Provo a tornare in topic... ma non ci giurerei, eh...
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Ho come la sensazione che finirà come per il trittico con Batman
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Una premessa (da primo episodio su due) che potrebbe anche sembrare interessante, ma temo che lo svolgimento/conclusione non sarà affatto all'altezza, e si svelerà l'ennesimo bluff da quattro soldi del Sommo.
Per ora
voto 6 giusto su un briciolo di fiducia per la bellezza del lavoro di Roi, ma il resto è davvero poca roba. Come già detto da altri s'intuisce un'abulia creativa non da poco con un soggetto di due righe sbrodolato su 94pp di sceneggiatura a puro uso riempitivo. Un preambolo veloce ma allungato in modo sfacciato. Gli spunti migliori e (potenzialmente) suggestivi non vengono sfruttati, mentre ci si attarda su alcune menate ampliamente evitabili, come le ramanzine di coppia o sentimental-correttive stile Rita Dalla Chiesa
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S ۞ P ۞ O ۞ I ۞ L ۞ E ۞ R ۞La sensazione generale è che sia una storia totalmente devoluta all'immaginario di Roi, e che i testi siano solo di contorno. Come in parte lo erano le tavole di
UT, su cui si ritrova in parte lo stile neogotico (+Giger), le architetture stralunanti nel fantasy di Xenon, i corpi fusi, etc.
Non me ne voglia comunque lo stesso Roi, ma l'unico appunto che posso fargli riguarda la scena iniziale dall'abbordaggio al concerto:
quella non è Florence, lo garantisco (pp. 6-7): l'ho vista ad un concerto(+the Machine) e posso assicurare che il suo carisma sul palco fa aggrovigliare molti più tentacoli di come è stata qui rappresentata
In generale la parte iniziale scivola benino, anche se i discorsi di Mina sono un tantino da mezzascema (l'altra metà ebete irrecuperabile).
Tutto il sensazionalismo arcano collegato al
quadro mysterioso non viene sfruttato appieno, e non di certo per causa delle veste estetica made in Roi, ma per l'addetto ai testi che tralascia di comunicare il magnetismo di quest'opera non mettendo nessuna scena con essa al centro della "drammatizzazione" narrativa, tranne qualche breve cenno (pp.25 e 58). Alla fine anche Dylan (p.51) pur rimanendo(ne) tra l'estasiato e lo sconvolto, non mostra nulla del suo interagire con l'opera, in senso di dannazione da sindrome Stendhaliana. Una paginetta a via, con un vuoto frontale a specchio che non comunica nulla, non per sintesi e neanche per ellissi.
Eva Green.... ehhhm, Lucille, sarà anche fascinosa e magnetica a sua volta, ma si poteva fare di meglio nel dettare certe sue movenze - visto anche l'appeal da intenditrice d'arte - che sprofondare nel nuovo clone dipocovestita di Mater Morbi in conturbate posture, stavolta coi tentatoli al posto dei frustini.
Non ho trovato tutto questo erotismo corposamente ad effetto - andate a rivedere
Gli Inquilini Arcani per trovare qualcosa in questo senso de le Roi
- ma solo congressi carnali stilosamente marmorei con qualche appendice in più, di riporto tentacolare: poco pruriginoso hentai, più cappella Sansevero, a Napoli, con retrogusto goth-splatter...
... anche se fatico a capire in cosa consistano i poteri di Lucille e del quadro... dato che si comportano in modo diverso con le varie "vittime" fascinate. La prima coppia infatti viene squartata senz'appello dopo il concerto, Mark sparisce nel nulla, Mina viene conficcata da appendici molto acuminate ma rimane in vita/succube, mentre Dylan subisce un proboshi-job e si projetta altrove. Non credo, conoscendo il soggetto addetto al soggetto, che nel prossimo numero ci capiremo qualcosa, tanto si è partiti per la tangente... nel dubbio attenti all'insalata di polpo se comincia a muoversi e voi siete in déshabillé
Sfido chiunque a vivere a Londra con 200€ al giorno se lavori sì e no dieci giorni al mese, ma queste riconsiderazioni meritano un discorso a parte su cui non vogli addentrarmi per perdita d'interesse. In compenso dobbiamo sorbirci per l'ennesima volta il bric-à-brac nozionista di citazioni buttate ad vanveram tipo slogan riciclati, come tipico del Rrobivecchi, tra Blaise Pascal, Borges, Mago di Oz, Woody Allen e probabilmente anche Sgarbi per le opere di Louise Bourgeois. A propo' di artisti, non ho capito neanche se il fidanzato di Mina si chiami
Mark Lan(n)negan come un certo frontman... che ha contribuito a restaurare l'arte del rock negli anni '90 ed anche oltre. Piangano gli alberi.
Non mi è piaciuto lo scambio, di finto alleggerimento, con lo pterodattilo verso la fine... ma di certo sempre meno peggio di certe
menate che vengono afflitte al lettore sulle dinamiche di coppia nel corso della storia. Davvero tremende, di sicuro le
sezioni più nauseabonde dell'albo... che cominciano a p.28 quando Dylan bacchetta in modo patetico (proprio lui
) la povera Mina sul perché/percome/perquando vadano fatti i figli, per poi proseguire con l'ignobile inseguimento romantico post-pizza under the rain, con Dylan again che sermonizza le fragilità di Mina incoraggiandola ad un imprecisato futuro di nuove scoperte amorose ("
la tua vita è qui", p.53), salvo poi incupirsi da latin lover dartritempi tirandoselo a palla ("
non posso, non qui" p.54) in una scenetta chemmanco le telenovela turche di quarta fascia, rimpianti compresi.
Se questo non bastasse ci pensa subito dopo Groucho (pp.56-57) col ricordare a Dylan che difetta di amiche donne non portate a letto... come dovuta meta-appendice ramanzinante non richiesta del suo
Cuore degli Uomini.
Manca solo un suo dialogo morale con un dildo (tentacolare?) su chi sia più cinico a letto ed abbiamo chiuso in bellezza.