Sulla questione citazioni ho scritto anche io un post su FB quest'oggi. E non posso fare altro che riproporlo. Questo albo sarebbe anche più interessante di quanto è senza tutte quelle citazioni fatte così senza capo ne coda. Si può citare in un fumetto, in un opera d'arte, ci mancherebbe. Si possono anche prendere interi spezzoni di testi e riproporli uguali ma va fatto con una certa logica (con il va fatto intendo che a me piacerebbe andasse fatto oggi - o meglio - a me piacerebbe venisse fatto così).
Al netto della qualità della storia Killer, non ci vedo nulla di male a creare una storia che sia per i due terzi Terminator e poi diventi altro mano a mano che si va avanti. C'è una storia, ci sono dei bei personaggi e posso "perdonare" una ripresa molto elevata di una trama da un film.
Per far vedere la differenza tra citazione che mi piace e citazione che non mi piace vi propongo le tre citazioni forse più grosse presenti in questo albo:
Citazione Doors: A mio parere ben fatta. Quella originale probabilmente si riferisce all'infanzia che non tornerà mai più. Questa usa più o meno le stesse parole ma inizialmente sembra detta da Dylan ai lettori mentre poi si scopre essere detta da Dylan verso Sclavi. Si usano le stesse parole ma le si inserisce in un contesto diverso, completamente diverso. Il linguaggio è consono alla storia, l'inserimento non disturba. Diciamo che se non conosci la canzone non ti passa neanche per la testa che possa essere una citazione. Perchè, per me, una citazione assume tanto più valore quanto più è nascosta per chi non la conosce e tanto più e rielaborata (nel significato e/o nella forma). Chiaramente se uno la conosce non può nasconderla
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Citazione Tempesta: A mio parere mal fatta. O meglio. Non basta inserire Dylan all'interno di una tempesta per fargli citare un pezzo della succitata opera. Per due motivi: Il primo è linguistico. E' totalmente fuori contesto il linguaggio usato. Inoltre questa frase viene detta da Miranda nella TEmpesta che non si trova sulla nave al momento della tempesta. Vero è che lei è un personaggio che si lascia molto coinvolgere però mi suona un pò forzata l'associazione nonostante sia "corretta" in quanto lei è la figlia di Prospero che potrebbe tranquillamente essere paragonato a Sclavi in quanto Prospero scatena la tempesta con la magia. Ma poi Dylan vive gli eventi di Alonso o di Antonio (sono i due che vengono sbalzati dalla nave e si ritrovano poco dopo su un isola in una foresta). Quindi Dylan pronunica una frase di Miranda ma nella situazione di Alonso o di Antonio. Da qui la confusione della citazione. Questo tipo di citazioni sembrano essere così solo un mero riempitivo.
Citazione Whitman (Capitano! O mio capitano!): Questa citazione la si riconosce subito appena Groucho la dice. La si riconosce dal modo aulico in cui la afferma in un momento che di aulico ha poco. La poesia (e qui mi sono fatto aiutare da Wiki) richiama le difficoltà dell'America (la nave) nella guerra della secessione americana (tempesta) e il capitano è Lincoln. Qui perlomeno è più chiaro il concetto. Dylan sta a Lincoln come la sua vita sta alla guerra di secessione americana ed entrambi sono su una nave (l'america che sta alle storie di Dylan). E' moooooooolto tirata per le orecchie però perlomeno c'è una comunanza di soggetti.
Ma se leggiamo vediamo che cè qualcosa che non quadra.
O Capitano! mio Capitano! il nostro viaggio tremendo è terminato;
la nave ha superato ogni ostacolo, l'ambìto premio è conquistato;vicino è il porto, odo le campane, tutto il popolo esulta,
mentre gli occhi seguono l'invitto scafo, la nave arcigna e intrepida;
ma o cuore! cuore! cuore!
o gocce rosse di sangue,
là sul ponte dove giace il mio Capitano,
caduto, gelido, morto.O Capitano! mio Capitano! risorgi, odi le campane;
risorgi — per te è issata la bandiera — per te squillano le trombe,
per te fiori e ghirlande ornate di nastri — per te le coste affollate,
te invoca la massa ondeggiante, a te volgono i volti ansiosi;
ecco Capitano! amato padre!
questo braccio sotto il tuo capo!
è solo un sogno che sul ponte
sei caduto, gelido, morto.
Non risponde il mio Capitano, le sue labbra sono pallide e immobili;
non sente il padre mio il mio braccio, non ha più energia né volontà;la nave è all'ancora sana e salva, il suo viaggio concluso, finito;
la nave vittoriosa è tornata dal viaggio tremendo, la meta è raggiunta;
esultate, coste, e suonate, campane!
mentre io con funebre passo
percorro il ponte dove giace il mio Capitano,
caduto, gelido, morto.Le parti in grasseto sono quelle inserite da Recchioni. Le altre non sono inserite in quanto fuori contesto (Se le leggete capite il perchè). Ma questa è un ode funebre a un Lincoln morto. Non è una poesia che può essere citata da una persona in preda al dolore per la possibile morte del "capitano". E' proprio straniante e fuori contesto.