Comprato ieri e riletto. E non posso che confermare quanto detto inizialmente: è un brutto albo. Nel complesso parliamo di un numero stupido, insipido, salvato unicamente dalle tavole stratosferiche di Stano colorate magnificamente dalla Niro. Non penso di esagerare etichettando questo 400 e il precedente come i numeri più brutti della storia della testata (e, tra il 400 e il 399 è una bella lotta: ma considerando che questo "E ora, l'Apocalisse" è solo stupido e insipido mentre il precedente era stupido, insipido e particolarmente irritante, penso di affibbiare la mia coccarda simbolica al 399. Cosa che sarà ribadita in una prossima ed eventuale nuova classifica per gli albi più brutti della serie). Dunque, iniziamo:
SPOILER
La partenza è strana: si sprecano tre vignette focalizzate su un'evocativa skyline londinese che implode, trasformandosi in macerie, polverizzandosi. Una scusa per tirare fuori il motivetto di "The End" dei Doors con cui l'albo, oltre a prendere il via, si chiude (quasi: ma il "succo" trova il suo acme e si esaurisce alla fine proprio sulle "note" di questo motivetto). Dylan si sveglia dal suo torpore e si rende conto di essere ancora "soltanto" a Londra. Nudo: beh, certo, è appena fuoriuscito dalla parentesi meteorica, i vestiti saranno stati tutti distrutti. Ma ci si può vedere anche un bel contentino per quelle lettrici mai paghe di ammirare le chiappe dell'indagatore. E vabbè, sino ad ora nulla di eclatante. Ancora chiappe (pagina otto), e un Dylan incazzatissimo che, mentre afferma di essere pronto, fa finta di esibire qualche mossa di arte marziale. Dylan si veste ed esce di casa. Ultra splash page con il galeone di fronte a casa sua. C'è Groucho ad attenderlo (lacrimuccia: Groucho, ci mancherai), ed entrambi sembrano giocare a fare i pirati, con termini aulici a go-go. Uscita a sproposito di Dylan con la citazione di una certa strofa di Bennato. Il viaggio inizia, e si gioca sicuramente sulle atmosfere (il merito è esclusivamente di Stano). Conseguentemente allo sfondamento della quarta parete, con Groucho che si rivolge ai lettori (che odio. Funzionava su Horrorpoppin che era un albetto satirico. Qui è solo una cosa irritante e stupida. Considerando poi che questo è o dovrebbe essere l'ultimo Dylan Dog che noi conosciamo, e dunque ci si aspettava più serietà e magari un pizzico di epos), abbiamo l'apparizione di Stano, che, guarnendo il tutto con una battuta triste, ci ricorda che stiamo assistendo, appunto, allo sfondamento della quarta parete. Metafumetto che gioisce nell'esserlo. Ancora Stano, la pagina successiva, che gioca a fare Groucho (la colpa non è sua ma di chi lo sceneggia così). Quindi il celebre disegnatore ricorda i bei tempi andati rimuginando su quando ancora i fumetti si facevano a mano, con la matita e con la china. Saltando alcuni dettagli superflui, i nostri (Groucho e Dylan) arrivano con il galeone nell'isola del teschio. Attraccata l'imbarcazione e messo piede sull'isola si scontrano a più riprese con degli zombi. E la cosa può pure piacere. La nostra memoria torna, con un filo di malinconia, a quando l'inossidabile coppia era immersa in altre atmosfere e in altre storie, appartenenti a tempi andati. Arriviamo così alla mega splash page di pagina 32/33 che potrebbe non essere considerata superflua ed irritante se non fosse per la triste uscita di Groucho: "Dannazione, siamo arrivati al margine pagina...". Ma Cristo. Uno cerca di immergersi in quel poco di trama offerta, uno cerca di lasciarsi trasportare anche se, data la struttura scheletrica della storia è cosa molto difficile... e arriva la botta, sbam, che ti fa ricordare che questo è un c@#o di fumetto. Mai esibire trovate simili se si vuole che il fruitore "entri" nella storia. Ma è evidente che ancora chi scrive/gestisce gode nello schiaffarci in faccia quel "oh, ragà! E' un fumetto eh, è un fumetto!". Si era capito, e se si voleva spezzare la narrazione in malo modo, se si voleva evitare che il lettore tentasse qualsiasi immedesimazione relegando il prodotto a plasticaccia da guardare "dall'esterno", in maniera distaccata... beh, missione compiuta. A pagina trentaquattro, prima vignetta, stessa menata, ma ormai ci siamo dis-immedesimati, siamo stati buttati fuori a calci dalla storia, e non siamo più "con Dylan e Groucho" ad accompagnarli nel viaggio, ma fuori dal fumetto a leggere. Si è creato un distacco che non so se lo sceneggiatore Supremo voleva (forse si) ma che ci impone una visione ben più distaccata con tutta la vicenda. Ma andiamo avanti. Pagina dopo: Stano lamenta di non avere abbastanza libertà di disegnare quel cacchio che gli pare e si mette a scarabocchiare una donna. Ne esce una Morgana, bellissima, gigantesca, reclinata su di un'isola. Questa minaccia di mangiare i nostri... quando suona il telefono di Stano che si mette in contatto con il Tiz. Dialoghi del caz#o tipo "come va, che Cristo fai, come vanno i cani... evitiamo di far sbranare i Nostri dalla gigantessa... si fa uno stacco e un montaggio". Poi Stano, per bocca del sommo Vate, se ne esce tristemente con un "i lettori ci odieranno per questo... fortuna che sono tutti morti". Andiamo male. L'uscita, apparentemente innocente, sembra lasciar trapelare un qualche malcelato astio nei confronti dei lettori: non il motore della testata ma elementi accessori e forse spine nel fianco (RR era stato chiaro nell'editoriale: "promettiamo di non fermarci, di continuare a provare, e questo [...] lo dobbiamo soprattutto a noi stessi", cioè, importante Sclavi, importanti magari i lettori, ma più importante lo squadrone di RR). Del resto i fumetti non li paghiamo noi. Non li compriamo noi. Giustamente "loro" i fumetti li fanno per loro, perché li devono comprare loro, leggere loro. Noi non serviamo. Ma potrebbe essere una "mia" visione (dunque vade retro voi che venite a dire "eh no, c@zzo, era solo una battuta": ho già specificato che questo è un "mio" modo di vedere, e considerando le lotte tipo American Gladiator messe in campo dal nostro contro una larga fascia di lettori, non penso di essere troppo distante dalla realtà). Comunque, cercando di essere più stringati... i nostri attraccano su un'altra isola, considerata più seducente e trovano il maggiolone e una cabina telefonica. Dylan riceve una telefonata... nientepopodimeno ("quindi la stessa quantità di popò" cit.) che dal Tiz. Scambio di battute tremendamente stupido con un paio di citazioni (Mario bros. e Guerre Stellari... ops... Star Wars. Tristezza quel "Io Sono Tuo Padre". Mi aspettavo da Dylan un "Sticazzi"). Le avventure dei nostri proseguono, tra un orrore e un altro, sino a portare Dylan e il suo fedele Nostromo in una casa, in cui c'è un Dylan deforme preso pari pari da "Spazio Profondo" (il richiamo è ai "personaggi deformati" dell'albo in questione). I due ingaggiano una lotta e Groucho spara al clone malriuscito. Apparizione successiva di Mater Morbi inutile (ma il Rrobe ci doveva ficcare in mezzo qualcos'altro di suo). Evitando di essere ancora troppo particolareggiato - il rischio è sempre di generare tedio - tutta l'ultima parte è un copia e incolla da Apocalypse Now (non Cuore Di Tenebra). Almeno si poteva optare per qualche variazione, qualcosa di lievemente differente per evitare la puzza di stantio, il retrogusto del riciclo. Ma Sclavi, prima di morire per mano dell'Indagatore parla chiaro "un bravo artista copia, un grande artista ruba, un genio ricicla". Praticamente non è Sclavi che parla ma Recchioni, il quale, pago di aver riciclato quest'ultima parte (e lascerei per il momento altri discorsi su altri ricicli) si sta dando del genio. Bravo! Modesto soprattutto. Morte di Sclavi, finale con i tre testoni di Dylan/Xabaras/Morgana piazzati in cielo mentre il galeone continua il suo viaggio (e frasetta poetica tanto per) e... ultime due pagine inutili per presentare DYLAN DOE e assistente menomato. Rigoroso bianco e nero, e un Roi che, data l'essenzialità di quanto proposto, non ci permette di dire "bravo Roi" (ma tanto lo sappiamo. E adoriamo Roi, maestro indiscusso).
FINE SPOILER
Quindi: Abbiamo una storia vuota, priva di consistenza. Il tutto poteva essere condensato in un albetto di trentadue pagine. Qualcosa di più snello, con Dylan che si sveglia, si trova con il galeone sotto casa, parte per un'indefinita avventura, incontra qualche mostriciattolo nel suo cammino e quindi si scontra con Sclavi. Certo sarebbero mancati i siparietti con Stano, il richiamo a Spazio Profondo, Mater Morbi, tante scene inutili gestite su splash pages usate al solo scopo di occupare spazio (dai, che non mi si dica che sono funzionali alla narrazione, per piacere. Non si sapeva come occupare spazio e si è deciso di far ricorso a questa trovata). Tanto alla fine il succo del discorso è proprio quanto riassunto dal sottoscritto poc'anzi: Dylan esce di casa, entra nel galeone, qualche avventura con Groucho e poi va ad ammazzare Sclavi. Gran trama, non c'è che dire. Ma passi pure la trama, risicata, in parte non troppo dissimile da una versione malriuscita de "La Bottiglia Di Vetro" di Lovecraft, scritta quando l'autore aveva sette anni. Piuttosto i dialoghi sono infantili, le citazioni fatte alla come viene viene. Il tutto sembra più che "un atto celebrativo e di commiato", una parentesi pretestuosa per togliere dagli zebedei Sclavi, elemento ormai scomodo, per far posto a un qualcosa di "nuovo" che dovrebbe essere quasi totalmente farina del sacco del Vate. Quasi. Perché "il personaggio" Dylan Dog non è il suo, e avoja a mettergli la barba e cambiargli assistente. E' come un cuoco alle prime armi che cerca di godere della notorietà di un Gualtiero Marchesi facendo il famoso raviolo aperto in un'altra maniera. Non vorrei usare il termine "cuoco alle prime armi" per uno che si diletta con DD ormai da anni, ma l'impressione che sembra voler dare è quella. Un genio - e parafraso la cazzata di prima - non è solo... anzi, non è per niente quello che ricicla, perché altrimenti Dante Alighieri, o Leonardo, o Mozart sarebbero solo teste di minchia. Un genio è quello che inventa. E inventa bene. Stupendo. Emozionando. Mandando in visibilio, facendo rizzare i capelli, battere il cuore. Il riciclo non fornisce nulla di tutto ciò perché NON C'É ANIMA, NON C'É SENTIMENTO DIETRO AL RICICLO. E le parti peggiori di questo 400 sono qui a dimostrarlo.
P.s. metto anch'io mediocre, specie dopo la giusta riflessione di Lord Blendings. Se la storia risulta essere anche per me da 1 (meno sarebbe impossibile penso) i disegni e la colorazione meritano il massimo. Un albo più "visuale" che altro, che andrebbe sfogliato per i bei disegni ma non letto.
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