Votato 4,5 con quel mezzo punto in più perché nelle prime 30 pagine potrebbe anche avere la parvenza di una storia dylaniata, ma poi svacca in una serie di baggianate inenarrabili, nonché diversi problemi di sceneggiatura, dato che non è un mistero come il medium (fumetto) non appartenga alla
Baraldi come genere di scrittura
.
Se questi sono i benefici della
revolutio meteoristica+666, bastava un
Gualdoni qualsiasi a mezzo servizio in pigiama mentre annaffia sul balcone, per gestire contributi di magazzino di questo stampo, con autori di questa caratura. Busatta ne sa qualcosa...
Roi al netto risparmio d'epoca, inadatto per le scene di colluttazione (che qui abbondano), crea raramente atmosfera ed in certi punti non sembra aver capito cosa intendesse la Baraldi ai testi - e non mi riferisco soltanto al notorio sanguinamento per empatia da transfer gemellare di pagina 43.
Rimanendo sul comparto grafico, la Morte alata sul
nuovo frontespizio ricorda
i soldati meganoidi di Daitarn3, e non c'entra nulla col resto.... appena salvabile di per sé.
Copertina nonostante le tre lune molto spenta, sembra uno di quei vecchi fumetti scandalistici anni '70 o un numero mal riuscito di Mr No... e infatti qualcosa c'entra l'Amazzonia e gli exploitation movies (v. dopo).
S
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______RTanto per cominciare si parte (male) buttando paroloni a casaccio senza connessione congruente tra loro ed il resto della storia: a p.15 Berenice
dice che non è morto solo Tom tra i suoi spasimanti più spinti, ma questa cosa non emerge in nessun riscontro successivo (v. Oltremondo), e persino la vicina pettegola sottuttuoio (p.29), a proposito d'indagini da comari, menziona solo Tom tra le vittime di chi cceprova con la figlia (dannata)
de papino.
Tipico caso in cui si presume idiozia boccalona nel lettore e non si sa ricostruire la casistica/struttura della propria sceneggiatura dagli elementi messi sul banco.
Come fatto notare da altri, altra fessata conclamata è la tontaggine tardona di Berenice che ricollega solo dopo una ventina d'anni le visioni tribali amazzoniche con i viaggi della madre... ma sorvoliamo, come sui suoi improvvisi scatti isterici/esaltati a spese della porta sbattuta di Craven Road 7 (pp.17-18), che forse c'entrano col ciclo lunare della signor
ina Moon, visto che è una storia molto affine a disturbi da PMS et similia
.
In tutto questo, con già diversi morti presupposti a far da prologo sul groppone, Dylan si auto-elegge a "genio" (p.19) e invece di indagare seriamente sui fattacci pregressi, con tutti gli
amichetti e parenti acquisiti - grazie Rrobbè, eh - che vanta a Scotland Yard per carpire info a scrocco, che fa? Si butta su un libro di cialtronate pseudo-antropologiche e spera che il caso si risolva da sé.
Non ho capito il contrasto
made in Roi tra la natura morta di pere tremolanti (p.25) e la mela materna che rotola allarmata (p.27), ma tutta la sequenza del vaporoso demone pomicione non ha nulla di sensualmente occulto, per non parlare delle mazzate poco kinky rifilate da un Roi sempre poco a suo agio con queste scene d'azione baruffosa.
Ma fin qui almeno l'albo sembra difendersi nella media della storia filler di medio mestiere
.
Peccato che da p.31 in poi la sceneggiatura giri completamente a vuoto nell'economia delle sequenze, sbrodolate ed appiccicate senza convincere il lettore nella lettura. Troppo lunghe e quasi superflue quella nell'ospedale e nel pub-vicolo che si ciucciano oltre 15 pagine per non dire nulla, a parte il pretenzioso
inserto filo-sclaviano con l'alieno (p.34), il cui unico aspetto surreale è che sia stato approvato dai revisori, che temo invece non l'abbiano colto
.
Immancabile l'innesto forzoso in chiave recchioniana, stile ma(r)cchietta di fabbrica, che oltre a solfeggiare banalmente su cosa sia la razionalità dei ciechi volontari (p.49), rilancia sui patemi oscurantisti di "questonuovo" Dylan, ma non senza impasticciarsi con le sequenze precedenti della Baraldi.
Per inciso: che diamine di protezione conferisce a Berenice i
l fatto di occultare lo smartphone insanguinato come "testimone" dei fatti
Senza contare che al massimo la tizia è una vittima evidente/innocente di aggressione, e non muove un dito offensivo contro i gemelli, di cui il primo crepa da solo (per volere del demone) e l'altro viene in pratica ucciso con una bastonata letale (p.42)
DA DYLAN STESSO... che qui fa la parte del campione degli ipocriti collusi/conniventi per pararsi il c*lo impunemente e buttarla sulla retorica recchioniana...
...anche questa campionessa d'ipocrisia, dato che nell'ultima vignetta della pagina incriminata (p.49.vi), torna la coda di paglia del Sommo che dopo 5 mesi si ricorda di spiegarci come mai non si sia aperta bocca sull'accoppamento nonchalante della non-sedicente zombie
Sybil (#402) e menate simili.
Ah: ecco a cosa serve papino sovraintendente (pp.94-95) con l'hobby del giardinaggio: ad insabbiare, anzi interrare, per il bene del suo cocco citazionista combinaminchiate (
una metafora distorta del rapporto Sclavi-Rrobe?). Bah, se son fiori fioriranno, se son ortaggi si lanceranno ortogonalmente contro... resta il fatto che questa "crescita" deviante del personaggio post#400 è una delle cialtronate più grosse mai lette su DD, anche per come si auto-giustifica coi soliti pipponi esistenzialisti afflitti
.
Ovviamente il pasticcio anti-logico delle Baraldi si alimenta da solo anche senza i contributi del Profeta Monolithico. Un capitolo a parte in questa farsa lo meritano le fantomatiche centinaja di lettere che Matthew avrebbe scritto alla madre di Berenice.
Ma quando caspita le avrebbe scritte? Mentre gli indigeni lo torturavano in tutta calma, tra un'amputazione e l'altra
Al ritorno in patria dice di essersi subito sposato con Lorenza(grande feeling amoroso eh, non vedeva l'ora di massacrarla terrorizzato): che senso avrebbe questa corrispondenza se ce l'aveva nella camera accanto
O forse si sarebbe scoperto romanziere epistolare dopo la sua fuga
Nemmeno: dice lui stesso nell'Oltremondo di essersi suicidato non appeno abbandonato il (maledetto) nido coniugale.
Come la metti e metti siamo all'ennesima mancanza di rispetto verso il lettore, ad opera di un'equipe di semi-incompetenti oziosi, che non sa cosa scrive o non controlla a dovere cosa scrivono altri.
Carino invece come spunto l'excursus (pseudo)antropologico (pp.54-55) sul potere sacro/sacerdotale della verginità e quello altrettanto rituale della deflorazione - mi aveva fatto sperare in uno spin-off tematico della
Dea Madre - ma sul fatto che alcune tribù fossero terrorizzate nell'aver rapporti con le vergini... avrei diverse perplessità da buon Vergine scettico ascendente Toro cornuto. Dubito fortemente che comunque impiegassero come strumenti dei dildo ante-litteram per scansarsi il (primo) lavoro "sporco"
.
Ma il retro-spiegone è nell'aria, col rendez vous sul passato tropicale con mammà-possedutabiblicamente-da-papà, che ci rifila una ventina di pagine per raccapezzarsi con la dannata figliuola, non prima di aver fracassato dei vetri senza motivo (p.63, anche qui secondo me a Roi è sfuggito qualche passaggio), o averci rifilato dell'ironia grottesca sulle ultime parole famose prima dello schianto di un bimotore in piena Amazzonia (pp.65-66)
.
Qualche scena di vvvviulento cannibalismo esotico che a me, più che
Green Inferno, ricorda certi filmacci iperviolenti anni '70s spacciati per documentari da terre lontane.
Se non bastasse questo, ad aggravare l'
entità (del danno
) arriva di gran sprone cavalleresco il nostro caro Forever Boy che qui tenta di salvare “idealmente” Berenice sentenziando la stucchevole retorica del non-padre in caso di nati da vittime di stupro (p.75), o la gag sul fidanzato non ideale (p.76) … per non parlare dell'intim(at)a ramanzina “
no significa, no!” di p.87 in vista del flirtaggio zombesco di Tom: alla fine sembra un comizio pre-adolescenziale di
#metoo(rbi) come livello di contenuti pro-gender
.
Groucho posato ma simpatico per tutto l'albo non basta a riabilitare la sua funzione da sbucomane passapistola ed annunciatore di straforo dell'ennesima baggianata meta-fumettistica (p.76).
Poi ci si impiastriccia nell'incestuoso-tentacolare (era questo da chiedere al
librajo di qualche albo fa?
) fino alla confusione summa, con la madre posseduta dal padre che si vuole ricongiungere in tutti sensi (ed orifizi) con la figlia… e si tentano pure dei sofismi macrocosmici “nel contenere la tensione dell’universo” per nobilitare il tutto (p.79). Non voglio infierire sul senso arcano di questi discorsi esoterici, perché già
Valla qualche post fa ha fatto trapelare come tutte le motiv-azioni del rito, del demone, della sciamana,
siano campate in aria senza logica interna tra loro. Meglio non vallasapé....
Le cose non migliorano nella pessima sequenza dell’Oltremondo rivelatorio (pp.83-93), anzi si caricano di ulteriore goffaggine e pretestuosità puerile, con l’orsacchiotto puccioso che salverà l'umanità grazie alla lezioncina buonista di Dylan sui legami (o lègami?) per la vita, e una mezza schizofrenica che urla di essere casinista (cioè di rappresentare il Caos, urka!) davanti ad un padre-demone in polvere, reso in modo ignobile da un Roi che più stufo non si può
.
Morale? L'amore è un demone, ma certe indemoniate fanno solo scena durante l'amore.