Cravenroad7

Questa volta ho votato "Accettabile". Belli i disegni, carina la storia ma niente di più... a tratti ricorda alcune vecchie storie e si adatta perfettamente al nuovo corso anche se è stata concepita molto prima.
Il soggetto non è molto collaudato e ne do atto agli autori... comunque non si va più in là, a mio avviso, di una sufficienza, questa volta.

Sto affrontando una seconda lettura, più attenta. Voglio capire esattamente che cosa mi abbia messo con la luna storta al primo "giro".

ovviamente seguono SPOILER


Il tema trattato: il vino. Anche per me si tratta di un argomento inviso, odio il vino e gli alcolici in generale.
Ma sarebbe ingiusto bocciare un albo solo per quel motivo, strettamente personale.
Ciò che colpisce, immediatamente, è la pretesa di Colin di giustificare le proprie azioni, inique e violente, con sproloqui filosofici spiccioli, le metafore fermentative attribuite alla vita.
Le risposte da badass di Dylan non fanno che peggiorare la sensazione di pesantezza dei dialoghi.
E' un pazzo omicida, punto.
Libertà di parola, causa ed effetto, tutto ciò che un folle con un pezzo di latta sul viso e una roncola in mano, dovrebbe guardarsi bene dal pronunciare.
E poi mio dio, wow, Dylan lo scopre subito! Così incredibilmente bardato e sottratto agli occhi meno attenti e allenati del nostro indagatore! Una latta che lascia libero tutto il capo, il corpo, mentre si trastulla con i mosti nella cantina della tenuta
Chi diamine poteva essere?
Segue l'antipatia gratuita e la saccenza dei sommelier, ai quali prima Rebecca riconosce l'autorità mondiale, poi rinfaccia il parere personale sul suo vino.
Segue ancora il sempiterno WOOSSHHH che prelude ad eventi paranormali, inauditi e sconvolgenti, tipo una finestra che si apre, una lancia che cade, due visioni due.
George poi, esattamente, da dove sbuca nel cuore della notte, davanti al corpo del sommelier ucciso e soprattutto alla povera pecora?
Colin poi, perchè dovrebbe aver chiamato la poilizia, se era rintanato dove i richiami di Rebecca non potevano raggiungerlo?
Seguono 3 "perle" che fanno morire dentro: Bloch con la cuffietta da doccia e i due "papà".
Inutile la cafonaggine del tizio che sovrintende all'evento, con conseguente cacciata del magico trio.

Per ora mi fermo qui.

Già così lo considero il più bel regalo di compleanno! Aspetto il seguito!

Il titolo è un capolavoro, in quanto perfettamente calzante per una storia che tratta di vendemmie e che chiude un anno infausto sia per l'umanità intera sia, nel suo piccolo, per la storia editoriale di Dylan Dog.
La storia è mediocre e noiosetta, ma superiore alla media di questa pessima annata. Forse Bilotta, quando l'ha scritta, era ancora un vino acerbo.

(OT: Wolkoff, sto aspettando la tua Zattera 2020. Lo speciale vincerà a man bassa, ma per gli altri due gradini del podio prevedo una bella gara).

SPOILER

Bertuccia, credo che George si trovi nel luogo del primo delitto perché è uno dei complici. Anzi, la storia dell'uccisione di Norton la racconta lui, secondo me Norton l'ha proprio ammazzato lui e ha finto di esserne solo testimone. Anche perché Colin era in casa a fare da assistente a Rebecca, quindi non poteva uscire, ammazzare la pecora e metterla in mezzo alla strada. Sempre George è quello di pagina 77, e probabilmente anche quello che insegue Garreth, visto che Colin è in casa con Rebecca.
E, ahimè, i "papà" sono ben 4!

Avevo anche dimenticato tre cose:
-il copincolla di altre tre vignette a pagina 24, che mi ha rovinato l'ammazzatina;

-la delicatezza della scritta digitale AG '666 sul diario, immagino impossibile da fare a mano, ma in generale il concetto stesso di anno 1666 (uff!);

-auguri a tutti di buon anno e, momentaneamente, di un buon Ambrosini!

Bilotta è una certezza. Di noia. Scrive bene, per carità, ma storie lente e pallose che girano su se stesse. E il mese prossimo ci aspetta un'altra certezza, Ambrosini, con un Dylan che cambia fisionomia ad ogni vignetta e una storia pseudo filosofica, dove non si comprende niente, ma devi gridare al capolavoro, se non non ne capisci nulla di Dylan.
Forse non si è capito, ma mi sono stufato anche di queste "certezze", purtroppo.

Dimenticavo, bravo Casalanguida.

Di nuovo, grandissimo Gianluca per aver toccato i due temi per me principali, riciclo e ricalco! Quando ti ho visto tirare fuori pagina 70, ti giuro, ti volevo abbracciare!

Come prevedevo un albo nella media di altri di Bilotta con un Dylan "normale". Sufficiente e niente più, alla stregua di Il cammino della vita e L'impostore.
Una storia che in un vecchio Maxi marcheselliano o gualdoniano avrebbe fatto la sua discreta figura (tipo Oggetti smarriti). Il fatto che, a leggere alcuni pareri, la faccia anche ora sulla regolare dovrebbe far riflettere.
La storia è scorrevole, i continui flashback rendono la narrazione più significativa, ma per arrivare alla fine ci si deve sorbire qualche annacquatura e nonostante la concitazione il finale non riesce a comunicare la giusta emotività.
E nemmeno nell'ultima vignetta quando si prova un brivido reale.
Le aggiunte che fanno NUOVO CORSO sono irrilevanti: Bloch chiamato papà in una brutta scena, Carpenter e Rania disegnati al posto di due anonimi agenti.

Ho terminato la seconda lettura e, devo dire che, con maggiore attenzione, i passaggi si comprendono meglio.
È comunque necessaria una continua opera di ricucitura mentale, perché i salti da una tavola all'altra sono tutt'altro che fluidi.
Sarà anche bello e autoriale cimentarsi in continui andirivieni tra presente e passato, ma se questi stacchi non sono più che perfetti, si rischia una gran confusione.
La sensazione che resta, è quella di confusione temporale e un certo grado di pesantezza nei dialoghi. A renderli più indigesti sono certamente i continui riferimenti pedagogici, come per istruire il lettore nelle nuove e vecchie dinamiche tra i personaggi.
Si Curatore, abbiamo capito che Bloch è il padre di Dylan, che ti compiaci della ridicolaggine del nome "Sherlock", abbiamo anche recepito i messaggi sulla redenzione alcolica. Possiamo mettere un punto?
Pur riconoscendo di aver letto veramente con disattenzione l'albo la prima volta, non riesco a salvarlo la seconda. Però un 6 stiracchiato (espressione odiosa che usavano per i miei "6" a scuola), lo strappa.
Fermo restante che Rebecca nuda che balza come un ninja non appena slegata, sia una delle cose più ridicole che io abbia mai letto.
Così come Carpenter che spara, a pg 95, tre colpi al vento, permettendo a Colin di uccidere Rebecca. A chi abbia sparato non è dato saperlo. Ha anche scaricato l'arma o sbaglio?

Sempre
SPOILER

Rebecca che balza nuda non appena slegata e, aggiungo, dopo essersi presa una TRANVATA in faccia a pagina 86, e con un coltello apparso dal nulla!

Dylan che dice a Colin "almeno libera Eva", che ha i capelli biondi, e si vedono sempre (p. 79 e 86 ad esempio) i capelli neri di Rebecca che escono dallo straccio!

Eva viene rapita letteralmente dal letto accanto a Dylan! E Dylan ha il coraggio di chiedere pure soldi per fare sto mestiere? Ha ragione Bloch a essere in imbarazzo!

Per quale motivo Dylan ha una ferita sulla fronte fin dall'inizio, se poi si scopre che Colin lo stordisce con il cloroformio? Dal "buonasera" di pagina 5 si capirebbe che Dylan si è appena ripreso.

Carpenter, o chi per lui, che spara alla cieca con la porta ancora chiusa, posso solo interpretarlo come "cerchiamo di ammazzare quanti più ostaggi possiamo".
I colpi successivi, invece, colpiscono proprio Colin (p. 96), e immagino ricarichi in tempo per sparargli in testa.

Colin, ovviamente, è quasi immortale: una coltellata enorme in gola (che ha come onomatopea SOCK, by the way!), e due colpi di pistola nel petto (che si accolla proprio con una freschezza inumana), e sta bello sereno.

Pagina 80 e 84, Eva senza occhiali, pagina 85 Improvvisamente con gli occhiali...

In questo albo non c'è alcuna traccia di una benché minima supervisione. Succede, quando cerchi di truccare un cadavere riesumato dopo cinque anni e il make up artist è Andrea Bocelli.

Ah ma lo colpisce? Allora è un super ninja anche lui, immune ai colpi.
Ma ti immagini la fierezza di aver messo una donna nuda con tutto al vento, non solo il classico seno o le classiche chiappe e, in precedenza, aver sottolineato una frase super trasgressiva come "mi prendi per il sedere"? Queste sono le vere trasgressioni, il vento della rivoluzione che soffia impetuoso!

Nascerà una nuova interrogazione parlamentare per linguaggio osceno in luogo pubico.

Visto che siamo in argomento, cosa sarebbe quella bavetta che ha Dylan a pagina 79, prima vignetta?

È sudore per la tensione penso, misto a salivazione

Le aggiunte possono anche essere considerate irrilevanti, ma è un dato soggettivo, perché dipende da cosa un lettore considera o meno rilevante (io per esempio sono molto sensibile al tema paternità, ma magari un altro lettore no, per dire). Quello che non è soggettivo, invece, è il sintagma recchioniano "nessuna riscrittura". Poiché le riscritture ci sono (rilevanti o meno), trattasi di menzogna bella e buona. Tutto qui: il cosiddetto curatore di Dylan Dog è un bugiardo negatore di evidenze.
Purtroppo lo dico sempre: dato che spesso i detrattori di Roberto Recchioni sono considerati visionari, ogni volta che le evidenze sono sotto i nostri occhi, belle nere su bianco, è bene rimarcarle.