Cravenroad7

@Matrac
Pur non potendo dare nulla per scontato - non appartengo allo staff della Bonelli - non escludo che l'ipotesi di una tiratura maggiore possa essere verosimile.
Facile pensare che abbiano puntato tutto sullo "specchietto per le allodole Vasco".
Dopo un periodo di estrema confusione (tentativo di rilanciare DD in versione 2.0, successiva marcia indietro, recupero di storie abbandonate nello sgabuzzino dei nonni) c'era bisogno di rimettere Dylan Dog sotto i riflettori.
E immagino avrebbero fatto carte false per portarlo nuovamente al centro dell'attenzione.
Potevano, arrivati a questo punto, tentare ogni escamotage. Anche trasformare DD in uno spin off di Tex (con Dylan che si scopre essere un suo lontano parente, e tramite qualche trucchetto - vedasi "L'Armata Delle Tenebre" - finisce nel mondo del celebre ranger).
Ma hanno puntato sul binomio rockstar/personaggio dei fumetti.

E risulta abbastanza inutile dire che la cosa è frutto di una qualche ispirazione, che c'era la volontà di omaggiare Vasco etc.
Non è così, e lo abbiamo visto.
Trattasi solo di commercialata.
Fallimentare, tra l'altro, dato che il fan di Vasco magari compra. Poi legge e capisce che queste storie con Vasco non c'entrano una cippa. E lascia perdere. E magari, data la caratura delle storie, a quel punto cerca di tenersi lontano mille miglia dalla testata.
Si, ha comprato. Dylan ha venduto qualche copia in più.
Ma scoperto il giochetto, e non avendo calamitato l'attenzione di nuovi possibili fruitori, la testata torna a sprofondare nell'abisso.

Ci vuole tanto a capire che può fare più breccia una traiettoria Qwertyngton-oriented - un ritorno al classico DNA Dylaniato - piuttosto che le solite trovate ad effetto?

Pur apprezzando la storia ho trovato strano che la nostra amica Alba sostenga un esame universitario in Inghilterra, dove abitualmente gli esami sono degli scritti, come se fosse in una università italiana ...

sono d'accordo con te; l'albachiara doveva essere solo un punto di partenza, uno spunto da cui partire senza necessariamente essere aderenti al testo; anche nel mese scorso è successo la stessa cosa: la storia si intreccia soprattutto per l'incapricciamento del mostro per alba anche se mi è sembrato ci fosse un déjà-vu con il ragazzo invisibile nella parte di "Memorie dall'invisibile" spero mi perdoniate se ho scomodato un mostro sacro ma si sa il futuro è fatto anche per rivedere i mostri (nel senso buono del termine) anche magari dissacrandoli o vedendoli da un altra prospettiva

il mostro messo per fare bella mostra di se mi pare un po pochino specie per un albo che si rifaceva a siffatta canzone ma forse lo scopo della Barandi era proprio questo: un elemento di disturbo in un giorno di straordinaria quotidianietà, un po' come l'Ulisse di Joice magari approfondendo come lei stessa ammette nella prefazione i rapporti con le amiche e la loro psicologia

la barandi?

Certo, Albachiara (il pezzo) doveva essere un punto di partenza. Chiaramente per un'operazione del genere ci volevano le idee, che qui scarseggiavano. Storia - ormai non serve mettere spoiler - sull'amore malato e su "uomini invisibili". Adolescenziale sino a risultare stucchevole: il "Dylan storico" non aveva bisogno di strizzare l'occhio ai teen - trasformandosi in un fumetto tipo la versione horror di Dawson's Creek per far colpo. Era efficace quando seguiva canovacci più classicamente horror o surrealisti (e di nuovo torniamo a Qwertyngton e perché ha funzionato) conditi con una certa spruzzata di ironia e talvolta di esistenzialismo (le riflessioni sulla vita di "Il Signore Del Silenzio", il destino scritto di "Accadde Domani", le altre esistenze su "Storia Di Nessuno" etc.). Elementi di base abbandonati.
Credono, penso, che una modalità stile "Piccoli Brividi" faccia più colpo. Ma non è così.
Fornire materiale da dodicenni a un pubblico (probabilmente) in prevalenza tra i 30 e i 40 anni significa mettere in dubbio la loro capacità cerebrale.
Ci si aspetterebbe, dopo tutti questi anni, un fumetto più adulto. Progredito, e non regredito.
E invece ci passano Sally. E Albachiara. Il primo un déjà vu spento del classico cliché dei ritornanti. Noioso e posticcio. Il secondo che risulta puerile anche confrontato con qualche Junior Horror della Mondadori.
Tutto per appagare la propria "Vasco-mania" e per (tentare di) vendere qualche copia in più.
P.s. va bene il recupero di elementi come gli Uomini Invisibili, ma deve avere un senso.
Quando manca la storia ci puoi mettere tutti gli uomini invisibili, gli uccisori, le Anna Never, i Jack Squartatori, le Mala, i burocrati a due facce, i Mana Cerace, i killer venuti dal buio..... non funziona ugualmente.
Ah, comunque si, è Baraldi (errore di battitura probabilmente).

ma la storia è di contu... baraldi sa scrivere meglio di così...

Assolutamente Kramer Chiaramente il problema era quel "BaraNdi".
Poi è chiaro, la storia è della Contu.
Preso dal senso del discorso ho glissato totalmente sul perché fosse stata inserita la Baraldi nel contesto.

albetto così così, simpatico il finale, bei disegni

Storiella tardo adolescenziale che può andar bene giusto per ragazzini.

Del capolavoro di Vasco Rossi resta poco nella storia di Gabriella Contu: la mela, i libri di scuola e la passione per lo studio.
La canzone "Albachiara" scandalizzò per aver trattato il tema della masturbazione femminile, ma alla Bonelli evidentemente non hanno il coraggio che ebbe Rossi 40 anni fa.
Brutta storia, disegni di Sergio Gerasi non al meglio, copertine discrete. Quella di Cavenago valida, meno quella di De Tommaso con Dylan statua di cera al concerto di Vasco.


E resta comunque un finale affrettato e deludente.

L'insostenibile leggerezza del (non) essere. Albetto leggero leggero, il peggiore della trilogia, che si attaglia comunque alla canzone; una storiella adolescenziale che già ricordandomi certi periodi non riscuote particolari simpatie in me, poi temo che la sceneggiatrice non sia particolarmente nelle mie corde (ma questo può essere un mio problema e non denigro il lavoro altrui solo per la non sintonia). Tutto spingerebbe nel credere responsabile un certo personaggio, poi viene calato dal nulla o quasi un altro - senza un minimo di approfondimento o di preparazione psicologica - solo per denigrare manicheisticamente una certa tipologia sociale (colpa della quale neppure il buon Sclavi è mai stato esente). Posso salvare i disegni e la velocità di lettura, una certa ironia di fondo sull'estremismo femminista, ma l'ennesimo uomo/ragazzo invisibile è una sbiaditissima copia dei precedenti e la storia si trascina con buon ritmo nel dimenticatoio che le è connaturato.