Perché Recchioni se ne va?!?!
Albo del mese che, purtroppo, spreca una buona idea. Non bocciato, ma rimandato a settembre.
SPOILER
Si parte bene, perché questa volta Dylan accetta il caso senza fare inutili pantomime da poser e Groucho si rivela in tutto il suo splendore.
Non viene nemmeno redarguito, quindi fin qua ottimo.
Forse ci hanno ascoltati, finalmente, quindi il nostro investigatore si reca immediatamente sul posto a fare il suo mestiere.
Simpatica la sequenza in cui non si verifica alcun fenomeno paranormale, con la citazione del meccanico (molto reale ed efficace). I dialoghi filano che è una meraviglia e, inoltre, si vede chiaramente la volontà di non cadere nei soliti cliché.
Iniziano gli ammiccamenti e la parata dei deretani, non si capisce ad esempio perché Dylan debba spalmarsi sul corpo della sua cliente, come il vecchio porcello che è e non manca mai di sottolineare. È protettivo va bene, ma insomma c'ha già l'ormone in fermento.
Questa scena fa il paio con il finale, in cui la sua cliente vaga in mutande per la strada e nemmeno le offre la giacca per coprirsi. Ma dobbiamo strizzare l'occhio ai lettori maschi e quindi culo sia.
Buona la storia dell'indiano, interessante l'idea dell'oggetto posseduto (la sedia elettrica), un po' meno quel guazzabuglio in cui il tizio cerca di folgorararsi e compie una serie di azioni piuttosto improbabili.
E, a proposito di improbabilità, la più grave: Dylan che si imbatte immediatamente nel museo e collega l'evento del fantasma alla sua inaugurazione. Insomma, anche no.
Meglio se casualmente lo avessero notato, visitato e POI con qualche scoperta o indizio migliore, elaborato la teoria vincente.
Ma poi, l'indiano, deve fare un segno per far capire tutto e fa quella roba lì?
Ci vuole altro che ricerca per immagini, per collegare il tutto.
Prima che mi dimentichi: osceni i pantaloni beige in copertina. Inguardabili. Per la prima volta trovo questo lavoro scialbo e con scarso appeal.