Keanu Coen ha scritto:
Tra l'altro, la scena dello sbattone di Ilary foriero di perdita di sangue dal naso, in teoria, dovrebbe anche essere fondamentale per il prosieguo della trama. Vi avverto subito che mi viene difficilissimo spiegarlo:
Il concetto è che se alla fine si dice che Dylan ha ammazzato Ilary, è evidente (?) che tutto quello che ci viene raccontato in questo albo è una percezione distorta degli eventi da parte di Dylan. Quindi quando Dylan a pagina 24 nomina "il sangue di Ilary" credo che sia un punto importante di tutta la trama, una sorta di inconscia "presa di coscienza" di quello che ha realmente (???) fatto.
Com'è come non è, la dinamica dello sbattone di pagina 14, di per sè già scellerata di suo, diventa secondo me ancora più ingiustificabile in virtù del fatto che quella scena pare veicolare uno snodo importante dell'albo.
Tra l'altro, noto adesso, anche Dylan si rompe il naso (e sanguina) a pagina 51. Deve significare qualcosa di sicuro.
E a proposito di seghe mentali, secondo voi il fatto che all'inizio della storia Ilary mangi il tiramisù più strano del mondo con un cucchiaino, e che poi Dylan venga spellato proprio con un cucchiaino, potrebbe essere significativo?
Per poi comprendere, dopo aver letto il secondo numero... che non c'è niente da comprendere.
Che ogni cosa è stata piazzata in quella maniera senza ragioni specifiche.
Probabile che varie analisi messe in campo sono "parecchio avanti" e destinate ad un albo realmente stratificato, da leggere e comprendere a più riprese, mentre in questo caso - probabilmente ma non sicuramente - chi ha scritto (e chi ha tradotto in immagini) ha optato per una immaginifica giustapposizione di sequenze visive. Probabile, eh... ma la tua analisi Keanu è bella e suggestiva
Per creare un racconto fatto di certe finezze narrative, composto da sottili input messi in campo gradualmente (che passano quasi inosservati sotto l'occhio semi-distratto del fruitore medio) e che si ricompongono alla fine come tasselli di puzzle... bisogna essere molto, molto, molto in gamba (qualcosa di simile - indizi sparpagliati che portano verso una "qualche conseguenza" - sono ravvisabili ad esempio nella parte iniziale di Accadde Domani: una delle introduzioni più belle di tutto il corpus dylaniato).
Non so se nell'attuale scuderia bonelliana abbiamo simili fuoriclasse. Sino ad ora, da quando ho ricominciato a leggere, ho visto mediamente un risparmio di energie notevole. Pochi sforzi per creare storie magistrali, che magari, come nella tua bella analisi, vanno comprese poco a poco, e che nascondono varie tessere di mosaico destinate a creare il capolavoro solo alla fine.
Magari per questa è diverso. Magari abbiamo una storia che, alla fine, ricomposti tutti i tasselli, ti farà dire "ammazza che roba".
O magari no. Forse abbiamo il classico esempio - da me citato - del concettuale che piazza la bottiglia sul tavolo e ti invita a riflettere.
Non saprei. Ma almeno un punto positivo lo abbiamo trovato: la suddetta storia ha stimolato parecchie interessantissime elucubrazioni