Ciao a tutti, scusate il ritardo nella risposta ma sono appena rientrata da una lunga trasferta al Tohorror di Torino.
sonoio ha scritto:
io approfitto della prima opportunità che ho per fare una domanda a un'autrice di Dylan Dog per chiedere (dando del lei per educazione):
- quanto pensa che la visione esistenziale di Sclavi sia importante all'interno del personaggio Dylan Dog e dell'universo dilandoghiano in generale?
e, corollario:
- si ritiene in qualche modo vicina a quella malinconia (a volte tristezza e disperazione) che traspare dal Dylan Dog sclaviano? O, comunque, cerca artificialmente di ricostruirla? Oppure niente di tutto questo?
grazie.
Sclavi è un Credo.
Penso che la malinconia sia una parte imprescindibile di Dylan Dog. Le storie che mi hanno formata, che sono diventate ossessioni per me, che mi hanno fatta crescere, sentire parte di qualcosa di più grande, sono quelle che ne sono intrise. Una malinconia mai cercata, mai creata a tavolino, ma profonda, viscerale. Credo sia impossibile crearla artificialmente.
Ilnomeutenteinserito ha scritto:
per quanto riguarda quest'albo, faccio una domanda anche io: come mai la scelta di inserire il discorso sulla Gioconda? chiedo perchè l'ho trovato fuori contesto, l'avrei capito in un romanzo in cui non c'è un limite di pagine a disposizione, quindi si può pure divagare, anzi spesso è anche piacevole, ma qui parliamo di un fumetto di 98 pagine. Forse potevano essere utilizzate per la storia.
Quando ho scoperto la vicenda di Peruggia, l'ho trovata straordinaria, talmente surreale da non sembrare vera. Perfetta per essere inserita come aneddoto all'interno di un albo su Parigi, con varie scene ambientate al Louvre, coinvolgendo uno dei quadri più enigmatici di sempre. Fa parte della storia, allo stesso modo dei paesaggi parigini o della visione di Maria Antonietta condotta alla ghigliottina, dando spessore al personaggio del custode e allo stesso tempo un po' di respiro all'azione prima del finale. Ho cercato di raccontare un set inedito per Dylan senza che fosse solo uno sfondo per la vicenda, per dare (nei limiti delle 94 tavole) la sensazione di una città che respira.
JMZ ha scritto:
presumo che la Baraldi (ciao Barbara, benvenuta) abbia voluto pigiare sul fatto che di fronte agli smartphone i giovani d'oggidì non si accorgono di cosa gli accade intorno.
Assolutamente sì, ma non solo i giovani d'oggi! Ne ho personalmente "pieni i bauli" di gente anestetizzata dal cellulare, che cammina o guida (pericolosamente) mentre messaggia/telefona.
Ittosan ha scritto:
Se leggi molti albi storici, Dylan non è affatto un uomo d'azione, non fino a questo punto almeno.
Per non essere un uomo d'azione se la cava piuttosto bene in tutte le situazioni in cui è necessaria l'azione per la sopravvivenza, fin dall'Alba. Fermo restando che la scena segue il tono grottesco della storia.
Cita:
La valutazione si alza in quanto l'autrice spiega quale erano le sue intenzioni, emozioni nello scrivere l'albo. Così in qualcosa mi ha convinto. Quando studiavo mi ricordo di essermi innamorato di alcune poesie solo perché il prof. nella sua spiegazione riusciva a trasportarmi dove nella mia semplice lettura non arrivavo...boh forse ho delle difficoltà mie, ma adesso che rileggo l'albo l'apprezzo molto di più...e cmq vedo che questo albo sta portando molte discussioni, quindi qualcosa di positivo c'è...
Ti ringrazio! Sono felice che alcuni utenti abbiano la curiosità di conoscere la mia "lettura" della storia, anche se l'unica lettura che conta davvero è quella... del lettore.