Per poter parlare di questo albo devo fare una premessa, prenderla un po' alla larga, perché questo evidentemente non è un semplice albo. Non so se a qualcuno interesserà. Io ho iniziato a leggere (con regolarità) Dylan Dog con il numero 82, Lontano dalla Luce. Nell'anno e mezzo che mi separava dal numero 100 imparai ad amare il personaggio. Compravo le ristampe e le seconde ristampe, e ogni storia, o quasi, mi pareva incredibile, perfetta, o quantomeno sorprendente. Ecco, forse la prima volta che davvero mi trovai un po' spiazzato, con qualcosa tra le mani che mi aveva lasciato poco o niente, fu quando uscì il 99, Sinfonia Mortale. In realtà era solo il prodromo del Dylan Dog futuro. Ma poco male, perché il leggendario numero 100 era alle porte. Non c'era internet all'epoca, e ogni illazione poteva essere ingigantita. Si diceva che fosse l'ultimo numero di Dylan Dog. Poi uscì. "L'ultimo numero" in qualche modo lo era davvero, fu detto chiaramente. Però sul retro fummo tranquillizzati dalla preview per il numero 101: tutto continuava come prima (forse). Il numero 100 vero e proprio però, boh. Diciamo che fu accolto da me e da tutti quelli che conoscevo con un sonoro "meh". Aspettative troppo alte forse? In ogni caso era un numero 100 "giusto", un ultimo numero "giusto" per l'epoca. Tutti volevano conoscere la storia di Dylan Dog, e la Bonelli (tramite un riluttante Sclavi) diede loro La Storia di Dylan Dog.
Era il 1994. Facciamo un salto nel tempo e arriviamo a oggi, con altri 300 albi sul groppone, e questo solo contando la serie regolare. Dylan Dog è molto cambiato, e non poteva essere altrimenti. Sclavi ha smesso di scriverlo, in molti hanno smesso di leggerlo, eppure esce ancora in edicola ogni mese, molto spesso tra le critiche. Mio fratello ha smesso di leggerlo poco dopo l'avvento della Fase 2. Lui ammette di avere un odio per Recchioni talmente grande da non poter giudicare il prodotto con lucidità, ed ha sempre sostenuto che le cose non devono necessariamente andare avanti per sempre. Si possono anche chiudere, se l'alternativa è non lasciare traccia di quello che erano. Se non si ha più nulla da dire, si può calare il sipario. Ed è quello che è successo. Oggi Sposi è l'ultimo numero di Dylan Dog.
Quando è che un personaggio molto amato muore? Topolino è morto assieme a Walt Disney? Le pur bellissime storie di Casty sono fedeli a quella che era l'idea originale del personaggio? Lo Sherlock Holmes dei film e delle serie televisive è lo stesso personaggio dello Studio in Rosso? Quando muore un personaggio? Se tra 666 anni una futuristica casa editrice decidesse di iniziare a produrre nuove storie di Dylan Dog, rispettandone i crismi, quello sarebbe Dylan Dog? Non ho una risposta, ma forse l'unica che mi sento di dare è che un personaggio muore in un momento diverso per ogni suo appassionato, quando quest'ultimo ha deciso che per lui va bene così, non è più quello di una volta. Con Dylan Dog per molti sarà stato molti anni fa, finché Sclavi è stato una forza portante della Bonelli, o magari poco prima o poco oltre. Però c'è un altro modo in cui un personaggio può morire, ed è quando i suoi curatori decidono che - nel suo universo - per lui è giunta l'ora. E questo è quello che succede in Oggi Sposi. Oggi sposi è la fine di Dylan Dog, la fine di un fenomeno praticamente senza pari nella storia del fumetto e del costume italiano, e perfino io, che mi sono iscritto su questo forum al grido di "il metafumetto ha rotto il cazzo", non posso che essere d'accordo con la scelta che è stata fatta: la fine del fenomeno Dylan Dog non poteva che essere trattata in maniera metafumettistica e celebrativa.
Attenzione: come ho detto prima, il numero 100 era già un finale, e perfino un finale (seppur deludente) "giusto" per l'epoca. In qualche modo tutti i numeri del centinaio hanno chiuso epoche molto diverse tra loro. Adesso però, con quello che è successo, è proprio la Fine, con la F maiuscola. Naturalmente Dylan continuerà ad esistere in un altroquando, nell'Old Boy o in tutto quello che decideranno di fare. Naturalmente lo show deve andare avanti, e quindi dal 401 in poi un Dylan Dog sarà comunque in edicola, ma a quanto pare sarà un qualcosa di profondamente diverso.
Oggi Sposi è anch'esso un numero "giusto". È esattamente il finale che doveva avere Dylan Dog a questo punto della sua vita editoriale. Non sto dicendo che tutto sia perfetto, però tutto quanto in qualche modo funziona, e quindi per me è sufficiente. Essendo l'ultimo numero, vediamo tutto quello che avremmo voluto vedere prima o poi: gli eroi che si riuniscono, Jenkins che uccide un vampiro, Carpenter che deve arrendersi all'ignoto, l'intimità di Rania, il ritorno di personaggi amati e troppo spesso dimenticati, Bloch (proprio lui, è giusto così) che uccide il Soprintendente, la vera nemesi (in persona e come incarnazione di qualcosa più grande) che ha attraversato tutti questi anni. La spiegazione e la strategia di John Ghost non è ineccepibile, ma funziona, funziona nell'ottica del metafumetto che questo numero non poteva che essere. Il tema del matrimonio è trattato in maniera sensata, e anche il personaggio di Alice è "giusto". Io su questo non ho obiezioni, ho votato "ottimo", se non fosse chiaro.
Ora veniamo agli aspetti negativi. Il periodo che dalla Fase 2 ha portato fino alla meteora è stato gestito male, eppure bastava così poco per fare di più... Una cosa su cui ho insistito in passato (ad esempio per Pete Brennan o Cose Perdute) è che è inutile che ci siano momenti "epocali", se non si è dato modo al lettore di interiorizzarli come importanti. La stessa morte di John Ghost non colpisce come dovrebbe, perché per qualche motivo del tutto ignoto si è scelto di non far apparire un Deus Ex Machina così importante se non in pochissime occasioni! Quanto avrebbe funzionato meglio il ciclo della meteora se si fosse curata un po' di più la continuity? Questo è stato detto e ridetto! Certo, alla fine in pratica qualsiasi cosa successa è stata architettata nel dettaglio da lui, ma il fatto che lui possa prevedere la teoria del caos nei minimi dettagli è un espediente super, super cheap. Adesso neanche mi ricordo cosa succedeva in uno dei primi numeri del ciclo, quello dei bambini speciali, ma tanto John Ghost è Dio, quindi in questo numero si poteva dire che anche qualcosa in quel frangente faceva parte di un Grande Piano, tanto vale tutto. John Ghost era un personaggio di grande potenzialità. Perché è stato usato così poco? Sarebbe bastato farlo vedere per poche vignette in ogni albo, o anche non proprio in tutti. Caricarlo di aspettative e di mistero, imprimerlo nella mente. Allora sì che la sua morte sarebbe stata una catarsi. Per non parlare di quella di Groucho. È vero che magari ha solo anticipato di qualche minuto tutti gli altri, ma penso che potesse essere curata in maniera migliore.
Però un qualcosa a cui tutti quanti ci siamo abituati, che tutti quanti abbiamo amato c'è, ed è Dylan Dog. Faccio un paragone che a qualcuno risulterà indigesto, ma è come quando si è ritirato dal calcio Francesco Totti. Lo striscione allo stadio recitava "Totti è la Roma", e di fatto è così. Però ovviamente una cosa è il romanticismo, e un'altra è la vita vera, e quindi l'anno dopo "la Roma" scenderà di nuovo in campo, e sarà una cosa diversa per tutti, e qualcuno magari smetterà anche di seguirla come faceva prima. Ci sta. Però la fine della carriera di Totti, così come la fine di Dylan Dog, di QUESTO Dylan Dog, sono stati la fine di 25 anni della mia vita, e quindi quando ho chiuso questo numero ho pensato a me che per la prima volta compro un suo albo, Golconda, pensa che roba. A mia madre (ancora oggi in buona salute, grazie al cielo) che per anni ha girato per casa esclamando "GOLCONDA, GOLCONDA! L'ANIMA SPROFONDA! GOLCONDA, GOLCONDA! LA GRANDE BARAONDA!" e non si è persa un numero. Ho pensato a mio padre che - in mancanza di meglio - legge su un treno Horror Paradise, tanti anni fa, e a un certo punto lo vedo sorridere. Ho pensato che a volte ho usato il criterio "quali Dylan Dog erano in edicola in quel momento" per richiamare alla mente un periodo della mia vita in cui sono stato felice, per altre ragioni ovviamente. Ho pensato a tutto questo, e sono stato un po' triste. Ovviamente continuerò a comprare il fumetto, come ho sempre fatto, anche nei momenti meno entusiasmanti. Vedremo cosa succederà, vedremo se mi continuerà ad andare bene, e per quanto.
Chiedo scusa per lo spazio che ho preso. Non so neanche se abbia detto tutto quello che volevo dire, ma ho comunque detto anche troppo. My two cents.
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