Cravenroad7

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#400 - E ora, l'Apocalisse
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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
MessaggioInviato: lun dic 30, 2019 8:10 pm 
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Iscritto il: mar gen 15, 2013 11:42 am
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Dico la mia, anche se premetto che leggo Dylan una volta ogni morte di papa, regolarmente a scrocco e fondamentalmente solo per curiosità nei confronti di nuovi autori italiani. Non ce l'ho con Recchioni per partito preso, come credo testimonino i miei rari post su questo forum. Ovviamente ha un ego grande come una casa, ma lo stesso può dirsi di tutti i creativi/intellettuali che conosco, anche personalmente, e non credo potrebbe essere altrimenti (qualcuno ha mai visto che razza di sermoni rilascia Manfredi su FB, quasi quotidianamente?). Detto ciò, al di là delle ragioni per cui è spesso amato/odiato (atteggiamenti sui social eccetera) e che trovo irrilevanti, personalmente credo che molto semplicemente sia un autore dal talento abbastanza modesto. Non so se amerebbe autodefinirsi un iconoclasta, forse anche sì, ma le provocazioni che costituiscono uno dei suoi tratti distintivi da anni (Asso, per dirne una) non le ho mai trovate particolarmente perturbanti. Alla fine quelle che adopera nelle sue storie sono trovate collaudate ricoperte da un sottile strato di provocazione, diciamo alla Muccino, piuttosto che esplosioni iconoclaste alla Peckinpah.

Non che sia l'unico, visto che lo stesso atteggiamento secondo me ce l'ha il 90% degli autori italiani emergenti anche se molto diversi tra loro, da Bevilacqua a Ratigher, vale a dire la quasi totalità del catalogo Bao/Coconino/Feltrinelli comics degli ultimi anni. Impegnati a presentare temi banali la sicumera di chi sta scrivendo la Nona Sinfonia. Non voglio sparare nel mucchio a tutti i costi, perché non ricevo la stessa impressione da gente come Bilotta o grandi vecchi come Ambrosini, ovvero - guardando all'estero - Sfar o Trondheim, per citare i primi che mi vengono in mente: abili narratori in grado di scrivere lavori complessi con sostanza, acume e a volte anche umorismo. Soprattutto sostanza. Bilotta mi lascia sempre qualcosa, anche nei suoi lavori meno personali. Le storie di Recchioni mi sembrano sempre prevedibili, come una partita di cui si conosca già l'esito finale all'inizio.

I discorsi su citazionismo/non citazionismo, cultura/non cultura, li trovo del tutto secondari e completamente fuorvianti. Sono convinto che Recchioni per primo si farebbe una ghignata gigante a vedere considerate le sue storie "fumetto d'autore per pochi", addirittura per MENO persone del Dylan sclaviano. Cioè, è proprio l'opposto della filosofia che lui per primo predica da anni. Metafumetto, autori che interagiscono con i personaggi, autori che vengono uccisi dai personaggi: scusate ma alla fine è tutta roba vecchia come il cucco, proprio non capisco come possano essere considerate trovate originali, o anche - all'opposto - suscitare indignazione. Francamente: ma chi se ne importa. E cosa c'entra il postmoderno? Nemmeno stessimo parlando di Pynchon.

Il citazionismo poi... OK, c'è un riferimento visivo a Solaris di Tarkovskij. Magari è anche vero, nell'era di Instagram, a livello nerd/pop citare Tarkovskij (o Coppola, per quello) è paragonabile a tradurre un'iscrizione assira senza vocabolario, ma per quanto i suoi film siano complessi è in assoluto il regista russo più noto in occidente dopo Ejzenshtejn. Al di là dello stupore di qualche novellino che non hai mai nemmeno sentito nominare Solaris, non stiamo parlando di chissà quale lavoro di ricerca. Certo non è paragonabile a quello che Ambrosini riusciva a sfoderare su Dix o Napoleone.

Ma ripeto, questo discorso su cultura/non cultura alla fine c'entra poco. Per me Dylan Dog non è mai stato un fumetto "colto", anzi, secondo me nemmeno Sclavi è mai stato l'intellettuale che - magari un po' frivolamente - lasciava intendere di essere. Avrà pure letto i Buddenbrook, ma in Dylan Dog c'era molto più Stephen King che Thomas Mann. Con qualche citazione/riferimento interessante, certo, ma assolutamente nei limiti di ciò che una persona di discreta cultura poteva conoscere negli anni '80. Io direi, semplicemente, che Sclavi era un bravo affabulatore che sapeva come dare alla storia ritmo e sostanza, o almeno intrattenere, e al contempo presentare una visione abbastanza riconoscibile e personale. Dando anche la sensazione di crederci, per di più. Alla fine il discorso è tutto lì. Godibile, divertente, sostanzioso ecco. Magari a volte un po' sopravvalutato. E con varie debolezze - certi predicozzi dylaniati oggi risultano dei mapazzoni indigeribili - e anche furbate (in che senso quello di "Killer!" è citazionismo "passabile"? E' praticamente la stessa storia di Terminator! Harlan Ellison è riuscito a trascinare James Cameron in tribunale, e a vincere, perché la trama del primo Terminator ricorda vagamente due suoi lavori; provate a immaginare cosa sarebbe successo se Sclavi avesse pubblicato "Killer!" negli Stati Uniti...). Però leggibile e che lasciava qualcosa. Mentre invece io, anche nel migliore dei casi, non riesco a vedere quelle di Recchioni come qualcosa di più che curiosità tutto sommato abbastanza innocue.


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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
MessaggioInviato: lun dic 30, 2019 8:25 pm 
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Buona parte del citazionismo di Recchioni (specialmente in questo ciclo della meteora) é fastidioso perché é ostentato: l'azione si ferma, il personaggio guarda 'in camera', e dice la battuta. L'effetto é straniante, perché la citazione risulta posticcia, fuori contesto.

I plagi di Sclavi raramente mi hanno fatto questa impressione.

Nonostante condivida la valutazione sul modesto talento di Recchioni (come narratore puro, perché invece per tutto quello 'che sta attorno' il lavoro di narratore, ha una marcia in piú rispetto a tanti), lo ritengo capace di fare meglio, molto meglio di quello che abbiamo visto su Dylan Dog. Basta guardare ad esempio i due numeri sui samurai scritti per Le Storie. Derivativi, ma assolutamente godibili.

Nonostante tutto, confido che con questo 400 la fissazione di "uccidere i padri" gli sia passata, e magari con meno peso sulle spalle si metta a scrivere storie migliori anche per DD (o anche solo "storie", anziché collage di situazioni).

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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
MessaggioInviato: lun dic 30, 2019 8:28 pm 
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Zarathustra ha scritto:
Basta guardare ad esempio i due numeri sui samurai scritti per Le Storie. Derivativi, ma assolutamente godibili.

Sinceramente, e con tutto il mio amore per Kazuo Koike (o magari proprio per quello), li ho trovati noiosissimi.


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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
MessaggioInviato: lun dic 30, 2019 8:57 pm 
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A proposito di fenomeni di sottocultura, in questo sito - nome omen amen :3 - compare la sceneggiatura originala dell'albo in quaestio-ne.
https://n3rdcore.it/dylan-dog-400-e-ora ... recchioni/

Non so se come sia arrivata in codesto loco, se farla circolare infranga i copyright, o invece è stata innescata di proposito per pompare l'hype in vista della versione deluxe da libreria per tener testa all'ultimo volume di Vespa per le Feste... ma lascio a voi i commenti... per quanto ci abbia dato una sbirciata rapida senza trovarci nulla di particolarmente interessante, tranne qualche indicazione per Stano un po' straniata.

LATERALE: STRINGIAMO SU ALOHA

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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
MessaggioInviato: lun dic 30, 2019 9:36 pm 
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Myskin ha scritto:
in che senso quello di "Killer!" è citazionismo "passabile"?


Passabile nel senso che come storia per me arriva alla sufficienza e nel senso che lì Sclavi prova almeno a fare qualcosina di diverso prendendo largamente da una trama arcinota, es. introduce il personaggio del rabbino Allen, l'uso del golem invece che...
Crea comunque una storia che in qualche modo si regge e si lascia leggere pur derivandola per 2/3 da Terminator, almeno non si limita solo al copia-incolla di trama, battute e sequenze dal film.


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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
MessaggioInviato: lun dic 30, 2019 10:09 pm 
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Aleksandr ha scritto:
Myskin ha scritto:
in che senso quello di "Killer!" è citazionismo "passabile"?


Passabile nel senso che come storia per me arriva alla sufficienza e nel senso che lì Sclavi prova almeno a fare qualcosina di diverso prendendo largamente da una trama arcinota, es. introduce il personaggio del rabbino Allen, l'uso del golem invece che...
Crea comunque una storia che in qualche modo si regge e si lascia leggere pur derivandola per 2/3 da Terminator, almeno non si limita solo al copia-incolla di trama, battute e sequenze dal film.

Non ne faccio un affare di stato e non ci torno più sopra dopo questa replica che mi sembra inevitabile, ma il fatto che ci sia di mezzo l'Ebraismo e che il cattivo sia un golem (con uno scheletro metallico che emerge dalle fiamme! Ma quando mai nella mitologia ebraica è mai apparso un golem che è a tutti gli effetti un cyborg, e sulla cui fronte la scritta "emet" fosse scritta in caratteri latini? Sclavi non ha nemmeno fatto i compiti stavolta, al contrario di quel professorone di Castelli...) sono dettagli. E' Terminator e in America a Sclavi gli avrebbero fatto la pelle. Che ci siano degli omicidi creativi e che sia a suo modo sia anche divertente non ci piove, ma proprio non lo considererei citazionismo passabile, al massimo una storia passabile che sta a Terminator come i migliaia di plagi italiani dei vari horror e sci-fi anni '80 (tipo Camping del terrore e I guerrieri dell'anno 2072) stanno ai loro analoghi americani (Venerdì 13 e Interceptor/1997), solo che "Killer!" è ancora più aderente al prototipo.

Ecco, se proprio dovessi trovarci qualcosa di notevole, direi che "Killer!" è più che altro la prova di un elemento del Dylan storico che a volte finisce per essere un po' rimosso dai lettori, ovvero che Dylan a volte citava i film di serie B, ma spesso era proprio serie B (o anche Z...) lui stesso; oggi, con tanto citazionismo della fava, pipponi esistenziali e sdoganamenti Umbertoechiani che forse è meglio che non ci fossero stati, si è dimenticato quante simpatiche minchiate c'erano ai bei tempi di Sclavi, proprio senza vergogna, da superorganismi artificiali con dozzine di braccia e gambe a cyborghesse zoccole con l'hobby del sadomaso....


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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
MessaggioInviato: mar dic 31, 2019 12:19 am 
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Non è che voglio difendere a tutti i costi un albo che non mi ha mai entusiasmato, ma apprezzo in Killer! un minimo di tentativo di rielaborazione creativa (e soprattutto apprezzo il personaggio del rabbino Allen, poi ripreso malamente anche da Gualdoni). Io per plagio intendo proprio una scopiazzatura pedissequa e senza citarne le fonti (Terminator era di tre anni prima ed era così famoso che non c'era nemmeno bisogno di citarlo direttamente).
Se si vuole usare un metro di giudizio così severo allora davvero molti albi di Sclavi e non solo, anzi davvero molti albi bonelliani sarebbero dei plagi (c'è anche, tanto per fare un esempio tra centinaia, un albo di Napoleone che si rifà a Spider di McGrath portato al cinema da Cronenberg). E la casa editrice dovrebbe essere sommersa di cause da decenni. Preferisco pensare a spunti ed ispirazioni che a volte possono costituire una base di partenza poi sviluppata diversamente e altre volte portare a degli adattamenti veri e propri più o meno riusciti (es. il bel, quello sì, Cuore di tenebra di Nathan Never).


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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
MessaggioInviato: mar dic 31, 2019 1:06 am 
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Myskin ha scritto:
un elemento del Dylan storico che a volte finisce per essere un po' rimosso dai lettori, ovvero che Dylan a volte citava i film di serie B, ma spesso era proprio serie B (o anche Z...) lui stesso; oggi, con tanto citazionismo della fava, pipponi esistenziali e sdoganamenti Umbertoechiani che forse è meglio che non ci fossero stati, si è dimenticato quante simpatiche minchiate c'erano ai bei tempi di Sclavi, proprio senza vergogna, da superorganismi artificiali con dozzine di braccia e gambe a cyborghesse zoccole con l'hobby del sadomaso....


Sorry, e CHI se lo sarebbe dimenticato?
I pischelli partigiani del revisionismo cialtronesco recchioniano, chemmanco hanno comprato in vita loro un DD prima del ventunesimo secolo? Il vero Dylan si è basato dichiaratamente su quel trash scanzonante da B-movie rielaborandolo in modo sostanziale attraverso spunti da ogni dove, e QUI quasi tutto lo riconosciamo da sempre con gusto... nonché con una certa nostalgia. Non solo lo Sclavi poetico-esistenzialista dei memoriali invisibili: buona parte del Dylan storico deriva da incroci "scorretti" con varie contaminazioni più che tamarre, come Lama di Rasojo che citi tu è una campionario di rivisitazioni da Urania, fanta-filmetti anni '70, riviste sconce, etc. Ed il Chiave ( 8-) ) è colui che meglio ha saputo ereditare quella parte di Mastro Tiz nel periodo d'oro del trash grottesco pro-adolescenziale.
Una cosa che nessuno dimentica tanto facilmente, tentativi fallaci d'imitazione compresi.

Per il resto sono d'accordo su tutto con Alek ( :wink: ) per la questione dei plagi. Non si denuncia nessuno, se non chi passa dalle idee altrui ai collages stucchevolmente ricolmi di boria autoassertiva, incapaci di raccontare alcunché, come in questo albo.

REMEMBER ALOHA?

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Ultima modifica di wolkoff il mar dic 31, 2019 2:23 am, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
MessaggioInviato: mar dic 31, 2019 1:25 am 
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Aleksandr ha scritto:
Non è che voglio difendere a tutti i costi un albo che non mi ha mai entusiasmato, ma apprezzo in Killer! un minimo di tentativo di rielaborazione creativa (e soprattutto apprezzo il personaggio del rabbino Allen, poi ripreso malamente anche da Gualdoni). Io per plagio intendo proprio una scopiazzatura pedissequa e senza citarne le fonti (Terminator era di tre anni prima ed era così famoso che non c'era nemmeno bisogno di citarlo direttamente).
Se si vuole usare un metro di giudizio così severo allora davvero molti albi di Sclavi e non solo, anzi davvero molti albi bonelliani sarebbero dei plagi (c'è anche, tanto per fare un esempio tra centinaia, un albo di Napoleone che si rifà a Spider di McGrath portato al cinema da Cronenberg). E la casa editrice dovrebbe essere sommersa di cause da decenni. Preferisco pensare a spunti ed ispirazioni che a volte possono costituire una base di partenza poi sviluppata diversamente e altre volte portare a degli adattamenti veri e propri più o meno riusciti (es. il bel, quello sì, Cuore di tenebra di Nathan Never).

Ok, mi contraddico re-intervenendo (stavolta davvero per l'ultima volta, giuro) giusto per chiarire un paio di punti. Se per plagio si intende (all'interno di questa discussione e non in un'aula di tribunale) una riproduzione pedissequa sotto ogni aspetto credo che l'unico caso limite possa essere La città perduta o sostituita o come si chiama, e magari nemmeno quella. Ma resta il fatto (di cui personalmente sono assolutamente sicuro) che se queste stesse storie fossero uscite negli Stati Uniti a Sclavi non sarebbe andata così liscia. E sì, molte storie bonelliane sarebbero finite sotto accusa (anche se credo che nessun personaggio Bonelli si sia "ispirato" ad altro così spesso quanto avvenuto con Dylan Dog, tant'è che ormai questo dei plagi è diventato uno scherzo ricorrente all'interno della testata). Credo che ad aver giocato a favore della Bonelli sia stata una serie di fattori, tra cui la distanza geografica (dubito che Cameron sappia cos'è Dylan Dog), una non reale convenienza a intentare una causa nei confronti di un medium relativamente secondario, magari il fatto che il fumetto è o era considerato un'arte minore in cui queste astuzie erano all'epoca ammesse/prevedibili e altro ancora. Ma - qualora un giorno arrivasse la famosa serie TV di Dylan Dog, magari esportabile all'estero - dubito che tra le trasposizioni ci sarebbe Killer!, e non solo per l'intrinseca qualità della storia. Anche perché non c'è solo il plot, ma anche un'iconografia che è spiattellata a quella del film di Cameron (scheletro robotico compreso). Mentre invece, per dire, Canale 666 si ispira a Videodrome (era quella l'ispirazione, giusto?) solo nel concept ma poi va in direzioni completamente diverse. La chiudo qui, comunque.


Ultima modifica di Myskin il mar dic 31, 2019 1:36 am, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
MessaggioInviato: mar dic 31, 2019 1:32 am 
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wolkoff ha scritto:
Sorry, e CHI se lo sarebbe dimenticato?
I pischelli partigiani del revisionismo cialtronesco recchioniano, chemmanco hanno comprato in vita loro un DD prima del ventunesimo secolo? Il vero Dylan si è basato dichiaratamente su quel trash scanzonante da B-movie rielaborandolo in modo sostanziale spunti da ogni dove, e QUI quasi tutto lo riconosciamo da sempre con gusto... nonché con una certa nostalgia.?

Ah boh, anche a pescare in questo forum in cui lurko ogni tanto sembra quasi che anche tra alcuni lettori storici esista questo stereotipo di Dylan come fumetto d'autore "impegnato", quando invece ai tempi d'oro era un'allegrissima e disinvolta tavanata che doveva più a certi fumetti neri all'italiana che a qualsiasi fonte d'ispirazione "alta". Lieto di avere torto se non è così...


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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
MessaggioInviato: mar dic 31, 2019 1:37 am 
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@penultimo post di Myskin

Qui in Italia, almeno sui fumetti, c'è stato un senso del rispetto/policy verso i diritti d'autore molto più labile&allegro di quello che può attanagliare un autore stellestrisce ansioso di pestare i piedi ai colossi delle case editrici o di cine-produzione che potrebbero polverizzarlo in un nanosecondo con un pool di avvocati assetati di sangue chemmanco i nazivampiri del sovraintendente.
Non per nulla adesso che si parla di serie tv multinazionale la SBE se la sta facendo sotto sapendo di non poter disporre dei diritti di video-immagine del baffuto Marx, e dovrà correre ai ripari con chissà quale formula surrogata

E comunque per quanto l'argomento sia interessante, quello del plagio non c'entra nulla con l'abuso di citazioni ventriloquizzate qui nel #400, quindi nel caso si può aprire un topic apposito altrove :wink: .

"ALOHA" NASCE COME PLAGIO DA UN MANGA
VEDIAMO CHI LO CONOSCE... :D

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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
MessaggioInviato: mar dic 31, 2019 9:18 am 
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E' inutile discutere, passate a Samuel Stern...

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...M...


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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
MessaggioInviato: mar dic 31, 2019 11:08 am 
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Augurando un buon anno a tutti :)
@Myskin: hai citato proprio quella storia che avevo in mente come esempio limite, La città perduta, che io lessi e apprezzai, ma poi su internet trovai la fonte, con tanto di trama a confronto e la cosa mi irritò alquanto, anche perché se non ricordo male, nemmeno nell'editoriale era citata la derivazione da Dick.
Sono d'accordo anch'io che negli Usa la Bonelli non se la sarebbe passata liscia su tante storie, mentre qui spunti e adattamenti sono stati d'uso comune, non penso solo da parte degli autori bonelliani.

Ritornando al 400 non contesto l'utilizzo di citazioni, ma il come; alla fine quest'albo mi ha dato l'impressione di un collage.
Storie come Canale 666 e Lama di rasoio, che ho apprezzato più di Killer! senza essere capolavori rappresentano, insieme a tante altre, l'esempio consueto del citazionismo creativo di Sclavi, lo spunto è ripreso: da Videodrome il primo, da La fabbrica delle mogli (romanzo di Ira Levin e film tratto) il secondo. Sclavi poi lo svolgeva in maniera originale, magari mescolandoci altre citazioni (spesso da vari romanzi della collana Urania come ben ricordato da Wolkoff, spesso da opere proprio di serie B), ma ottenendo una storia godibile in sé. Sclavi mi ha spesso dato l'idea di un cuoco che prende ingredienti qua e là, più o meno nobili, poi li amalgama in un piatto che, se non è sempre della stessa qualità, ha pur sempre riconoscibile un pizzico della sua maestria. Altro esempio L'isola misteriosa che richiama L'isola del dottor Moreau, un racconto di Lovecraft di cui non ricordo il titolo, Fiori per Algernon e chissà quant'altro.


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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
MessaggioInviato: mar dic 31, 2019 11:30 am 
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Iscritto il: sab ott 01, 2016 11:33 am
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diciamo che è un albo che potrebbe essere uscito nei primi 100 e nessuno avrebbe notato la differenza.
Ma sinceramente mi aspettavo di piu.
Il finale troppo scopiazzato dal film ,praticamente chi ha già visto la pellicola si può risparmiare le ultime 20 pagine.
Ora si apre il mini ciclo che sembra tanto di specchietto per l'allodole .
No,non mi è piaciuto,mi aspettavo la catastrofe che non c'è stata...
Per una volta sono daccordo con wolkof,basta meta fumetto.


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 Oggetto del messaggio: Re: #400 - E ora, l'Apocalisse
MessaggioInviato: mar dic 31, 2019 12:08 pm 
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Iscritto il: mar gen 15, 2013 11:42 am
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Ma comunque (tentativo mio di riportare il tutto in-topic), al di là delle citazioni e del metafumetto, io mi chiedo: ma che mi rappresenta tutto questo? E non parlo solo del numero 400, ma di tutto il ciclo della meteora e anche quell'unica tavola del numero 401 col Dylan barbuto che fa un megamonologone da Unbreakable.

Cioè... Magari è perché vari numeri li ho letti male o li ho pure saltati, ma io proprio non riesco a capire quale sia il senso ultimo di questo lavoro. Al di là delle facili battute (del tipo "I soldi", "il riciclaggio di idee vecchie dovuto alla mancanza di idee nuove") che lascio agli spiritosi, o spiritosoni, io proprio non riesco a capire dove si voglia andare a parare.

Ad aumentare il senso, diciamo così, di straniamento che provo, c'è anche il fatto che se ripenso a quando leggevo gran parte del Dylan storico, ma anche quello che è seguito (diciamo Barbato dei tempi d'oro e anche Ruju, almeno un po'), questa domanda sul senso di Dylan Dog nemmeno me la ponevo. Ok, sono passati gli anni e magari all'epoca avevo meno pretese, ma - quando la lettura mi convinceva - ne uscivo con un senso di soddisfazione per il divertimento di quello che avevo letto e magari con qualche pensiero nuovo in testa per le osservazioni esistenziali che Sclavi, o chi per lui, riusciva a infilare tra una vignetta e l'altra. Immagino che, magari senza che ne fossi consapevole, ci fosse una specie di intesa tra me e lo scrittore/scrittrice: si capiva dove si voleva andare a parare e non c'era bisogno di razionalizzare il tutto a parole (magari è anche per questo che i numeri "didattici" sono i peggiori, almeno per me: l'intento dello scrittore è talmente scoperto che generano in me un senso di rifiuto, come l'insopportabile Groucho "serio" impegnato in predicozzi protogrillini dell'ultimo Sclavi).

A me questo Dylan degli ultimi anni sembra al tempo stesso privo di momenti DAVVERO divertenti e contemporaneamente pesante, pesante, pesante.


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