Grazie per aver aperto il topic, Solomon!
Dico subito che seguiranno alcuni
SPOILER SPOILER SPOILER
Togliamoci il dente, e diciamo che per l’ennesima volta, anche questo mese ci viene presentato un albo chiaramente destinato all’Oldboy: non c’è traccia di C & R (nonostante le varie indagini di polizia, in compenso c’è il tenente Sheridan!), non c’è traccia di cellulari (nonostante per la metà dell’albo i personaggi stiano sempre al telefono, addirittura Dylan prende l’ELENCO DEL TELEFONO per trovare un indirizzo…), e anche se Bloch e Dylan interagiscono tantissimo (e benissimo), c’è un solo riferimento al loro rapporto padre-figlio, chiaramente infilato di straforo. Per non parlare della visita all’emeroteca… Non vorrei poi fare il solito overthinker, ma il nome della Thatcher sul giornale (per giunta scritto anche sbagliato!) a pagina 11 non mi sembra esattamente adatto ad un albo della serie regolare. Anche la presenza di Hamlin, per come è gestita, non mi sembra per nulla in continuità con il 401, anzi è proprio vecchi(ssim)o stile.
Detto questo, però, io continuo a manifestare il mio apprezzamento per lo stile di scrittura e di disegno di Simeoni.
Dal punto di vista grafico è ammirevole vedere delle tavole così minuziose, dettagliatissime, in cui si vede che ogni vignetta è frutto di amore per il proprio lavoro. Ma soprattutto è la prova definitiva che non c’è bisogno di bellurie digitali o di chissà quali stravolgimenti di regia per consegnare un lavoro inappuntabile, certosino e dignitosissimo, quasi senza sbavature. Un inno al fumetto classico, in sintesi. Certo il volto di Dylan è ancora un po’ ballerino, cambia fisionomia abbastanza spesso, ma in compenso ci sono disegni splendidi in tutto l’albo.
Dal punto di vista della scrittura sono soddisfattissimo. Dopo mesi e mesi di un Groucho muto, assente, afasico, inutile, assistente che non assiste mai, Simeoni finalmente riesce a farlo tornare protagonista in una delle sue solite sceneggiature un po’ logorroiche, ma meglio peccare per eccesso che per difetto, in questi casi. Come sempre, in mezzo al marasma generale di dialoghi qualche cretinata e qualche forzatura c’è, ma ci troviamo davanti a un fuoco di fila di scambi di dialoghi serratissimi che, piacciano o non piacciano, sono la testimonianza di una capacità di scrittura forse manierata, ma evidente. Dove altri autori continuano a riciclare sempre le stesse battute tremende prese da Sergio Paoletti, a me Simeoni pare uno dei pochi che ancora cerchi di inventarsi (anche) qualcosa di nuovo. E a me personalmente il suo Groucho piace tantissimo anche graficamente.
Dopodichè, per non sembrare che qualcuno abbia hackerato il mio profilo con tutti questi complimenti, ovviamente l’albo ha anche dei difetti abbastanza macroscopici, il primo dei quali è il modo in cui la vicenda si conclude. L’albo ha ambizioni abbastanza alte, a partire dall’identità delle vittime, ambizioni che però deragliano in un finale che non so perché me lo sono immaginato scritto da Faraci e disegnato da Cossu… La definizione stessa di tarallucci e vino! Un vero peccato.
Un altro problema, endemico in Dylan, è ovviamente la trama gialla, che diciamo non è esattamente brillante, con le solite strade che si perdono nel nulla e scelte quantomeno discutibili, tipo il falso problema dell’indirizzo di Lucilla, tanto per dirne una, che non si capisce perché Dylan ci mette tanto a chiamare Bloch per averlo… Bah…
Ancora, ma questo non è un problema di Simeoni, ma di chi decide l’ordine di uscita degli albi, l’argomento di quest’albo, stringendo stringendo, è lo stesso identico dell’albo del mese scorso: uno scavo introspettivo sul lavoro dello sceneggiatore, che sinceramente due mesi di fila anche no! C’è anche una frase che è praticamente identica a una dello scorso albo.
Infine, ma questo è il problema minore, questo mese, è che basta leggere l’albo mezza volta per accorgersi di alcuni refusi abbastanza evidenti:
-il nome della Thatcher a pagina 11 -la parola inglese “case” al singolare, quando dovrebbe essere chiaramente al plurale a pagina 12 -la scritta Guinnes senza una S a pagina 24 -il negozio accanto al ristorante di Luigi che a pagina 68 si chiama ARTS AND COMICS e a pagina 79 si chiama ART OF COMIX e ha una facciata completamente diversa -la porta dell’ufficio di Hamlin a pagina 83, in cui manca la U in ANTIQUES. -EDIT: mi ero dimenticato la scritta COFFE, con una E sola a pagina 24, nella scena coi punk definitivamente anni '80
Insomma, cose che non condizionano il gradimento dell’albo, ma comunque cose che si notano a occhio nudo già alla prima lettura.
Per quanto riguarda l’edittoriale, ormai quasi non lo leggo più, e ne ho guadagnato in salute. Le copertine dei Cestaro stanno iniziando a rivelarsi molto deludenti. Guardandole attentamente, c’è una superficialità nell’inchiostrazione e nella colorazione che mi dà molto fastidio, e i personaggi è come se non interagissero davvero con l’ambiente circostante. Sono sicuramente bravi a giocare con le copertine classiche (in questo caso quella dell’albo Il tunnel dell’orrore, e un po’ anche Johnny Freak), ma dal punto di vista della realizzazione stanno diventando davvero dozzinali.
Albo assolutamente promosso, ma già dalle anteprime avevo avuto una buona impressione. Quasi dimenticavo, anche se ho ascoltato in vita mia London calling duemila volte, non mi ero mai accorto che dicesse "London calling to the zombies of death"! Devo assolutamente ripassarmi un po' di Clash!
_________________ "You should be ashamed of yourself". "I am. 24/7".
Ultima modifica di Keanu Coen il sab apr 02, 2022 10:45 am, modificato 1 volta in totale.
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