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#343 - Nel fumo della battaglia
Insufficiente (1-4) 3%  3%  [ 5 ]
Mediocre (5) 19%  19%  [ 30 ]
Accettabile (6) 16%  16%  [ 25 ]
Buono (7-8) 34%  34%  [ 54 ]
Ottimo (9-10) 28%  28%  [ 44 ]
Voti totali : 158
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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: ven apr 03, 2015 10:42 pm 
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Iscritto il: gio ott 09, 2014 3:21 pm
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Ho votato insufficiente. Simeoni e' un autore volenteroso ma non conosce Dylan Dog. Molto meglio un autore mediocre ma in sintonia con il personaggio.


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: ven apr 03, 2015 11:01 pm 
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Premetto una cosa:
Sono da 20 anni un lettore saltuario, parecchio saltuario del tipo che difficilmente prendevo più di un numero all'anno.
Mi capitava un Ti ho visto Morire e ne rimanevo folgorato, prendevo quello dopo e lasciavo deluso. Più che altro prendevo qualche numero di Roi o Mari, ma era più il personaggio che apprezzato come idea che le storie.
Sono sempre stato un lettore di comics USA e li finivano i miei risparmi.

Ora, questo é il mio terzo numero di fila. Mai successo. E negli ultimi 12 mesi non ne ho saltati molti.
Sono quel nuovo lettore che si cerca di prendere.
Merito di Rrobe?
Ammetto che il motivo é economico: un figlio arrivato mi ha portato a tagliare tutti i mutanti, la voglia di fumetto mi ha presto spinto verso Dylan.
Quindi: merito di Rrobe? No.
Oppure forse. Un po' si. Secondo me Rrobe sta cercando un percorso preciso con Dylan. O meglio: quello che fa capire anche tramite i social é questo. Insomma Rrobe ha destato interesse. Anche tra chi non lo sopporta. E soprattutto a livello mediatico porta spesso in primo piano gli autori. Ed é una cosa positiva non da poco.

Poi i risultati per ora non mi convincono del tutto devo dire.

Questo di Simeoni per me é stato un episodio poco più che mediocre.
La cosa che ho mal sopportato é stato il ricorso al facile sentimento. L'inizio mi sembrava uscito fuori da quelle telenovelas argentine con il dolore masticato e digerito prima di esser servito.
Altre cose mi sono piaciute, il tratto di Simeoni, le parti oniriche dove sembrava a suo agio anche nello script.

Ma quello che sembrava il cardine, il dolore, fallisce miseramente. Se faccio il confronto con i film di Innaritu (che é cmq un autore sdoganato) ad esempio, é imbarazzante.

(Un piccolo appunto sui voti: prima leggevo che non si fanno paragoni col passato, ma per me un 9 o 10 indicano un capolavoro, un qualcosa che sta in piedi a testa alta anche fuori dal fumetto. Cosi come voti bassissimi andrebbero dati con altrettanta attenzione.)

(Cmqctra tutto ho votato un 6)


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: sab apr 04, 2015 12:00 am 
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Col fumo negli occhi dovrei ribattezzarlo questo albo :| .
Perché, personale fuliggine da cisposi a parte, in un certo senso mi aveva illuso nei prolegomèni della battaglia, quella per tenermi avvinto alla pagina e convinto da quanto trovatoci. Invece, da pagina 61 in poi, il bathos dei nodi mal pettinati, pattinando verso la trincea di una conclusione deludente ed affrettata, mi ha fatto ricollocare a mezz’asta la bandiera della resa, sgonfia dei postumi di una scaramuccia abbastanza affettata e mal gestita :cry: .
Perlomeno in ottica DD perché, come già detto, con qualche ritocco questa storia poteva ben figurare su altre testate.

Non è una brutta storia in sé, ma mescola troppi elementi senza quagliarne uno con credibilità – o uno che sia horror - e tutti pajono strumentali a specchiarla sulla falsariga sensazionalistica del “quanto-sono-toccantementebella-ed-epica”, insalatando un pietanza elaborata solo negli ingredienti/additivi ma non nella resa, giù per il palato o ancora più giù.

Ho votato 5 ½ per onestà di stima nei confronti di altre storie recenti che ho criticato, mantenendole però entro una meritata sufficienza. Parlo della Barbato (+Brindisi 8-) ) di Mai più, o dello stesso Simeoni in Anarchia, dove nonostante tutte le pecche della catechesi pro-antagonista, si crea comunque una storia di passaggi semplici e sbocchi azzeccati.

Se voleva puntare a commuovermi direi che non c’è riuscita, non tanto per carenze cardiache, quanto perché la situazione è stata vista migliaja di volte in salse più sapide o accoramenti più ficcanti. Restando in tempi recenti, parlando di rapporti genitori <-> figli, se ripenso al lutto del Calvario o all’amore sviscerato di padre Norman del numero scorso, allora il livello della mia empatia sale. E’ una questione soggettiva, ovvio, come tutti i personali tasti da accordare per la propria session emotiva :3 .

Seguono considerazioni, a cuor leggero, quasi volatile… come il fumo, ma per la pace Immagine



SPOILER ◌◌◌◌◌ SPOILER ◌◌◌◌◌
◌◌◌◌◌ SPOILER ◌◌◌◌◌ SPOLER




Il prologo è senza dubbio il pezzo migliore :) .
Crea suspense, frange i tempi – il passato dell’incidente, quello del lutto, il presente non detto – e si schiaccia a mani aperte contro un display da chiudere con orrore, come la pagina di un (faccia)libro che ti ir-rompe anche dall’aldilà, o come le mani stesse di tuo figlio che ci stanno per andare, volando poco angelicamente verso il basso (p.10 ii-iii).
Non è altrettanto gestito bene, pur essendo in grado di “catturare”, il racconto di Susy a Dylan, che spesso gira a vuoto pause d’intermezzo o interludi da debriefing . A pagina 26 sono ancora inchiodati in chiacchierare e per sloggiarla da Craven Road 7 ci vuole una scelta decisa di Dylan (pag 51) prima che gli mandi in tilt tutto il corredo elettrodomestico :x: .

Groucho funziona molto bene, non solo come elettronico-domestico, ma anche come fresco innescatore di scambi e motivi sulla trama. Il problema è che per quasi la totalità delle sue interazioni col capo, sembra che Dylan sia la spalla di Groucho, e non viceversa, con un acidulo NewBoy inutilmente impegnato in dozzine di imbeccate adolescenziali o compagnonismi da naja.
Suona anche abbastanza pretestuoso a livello di timelapse l’escamotage di far uscire di scena Groucho in valigia a pagina 14, e farci credere già a pagina 19 che sia quasi arrivato a destinazione – in piena campagna, su un treno alta velocità :roll: – mentre Dylan e la tipa stanno ancora discutendo in poltrona… e tutto questo solo per creare un’interlocutoria pausa d’attesa (p.22) o la scenetta del suo ritorno (p.23). Forse si tratta di licenze non-poetiche, ma alla fine non mi sembra che il fine intero giustifichi tanti (inter)mezzi.

Discorso un po’ diverso, in quanto bonariamente veniale, per la discontinuità linguistica, dove il bimbo colleziona ritagli di magazines in inglese ma comunica in italiano sul computer… ma forse a Roseville i logopedisti non avevano scoperto questo suo talento per gli idiomi stranieri. Ed anche sua madre deve aver avuto trascorsi italici, se digita su un notebook con tastiera nostrana (p. 6.vi) mentre quella albionica dovrebbe essere così:

Spoiler!
Immagine



Malaccio il fatto che Dylan debba rifugiarsi in cucina per rimuginare l’ovvio di quello che già sappiamo lui pensa, per la gloria di una frase straspinta & strafatta (p. 14: “Di dolore ne ho visto tanto, ma quello che filtra dagli occhi di Susy è uno sguardo quasi insostenibile // Perdere un figlio… basta questo a trasformarti in un non-morto.) [ tra l’altro contradetta da Susy stessa a pagina 8] :mad: .
Senza entrare nel merito, la questione sull’Asperger, prima spacciata come borderline, poi come semi-autistica, infine come imprinting edipico mi sembra un po’ arruffata per creare inutile sensazionalismo pseudo-scientifico, quando bastavano le sole questioni di cuore per renderci vicini anche alla più clinica delle disfunzioni, con o senza un’etichetta di comodo/auge :dito: .

La dimensione “dall’altra parte” parte con un certo appeal (v. giostrine dell’incubo, e candela nel bujo, pp. 20-21) ma poi si perde quando l’intimità si confronta con la grancassa delle scenografie fantasy-epiche, o si tenta qualche rimando di (affaticato) respiro misticheggiante. Ed il “Confine” (p.42) doveva essere un non-luogo esplorato in modo più suggestivo, rispetto ad una semplice ammucchiata di cadaveri pennuti&zannuti, se proprio di chiavi mistiche bisognava intascarsi :evil:

E se insistitamene si parla di un bimbo che parla attraverso metafore (pp. 50.v e 55.iii), mi sembra quantomeno strano che non ne venga snocciolata per bocca sua neanche una, o che si debba aspettare l’angelico barbone panzuto illuminato d'immenso per inculcarci quella del titolo prima a parole (p.63) a poi figurativamente con tanto di smoking gun (p.88) :mrgreen: .
Non so voi, ma messa in questi termini, mi sembra (sgraziatamente) quasi che sia nata prima l’idea del titolo e dopo l’escamotage per ficcarlo nelle vignette, in un qualsiasi modo, coatto o meno.

Abbastanza stropicciata fino al semi-pasticcio anche la questione sul fatto che Joy voglia tornare, del cancello da varcare, della mamma che non sa se attirarlo o scoraggiarlo, dei demoni che lo inseguono per impedirlo, ma in realtà vogliono traghettarsi pure loro quaggiù, quando in realtà uno - lo pseudoHarp – risiede già tranquillamente qui da mesi, a spese della sanità di Sua Maestà la tentacoluta, etc…etc…
Tanta blablabla di enfasi sparsa per creare suggestioni lanciate nel vuoto o disperse ancor prima di prendere la rincorsa, mentre – giusto per non farsi mancar nulla, eh :roll: – la Trelko la butta sull’alchimia da nonnette devote (p.57), mischiando le carte di un mazzo già truccato, per farsi bello, dalla partenza :cry: .

Susy non è male come personaggio, per quanto viva un’esperienza stereotipata nelle forme e non vengano esplorate le sue ambiguità/oscillazioni più interessanti, come il ricredersi sullo scetticismo e sul bisogno di contatto col figlio. Sopra le righe, per efficacia, soltanto l’imposizione (scura in volto) di preparare il letto pro-trombata per Dylan, ed il conseguente staccare la corrente prima del ritorno del Nostro (pp. 53.vi e 60.v) :* .

Tranquillamente perdibile nella sua mediocrità tutto quello che succede da pagina 61 in poi, su cui non mi dilungo anche perché l'amicoCyber ( :wink: ) ha già detto quasi tutto in materia. Se si imparasse qualcosa de storie silenziose e stringentissime come La Bambina si potrebbe chiudere la trama in punti come questo, senza straparlarci/risolversi sopra. Invece si prosegue, con i seguenti risultati :(

Insopportabile quanto basta il solito (divin)disgraziato in vena di perle di saggezza clochardica (p.63), e la lezione paracarra dello pseudoHarp che tenta d’intortare Dylan con la questione – eccone nantra… :roll: - edipica dell’amore ossessivo e delle letali conseguenze per chi se ne sente tradito (pp. 69-70).
Ancora peggio, il non dovuto intermezzo buonistoide di Dylan coi pargoli “diversamente picchiatelli” (pp. 80-83), per intrufolarlo presso Roseville Mansion con qualche spifferata aggiuntiva. Alla fine preferisco cose come i quattro allegri regazzetti quasimorti di La Festa dei Mostri, piuttosto che questi contributi da compitinismo per accattivarsi nonsicapiscequale pubblico ( :?: ).

Spetterebbe a Dylan salvarli, se non fosse che con le finestre a sbarre non sembra cavarsela molto bene, e per cavarlo dagli impicci, spetta ad un angelo panzuto con tanto di pistola fornire l’ajuto risolutorio, in mancanza di Grouchi per il lancio. E quindi dopo tutte le elevate blasonature mistico-epico-clinico-filosofiche scopriamo che il demone è soltanto un tamarreggiante ba(u)baupocomicio per cattivi bambini deviati, e che per sconfiggerlo basta berci su una fiammeggiante tanica di benzina, con lo stesso trucco patito da Thom Yorke in questo video.
Spoiler!


Ma qui la KarmaPolice non interviene e rinvia lo scontro ultraterreno tra forze ancestrali su altri piani, con l’angelo ed il demone che continuano a darsele di santa ragione sul campo di battaglia nei loro veri panni(sporchi, di fumo), “in eterno sospesi” (p.93.iii) prima che qualcuno passi a dargli una mazzata di ferro, da stiro.
Simpatica l’idea di far passare una Bodeo sotto un porta, ma più che sospendere l'incredulità, dobbiamo sospendere fino al ritorno accompagnato dai genitori l’architetto della villa (non per nulla in ristrutturazione), se ambiva originariamente a porte simili:

Spoiler!
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Non entro sulla questione cosmologica tutta dylaniata se debba esserci, come monopolio pantheonico, un Inferno tutto alla Ambrosini, un angelo tutto alla Barbato, un Dio tutta alla Xanador, etc.
Dico solo, a favore della varietà e dell’incoerenza, cha alcuni passaggi di questo angelo ipermanicheo mi sono piaciuti, non per altro per come allude al suo Superiore. Come vorrei credere – ma non è così :roll: – che l’invito a ricongiungersi con la luce (p.95-96) è suggerito da un’entità celeste fattasi materna, e non da una madre terrena che ha bisogno di azzerare le sue esperienze (p.97) :o .

E voglio vedere adesso chi le chiederà una confezione promo di (S)Ciok&Milk per merenda…

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*****


Discorso disegni: Simeoni è un buon autore ma (come per i testi) fino ad ora non mi sembra molto in sintonia con la dimensione dylaniata :| .
Ho l’impressione che scelga sempre la soluzione più semplice, come inquadratura/prospettiva della vignetta, e non ricrei quell’atmosfera di incubo che certe tavole necessitano come il pane, pathos ed ombre comprese. Esempio? La pia sequenza del poltergeist amorevole (p.30-31), senz’infamia e senza lode (grafica) come per una scenetta di Julia in vena di eventi medianici .

Ha dei problemi nel definire la mascella di Dylan, sempre più pongo-dinamica, come la sua capigliatura, a prova di ciuffo. Dovrebbe trovare un taglio complessivo più horror, e meno da cronachista di circostanza semi-caricaturale, come per i pupazzetti schiacciati che prendono il posto di Susy e del NewBoy a pagina 22.
Molto belle le sequenze del campo battaglia (p.40), il bujo del parco, ed in generale la tensione eroica dell’angelo in vena di squartarsi per sacrificio, o di rimetterci un duodeno stringendo i denti :P .
Carucci i bimbi neurofreak – specialmente la bimba snodata alla Bacilieri (p.80) – lo stesso non posso dire dello pseudoHarp in costume da banale demoncello, un incrocio tra Luciano Onder a dieta e costui:

Spoiler!
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Su copertina+titolo già detto abbastanza. Credo che la porterò alla scientifica per ricostruire le impronte nel caso la gggente stufa dei miei sproloqui digitali mi abbia asportato le dita. Come premio una frittura mista ricavata dall’unto ancora fresco delle ditate.


*****


Adesso vi lascio perché mia madre ha detto che non devo farmi sentire neanche telepaticamente per scroccare il pranzone di Pasqua, e sto provando a mandarle delle scosse tramite facebook per intenerirla sul mio caso.



ALOHA NATALE CON I TUOI, PASQUA CON CHI VUOI…
...MA A PASQUETTA TE NE VAI

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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: sab apr 04, 2015 2:46 am 
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Iscritto il: mer lug 28, 2010 5:37 pm
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Poe ha scritto:
Ho votato insufficiente. Simeoni e' un autore volenteroso ma non conosce Dylan Dog. Molto meglio un autore mediocre ma in sintonia con il personaggio.


Piuttosto la morte.


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: sab apr 04, 2015 7:32 am 
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Iscritto il: gio mar 07, 2013 3:34 pm
Messaggi: 42
Personalmente faccio un po' fatica a trovare autori mediocri entrati in sintonia con il personaggio. Il più delle volte abbiamo semmai avuto autori pessimi che del personaggio non hanno capito una mazza,o se l'hanno capito l'hanno stravolto all'inverosimile. Porto il caso di Gualdoni,tre storie su tutte di quelle che ricordo:il museo del crimine,in cui abbiamo nelle prime 10 pagine l'esaltazione del dylan moralista e bacchettone tanto caro alla precedente gestione,i segni della fine in cui dylan si trasforma in una sorta di ranger che cazzia i graffitari con toni odiosi, o Blacky :cry: in cui troviamo invece una retorica animalista becera e greve che farebbe rabbrividire persino quelli di Greenpeace. Simeoni ha dato una versione alternativa del personaggio,basti pensare al dylan visto in Anarchia,forse un po' troppo macho e sicuro di sè,ma dal mio punto di vista quello che conta è il livello di qualità della scrittura e Simeoni su questo non mi ha fino ad ora mai deluso.

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Uno strano uomo,discutibile.

A forza di guardare a lungo le scimmie si giunge ad assumere il loro atteggiamento.


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: sab apr 04, 2015 9:21 am 
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Iscritto il: gio lug 28, 2005 10:13 am
Messaggi: 2764
il RRobe ha scritto:
Poe ha scritto:
Ho votato insufficiente. Simeoni e' un autore volenteroso ma non conosce Dylan Dog. Molto meglio un autore mediocre ma in sintonia con il personaggio.


Piuttosto la morte.



mi associo in pieno.
di autori mediocri, di albi mediocri, di storie mediocri, di un dylan mediocre, ne abbiamo gli scaffali PIENI.


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: sab apr 04, 2015 9:54 am 
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Iscritto il: gio ott 09, 2014 10:13 am
Messaggi: 334
AndreaBerga ha scritto:
- quelli che partono prevenuti saranno, bene o male, 5 o 6 e nemmeno commentano più sul forum; cliccano "insufficiente" e vanno poi a sfogarsi sulle pagine fb tipo "io odio Recchioni".


Chissà perchè c'è questa paranoia verso gli insufficienti e invece non si considera mai il fatto alquanto curioso, piuttosto e anzichenò, che nei primi 2 giorni successivi all'uscita i buoni/ottimi sono il 95% e una settimana dopo sono al 60/70%.


wolkoff ha scritto:
Col fumo negli occhi dovrei ribattezzarlo questo albo :| . cut


Sono molto d'accordo su più punti, in particolare ho trovato geniale la questione Groucho. Hai perfettamente ragione, si fatica a distinguere chi fa da spalla a chi. Un'intuizione geniale perchè non è una cosa immediatamente coglibile.
Il lettore che lamenta "questo non è Dylan" spesso non riesce pienamente a spiegarlo, ad argomentarlo. Credo che questa "confusione", questi ruoli non ben definiti siano una componente emblematica, che rimane "preconscia" e da la sensazione al lettore che Dylan non sia Dylan.

D'accordo anche a proposito del pretesto "psichico", utilizzato forse per tentare più impatto sul lettore, forse perchè Simeoni (ipotizzo) è in qualche modo in contatto con questa malattia, ma rimane la sensazione che sia tutto troppo "artificioso", forzato, inutile. Poi, per deformazione personal/professionale, mi ha infastidito la questione da un punto di vista tecnico/diagnostico, perchè sono stati usati termini psicologici in malo modo, e forse anche perchè il clichè dello psichiatra cattivo mi ha semplicemente ROTTO!

Notevole anche il fastidio generato dal "timelapse" del treno. Come giustamente fai notare, non ha semplicemente senso e inoltre aggiungo che un VAFFAN... Dylan se lo sarebbe meritato tutto.

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"Il vero nemico non è la discussione artistica. Il vero nemico è l'indifferenza." Già...ma in fondo, chissenefrega!


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: sab apr 04, 2015 10:33 am 
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Iscritto il: lun feb 28, 2011 3:20 pm
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Chi spalla di chi ? Altro tema interessante. Personalmente la Strega non è pienamente convinta che sia Groucho la spalla di Dlyan, ma l'esatto contrario.
Come aveva fatto notare Paola Barbato nel suo ( splendido ) Nebbia.
In effetti se ci pensate bene, Dylan è vittima di Groucho, non il contrario..

Autori: chi è mediocre ( ? ) partorirà cose mediocri. Chi è bravo genererà cose buone, magari appena fuori sincronia, ma cmq buone.

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" Il locale è triste e sta sempre qua ! "

" Dylan Dog è arrivato allo scontrino fiscale "

Oriana Fallaci ti amo.


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: sab apr 04, 2015 10:56 am 
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Iscritto il: mer mag 04, 2011 3:00 pm
Messaggi: 2158
Poe ha scritto:
Molto meglio un autore mediocre ma in sintonia con il personaggio.
Che è come preferire un controllo alla prostata ad una brutta trombata.

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l tuoi noti "sarcasmo" e "voglia di flammare" non attaccano con me. (cit.)

Quindi, sgarbato Dear?
Sì, come al solito.
Sta dicendo cose assurde?
Per niente. (cit.)


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: sab apr 04, 2015 11:02 am 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Località: Inverary 2.0
Per l'ultima volta intervengo sulla questione della mediocrità, anche per senso di responsabilità... visto che in un certo senso l'ho innescata al rialzo io mettendo in ballo i nomi danzanti di GDG e GcM - a cui aggiungo il G.Gualdo, giusto per completare il trio dei 5puntiG :P :oops: :P .
E gli equivoci vedo grappolano...

Almeno io, con quel termine, mi riferivo in senso positivo all'aurea mediocritas, di storie prettamente dylaniate per gestione, modi e sbocchi narrativi, più o meno mestieranti, ma riuscite nel creare un prodotto associabile al Dylanhorror, per quanto a costo di ridondanze o naufragi nei luoghi più comuni del protagonista.
Alla fine erano prodotti modesti ma in linea con la testata.
Ecco, "modesti" nel senso migliore talvolta, perché partivano senza pretese estrose o ambizioni di riscrittura del canone-Dylan, e non come chi prova a forzarlo verso i propri congegni narrativi o ispirazioni dell'ultim'ora - spesso in conseguenza alla carta semi-bianca consentita da firma altisonante o dai successi già ottenuti - mostrando però tutte le lacune di chi probabilmente non è portato per questa testata, ma può scrivere ottimi fumetti altrove :cry: .

Marzano - autore da me tutt'altro che amato - ha scritto ciofeche colossali come Una Affezionata Clientela, ma anche contributi onestamente umili QUANTO RIUSCITI come La Voce Negata o La Cara Mamma. Perchè sa cosa vuol dire scrivere un(o dei tanti) Dylan mantenendo un onesto profilo basso, e non per scriverci/applicarci sopra le proprie suggestioni ambiziose tramite Dylan.

Questo albo #343 invece è elevato per fattura, ma mediocre nei risultati, una volta marchiato Dylan.
E' un equivoco da cui bisogna dirimersi altrimenti la testata diverrà un contenitore di passanti e rivisitatori del nulla,con tante idee nel cassetto, ma poche idonee quaggiù.
Ben venga la varietà o l'inventiva. Ma ogni dono va riposto sotto l'albero giusto :)



LETTERINA A BABBO NATALE: VORREI UN ALOHA DA SCLAVI...
... MA ANCHE DAL CHIAVE ( 8-) ), DA RUJU, DA MEDDA, DA PAOLA, DAL CONTE, ETC...

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MessaggioInviato: sab apr 04, 2015 11:08 am 
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Iscritto il: mar ott 19, 2004 2:43 pm
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Siamo passati dal Groucho macchietta che serviva solo per servire il te', al Dylan spalla di Groucho?

Mi devo rileggere tutti i conmenti e l'albo che mi deve essere sfuggito qualcosa!

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e qualcosa per cui combattere.


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 Oggetto del messaggio: Re: #343 - Nel fumo della battaglia
MessaggioInviato: sab apr 04, 2015 11:22 am 
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Iscritto il: lun feb 28, 2011 3:20 pm
Messaggi: 6349
Località: Milano
Non lo scrivo io...lo dice proprio Groucho in Nebbia...e del resto il confine fra chi è spalla di chi è sempre labile.

Per quanto comprenda il senso del post di Wolk, preferisco una storia magari non molto centrata con Dylan ma di profilo alto, ad un prodotto di maniera, scritto con il pilota automatico, che sciorini banalità su banalità solo per il marchio DyD.

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Ultima modifica di dogamy il sab apr 04, 2015 11:28 am, modificato 2 volte in totale.

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MessaggioInviato: sab apr 04, 2015 11:27 am 
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Messaggi: 515
vero, per dire rasputin ruba sempre la scena a corto.


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MessaggioInviato: sab apr 04, 2015 11:29 am 
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Non mi riferivo al tuo commento dogamy, per una volta tanto siamo in sintonia sulla questione. ;)

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MessaggioInviato: sab apr 04, 2015 11:39 am 
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dogamy ha scritto:
Per quanto comprenda il senso del post di Wolk, preferisco una storia magari non molto centrata con Dylan ma di profilo alto, ad un prodotto di maniera, scritto con il pilota automatico, che sciorini banalità su banalità solo per il marchio DyD.


Anche questo è un albo di maniera, molto più di quelli che ho citato di Marzano.
Solo che è di un'altra "maniera", non proprio idonea in ambito Dylan :cry: .
Lungi da me evocare canoni castranti o automatismi dovuti, ma rimane un'occasione persa perché le idee buone di base sono state frullate in modalità poco adatte alla testata, più che al personaggio in sé...visto che almeno lui funziona abbastanza bene.
Una tantum ci può anche stare ed aggiunge contaminazioni interessanti :D .
Se diventa la regola diviene smarrimento degli obiettivi o devianza pluri-partizan, in nome di grandi firme e profili alti.

ALOHA FAMOLO STRANO, FAMOLO MEJO

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