cava76 ha scritto:
@Aleksandr, i miei riferimenti per questa storia sono stati Lansdale (la notte del drive in), King (the mist), Palahniuk e Ballard.
Ora che ci penso infatti anche nel bel racconto lungo
La nebbia di King la prigionia nel supermercato, causata da eventi esterni, porta a sviluppare comportamenti deteriori negli occupanti.
Complimenti per la storia, tra le tue migliori prove dylaniate e la migliore di questo Maxi, di cui ora scriverò un breve commento.
Ho votato ottimo, anche se la media matematica mi avrebbe portato verso un buono deciso (8) o un po' meno (7) contando anche i disegni di Montanari & Grassani (cui si sostituisce Valeri nell'ultima, rimanendo in linea) che ogni tanto, per vecchia abitudine, non mi dispiace nemmeno rivedere, ma decisamente tre storie di fila sono un po' troppe.
Il fatto però che a tutte le storie ho assegnato una votazione superiore al 7 e uno stato quindi di soddisfazione generale, mi portano ad eccedere.
Bella anche la copertina.
Può seguire qualche
S P O I L E R:
Sottosopra:
L'inizio non mi ha preso per niente, il delitto, il rapimento e l'evento soprannaturale talmente assurdo da impedire la mia sospensione dell'incredulità mi stavano portando ad una lettura fatta con sufficienza, nonostante la presenza di due vecchie conoscenze come Lord Wells e la Trelkovski e la curiosità per la partecipazione della nipote di quest'ultima, Diana. Poi alla fine la Barbato è riuscita a sorprendermi per la sua capacità di tenere e tirare le fila e mi ha letteralmente conquistato, come non succedeva da tempo, nemmeno con altri lavori recenti che ho apprezzato. Diana, che era poco più di una comparsa nel chiaverottiano
Frankenstein! assume un ruolo da prima ballerina assoluta ed è da applausi il Dylan privato di emozioni che risolve il problema semplicemente dicendo la verità, che poi è la verità sul 98% o più dei suoi rapporti amorosi, eccolo quindi, senza il peso delle sue emozioni, aumentare di lucidità (salvo poi dubitarne appena riacquistata la sua emotività). Mi è talmente piaciuto dalla metà in poi che assegno un 8
Grande distruzione organizzata:
Un apologo violento che sa criticare sia il consumismo che la sua apparente rivoluzione, con un finale perfetto.
Lo splatter c'è, ma funzionale, abbondano le scene di forte impatto, un Groucho che lascia il segno, un Dylan in forma. Mi è piaciuto particolarmente il modo di narrare, con diverse focalizzazioni sui vari personaggi.
Voto 8,5.
Il consumismo come religione (la merce come eucaristia, vedasi il finale con lo smartphone, ma non solo) è tra le cose che mi hanno fatto pensare al romanzo di Ballard, dove si insiste sulla dimensione para-religiosa che prendono i centri commerciali (come fossero moderne cattedrali), il consumismo come pseudo religione materialistica.
Se facessero una classifica penso che la poesia
Kubla Khan di Coleridge sia, giustamente per il suo fascino, tra le più citate in assoluto in ogni media, qui in maniera ironica nell'incipit, sempre nei fumetti mi vengono subito in mente il capolavoro castelliano
Xanadu e il donrosiano
Zio Paperone e il ritorno a Xanadu, sempre coi versi che accompagnano le immagini.
Sandheaven:
Lo scuotibare non m'era piaciuto, ma qui Masi si riscatta ampiamente con una storia dylaniata che più classica non si può, trasferta in provincia, eventi e personaggi inquietanti, ecc. Mi ha rammentato un po' l'atmosfera di una bella storia di Capone per Zagor,
La notte del diluvio.
Tra le tre è forse quella che ho apprezzato un pochino meno, forse perché meno originale delle precedenti, ma avercene di storie così, soprattutto sulla serie regolare (da solo questo Maxi, per me, supera tutto quanto letto finora nel ciclo della meteora).
Voto 7,5