Tornando ai contenuti: io non voto, perché l'albetto l'ho preso soltanto per la storia inedita, e lo squilibrio rispetto alle due perle (bianconere) di Sclavi è abissale. Si vede che sono passati oltre vent'anni, e che qualcuno si è dimenticato come si scrive una breve decente...
L'accoppiata (concettuale?) Roi/Barbato torna a fare danni anche qui dopo gli exploit semi-autistici di
Ut. Ma in altra salsa: qui addirittura si è riusciti a biascicare una ventina di pagine soltanto per arrivare alla battutina "
dell'uomo bianco che spaventa il figlio dell'uomo nero". Babbabia, che pena... Baba Yaga, salvaci tu
La cosa peggiore è, in una manciata di pagine, una cesura così netta/goffa tra l'incubo dell'inchiostro nella prima metà, e le confessioni di un padre incubato
Before Christmas nella seconda. Buoni i disegni, ci mancherebbe - anche se in
Ut ho visto di meglio - ma l'ambientazione burtoniana del finale decade nel paraculismo più che nel licenzioso/fiabesco. Salvo solo la battuta sull'abuso del "meta-" e quella sulla sofferenza delle piante - mi ricorda un discorso che feci ad Evaluna in un topic sul vegetarianesimo talebano
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Altra cosa abbastanza negativa: la consistenza lucida ed uniforme di questo tipo di carta toglie un buon 30% alla resa qualitativa del Roi delle altre due storie. Ho dato un'occhiata all'Almanacco del '91, e al confronto questa
Cantina sembra ricavata da uno screenshot a bassa risoluzione di pixel. Sa di posticcio digitalizzato lontano un miglio, in pratica
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ALOHAGRAM