Keanu Coen ha scritto:
Faccio una brevissima premessa: grazie a Wolkoff ho recuperato online negli ultimi tempi un centinaio di albi che mi mancavano. Avevo deciso, man mano che li leggevo, che avrei scritto qui due parole. Ma siccome alcuni albi erano veramente incommentabili, ho desistito dal mio proposito.
Ecco, con questo numero 407 la sensazione è stata la stessa, con la differenza che stavolta voglio provare a commentare.
Partiamo dall'inizio: qual è il senso di iniziare un albo con una splash page di una casa? Un inizio veramente anonimo, secondo me. Tra l'altro questa casa ha una planimetria che non riesco davvero a spiegarmi: la voce di Berenice viene da una finestra sotto la quale non c'è nessun albero: l'unico albero sotto una finestra è dall'altro lato completamente della casa, e l'albero che c'è sotto la loro finestra è troppo lontano. Veramente non capisco, ma magari non riesco a interpretare bene gli eventi.
Ma d'altro canto la stessa idea che una persona sballonzolata fuori dalla finestra da un DEMONE in QUELLA posizione possa poi trovarsi aggrappato per le mani a detta finestra...
D'altro canto, l'idea stessa che un uomo, cadendo spenzoloni dal primo piano di una villetta, possa INFILZARSI su uno spuntone di albero, e DI SCHIENA poi... Cioè uno cade perpendicolare (non si può cadere altrimenti) da una finestra del primo piano (io abito al primo piano, tra l'altro) e cade di schiena su un albero che per forza dev'essere un minimo distante dalla finestra? E non c'è nessun intervento di demone a giustificarlo: solo la cara, vecchia, logica dylaniana di omicidi completamente insensati.
Ovviamente questa forzatura è il prezzo da pagare all'altare della Baraldi, che cento per cento considera l'uomo "penetrato" dall'albero come parallelismo con la verginità di Berenice.
A questo si aggiunge che la finestra dopo essersi spalancata, nella vignetta dopo sembra che sia ancora chiusa.
Poi, come sempre, nel calderone ci deve finire sempre tutto e il contrario di tutto: prima Berenice se ne esce con la frase più cheesy del mondo ("è così che ho perso il mio primo amore... con le lacrime che si confondevano con la pioggia..."), e dopo due pagine "Dacci un taglio con queste stronzate di cui parli per sentito dire". Dico, è modo questo di presentare un personaggio? Secondo me no. Poesia e parolacce.
Lo dico una volta sola, con l'esempio di Dylan che beve e sputa: il Dylan di Roi in questo albo non ha MAI la faccia adatta a quello che la situazione richiede. Cioè, dovrebbe essere una situazione buffa, e Roi decide di far fare a Dylan queste facce? Nei suoi disegni non c'è mai un briciolo di autoironia. Lo stesso vale per le altre facce di tutti gli altri personaggi. No, faccio anche un altro esempio: quando Dylan fa la battuta dell'assegno scoperto. Quella faccia è sembrata adatta a quella situazione di per sè anche divertente? Con quegli occhi nerissimi e con quella faccia? Io sono davvero senza parole. Perchè qua si parla tanto di M&G (a cui voglio un bene dell'anima!), ma qua Roi è al suo peggio assoluto!
Un terzo e ultimo esempio, massì! Dylan col libro in mano: "Groucho, sei un genio! Punto esclamativo". Guardate la faccia di Dylan, e ditemi se ci vedete un qualche residuo di esclamazione. Poker face totale!
Prima che mi dimentichi: è ovvio che un albo in cui la protagonista si chiama Berenice Moon, che teme che un demone voglia possederla, e che va a dire a Dylan con le gote purpuree cose come "Dylan-kun, vowwei chiedewti di essewe la mia pwima vowta", è ovvio, dicevo, che non è stato scritto per uno come me. Nell'universo esisterà qualcuno che risponda a questo target, ma mannaggia al boia, non sono io!
Buh, Dylan, ad una donna che gli sta rivelando praticamente la trama dell'albo gratis, dice che è un'acida pettegola, e glielo dice in faccia!
Le scene in ospedale sono semplicemente il riempitivo più riempitivo degli ultimi secoli, con in più la perla dell'infermiera che, a un tizio che dice "sono... un amico di famiglia. O...qualcosa del genere" risponde: "mi dispiace, non posso dirle niente per via della privacy, ma se vuole la figlia è appena uscita, la può ancora raggiungere, cara persona che per quello che ne so è un totale estraneo e che non si capisce in che rapporto è con la paziente, guardi, è lì, la raggiunga!". La logica ha abbandonato definitivamente questi luoghi!
La scena dell'alieno non è fuori luogo, non è inutile, è stata motivata dalla Baraldi in modo convincente. L'unico problema è che è scritta, disegnata e impostata malissimo. Tutto qui.
Poi Barbara ha visto che il suo capo Roberto Recchioni usa due volte le stesse parole in ogni albo, e presa dall'invidia del tronco d'albero, usa due volte il verbo sfrecciare a distanza di due pagine. Ma siccome lei è una tutta girl power, vuole sovrastare l'uomo, e decide di usare 6 volte la parola "idiota"! Come se fossero finiti gli insulti. Questo non è modo di scrivere, secondo me. O meglio, è UN modo di scrivere, che a me non piace affatto.
Per non parlare di "Non sono uno psicologo, ma hai pensato che potrebbe avere una ragione psicologica"? Ora capisco a cosa vi riferivate quando dicevate che Dylan era diventato completamente imbecille!
Per fortuna si rimette tutto a posto, con lo scambio più surreale che abbia mai sentito: "senti, che ne dici se smettiamo di litigare e aiutiamo questo tizio?" e l'altro: "ci sto. E scusami se ho alzato la voce!". Barbara, ma in che mondo vivi! Oppure, in che mondo pensi che viviamo noi!
La stessa domanda vale per il tizio punk con la cresta: In che mondo vivi, Barbara??? Ancora a pensare ai punk con la cresta stai??? E che orecchie ha l'amico suo accanto?
Sulla sequenza dei gemelli stupratori direi pure basta: è terribile che un errore di continuity tale passi inosservato, è impensabile che nessuno chieda scusa sui social, ed è inaccettabile che si continui a fare a scaricabarile.
Però devo farvi una domanda seria: Non riesco a ricordarmi in quale altra storia c'è uno che si accoltella da solo spinto da un qualche essere sovrannaturale... Ce l'ho sulla punta della lingua, ma proprio non mi viene in mente e sto impazzendo! Grazie mille.
A pagina 49, esattamente, quel pennino a che punto della pagina è arrivato? Dylan è tornato indietro a mettere tutti i cuoricini sulle "i"? E quella didascalia nell'ultima vignetta... Altro che Robocop, questo è il marchio di Roberto Recchioni! Robocop era solo uno specchietto per le allodole!
Vi pregherei inoltre di fare attenzione ai dialoghi di pagina 54.
Prima vignetta: un libro che avevo letto qualche tempo fa...
Quarta vignetta: ho letto molto su questa argomento...
Sesta vignetta: ho letto che in alcune tribù...
Complimenti, Barbara. Questo sì che è scrivere...
Ho quasi finito.
Qualcuno, vi prego, mi vuole spiegare l'ultima vignetta di pagina 55 che razza di idea sarebbe? Tutti e due girati di schiena?????
"Tua madre potrebbe... HEI!" Di schiena!
"Non c'è un attimo da perdere!" Di profilo! Buh?
Altra perla baraldiana:
pagina 56: Berenice: "quella vecchia di mia nonna era sempre troppo ubriaca per prendersi cura di lei"
Dylan, nella pagina esattamente DOPO: "Del resto, le donne della famiglia Moon sono tipe toste, NO?". Vallo a chiedere alla nonna ciucca sul divano, quant'è tosta! No comment.
Sempre a pagina 57 scopriamo che Berenice è sempre stata abile a scassinare i lucchetti. Così si costruisce un personaggio, Barbara. Berenice è stata costruita con la stessa cura di Gnaghi. Stessa profondità.
Ultime tre cose:
Cento lettere in quella scatoletta????? Certo, se Roi è convinto che nelle tazzine che disegna lui ci entra il tè, in quella scatoletta ci stanno pure tutte le lettere di Van Gogh e le risposte di suo fratello!
Sulla testa girata di Berenice indemoniata stendo l'ormai mio proverbiale sipario della carità.
Concludo con la frase forse più bella di tutto l'albo: "Oh, no, per colpa tua ho perso la connessione con Cabal!".
Non esiste un voto per questo albo. Entra a buon diritto tra i più brutti che io abbia letto. Il solo fatto che Roi, dopo le prove veramente autoriali del ciclo 666, venga gettato in pasto ai corvi con questo stile arcaico per me è gravissimo, come è gravissimo che lui reputi queste sue tavole meritevoli di essere pubblicate.
Che dopo il bellissimo primo piano finale di Dylan che conclude il 666 Roi ci venga presentato così è un insulto a chi ha comprato l'albo.
Concludo con una domanda a voi che la conoscete molto meglio di me, una domanda forse in apparenza cattiva e retorica, ma in realtà sincera: per quale motivo Barbara Baraldi dovrebbe essere titolata a scrivere fumetti, in particolare Dylan? Io sono l'ultimo degli ultimi, va da sè, ma ritengo questa domanda legittima.
Ho finito.
Ti lovvo
anche se mi hai fatto risalire l'albo dalle profondità oscure e acquitrinose, dove era affondato.
Uno dei punti nodali è la mono-espressività del volto di Dylan. Un qualcosa che, da solo, fa inabissare l'albo ancora prima di salpare. Naturalmente nessuno di noi pretende di vederlo sbellicare dalle risate, ma una minima gamma di espressioni, quali: stupore, perplessità, sollievo, magari un sorrisetto ironico, io pretenderei di vederla. Mi fa venire in mente la citazione di Leone su Clint Eastwood: "ha solo due espressioni, col cappello e senza". Il Dylan di Roi non ha nemmeno il cappello.