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#442 BIS - L'isola dai due soli
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Mediocre (5) 15%  15%  [ 4 ]
Accettabile (6) 26%  26%  [ 7 ]
Buono (7-8) 41%  41%  [ 11 ]
Ottimo (9-10) 4%  4%  [ 1 ]
Voti totali : 27
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 Oggetto del messaggio: Re: #442 BIS - L'isola dai due soli
MessaggioInviato: mar lug 25, 2023 1:06 pm 
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non avendo letto il libro, per una volta non sono d'accordo con rimatt, ma mi trovo più allineato con leonearmato. Quindi sicuramente non un capolavoro, ma direi che "pimpante" è l'aggettivo giusto per descrivere questa storia. Decisamente scorrevole, che a volte può essere un bene, ma altre volte potrebbe significare poca sostanza. In questo caso sono più per la prima. Curioso di vedere la prossima prova di La Rosa.
Per quanto riguarda i disegni, non sono mai stato un gran fan di Saudelli, anche a sto giro non fa eccezione.

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 Oggetto del messaggio: Re: #442 BIS - L'isola dai due soli
MessaggioInviato: mar lug 25, 2023 7:31 pm 
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Prosegue la serie, dopo la Barbato, di letture estive-buone-ma-vabbeh... nel senso che ho apprezzato parecchio questo promettente esordio di La Rosa, a cui auguro di affinare diverse cose col tempo, ma alla fine credo non sia all'altezza dell'esordio di Vanzella. E qualche rimpianto rimane, perché la capacità di scrittura si nota, ma la scarsezza d'idee temo la faccia da padrone quando bisogna quagliare qualcosa in senso dylaniato. Anche lo scopiazzamento ispirato dal libro non ajuta molto: una cosa è trarre libera ispirazione, una cosa quasi copincollare in modo meccanico, spoilerando di brutto già negli editoriali tra l'altro :dito:

Comunque alla fine ho votato di manica extralarge un ammanicatissimo buono/7 d'incoraggiamento fiducevole, perché nel complesso i pregi di un esordiente di questo calibro prevalgono (per ora) sui difetti, considerato quanto propongono nella media mezze tacche stra-rodate quali Simeoni e Contu da diverso tempo.



☉ S ☉ P ☉ O ☉ I ☉ L ☉ E ☉ R ☉



Copertina molto bella nella realizzazione, anche se non so per quale motivo mi ricorda più uno Zagor che un DD, e per la scelta cromatica è difficile distinguere i due soli dal cielo in sé :|

Disegni di Saudelli in buona parte passabili, ma non credo fosse l'autore ideale per questo genere di storia prevalentemente in esterna ed in stile "adventure". In alcuni casi può ricordare anche Alessandrini, ed allora il paragone con un albo di Martin Mystère ci sta ancora di più. Tavole della catastrofe finale molto tirate via.
Top le due pagine di feticismo dedicate ai piedi di Faustine (pp.71-72) :P
Flop la supermacchina da fantabaracconata (e le scene delle sue convulsioni/spaccamento) che ricordano un fu(l)metto per infanti degli anni '60 al massimo... o qualche MM parodico, appunto.

La storia in sé all'inizio, come atmosfera, mi aveva fatto pensare al nonsense ludico ed estraniante dell' Isola di Yd, ma non si attesta a quei livelli e vuole andare a parare verso altro - drammone familiare da mad-doc padre utopista, in questo caso.
Parte bene, intriga, confonde, spiaggia nello stordimento e sovrappone visioni a dovere. Non mi sono pesate troppo le mumbleggiate obbligatorie di Dylan castaway, ed il ritmo scivola bellamente per una piacevole lettura, movimentando le situazioni, senza chissà quali pretese, alquanto lineari nella semplice struttura... forse pure troppo :roll: .

I due problemi principali, che penalizzano la valenza dei testi secondo me, sono l'effetto loop che si viene a creare nel corpo della storia, che ad un certo punto stona di ridondanza plurima, se non di riempitivo insistentemente ingombrante: vediamo per ben 3 volte sceneggiata (pp. 23-29; 57-61; 71-83), con pochissime variazioni sulle tavole/ologrammi proiettati, la medesima morte di Roald da suicida disperato con pargolo a tracollo, compreso il tracollo dalla scogliera, e lo psico-tracollo di Faustine, alla canna del revolver...

... l'altro problema è la faciloneria da d-movie - per arrivare alla "b" bisogna faticare, eh :x: - che ruota attorno megafantamacchinario squadrato che, complice la banalità di Saudelli nel ritrarlo, fa pensare davvero ad una pellicola per infanti di oltre mezzo secolo fa... resettabile con qualche bastonata e due fori di Bodeo. Davvero, un modo parecchio scadente per rovinare delle premesse interessanti, come in parte nuoce all'appeal complessivo l'altro fattore di mediocrità narrativa, che è quello di relegare a delle semplici radiazioni nocive il motivo cardine della tragica assenza di vita sull'isola - come dello stordimento/spegnimento progressivo di Dylan, sotto allucinazioni.

Troppo smielate le ultimissime pagine, forzoso il cameo di Madama La Morte, inutile Wells, buono invece l'inserimento di Groucho nella trasferta scozzese... ma come sempre la geografia per alcuni autori è un locus mentale imprecisato o banalizzante, perché l'unica reale Sandhaven in UK è molto più a Sud della Scozia, mentre una immaginaria era stata (con una "e" idilliaca in più) già menzionata in un OB di poco tempo fa.

Ci sono le solite forzature di stampo logico che a voler esser onesti dovrebbero farmi abbassare il voto di almeno una cifra... ma per ora soprassiedo, parlando di nuove leve. Giusto per dire: le varie lenti-telecamere-proiettori presenti sull'isola, non sono di certo così potenti da proiettare il panfilo di Faustine a decine di metri dalla riva in pieno mare (p.10, causando l'incidente iniziale del malcapitato Kinnell), mentre possono proiettarne l'immagine solo a contatto DALL'ISOLA stessa, come quando Dylan lo rivede una volta naufragatoci sopra a p.55 e 71.
Poi tutto il concetto dell'isola totalmente ignota alle mappe fa più acqua attorno a sé del poli-arcipelago indonesiano, lasciando perdere la cronofessata (nel 2023?) del satellitare-questo-sconociuto: non solo l'isola esiste di fatto materialmente, ma è subito rinvenuta con estrema facilità dallo stesso Kinnell+Dylan alla prima gita utile, ci hanno costruito sopra un palazzone troneggiante ignoto solo ai conniventi dei condoni edilizi, e per Groucho sbarcarci con due coordinate radio incrociate è più semplice che trovare i faraglioni di Capri girandoci attorno :oops: .

Forse Roald era un pezzaccio grosso multimiliardario dei servizi segretissimi che godeva di diverse complicità per occultare ufficialmente la base dei suoi esperimenti? Nel dubbio tenetevi lontani dall'uranio, anche se per quest'estate non vi aggirate su isolotti tipo Mururoa. Basta il calor bianco allucinogeno da fusione nucleare di questi giorni afosi, con 45° all'ombra, per vedere cose che noi umani non dovremmo vedere, come specie diversamente climatizzata 8-) :? 8-)

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 Oggetto del messaggio: Re: #442 BIS - L'isola dai due soli
MessaggioInviato: mer lug 26, 2023 9:57 am 
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wolkoff ha scritto:

... l'altro problema è la faciloneria da d-movie - per arrivare alla "b" bisogna faticare, eh :x: - che ruota attorno megafantamacchinario squadrato che, complice la banalità di Saudelli nel ritrarlo, fa pensare davvero ad una pellicola per infanti di oltre mezzo secolo fa... resettabile con qualche bastonata e due fori di Bodeo. Davvero, un modo parecchio scadente per rovinare delle premesse interessanti


Ecco, non avrei saputo dirlo con questa perizia. Ma è stata proprio questa, per me, l'unica nota stonata di un albo che mi è piaciuto. Proprio
Spoiler!
il macchinario e il sistema di lenti
alla fine mi hanno portato a votare 6 un albo che per il resto ho trovato buono!


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 Oggetto del messaggio: Re: #442 BIS - L'isola dai due soli
MessaggioInviato: mer lug 26, 2023 1:56 pm 
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considerando che è stato construito negli anni 70 invece a me la scelta è sembrata azzeccatissima

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 Oggetto del messaggio: Re: #442 BIS - L'isola dai due soli
MessaggioInviato: mer lug 26, 2023 2:41 pm 
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Negli anni '70 Giger aveva già concepito il design degli xenomorfi che hanno ispirato Alien.

Le fantabaracconate nostalgicamente retrò io le lascerei agli amanti dello steam-punk o alle storie più paracule di Martin Mystère. Su questo Dylan non c'azzeccano molto, e Saudelli c'ha messo del suo per appiattire verso il puerile pro-Scooby anche quel contesto :| .

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 Oggetto del messaggio: Re: #442 BIS - L'isola dai due soli
MessaggioInviato: mer lug 26, 2023 6:35 pm 
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A me sembra che, per l'abbigliamento della donna, il riferimento temporale sia quello.
Se poi ci mettiamo che la copertina (come ho già detto), a me ricorda un tipo di fantascienza un po' vintage, le atmosfere ci stanno tutte.
Chiaramente dà un po' l'impressione di un Martin Mystere, ma non lo trovo così fuori contesto o out of character.


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 Oggetto del messaggio: Re: #442 BIS - L'isola dai due soli
MessaggioInviato: mer lug 26, 2023 6:50 pm 
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bertuccia ha scritto:
Chiaramente dà un po' l'impressione di un Martin Mystere, ma non lo trovo così fuori contesto o out of character.


Il "contesto" a me provoca irritazione, perché quella che sembrava fino a quel punto una storia adibita all'incubo visionario da enigma-nonsense (v. Isola d'Yd) o un drammone familo-cruento, finisce per sembrare con quell'aggeggio (e soprattutto il modo puerile di accopparlo/ritrarlo) una menata da baraccone vintage anni'60 di fantascemenza di quarta tacca che Scooby Doo fattedaparte, col contributo di Saudelli che alimenta questa sensazione, per come definisce la sala del macchinone e l'esplosione che sistema banalmente il tutto.

Se la tizia porta poi un'acconciatura o un foulard in voga negli anni '70 me pare pure giusto.
Verne o Stevenson sono un'altra cosa :dito:

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 Oggetto del messaggio: Re: #442 BIS - L'isola dai due soli
MessaggioInviato: mer lug 26, 2023 7:32 pm 
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La cosa più scema sono quei proiettori o cosa diavolo sono. Superato quello è tutto in discesa :)


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 Oggetto del messaggio: Re: #442 BIS - L'isola dai due soli
MessaggioInviato: mer lug 26, 2023 11:13 pm 
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Non lo so... anche nel dylan classico (i primi 100, l'ho detto) si trova spesso roba del genere.
Ovvero, roba che richiede una grande, grandissima concessione da parte del lettore in quanto a sospensione dell'incredulità. Concessione che io, personalmente, in questi casi do sempre con molto piacere, perchè il contesto in cui la storia si sviluppa e in generale le regole che la storia detta sono COERENTI con sé stesse e non si contraddicono mai. La storia mi porta da una parte, chiedendomi di credere ad alcuni presupposti logici, e non usa mai trucchetti nè si contraddice per farmici restare dentro, ma fino alla fine è coerente con le sue leggi. In questi casi puoi letteralmente vendermi qualsiasi tipo di baracconata, e io starò al gioco con piacere.
Se però fai il furbo e ad esempio, in mezzo a un'ambientazione seria e realistica ci metti una baracconata per riempire un buco di sceneggiatura, allora mi perdi.
Io sono con Bertu, è evidente l'omaggio a un certo tipo di fantascienza un po' sbarazzina anni '70, a partire dal fatto che la storia, quella vera, è di fatto ambientata negli anni '70.
A me ha divertito moltissimo, compreso lo scatolone e l'idea delle lenti l'ho trovata geniale.

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MessaggioInviato: gio lug 27, 2023 1:31 am 
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baubau ha scritto:
Non lo so... anche nel dylan classico (i primi 100, l'ho detto) si trova spesso roba del genere.
Ovvero, roba che richiede una grande, grandissima concessione da parte del lettore in quanto a sospensione dell'incredulità.


Mapperpiacere, finiamola una volta per tutte con questi ritornelli stucchevoli da dietrologia revisionista :evil: :evil: :evil: .
L'alibi per nuove generazioni di perdenti ed incapaci all'opera.

Troppo facile confondere (strumentalmente, a sproposito) la sospensione di incredulità aggratise arkilo (quando si parla di zombie, fantasmi, vampiri, sirene... etc, eggraziarkà aggiungo), quando invece si parla di gravi scompensi di logica INTERNI all'ottica infra-narrativa della storia e di quello che ci HA VOLUTO IMPOSTARE SOPRA l'autore stesso, come parametri.

Il Dylan classico non presentava questi gravissimi scompensi interni a mio vedere, nell'impianto della narrazione e di chi fa/dice/pensa cosa e perché. C'era sempre un rigoroso equilibrio interno, una credibilità strutturalmente coesa, anche in storie altamente assurde e strampalate come Golconda! o Gente che scompare. Al massimo ci potevano scappare degli inevitabili svarioni/refusi di battitura/disegno, perché la perfezione è sempre un tributo umanamente postumo... ma sfido a trovare qualcuno nei primi anni di DD che prendesse bellamente in giro il lettore medio (considerato un ovino) per raccapezzare una trama che altrimenti sarebbe stata più bucata di una groviera sotto mitra, per scompensi interni tra personaggi, loro motivazioni, loro agire, etc.
La Suspens of disbelief, tanto abusato concettualmente come mantra par pararse er culo è nantra cosa... non è quello che si chiede per rattoppare i giallastri recenti scritti per esempio da gente molto in gamba come la Barbato (Frammenti) o Vanzella (E poi non rimase nessuno) che comunque a livello di tenuta logica - E PARLIAMO DI GIALLI, MICA DI STATI DI LSD MULTICOLOR - di quanto DA LORO STESSI IMBASTITO (mica dal sillogismo cartesiano) fanno acqua come uno scolapasta sotto le cascate del Niagara :tc: :tc: :tc:

Ma questo è un discorso vecchio almeno quanto l'incapacità di chi non sa confrontarsi col passato di giganti che gli ha voltato le spalle, naneggiando ai suoi piedi per conclamata inferiorità... :roll:

[...]

Tornando nello specifico sull'albo e quanto detto prima:

baubau ha scritto:
perchè il contesto in cui la storia si sviluppa e in generale le regole che la storia detta sono COERENTI con sé stesse e non si contraddicono mai. La storia mi porta da una parte, chiedendomi di credere ad alcuni presupposti logici, e non usa mai trucchetti nè si contraddice per farmici restare dentro



Guarda, non voglio infierire sul promettente La Rosa, ma come riportato nel mio commento esteso, di incoerenze ce ne sono eccome e si contraddice da solo come il classico discolo beccato con le dita nel naso, a rovistarci dentro per l'imbarazzo una volta colto in fallo.

Non amo ripetermi, ma tutta la faccenda delle proiezioni NON TIENE affatto rispetto alla prima scena del naufragio iniziale. Nessun proiettore/lente è capace di rendere l'immagine del panfilo della premiata famiglia (p.10) in PIENO MARE a parecchie miglia dalla costa/palazzo, ingannando sia Dylan che Kinnell nella manovra che lo condannerà a morte, scatafasciandosi contro gli scogli.
Per gradire, again, tutta la faccenda della mysteriosissima isola completamente ignota (wow :o :o :o ) a cartografi e segnali radio-satellitari quando ci hanno costruito sopra un compound più grosso di Villa Certosa, avvistabile dal primo drone costruito coi punti del Famila nel 2020... puzza già di baggianata colossale, senza contare che Kinnell+Dylan la ritrovano con estrema scioltezza al primo tentativo già ad inizio albo, e Groucho basterà poco per rintracciarla a fine albo.
Infine - e la chiudo qui per non infierire - cosa straminchia c'entra con le immagini del passato ri-proiettate in loop Roald che tenta (pp.47-48) di uccidere Dylan ADESSO con la pistola salvo subito ravvedersi per mancanza di attributi? Un fantasma dal passato verso una proiezione futura pro-stati allucinogeni? O più semplicemente due pagine buttate lì che non c'entrano una mazza col resto della storia ed reali "poteri" del fantasticoso macchinario? :3

Questi, ma sono solo una sintesi, costituiscono parte di quei punti incongrui che uno come La Rosa deve affinare se vuole far elevare i suoi livelli di scrittura, e non trascinarsi nella patologica piaga dell'auto-contraddizione narrativa che finisce per sminuire i suoi stessi costrutti allestiti in precedenza, perdendo di credibilità autoriale, non in belief fideistico.

baubau ha scritto:
è evidente l'omaggio a un certo tipo di fantascienza un po' sbarazzina anni '70


Oltre a non rientrare ciò strettamente nei miei gusti, il romanzo originale è del 1940 :!: :!: :!:
Stiamo parlando dello scopiazzamento del vintage che si sovrappone al vintage di ancora prima. L'isola Misteriosa di Sclavi & Ambrosini (DD#23) prendeva spunto largamente da un romanzo d'epoca ma con quale appeal moderno e personalizzato, a livello autoriale? Una cosa è il copincollaggio meccanico, una cosa è saper trarre spunto per riproporre e riconfezionare (o riprojettare?) a distanza di quasi un secolo, con le dovute variazioni sul tema e sul contesto.
E su questo versante il buon La Rosa ci ha visto poco nell'ottica attuale (complice anche il clima vetusto e più Mysteriano conferito alla storia da Saudelli), rifugiandosi nel comodo copincollaggio di quelle idee, alquanto sterile... senza applicargli un reframe aggiornato o contaminato da spunti credibili verso l'epoca attuale, rispetto alla quale alcuni suoi costrutti/premesse ai tempi d'oggi sono quasi ridicoli.

Se il talento c'è... deve darsi una svegliata, con la sveglia impostata sulla data di oggidì... :roll:

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 Oggetto del messaggio: Re: #442 BIS - L'isola dai due soli
MessaggioInviato: gio lug 27, 2023 9:51 am 
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bertuccia ha scritto:
A me sembra che, per l'abbigliamento della donna, il riferimento temporale sia quello.
Se poi ci mettiamo che la copertina (come ho già detto), a me ricorda un tipo di fantascienza un po' vintage, le atmosfere ci stanno tutte.
Chiaramente dà un po' l'impressione di un Martin Mystere, ma non lo trovo così fuori contesto o out of character.

esattamente quello che intendevo, a parte che, oltre ai vestiti, è espressamente scritto che l'invezione è stata fatta negli anni 70

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 Oggetto del messaggio: Re: #442 BIS - L'isola dai due soli
MessaggioInviato: gio lug 27, 2023 3:35 pm 
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[quote="wolkoff"][/quote]
Sulla prima parte dell'intervento non ho assolutamente niente da ridire, anzi, sfondi una porta aperta.
Quello su cui non mi trovi d'accordo è nell'includere questo numero trai citati seviziatori e bistrattatori della sospensione dell'incredulità.
L'albo ho un'atmosfera e un tono sfacciatamente surreale e camp e se ne frega fin dall'inizio di fornire qualsiasi spiegazione razionale e realistica alla vicenda. Tutto è onirico fin dall'inizio e per questo il finale, che in una storia più cerebrale e realistica (stile barbato) sarebbe stato a dir poco deludente, qui invece risulta benissimo inglobato e inserito nel contesto e nel registro stilistico. Il focus del finale è il
Spoiler!
tentativo di ricreare una vita fittizia, da parte di un padre incapace di accettare la morte come cosa naturale e spontanea
, il fatto che sia fatto con un macchinario fantascientificamente camp è perfettamente in linea con il resto della storia. La maturità sta nella vicenda UMANA dei personaggi, l'immaturità della soluzione fantascientifica è ovviamente voluta e perfettamente integrata nel contesto.
Per questo dico che Saudelli, che adoro, è stato scelto alla perfezione per questo tipo di storia.

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MessaggioInviato: gio lug 27, 2023 7:00 pm 
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Ma camp de che :?: :tc: :?:

Camp-ato a tirare su un canovaccio di un romanzo di 8 decenni fa, che è tutto tranne camp?
Questo è un altro di quei termini abusati nello sproposito, fino ad esaurirne qualsiasi significato nel suo accostamento forzoso alla bisogna... :roll:

La storia non ha nulla di eccessivo o rapsodico di per sé. Anzi, prosegue linearmente su due registri abbastanza chiari sin dall'inizio (quello dell'enigma mysterioso in modalità lonely Dylan castaway e quello del drammone familiare). L'unico frame surreale è quello delle visioni che pensa di avere Dylan a causa delle radiazioni, ma anche quello verte verso una logica interna - le immagini registrate a suo tempo e poi riprojettate dalle lenti. Razionalmente definibile col senno del poi, specie dopo aver inquadrato i "poteri" del fantamacchinario. Persino la Morte si adatta a questo indirizzo, intercalando/suggerendo papale papale lo spunto sulla ricerca della "vita riproducibile▶️" per sconfiggere certe fatali defunzioni.

Quindi, lo ripeto, visto che mi sembra tu non abbia compreso... la fantomatica "suspension of disbelief" buona per tutte le stagioni non c'entra quasi nulla col finale pataccaro macchinario-centrico, con l'appeal vintage non riadattato al presente da un romanzo iperscopiazzato del 1940, e con le varie incongruenze (di cui ho citato solo una parte) su cui inciampa la logica degli eventi. E la puerilità da d-movie à la Scooby della risoluzione finale è ben altro fuorché un fantasy camp azzeccato.

Credere (o raffigurare) che una rana possa sbranare un coccodrillo presume "sospensione d'incredulità".
Far credere che tutta la popolazione sulle rive del Nilo lo dia per scontato da secoli è far affogare in una sospensione di idiozia sgorgante dalle sue lacrime il povero coccodrillo, che non sa più per cosa piangersi addosso a causa delle sillogi decantate contronatura dagli ominidi insipiens :tc: :tc: :tc: .

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MessaggioInviato: ven lug 28, 2023 1:21 am 
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Iscritto il: sab feb 04, 2023 2:21 pm
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Per me, ripeto, il finale non è affatto pataccaro, ma ben integrato con l'atmosfera e con il senso che La Rosa ha dato alla storia fini ad allora... anzi, il fatto di avere a che fare con un macchinario così improbabile e impossibile, rende ancora meglio
Spoiler!
la disperazione del padre e quanto questo fosse disposto a perseguire una strada improbabile e impossibile, pur di non arrendersi all'inevitabile
. Poi si può anche ammettere che la risoluzione del tipo "spariamo alla macchina" è abbastanza frettolosa e si poteva inventare qualcosa di meglio.
Riconosco, come già detto nel mio primo commento, i limiti della storia, in particolare il suo essere troppo lineare e diretta, senza chissà quali scossoni o livelli di complessità.
Però le atmosfere che è riuscita a creare erano anni che non le rivedevo su dylan (tolti i soliti noti bilotta, ambrosini e in parte enna) e sono queste le cose che, ormai, cerco su questo fumetto.
(Quando la barbato o qualcun altro ricominceranno a scrivere trame avvincenti, stimolanti e a prova di bomba, ne riparleremo. Per ora mi sta benissimo una trama ricca di baracconate, ma coerente con se stessa e che rispetta le atmosfere tipiche della serie e il personaggio).

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MessaggioInviato: ven lug 28, 2023 3:01 pm 
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wolkoff ha scritto:
Camp-ato a tirare su un canovaccio di un romanzo di 8 decenni fa, che è tutto tranne camp?

ma che c'entra? l'albo colloca i fatti negli anni 70, mica è la riproposizione del romanzo

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