Dopo tante pretenziose storie metafumettistiche o intrise di sociologia spicciola, finalmente una storia "di genere".
Puro e semplice thriller-horror senza ambizioni velleitarie.
Certo, non tutto funziona per il verso giusto...
seguono possibili
S
P
O
I
L
E
R
Il meccanismo
whodunit (chi ha ucciso David?) si smonta da sé troppo presto. Appena entra in scena Clayton CHIUNQUE capisce immediatamente che il colpevole è lui. Ce l'ha praticamente scritto in faccia!
A quel punto al lettore non resta altro che vedere come Dylan lo incastrerà.
E qui arriva l'altro problema. Come nei peggiori albi gualdoniani
il colpevole si incastra da solo!
Se Clayton non avesse sbroccato, il peggio che poteva capitargli era un'accusa di plagio.
Certo, in Gualdoni tutto era molto peggio perchè l'auto-incastrarsi era l'unico modo per chiudere l'indagine, dato che Dylan era troppo idiota per cavare mezzo ragno dal buco.
Qui Dylan è molto più attivo. E' solo l'oggettiva carenza di prove che "costringe" lo sceneggiatore a tirar fuori l'escamotage. Resta comunque l'amaro in bocca per come è stata gestita la parte thriller: troppo sbrigativa.
Groucho terribile!
E' strano, perchè Cajelli ha di solito un grande senso dell'umorismo. Ma questo dimostra quanto sia difficile gestire il personaggio.
Voto: 6 e mezzo