Ho preferito finire anche il seguito della storia su Dampyr, per avere un'idea più precisa della portata del progetto.
Premetto che le testate Bonelli che personalmente rientrano più nei miei canoni di lettura sono Dylan Dog, Morgan Lost, Le Storie e appunto Dampyr. Ho letto svariati numeri di quest'ultimo, principalmente i primi 50-60 e molto saltuariamente acquisto qualche albo, quindi in linea di massima credo di conoscere il taglio e l'universo narrativo di questo fumetto. Come già detto da altri in modo migliore e più esaustivo, l'horror del primo Dylan è si splatter come nei film di Romero, ma anche più introspettivo, metaforico e onirico rispetto a quello di Harlan, decisamente più tangibile e contestualizzato, ricercato, non è un caso che gli autori basino l'accurata continuity di Dampyr e lo sfondo dello scontro con i maestri della notte su credenze popolari, folklore e riferimenti letterari e storici . Anche Dylan lo ha fatto in passato, per carità, ma a mio modo di vedere sono proprio due approcci diversi, neanche facili da accostare e lo si nota tutto in questi due numeri.
Quella di Arriva il Dampyr è una buona storia, arricchita anche da un comparto grafico che da solo vale l'acquisto dell'albo, che si lascia leggere volentieri, dal ritmo serrato e che , tutto sommato, risulta anche più leggibile e godibile rispetto al seguito sull'altra testata (questo al di là della preferenza dei personaggi). Secondo la mia modestissima opinione, forse la storia è leggermente sbilanciata verso un taglio dampyriano, l'antieroe Dylan fatica un po' a ritagliarsi un ruolo determinante in un contesto puramente d'azione. Come ha detto qualche altro utente anch'io ricordavo Harlan Draka più melanconico, un eroe tormentato più che uno spaccone da action movie, ma non so quanto sia evoluto nella storyline. Forse avrei apprezzato un legame più empatico e profondo tra Dylan e Harlan, anche perchè da un certo punto di vista sono entrambi figli di un universo soprannaturale, in lotta con i propri demoni più o meno interiori. Comunque tra i due pretendenti, il terzo vince, ovvero Groucho, molto efficace. Detto questo, il risultato mi sembra riuscito, è un numero divertente, come deve essere un incontro straordinario di questo tipo. In alcuni punti forse è un po' forzato, ma i crossover non sono mai di facile gestione.
Sulla faccenda della strategia di marketing della copertina non entro in merito, ognuno fa le sue scelte, la Bonelli non forza nessuno. Probabilmente anche solo qualche dettaglio che differenziasse i due albi, al di là della sola copertina, sarebbe stato gradito. Non so, un editoriale diverso, una pagina di bozze di disegni, insomma roba del genere, probabilmente avrebbe stuzzicato anche il lettore casual .
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