimento è sempre dietro l'angolo, e qui siamo pericolosamente vicini.

E non credo che la struttura da delitto della porta chiusa, già pericolosamente scricchiolante, resisterà ad una seconda lettura.

Concordo comunque con Bertuccia: il siparietto con Groucho è riuscito, e mi sono piaciuti anche i flashback retinati con i dettagli lasciati in bianco.

DIMENTICAVO!!! La cosa che mi ha fatto innervosire più di tutte!

Dylan che deve scendere nelle segrete della villa, c'è buio, e usa la torcia del cellulare. Ora, nulla di negativo in questo, ma che LUI debba dire, testuali parole, "Sempre sia lodata la torcia dei cellulari, qualche anno fa sarei dovuto scendere alla cieca!", ecco, questo mi sembra veramente troppo.

Vogliamo far passare il fatto che Dylan ha il cellulare? Va benissimo, ma che pure debba elevargli una lauda francescana, magari no! E poi, in una casa di cento stanze, vuoi non trovare una torcia, delle candele (le usa il maggiordomo qualche pagina prima, tanto per dire!), un fiammifero, qualsiasi cosa?!? No, delle due l'una, o la luce del cellulare o alla cieca! Tertium non datur!

Sempre sia lodato il cellulare! All hail the smartphone!




Non dimentichiamo mai di cosa è stato capace Pontrelli un paio d'anni fa:

Non ho usato il termine fotocopia a caso, chiaramente.
Per conto mio il tratto approssimativo delle "fotocopie", altresì dette "ricalcature", sono volute per fare un effetto artistico e mascherare il ricalco stesso.
Come se il tratto sommario fosse dovuto all'interpretazione del genio.
L'idea non era affatto male (usare i volti noti), a me piace molto Maggie Smith per esempio e la ritrovo sempre con piacere.
La resa è al limite della bocciatura.
Un'altra cosa strana è il sorriso di Dylan Dog nei momenti più drammatici, genera un cortocircuito nell'immersività della storia.


Ti dico, per ora sono soddisfatta nonostante lo sfondamento di porte, gli abbracci (soprattutto rivolti a qualcuno che alla fine della fiera è anche una stronza) e qualche altra ingenuità sparsa.
Nel frattempo lo rileggerò.

Anche per me la "caccia al volto noto" negli albi Bonelli è sempre stata qualcosa di piacevole, specialmente se magari era anche contestualizzata in qualche modo, e se era fatta bene (anzi, addirittura tanti anni fa ogni volta che incontravo un volto famoso in un albo, lo andavo a ridisegnare). Qui è chiaramente (quasi sempre: che c'entra la Julianne Moore di Lebowski?!?) contestualizzata, ma come resa siamo sotto le scarpe. Consiglio la lettura del Napoleone numero 51, in cui Bacilieri fa vedere come si lavora, onestamente, sui volti dei personaggi famosi.
Anche su Dylan è stato fatto tantissime volte un lavoro ottimo sui volti famosi, ma consiglio questo Napoleone perché si parla di detective, come in questo Dyd.


P. S. Era da un paio di mesi che non se ne vedevano, c'è un refuso nell'editoriale.

la mia recensione di DYD:
https://www.youtube.com/watch?v=4mhf8zYoMZc

Il labirinto, che bei ricordi

Non mi dire niente... Tra l'altro c'è anche proprio un fantastico Telly Savalas!

Altra cosa (SPOILEROSA) che ho notato. Questa è la sinossi dell'albo dal sito SBE, come riportata poi qui a inizio pagina:

"Un gruppo di persone è invitato a cena a Sorrow Manor, una lussuosa villa. La padrona di casa, Maribel, è morta un mese prima, ma nonostante ciò qualcuno ha organizzato uno dei suoi soliti eventi mondani. A sorpresa, il nuovo proprietario della villa è Dylan Dog, che ha ereditato il patrimonio di Maribel. Non è che l’inizio di un thriller denso di terribili segreti familiari sepolti in un tragico passato."

Cioè, no! Semplicemente, no.

Concordo con alcuni commenti espressi da bertuccia e Keanu.

Ho apprezzato tantissimo come è stato caratterizzato Dylan: decisamente spigliato, attivo, indaga e non subisce l'azione. In linea con le origini del personaggio e non con il Dylan depresso degli ultimi decenni. Cavolo, finalmente!!! L'unico momento strano è stato, come già evidenziato da Keanu, nella lode al cellulare... decisamente "out of character" ma pazienza.
Apprezzata molto anche la trama imbastita: con un incipit che più classico non si può, ma "rinfrescato" da subito dal lato sovrannaturale della vicenda.
Promosso anche il siparietto con Groucho.

Qualche dialogo invece ha fatto storcere il naso anche a me: le frasi già citate da Keanu,

ma l'esclamazione "Bruto!" a pag.47 è stata quella che mi ha fatto veramente casacare la mandibola...


Ho notato anche io, questa cosa semplicemente... non c'è

Votato buono.

Sceneggiatura da asilo nido coi fantasmini che litigano, dialoghi e situazioni demenziali - anche se il "bruto!", così, dal nulla, fa sempre ridere. Ok che nella presentazione si cita infine Scooby doo, rivelando ciò che ti aspetta, ma questa qui è roba da vietare ai maggiori di anni 10

L'unica cosa adulta è forse il titolo metafumettistico, evidentemente riferito ai lettori, che non tutti i bambini potrebbero cogliere

Probabilmente, immagino, chi ha sceneggiato l'albo voleva dare una patina demodé al linguaggio per dare ancora più l'idea di una storia alla Christie, ma questa intenzione, come molte altre all'interno dell'albo, secondo me è naufragata. Lo dice anche Dylan che tutta la situazione "sembra uscita da un romanzo d'altri tempi", con la gravidanza nascosta il maggiordomo compìto, e quant'altro.
L'effetto finale, purtroppo, è più involontariamente ridicolo che non "filologico".

Si apprezza comunque il tentativo di uscire dai soliti canoni dylandoghiani. Speriamo che il prossimo tentativo andrà meglio.

Qualcuno ha capito

Anche nella presentazione dell'albo che c'è nel numero 439 dice Un delitto in una villa appartenente a Dylan. Che cose...

E ci risiamo... Boh?!
Copertina anonima, come da copione, non orripilante ma niente più che decente.

Disegni altalenanti tra il dignitoso e l'inguardabile, la parte iniziale meglio del resto, con Pontrelli che usa un po' più di nero del solito, con qualche scelta di taglio di luce interessante, poi pagina 64/1 dove vedo chiaramente la forma della punta del Tratto Marker eeeeee anche no! D'altra parte Pontrelli era uno dei motivi per cui volevo lasciare l'albo in edicola...

Storia classica classicissima, gialla giallissima, soprannaturalina-ina-ina, ma il finale alla che proprio no. Da Vanzella (uno dei motivi per cui l'albo non è rimasto in edicola) mi aspettavo di più.

Cellulari, giacche e cravatte, mezzi anfibi, volti noti... È questo il nuovo Dylan Classico?
Mediocre sotto tutti i punti vista, si salva la prima metà poi il tracollo.


V