Cravenroad7

Parlare di virus e vaccini nel 1600 è chiaramente un anacronismo, latino o non latino. Nel diciassettesimo secolo si credeva ancora che i re potessero guarire la scrofola con l'imposizione delle mani. Si comincia a parlare di vaccini circa un secolo più tardi e Ivanovsky scoprì i virus solo alla fine dell'ottocento.
Si tratta di un banalissimo errore.

"Un declino inevitabile quello di Dylan Dog, serie di sinistra in un momento in cui la Destra vola in tutto il mondo e i giovani non si fanno più abbagliare dalle diaboliche seduzioni del socialismo. (...) La storia del ritorno di Sclavi. che si vedrà nel numero 362, parla di un Dylan preda dell'alcolismo con i rimandi ai problemi personali avuti da Sclavi negli anni. Non è questo il messaggio che deve passare. Il lettore di oggi guarda al futuro con un atteggiamento positivo e non ha interesse in storie in cui si parla di problemi dai quali è meglio stare alla larga."

Maronn

Xabaras Nobel medicina&fisiologia 1666.

http://www.harrr.org/trascendentale/guida-educativa !


...Comunque, sì, passaggi come questo

Pochi giorni fa un gruppo di persone vestite da zombie hanno imperversato per le vie di Milano suscitando sconcerto e preoccupazione nei passanti, tra coloro che pensavano che fossero portatori di una qualche malattia misteriosa e chi pensava che Carnevale fosse venuto in anticipo. Quando qualcuno ha spiegato che si trattava dei fan di una rivista per ragazzi, Dylan Dog, il primo pensiero è stato quello di starsene alla larga. Un tizio sano di mente si maschererebbe come un cadavere che cammina, spaventando i bambini? Certo che no. Parliamo di fan di un fumetto horror che hanno difficoltà a stabilire una linea di distinzione tra la finzione e la realtà, denotando, tra le altre cose, i segni evidenti di una patologia mentale. E' molto strano che la Bonelli Editore abbia avallato quella triste mascherata.

fanno addirittura sospettare di trovarsi di fronte a un esercizio di stile. Si rasentano i fasti del Nantas Salvalaggio di quarant'anni fa.


Ora vi lascio perché c'è la Destra che sta sfrecciando proprio adesso davanti alla mia finestra e non voglio perdermela per nessun motivo al mondo.

Valà che spettacolo. Bella bèstia.

i disegni non sono il mio stile ma sono bellissimi,come i colori.
per quanto riguarda la storia..perché ce ne una? a me non sono mai piaciuti questi albi del passato di Dylan, ne ho accettato uno (il 100) ma degli altri ne avrei fatto a meno..questo non aggiunge niente alla saga.

ma quindi rrobe lo vedremo solo nei celebrativi?

Temo di no.

Speriamo di no
Come autore, personalmente, lo ritengo migliore di tanti altri che si succedono sul mensile, tra chi c'era già prima e tra chi ha fatto esordire lui.
Come curatore sono molto critico su varie sue scelte, come sceneggiatore su Dylan, a parte qualche spacconata (ce n'è qualcuna anche qui) o qualche scena (MM Vs. Morgana, già che c'era non poteva inserirci anche la battuta I figli so' pezzi 'e core?), raramente lo trovo meno che accettabile.

Nessuno è perfetto

Cavenago sì

Viste le vagonate di recensioni di esperti ed appasionati, io posso gusto dire che mi è piaciuto.
Fa coppia con il 100 egregiamente e aggiunge qualcosa, disegni strabordanti.
Questo,Bilotta ,il mese prossimo Sclavi...a posto

Sinceramente i numeri celebrativi non fanno per me: è come quando ti capita una ricorrenza forzata che non puoi scansare e devi metterci i soldi per la quota regalino di cui non t’importa poi tanto .
Sempre grandi attese, per altri, grandi proclami, da parte degli interessati, grandi spallucce strette da parte mia, poiché la ricorrenza riguarda quasi sempre l’ennesima storia SU-ll’amico di una vita Dylan e le sue fisime pseudo-familiari dall’impatto pressoché nullo… visto che dal prossimo numero si ricomincia tutto come prima, e Sclavi continuerà a rinnegare il #100, quindi stiamo parlando dei fichi secchi zitelli, senza nozze .

Tra l’altro questa storia non presenta neanche il leggiadro pregio di esser un leggero omaggio divertito come l’ultimo celebrativo xabaritico – il #300 di – che se non altro aveva la dote di festeggiarsi senza prendersi troppo sul serio, legando le meta-vicende dell’allegra famiglia “Dog” – a proposito, ma Dylan Senior come faceva di cognome Nantri 30 anni ppe scoprirlo… - prima della partenza del galeone al mood d’essere del fumetto e del suo futuribile proseguo.

Per giunta questa specie di outtake in forma di metastasi del #100 risulta una variante pseudo-apocrifa per la sola ragione d’esser di ficcarci di straforo una nuova cosmologia tangente a quella della dylanfamily, e cioè quella di Mater Morbi, riprojettata al passato, nell’infanzia dolorosa del Nostro. Ma i motivetti son sempre quelli grosso modo rispetto al #280, e una volta riproposti/traslati non sortiscono nessun effetto particolare, se non la ridondanza in sé del personaggio… più che la “recrudescenza” back in time. Forse avrei approfondito il bisogno di (effondere) amore materno da parte della Mater, in conflitto con se stessa e con la cercatrice di esclusivismo para-sessuale del #280, ma non è detto che la cosa non risbuchi in futuro. Come una Sororis Suspirans, quando scopriremo che Dylan ha una sorellastra, per quella sca/oppatella del padre prima della partenza, con la figliola procace dell’alchimista che gli passava i reattivi introvabili sottobanco, sottogonna .

Nell’insieme non è un numero proprio malvagio, intendiamoci, in alcuni punti s’incastra benino col resto, ed in mano alla Barbato certe piagnucolii esistenziali sarebbero diventati intollerabili, mentre qui Recchioni morde il freno più del previsto… ma non mi ha comunicato nulla di particolarmente interessante, se non la pochezza di termini (indegni) a disposizione per descrivere la magnificenza delle tavole di Cavenago, che merita solo un silenzio di atterrita devozione .

Carino l’approfondimento delle origini dell’ammutinamento dal punto di vista dei marinai, che vengono qui caratterizzati a differenza della ciurma becera di Sclavi. Inizialmente (pp. 14-23) i discorsi intimisti in seconda persona mi sono sembrati ficcanti e riusciti, oltre un po’ meno, sino a farsi stucchevoli quando “il male di vivere” di Dylan diventa una sbrodolante metafora inglobante ogni cosa, e l’ordine del Chaos viene sostituito dall’autocompiacimento per l'ipocondria a titolo sacrificale su scala planetaria (pp.83-84) .

Sclavi al passo coi tempi passati per i concetti di siero ed antidoto, mentre qui Xabaras li scavalca parlando di vaccini e virus (pp.26-28), ma forse la Mater gli ha fatto dal futuro alcune soffiate per poi buggerarlo, mentre tra i marinai si borbottavano voci incontrollate sul fatto che i vaccini inducessero l’autismo, per non far torto al presente attualissimo .

Il cameo di John Ghost non mi è spiaciuto, lui sì che è imprevedibile… altro che Dylan. E la battuta sulla Brexit è senz’altro l’unico luccichio di ironia in un albo piuttosto fosco. Meno di mio gradimento il bisogno di tangere anche la sacralità di Moonlight, non tanto per le speculazioni edilizie, quanto per le rifrullate posticce sul galeone “da impronta psichica” che si sarebbe arenato laggiù, quando già sappiamo in quale chiesa sconsacrata giaccia il vero galeone (#43) e come quello fantasma si sia già ricongiunto idealmente nel #100 dopo che Dylan aveva finito il modellino (pp. 60-64, del #100, appunto) .

Il viaggetto su misura para-didattico (pp.54-67) nel mondo del dolore (malato) nun me garba come percorso di formazione, perché onestamente si prolunga in modo un po’ troppo didascalico e toglie respiro al già-quasi-nulla che accade nella storia, per quanto l’eco del mito sia azzeccata.
Finalmente poi arriva Mamy Morgana e so' mazzate, catfight simbolico senza fango né topless, ma tramite poteri medianici, frusta borchiata fetish Vs lama splendente dell'ammmoure. A me onestamente piace il lato combattivo dell'istinto materno che manda affanculo le fregnacce sulla crescita probante nel dolore di Mater Morbi, e lo showdown viulento ha un suo senso, per quanto non mi spiacerebbe in futuro approfondire il lato "magggico" (dei poteri) di Morgana - nomen omen, si sa, e Sclavi alludeva discendesse da una famiglia di streghe o almeno fate - contro la shiiiiiientsa sulfurea ed aliena del fanatico Papy, che la bolla come donna sognatrice e superstiziosa .

Insopportabile come la podagra nelle mutande la saccenza del marmocchient prodige quando interrompe lo scontro col discorsetto da parafulmine vittimista (pp.80-82). Due ceffoni & fatticazzitua allettosenzacena non stavano male: acquisisci sto' saggio dolore spesso cinque dita scavate sulla facciazzadibrontolone e poi facce sapè, alla prossima lezione .

Non ho capito perché a pagina 87, quando Morgana assume sua sponte il siero dicendo che anche una donna può comandare, alla riscrittura pari pari dell’originale del numero #100 (p.45) si aggiunge il fatto “che l’equipaggio potrebbe violentarla”. Mah, nel caso possiamo rassicurare il Telefono Rosa di non allarmarsi dato che la cosa non succederà, perché il rogo era giabelloche legalizzato all’epoca .

Salatini e gazzose sui titoli di coda da party di rimpatriata, dove ricompajono anche l’alterego rospolpo di Cagliostro e Fric Fric. Dispiace per Randall Creed, Nessuno e la cricca di Crossgate, che non sono riusciti ad imbucarsi, ma fino alla prossima fiesta possono meditare su quale regalo farsi per farne parte.



HAPPY BIRTHDAY DYLAN, CENTO DI QUESTI CANDELOTTI FUMANTI TRA I DENTI

Ho votato dieci principalmente per i disegni che sono un capolavoro, una vera goduria per gli occhi.

La storia mah...non ci vado pazzo per le storie di Recchioni e le metastorie in generale,
qualche spunto interessante e qualche trashate(John Ghost non riesco proprio a farmelo piacere).

Ragazzi ma.. vi piace? A me non è piaciuto PER NIENTE!!!!

Disegni a parte, ditemi sinceramente.. cosa vi è rimasto dopo la lettura dell'albo? Niente!
Un albo deve appassionare,deve farmi sognare. Dopo che l'ho letto mi deve far pensare e ripensare ai personaggi, riviverli, immesimarmi in loro. In quesato numero... niente di tutto ciò. Solo inutili estetismi...Voglio la poesia che aveva Dylan e che me lo ha fatto amare, voglio la dolcezza che mi trasmette con la sua fragilità. Non voglio vedere donne nude in pose fetish e - come anche hanno scritto altri - una trama che non si capisce e alla fine non ti lascia niente. voto estremamemtente negativo, perché l'aspettativa era molto alta.

Il problema sta nell'aspettativa.
Non è che un trentennale improvvisamente infonda la sacra genialità dei grandi narratori nella gente.
E chi conosce la cifra stilistica di recchioni non può aspettarsi di botto alan moore o pazienza.
Non giudico la cifra stilistica di recchioni, anche se a me dice meno di nulla, ma dico che da un succo alla pera non puoi aspettarti un cuba libre.