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#384 - La macchina che non voleva morire
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 Oggetto del messaggio: Re: #384 - La macchina che non voleva morire
MessaggioInviato: mer set 05, 2018 8:04 pm 
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Iscritto il: sab dic 29, 2012 8:06 pm
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Questo albo è davvero l' emblema di cosa sia diventato DD, preda di una gestione che lo ha completamente snaturato, togliendogli l' anima, proprio.
Davvero non si possono occupare pagine e pagine di un indagine pallosissima a base di vernici e ruote, così come per una pseudo-continuity Dylan-Rania stucchevole a livelli stellari. Troppo spazio dedicato ad elementi assolutamente ordinari come i cavilli burocratici dell' auto, e l' acquisto di quella nuova, e le auto d' epoca, e il vicino di casa ... è tutto questo che uccide nello spirito un fumetto che secondo me dovrebbe elevarsi da tutto ciò.
Anche un terribile Groucho ... :(
In tutto questo, unito a dialoghi spesso fastidiosi, direi che la trama horror rimane la cosa più interessante, anche se solo a livello di intenzioni.
Cita:
Resta il fatto che mi pare evidente la povertà scalcagnata e cialtrona dei costrutti horror/sovrannaturali in questa storia ed in altre di Simeoni

Questo l' ho sempre notato pure io. Si nota palesemente la totale ignoranza del tema, che si riduce a un guazzabuglio dove ogni stranezza può accadere. Ricordo la sua Storia sulla collana omonima "Amore Nero" dove ci si muoveva tra aldilà e aldiqua attraverso un varco che si apriva in una stanza !!! :? (Cosa mai sentita dire, a livello di cronache paranormali)

Per me positivo il fatto
Spoiler!
Che la nostra amata DYD 666 sia ancora tra noi, avevo inteso non ci fossero speranze. Che questo non sarebbe stato "osare" ma solo un' ulteriore picconata insensata al mito dylaniato.

4

P.S. La parte delle indagini su vernici e ruote (con tanto di numeri di codice dei pneumatici ! :o ) su Derrick ci stava alla grandissima !


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 Oggetto del messaggio: Re: #384 - La macchina che non voleva morire
MessaggioInviato: gio set 06, 2018 2:00 pm 
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Lord Blendings ha scritto:
Io sono dell'idea che buttare nella mischia tanti personaggi costruiti a tavolino per essere, per l'appunto, scaraventati, inseriti quasi con forza, nel mondo dylaniato sia stato un tremendo autogol. Era quasi ovvio che alcuni avrebbero funzionato e altri no. Ma la cosa che mi sorprende è che la "lezione sclaviana" dei personaggi storici non è servita a un bel niente. A parte Bloch, Groucho e Xabaras, tutti gli altri personaggi che saltuariamente affaccia(va)no tra le pagine di Dylan, erano soltanto dei bei comprimari che dal loro esordio "casuale" catturavano l'attenzione del lettore e anche dell'autore (vedi Wells, Bronsky, Jenkins, Trelkovski, Botolo, Cagliostro, Hamlin, ecc...) e quindi giocoforza tornavano più o meno frequentemente. Ora... nelle intenzioni editoriali servivano un nuovo ispettore infimo e una poliziotta con buoni (o altalenanti) rapporti con Dylan. Perché stracacchio si sono ignorati due personaggi belli e fatti, oltre che ben costruiti, usciti su Dylan proprio recentemente? Mi riferisco al losco Ispettore Gorman (prima versione) di Barbato/Stano (n°292 "Anime prigioniere") e la lunatica, fedifraga e affascinante agente Carter di De Nardo/Dell'Uomo (n°332 "Destinato alla terra"). Li avevano lì, porca pupazza. Belli e pronti, caratterizzati, presentati singolarmente e con calma. Si dovevano solo mettere insieme... e invece no! Meglio l'allegra accoppiata vomitatata di botto che ci stanno propinando...


Osservazione davvero molto condivisibile. Se non sbaglio l'ispettore del n.292 doveva proprio essere il cardine di una serie di storie in continuity, ma poi non se ne fece niente. (Mi pare che c'entrasse un veto di Gualdoni, ma non sono sicuro di ricordare bene, quindi prendete con beneficio di inventario.)
Di donne poliziotto riuscite in DD ce ne sono state più d'una (la capostipite può essere considerata la protagonista di "Ossessione"), e quella che hai citato in effetti era davvero un personaggio interessante, con potenziale.
Del resto, recuperare e dare nuova forza a personaggi secondari o decaduti é un procedimento tipico del fumetto seriale anglosassone, che tante volte ha funzionato a meraviglia. Perché non si é seguita questa strada?

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 Oggetto del messaggio: Re: #384 - La macchina che non voleva morire
MessaggioInviato: ven set 07, 2018 11:43 am 
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Lord Blendings ha scritto:
Io sono dell'idea che buttare nella mischia tanti personaggi costruiti a tavolino per essere, per l'appunto, scaraventati, inseriti quasi con forza, nel mondo dylaniato sia stato un tremendo autogol. Era quasi ovvio che alcuni avrebbero funzionato e altri no. Ma la cosa che mi sorprende è che la "lezione sclaviana" dei personaggi storici non è servita a un bel niente. A parte Bloch, Groucho e Xabaras, tutti gli altri personaggi che saltuariamente affaccia(va)no tra le pagine di Dylan, erano soltanto dei bei comprimari che dal loro esordio "casuale" catturavano l'attenzione del lettore e anche dell'autore (vedi Wells, Bronsky, Jenkins, Trelkovski, Botolo, Cagliostro, Hamlin, ecc...) e quindi giocoforza tornavano più o meno frequentemente. Ora... nelle intenzioni editoriali servivano un nuovo ispettore infimo e una poliziotta con buoni (o altalenanti) rapporti con Dylan. Perché stracacchio si sono ignorati due personaggi belli e fatti, oltre che ben costruiti, usciti su Dylan proprio recentemente? Mi riferisco al losco Ispettore Gorman (prima versione) di Barbato/Stano (n°292 "Anime prigioniere") e la lunatica, fedifraga e affascinante agente Carter di De Nardo/Dell'Uomo (n°332 "Destinato alla terra"). Li avevano lì, porca pupazza. Belli e pronti, caratterizzati, presentati singolarmente e con calma. Si dovevano solo mettere insieme... e invece no! Meglio l'allegra accoppiata vomitatata di botto che ci stanno propinando...


con il buonismo di oggi non metteranno mai tra i "buoni" personaggi ambigui. Si rischierebbe il caso demon Hunter, dove i lettori al buono Michael Sloane preferivano il corrotto, alcolizzato, razzista Mc Nolan. Lo stesso autore era stupito. Tanto che a un certo punto aveva numeri a lui dedicati.


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 Oggetto del messaggio: Re: #384 - La macchina che non voleva morire
MessaggioInviato: ven set 07, 2018 11:50 am 
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Iscritto il: mer ago 16, 2006 3:07 pm
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gilberto ha scritto:
Lord Blendings ha scritto:
Io sono dell'idea che buttare nella mischia tanti personaggi costruiti a tavolino per essere, per l'appunto, scaraventati, inseriti quasi con forza, nel mondo dylaniato sia stato un tremendo autogol. Era quasi ovvio che alcuni avrebbero funzionato e altri no. Ma la cosa che mi sorprende è che la "lezione sclaviana" dei personaggi storici non è servita a un bel niente. A parte Bloch, Groucho e Xabaras, tutti gli altri personaggi che saltuariamente affaccia(va)no tra le pagine di Dylan, erano soltanto dei bei comprimari che dal loro esordio "casuale" catturavano l'attenzione del lettore e anche dell'autore (vedi Wells, Bronsky, Jenkins, Trelkovski, Botolo, Cagliostro, Hamlin, ecc...) e quindi giocoforza tornavano più o meno frequentemente. Ora... nelle intenzioni editoriali servivano un nuovo ispettore infimo e una poliziotta con buoni (o altalenanti) rapporti con Dylan. Perché stracacchio si sono ignorati due personaggi belli e fatti, oltre che ben costruiti, usciti su Dylan proprio recentemente? Mi riferisco al losco Ispettore Gorman (prima versione) di Barbato/Stano (n°292 "Anime prigioniere") e la lunatica, fedifraga e affascinante agente Carter di De Nardo/Dell'Uomo (n°332 "Destinato alla terra"). Li avevano lì, porca pupazza. Belli e pronti, caratterizzati, presentati singolarmente e con calma. Si dovevano solo mettere insieme... e invece no! Meglio l'allegra accoppiata vomitatata di botto che ci stanno propinando...


con il buonismo di oggi non metteranno mai tra i "buoni" personaggi ambigui. Si rischierebbe il caso demon Hunter, dove i lettori al buono Michael Sloane preferivano il corrotto, alcolizzato, razzista Mc Nolan. Lo stesso autore era stupito. Tanto che a un certo punto aveva numeri a lui dedicati.


A parte che il termine "buonismo" dovrebbe essere bandito da qualunque consesso civile, conoscendo un po' la produzione del nostro curatore (che non ha mai avuto problemi a popolare i suoi mondi di personaggi ambigui) non credo sia questo il problema.

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 Oggetto del messaggio: Re: #384 - La macchina che non voleva morire
MessaggioInviato: ven set 07, 2018 1:09 pm 
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Secondo me, le intenzioni alla base di questi "errori" pacchiani, non sono dati da buonismo, censure o chissà altro. Non credo proprio.
Piuttosto sono dati dal fatto che nell'ispirazione rivoluzionaria che ha investito i 3/4 soggetti che hanno pesantemente messo mano nel mondo dylaniano (e tra questi presumo che ci sia lo stesso Sclavi) si è deciso di "svecchiare" la serie non con passaggi graduali, attingendo a personaggi interessanti apparsi in più di 25 anni di carriera e con un ritorno ad un certo tipo di narrazione che tanto fece presa 20 anni fa, quanto con una progettazione a tavolino di "cambiamenti epocali", quasi fregandosene di tutto ciò che si è letto e visto tra le pagine della serie corredato di una narrazione da serial televisivo contemporaneo che mal si sposa con un fumetto come Dylan Dog (e glissiamo sugli errori assurdi dovuti alle supervisioni). Pertanto, una volta che è partito "il gruppo di lavoro" si è ragionato come quegli architetti che presi dal loro estro, avendone la possibilità, decidono di progettare un edificio contemporaneo in pieno centro antico cittadino fottendosene completamente di far comunicare la struttura con il contesto nella quale è collocata. A volte può risultare un'operazione felice, il 90% delle volte, decisamente non lo è!
Pertanto: nemico nuovissimo, ispettore nuovissimo, poliziotta assistente nuovissima, telefonino nuovissimo e altre amenità del genere. E tutto questo, ripeto, ignorando 25 anni di onorata "carriera". Sempre facendo l'esempio architettonico e del gruppo estroso, invece di partire da delle strutture esistenti e rinnovarle con intelligenza per integrarle urbanisticamente, si preferisce buttare a terra e costruire da zero.
Non so perchè si è deciso in tal modo. Spero non perché vi sia la stupida supponenza del tipo: "ciò che creo io sarà sempre meglio di un De Nardo o Marzano qualunque". Lo spero vivamente.
Detto ciò, perché si è deciso di intraprendere questa strada, invece di migliorare la narrazione stantia che contraddistingueva il periodo gualdoniano? Magari si con dei personaggi nuovi che potessero dare nuovi spunti narrativi... ma inseriti con calma, con criterio e/o sviluppando personaggi già apparsi in passato. Dicevo... perché questa strategia? Non abbiamo risposte certe, ovviamente, ma come le supposizioni che ho scritto fino ad ora, si possono benissimo fare ulteriori supposizioni. Del resto la pochezza del mensile mi porta ad essere decisamente fuori tema e chiedo venia.
L'idea che mi sono fatto è di una semplicità disarmante: Tre strade intraprese per rilanciare la testata. Ed eccole:
1 - La strada della sicurezza degli elettori storici ostinati: ci sarà sempre un numero di babbi che per collezionismo continueranno a comprare il mensile ad oltranza... quindi possiamo propinargli qualunque cosa. Anzi... sai che c'è? Aumentiamo ulteriormente le uscite!
2 - La strada rivoluzionaria per incuriosire gli elettori storici perduti: con lo sbandieramento ai quattro venti di cambiamenti epocali e altre cazzate simili, magari qualcuno (e c'è stato, di questo ho la certezza) che non legge Dylan Dog da una decina d'anni, anche solo per curiosità, compra i nuovi numeri e magari ritornano con costanza nell'ovile per vedere il "nuovo" Dylan Dog.
3 - La strada narrativa moderna per neofiti dylaniani: beh... ma come catturiamo nuovi elettori se manco sanno chi cavolo è Bloch? Cominciamo ad alleggerire i dialoghi, fare storie più "elementari", impostiamo sceneggiature più da serial televisivo e mettiamo su una trama orizzontale che solleciti l'acquisto del numero successivo (l'acme sarà il ciclo della meteora).
Ora... tutto ciò sposato con una pianificazione non proprio impeccabile, un'eccessiva varietà di autori narrativi e, comunque, la oggettiva assenza del Papà della serie su questo delicatissimo passaggio "epocale" sta creando un triplice risultato nelle 3 strade sopra descritte:
1 - I lettori storici si stanno rompendo i coglioni e fra un po' abbandonano tutte cose.
2 - I lettori perduti se ne sono scappati dopo la decima pagina del primo numero che hanno deciso di acquistare per il loro storico ritorno.
3 - I lettori neofiti, sono così neofiti che pensano a Dylan Dog come ad un fumetto derivante dai canali tipo Cartoonito e Frisbee... tipo quello del Trenino Thomas e Peppa Pig... maglialina Peppa e cagnolino Dylan nella cabina di prima classe di Thomas... scena sessualmente disturbante, oltretutto.

Tempo fa dissi che i buoni cavalli si vedono nei percorsi lunghi e siccome di tempo ne è passato, ora un'idea più chiara ce l'ho. E l'avranno anche tutti gli altri lettori. La mia è quella di totale fallimento.
Ovviamente ci sono stati gli episodi felici, belli, avvincenti e... mettete tutti gli aggettivi positivi che possono venirvi in mente, ma queste isole felici le avevamo anche sotto la gestione di Marcheselli e di Gualdoni. Quindi vere migliorie narrative, onestamente, non le trovo. Anzi...
Di contro, ammetto senza mezzi termini, che dal punto di vista grafico abbiamo fatto parecchi passi in avanti. Adoro i disegni del nuovo Dylan. C'è un parco autori invidiabile. Inoltre, apprezzo il ritorno (seppur saltuario) dello splatter e dell'eros (anche se ultimamente quest'ultimo è tornato un po' in soffitta).
E tra i nuovi arrivati (tra i personaggi) mi piace John Ghost.
Pertanto non penso che sia tutto da buttare. Ci mancherebbe altro.... però mi rendo conto che se dovessi pesare in una bilancia con doppio piatto i due aspetti, positivo e negativo, che contraddistinguono la serie sotto l'egidia di Recchioni&Co., mi duole ammettere che il piatto delle negatività è decisamente più giù.

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"Sono gli anni, i mostri ... gli anni che passano ... "


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 Oggetto del messaggio: Re: #384 - La macchina che non voleva morire
MessaggioInviato: ven set 07, 2018 1:54 pm 
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Iscritto il: gio set 06, 2018 11:56 am
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Non mi ha convinto questo albo.
È fatto bene dal punto di vista visivo, i disegni trasmetto un espressivitá dei personaggi degni di nota e le scene piú interessanti seppur poche sono convincenti.
Peró la storia l'ho trovata davvero troppo debole, seppur carina fino a circa metá albo arriva un punto in cui si collega ad una storia precedente con conseguenti ed indesiderati interrogativi, la soluzione del problema arriva infine dal caso e da personaggi improbabili (c'è anche un limite al quinto senso e mezzo che cavolo!).
Per quanto mi riguarda "non passa la revisione".

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 Oggetto del messaggio: Re: #384 - La macchina che non voleva morire
MessaggioInviato: ven set 07, 2018 1:54 pm 
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2 - I lettori perduti se ne sono scappati dopo la decima pagina del primo numero che hanno deciso di acquistare per il loro storico ritorno

questo punto è vero spazio profondo 30.000 copie in più subito perse con il numero successivo


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 Oggetto del messaggio: Re: #384 - La macchina che non voleva morire
MessaggioInviato: ven set 07, 2018 2:13 pm 
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[...]

Perfettissimo Lord, e prima che il buonvecchio Sol ( :roll: ) ci traghetti altrove perché abbastanza OT... ci tenevo a dire che ero d'accordo su quel lungo post che hai scritto, anche perché alcune affermazioni sono molto simili a miei spunti... tipo l'avversione verso il mood di scrittura delle serie tv, il (tentato) recupero dei vecchi lettori disaffezionati, la proliferazione di uscite, l'arrogante iconoclastia fine a se stessa, l'eccesso scomposto di autori improvvisatisi dylaniati, la statistica inerziale dei grandi numeri che prevedeva giocoforza uno/due albi ottimi all'anno anche nell'era Gualdo, etc.

Forse non mi ritrovo tanto solo sulla metafora architettonica, del vincolo storico-paesaggistico contro l'estro corrente. Nel senso che se hanno assunto Recchioni, come una ruspa concettuale su un terreno ormai baroccamente arido, era normale aspettarsi qualche cambio drastico/revisionista per cercare nuove vie, in scivolata a gamba tesa. Il botto. La svolta. Un po' traumatica, ma in cerca di clamore/hype per rilanciare il tutto.
E noi, in linea di massima, non dovremmo essere ostili a queste novità, SE SOLO SERVISSERO a dare nuova linfa alla testata, anche ricollocando alcuni totem o infrangendo certi taboo. Almeno che non vogliamo far passare tutto lo zoccolo duro di acquirenti per reazionari nostalgicamente bacchettoni, cristallizzati in un'epoca che non c'è... più. Non mi sembra, pertanto, un tradire 30 anni di carriera a livello teorico.

Il problema è l'esito. il COME ed il CHI. Scadente a mio parere, e di molti altri lettori. Il gioco che non vale un candelabro in procinto di cadere in testa ai soliti noti.
Perché ci si è semplicemente accaniti sul manomettere alcuni assi portanti dell'ortodossia dylaniata alimentando (per pochi mesi) clamore, soltanto per compiacersi di questo facoltà auto-imposta, come nerd ringalluzziti dall'esser finalmente nella stanza dei bottoni. Senza parlare di una programmazione tenuta insieme con lo sputo, incoerenze di supervisione, decine di esordienti scappati di casa allo sbaraglio, tempistiche improvvisate/dilatate, policy anceps/due piedi in una scarpa - "sconquasso tutto ma mantengo la variabile Old Boy per accontentare i matusa-oriented e lasciare uno sbocco a chi non è coinvolto nel proggggettone, a livello di scrittura GhostRaniesca" - oltre a scelte sbagliate nell'arruolamento degli artefici di questa presunta svolta....che tale non è, visti gli esiti gattopardeschi di gran parte delle sparate a salve. Invece che nuovo ossigeno, una diversa stagnanza, per giunta stucchevolmente compiaciuta con un'arroganza senza pari. Cambiare tutto ciò che sembra (ai più) per non cambiare nulla di quello che rimane :cry:

Ma questo è un discorso lungo oltre che risaputo, per cui la chiudo qui, magari in attesa di naufragar su altri topic. Chiudo con una nota soltanto sugli antagonisti: il modo vergognoso in cui è stato ridotto/bruciato un personaggio dall'ottimo potenziale come Gorman dalla (stessa) Barbato qualche mese fa, è un chiaro sintomo di una cronica malversazione nell'ambito di quelle che sono le priorità in gestione. Tanto casino per una pernacchia dal retrogusto di fichisecchi.
Loro ci vanno a nozze, i lettori un po' meno :g: .

ALOHA NEWLYWEDS

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Ultima modifica di wolkoff il ven set 07, 2018 2:42 pm, modificato 3 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #384 - La macchina che non voleva morire
MessaggioInviato: ven set 07, 2018 2:17 pm 
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Iscritto il: gio set 06, 2018 12:49 pm
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l'eccesso di autori nuovi per me serve per abbassare i costi di produzione e contenere le perdite, penso che una esordiente assoluta come Gabriella Contu la paghino molto meno della Barbato. Alla lunga però è un gatto che si morde la coda perchè le storie sono brutte e perdi ancora più lettori.


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 Oggetto del messaggio: Re: #384 - La macchina che non voleva morire
MessaggioInviato: ven set 07, 2018 2:50 pm 
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Iscritto il: mer mag 04, 2011 3:00 pm
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Lord Blendings ha scritto:
tutto ciò sposato con una pianificazione non proprio impeccabile
All'inizio pensavo che tutto questo pasticcio di nuova gestione fosse la conseguenza della frenesia di voler sfruttare al massimo e nel più breve tempo possibile un'improvvisa (ed enorme) opportunità editoriale/aziendale.
Pianificare un solido (anche breve) ciclo in continuity che rivoluzionasse e rinfrescasse la testata avrebbe comportato un approdo nelle edicole a distanza di svariati anni. E intanto chi lo gestiva il panico da emorragia di lettori? Sarebbe durata abbastanza questa opportunità? E se magari intanto la gestione Gualdoni si tirasse fuori da sola dalle difficoltà?
No. Battere l'incudine e basta. Anche se il ferro non è caldo. Anche se il ferro non c'è. Tanto basta solo il rumore.
Poi leggi una trovata come quella di Sherlock Bloch (che dovrebbe essere l'apice di un ritrovato senso dell'umorismo della testata più caratterizzata dall'ironia di tutta la Bonelli) oppure ti rendi conto della mole di didascaliche lezioncine morali spiattellate alla faccia del proclama di non voler essere più rassicuranti e capisci che non c'è nessuna house of cards in via buonarroti. Nessun Renzi che dice "stai sereno" al Letta che lo precede. Semplicemente capitano le generazioni meno talentuose anche tra gli sceneggiatori come capitano anche alle nazionali di calcio (Dylan Dog è l'equivalente della nazionale per il mondo dei fumetti).
Pazienza, ma la fiducia i lettori storici l'avevano riposta.

wolkoff ha scritto:
nerd ringalluzziti dall'esser finalmente nella stanza dei bottoni.
L'impressione è quella.

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l tuoi noti "sarcasmo" e "voglia di flammare" non attaccano con me. (cit.)

Quindi, sgarbato Dear?
Sì, come al solito.
Sta dicendo cose assurde?
Per niente. (cit.)


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 Oggetto del messaggio: Re: #384 - La macchina che non voleva morire
MessaggioInviato: ven set 07, 2018 6:29 pm 
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Sarebbe bastato modernizzare la testata e darla in mano ad uno zoccolo duro di tre o quattro professionisti. Un po' quello che è stato fatto sullo speciale piuttosto che sul magazine.
O anche su Tex.


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 Oggetto del messaggio: Re: #384 - La macchina che non voleva morire
MessaggioInviato: ven set 07, 2018 8:34 pm 
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Messaggi: 6961
Località: Inverary 2.0
Dear Boy ha scritto:

wolkoff ha scritto:
nerd ringalluzziti dall'esser finalmente nella stanza dei bottoni.
L'impressione è quella.


:mrgreen: Non so se hai visto il recente film "The Square" Dear, quello che ha vinto Cannes...
Ma 'sta cosa del rilancio organizzato a tavolino, mi fa pensare ai due tizi che devono inventarsi una strategia per promuovere il quadrato concettuale nella pellicola, a partire dai media. Magari meno giovinastri di quelli coinvolti nel film, ma i soliti noti nostrani non ci sono andati molto lontano :mrgreen:

ALOHA DA STOCCOLMA...DI CRUDELTA'
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 Oggetto del messaggio: Re: #384 - La macchina che non voleva morire
MessaggioInviato: ven set 07, 2018 8:40 pm 
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Iscritto il: ven giu 27, 2003 10:00 pm
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Jones ha scritto:
Sarebbe bastato modernizzare la testata e darla in mano ad uno zoccolo duro di tre o quattro professionisti. Un po' quello che è stato fatto sullo speciale piuttosto che sul magazine.
O anche su Tex.


per me la cazzata più grossa è stato prendere Recchioni che è bravo a scrivere le storie e metterlo a curatore della serie che è molto meno bravo.
Ok ci ha regalato due perle , il ritorno di Sclavi , e Argento , più le ergastolane , e anche Cavenago , ma la serie in generale è decaduta ancora di più se possibile.


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 Oggetto del messaggio: Re: #384 - La macchina che non voleva morire
MessaggioInviato: sab set 08, 2018 12:18 am 
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Iscritto il: dom gen 08, 2017 4:08 pm
Messaggi: 386
Goblin ha scritto:
Jones ha scritto:
Sarebbe bastato modernizzare la testata e darla in mano ad uno zoccolo duro di tre o quattro professionisti. Un po' quello che è stato fatto sullo speciale piuttosto che sul magazine.
O anche su Tex.


per me la cazzata più grossa è stato prendere Recchioni che è bravo a scrivere le storie e metterlo a curatore della serie che è molto meno bravo.
Ok ci ha regalato due perle , il ritorno di Sclavi , e Argento , più le ergastolane , e anche Cavenago , ma la serie in generale è decaduta ancora di più se possibile.


Anche Bilotta sullo Speciale annualmente.
Comunque personalmente al momento il tutto non lo vedo peggio dei 2 anni del post-300, o comunque poco prima, anche perché realmente peggio di quello non si può fare.


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 Oggetto del messaggio: Re: #384 - La macchina che non voleva morire
MessaggioInviato: dom set 09, 2018 3:11 am 
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Iscritto il: gio nov 05, 2015 5:07 pm
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Speriamo in un ennesimo reboot post cometa e post 400 a questo punto.. Anche se a quel punto, sarà troppo tardi temo..

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Il segno è sottoposto alla legge, le apparenze non sono che sottoposte alle regole del gioco.
https://ilfumettarovetusto.blogspot.com/


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