Finito di rileggere come al solito per la decima volta, e nonostante questo rimane un albo difficilmente commentabile.
SPOILER SPOILER SPOILER
Una storia chiaramente "autobiografica" per le due autrici, che si nascondono dietro gli pseudonimi di Sarah e Ruth, cosa che quindi rende l'albo uno studio, immagino, molto personale sulla propria visione della creazione artistica, e questo lato dell'albo è sicuramente apprezzabile, se non nella riuscita (che non è priva di difetti), quantomeno nelle intenzioni.
Non mancano, sia dal punto di vista della storia che da quello dei disegni dei momenti efficaci (la morte di pagina 19 è una delle più belle che abbia incontrato su Dyd, l'idea dello "scambio delle donne" è un bel colpo di scena, molto bella anche la soluzione grafica di pagina 10, col foulard che "attraversa" le vignette), ma secondo me è un albo troppo parlato e troppo sbrodolato, e in più di un'occasione ci sono scivolate in una baraldaggine troppo peruginosa ("il fallimento è dentro di te, sei nata rotta"; "rimanendo insieme avremmo continuato a ferirci", "il segreto della vita non è trovare un significato, ma tenersi impegnati finché non si muore", e dulcis in fundo "i vecchi tempi sono morti e sepolti sotto strati di delusioni e vuoti a perdere"!).
I disegni sono molto curati, ma a me Armitano comunica comunque una sensazione di fasullo, forse perché abusa di effetti digitali, non saprei dirlo. Quel che è certo è che il mio albo è stampato da fare vergogna: tutte le tavole a mezza tinta sono letteralmente diafane, impalpabili, quasi illeggibili, e non può essere che è fatto apposta, perché sono saltati dettagli importanti, tipo l'etichetta del vino a pagina 92, che invece dovrebbe essere un dettaglio rilevante ai fini della trama (vedi Pessoa).
Per quanto riguarda altri dettagli random:
Valla, purtroppo l'apostrofo saltato è più deleterio di quanto sembri, secondo me. Mi pare ovvio che il dialogo sia stato riscritto da noi sappiamo chi. Se Rita e Silvia hanno scritto di loro pugno la frase "in realtà preferisco il poker, è più sanguinoso" io giuro mi mangio l'albo... Sono certo che tutto quel dialogo, apostrofo sbagliato compreso, sia opera dell'OsCuratore, il cui apporto si può leggere qua e là: la citazione di DeAndrè ad menghiam, la solita alternanza tra "insieme" e "assieme", suo annoso marchio di fabbrica, le parolacce gratuite (ben CINQUE volte "stronzo" alternato a "stronzata", ma vai al diavolo, l'ultimo idiota che ancora pensa che le parolacce facciano tanto postmoderno!).
Non ci credo mai che quest'albo sia stato pensato per il post 666: come fa Bloch a parlare di SUO FIGLIO dicendo "non voglio sapere perché sia andata via con Dylan Dog"... Ma quale padre al mondo, adottivo e sovrintendente per quanto si vuole, parlerebbe di suo figlio (ed ex marito -UGH- di Rania, per giunta!) chiamandolo per nome e cognome?!? Ditemelo voi!
A questo proposito, aiutatemi con la cronologia: Dylan inizia a bere mi pare per il fatto di Lillie, dopo il divorzio da Rania, quando lascia la polizia e si ritira ad imbarbonirsi con Gnaghi. In tutto questo come si inserisce questo quadretto con la storia d'amore alcolista con Ruth, quando dovrebbe essere successa questa cosa, nella timeline 666? Comunque stiano le cose, se questo albo è stato concepito come parte dell'universo 666 (o di quel che ne è rimasto), io sono Carlo Magno.
A proposito di Rania e Carpenter, ovviamente tutto il lato investigativo è catastrofico, tra -uff- guanti di paraffina ed esami tossicologici ripetuti ogni due e tre, e le solite schermaglie ridicole fra i tre. Per non parlare della questione del mistero dell'ora del decesso del produttore Faraday. C'è la segretaria che entra nel suo ufficio e dice "Signor Faraday, ho sentito dei rumori". Ecco, QUELLA è l'ora del decesso, cari poliziotti. Una volta che la segretaria ha superato lo shock, le si chieda "a che ora ha sentito i rumori?". Quindi l'ora del decesso non è "non più di quattro ore fa", non è nemmeno "tra le quindici e le diciannove", Tyron. Fattela dire dalla segretaria che è entrata nell'ufficio ESATTAMENTE all'ora del decesso. A questo proposito, io dubito che "tra le quindici e le diciannove" ci sia la luna così com'è disegnata a pagina 35. Ma tanto, Rania e Carpenter scompaiono letteralmente a pagina 46, confermando per l'ennesima volta, se ce ne fosse bisogno, la loro inutilità. Secondo me, nella storia originaria loro due manco c'erano, ma questa è solo una mia sensazione.
Infine, io credo che nonostante gli sforzi delle due autrici (e complici gli interventi a gamba tesa del curatore) ogni goccia di poesia presente nel numero 66 sia qui tragicamente svanita, e che tutto il riferimento a "Partita con la morte" sia tristemente meccanico, una sterile ripetizione (nella quale si è persino perso il dettaglio fantastico della morte che per giocare indossa i guanti, e non ci sono più nemmeno le filastrocche...).
Notiamo poi che i Cestaro non hanno ancora modificato la scacchiera sbagliata nel frontespizio, e addirittura ne abbiano messa una ancora più sbagliata in copertina, mentre Armitano in questo è stato molto più attento.
E che tutte le scritte siano in ITALIANO, in un fumetto londinese nel 2022, inizia a diventare francamente inaccettabile.
Come sempre in questi casi, l'effetto più positivo è stato avermi fatto rileggere Partita con la morte, che ancora a distanza di anni e di duemila letture continua a tenere botta!
Insomma, gli albi del duo che non mi hanno convinto stanno per raggiungere il numero di quelli che mi sono piaciuti. Troppa, troppa, troppa carne al fuoco, e neanche cotta tanto bene. Votato accettabile, perché è chiaro che rispetto ai precedenti è oro puro.
_________________ "You should be ashamed of yourself". "I am. 24/7".
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