Cravenroad7

Cioè pensi che Manara lo ha fatto gratis?!?!

Quoto (appassionatamente) Goblin e Wolk sul problema del "politicamente corretto".
Grazie ad un ottica meno maliziosa all'epoca (azz... già parlo di "epoca") determinati film comici funzionavano, e idem per certi fumetti e cartoni. E come al solito mi preme citare i Simpson, affondati per grado, oltre che per la mancanza di idee e tentativi di rinnovamento che non portano da nessuna parte, anche per il fatto che a un certo punto certe etnie si sono sentite oltraggiate: il "caso Apu", personaggio che secondo certe volpi - di un acume mostruoso - non rispecchierebbe il tipico indiano. Grazie al piffero: era un elemento comico, una caricatura, ma è stato visto come "oltraggioso". Inutile specificare che presto gli italiani si sentiranno oltraggiati da Luigi Spaghetti e Tony Ciccione, i messicani dall'Uomo Ape, gli ebrei da Krusty. Insomma, facciamo rimanere solo il Piccolo Aiutante Di Babbo Natale e Palla di Neve, salvo non ci siano petizioni da parte di cani e gatti.
A un certo punto ci si è dimenticati del significato di "sana goliardia", di intrattenimento fine a sé stesso.
Qualche volta anche di quella etichettabile come "provocazione" che merita di essere trattata come tale.
Ogni parola ha iniziato, per gradi, ad essere passata ai raggi x.
Oggi chi sta per dire "ebr..." (magari tentando di dire la parola ebbro) si becca dell'antisemita; se dici "caz#o" vicino a una "fanatica" ti denuncia per uso improprio del genitale maschile e molestie (con tutto il rispetto - assoluto e incondizionato - per le donne che hanno subito molestie veramente. Nel mio campo - artistico - ho spesso usato i miei mezzi per denunciare certi scempi); le olive presto non saranno più verdi o nere, ma verdi o "di colore"...
Le esagerazioni fanno male a una società. Al quieto vivere. Spero che finisca l'epoca in cui ogni virgola deve essere presa troppo sul serio e messa sotto la lente di ingrandimento...

è difficile farmi capire da te,
so benissimo che celentano ha pagato milioni per quel progetto.
ma quindi può anche essere che vasco senza pagare niente facesse piacere essere su una copertina di dylan dog. ma è solo un ipotesi magari è come dici te che si è fatto pagare lui profumatamente.

Il problema di base è che, senza intavolare una discussione di semantica dell'ironia, il dileggio scherzoso-non offensivo parte dalla distinzione. Di primo impatto/superficie, a livello di caratteristica che il s-oggetto X possiede e che Y evidenzierà in chiave ridicola, ma non derisoria. Per questo in un (fittizio, tipo film) pub di camionisti non apostroferanno mai un avventore vestito da drag queen perché tifa Juventus nei weekend o non sa andare in bici causa segreto trauma infantile... ma si baseranno su altro se vogliono scherzarci sopra.
Di questi tempi ogni cosa/essere ambisce proprio a distinguersi, ma quando qualcuno glielo fa notare per sdrammatizzarci sopra, si irrita o si atteggia a vittima indignata.

Se io dico 'ignorante' ad uno studente bianco in deficit sulla preparazione, anche se suo padre insegna alla Bocconi e sua madre lavora per Emergency, non succede nulla.
Se lo dico ad un suo collega di colore, che come lui non era preparato, passo per razzista e mi può piantare grane a livelli superiori.
Se Sclavi scrivesse ancora qualcosa in tema, capirebbe come la nuova 'caccia alle streghe' parte da questi atteggiamenti oscurantisti ed ipocriti che fomentano il livore comune, aggirando le reali problematiche.

una cosa recente è che a “tale e quale show” si sono indignati per le esibizioni con la faccia colorata di nero per i cantanti black.
allora Conti ha deciso di assumere una cantante di colore che interpreterà solo lei i cantanti di colore .
la cosa bella è che questa tizia ha detto che ha anche origini orientali oltre che africani , quindi questa ha il monopolio delle esibizioni per i cantanti orientali e black ...
... è ridicolo

Fare l'offeso è il nuovo trend post-millennials .
D'altronde il Rrobe ha anticipato i tempi, venendo qui sempre ad atteggiarsi in quella posa per il bene del suo egorticello.

Avete tutti perfettamente ragione... ed è deprimente. Non per voi, ci mancherebbe altro! Ma proprio perché è il triste specchio della società contemporanea.
Paradossale poi che un fumetto come Dylan Dog avrebbe tutte le carte in regola per essere avanti sotto questo aspetto, andando controcorrente e facendo sentire la voce di una componente sociale stanca del "politically correct" ad ogni costo, e invece è quasi il capofila fumettistico della melassa attuale. Potrebbe diventare un nuovo fumetto d'avanguardia proprio per la sua costruzione (iniziale) di personaggio antieroe e ci ritroviamo la mascotte del MOIGE.
Del resto basta vedere le differenze.
Sclavi scriveva "Caccia alle streghe".
Recchioni "Oggi sposi".
Insomma... rispettivamente nutella e ... (fate voi).
Ammetto comunque che il primo a iniziare questa discesa verso le smancerie dylandoghiane è stato proprio Sclavi (in accoppiata con Marcheselli) ma la sostanza non cambia. Dylan Dog è stato sempre ben oltre che un idiota che si sposa con l'assistente baffuto come "scandalosamente" ( ) ha voluto far credere la piaga recchioniana.

Oggi, dopo quasi 30 anni, possiamo finalmente rispondere alla storica domanda dell'ultima vignetta di "Caccia alle streghe":

<< Riuscirà Dylan Dog a salvarsi dagli inquisitori?>>

NO

PS Dopo averlo scritto, per curiosità (e perché mi voglio male) sono andato a rivedere l'albo "Oggi sposi". Dopo averlo sfogliato, contemplato la ridicola copertina e aver letto le parti salienti, posso asserire senza alcun dubbio che è la cosa più imbarazzante che abbia mai letto in un fumetto. Proprio ho una certa difficoltà a far sopportare alla mia vista e al mio cervello, quella roba. Ma che abbiamo fatto di male, noi dylandoghiani, per meritarci questo?

D'accordo - e non potrebbe essere altrimenti - con Wolk, Goblin e Lord Blendings, che ancora una volta hanno centrato perfettamente il punto.
Per quanto riguarda "la storica domanda" (citata da Lord), Dylan è stato ucciso dagli inquisitori lentamente, ormai da tanti anni.
Caccia Alle Streghe fu una risposta a Sclavi a chi accusava certi fumetti di "turbare i giovani" (periodo della famosa interrogazione parlamentare).
Inizialmente la cosa sembrava essere filata liscia; sembrava che in qualche maniera se ne fossero sbattuti le balle (tant'è che poco tempo dopo Caccia Alle Streghe abbiamo avuto albi come Armageddon e Il Tagliagole, tripudi dello splatter) ma non è stato esattamente così.
Penso che qualcosa abbia iniziato a marcire lentamente. Che abbiano riflettuto sul fatto che Dylan Dog poteva funzionare anche "evitando grane".
E infatti lentamente le cose non sono state più le stesse. Tutto, gradualmente, è divenuto edulcorato.
Pensate a "Il Tunnel Dell'Orrore"... l'uccisione indiscriminata di quei bambini al luna park.
Nulla di particolarmente compromettente o pericoloso per il lettore. Diamine, è solo finzione (come la famosa scena iniziale di Distretto 13: Le Brigate Della Morte di Carpenter. Stessa cosa).
Ma è roba che non ritrovereste MAI nei Dylan Dog attuali.
Magari ci trovate un sermone su quanto sono belli i fiori, la natura... qualcosa che "possa far riflettere" (ehm), che possa mostrare quanto il nostro è un elemento mancato della serie La Casa Nella Prateria. Ma nulla che possa ipoteticamente "infastidire".
Tante cose sono cambiate. La società è cambiata. E con essa anche la testata in questione.
In un'epoca ipocrita, dove tutto è tabù, persino Dylan Dog (la testata) cerca di non pestare i calli a nessuno, beandosi nel suo piccolo orticello e vivacchiando attraverso storie blande.

Il punto è la scelta: se il "potere" ti mette davanti ad una scelta per il futuro della tua carriera, questa è già una forma di violenza.
Per quanto riguarda le storie, sono blande, anonime, senza guizzi. Tutte le ragazze della Baraldi dicono di essere sbagliate, ma vi pare? (Grazie Keanu, rido ancora).
Anche Sclavi tirava su dei pipponi moraleggianti mica male, però sapeva raccontare.

Non ringraziare me, ringrazia la Baraldi, che quando vuole sa essere una cornucopia ubertosa di clichè!

Delle tre storie del ciclo, questa è l'unica che funziona, oltre ad essere la più aderente alla canzone di riferimento e quella disegnata meglio.
Peraltro, la concezione di horror e la poetica della Baraldi sono quanto di più lontano dai miei gusti: se non fossi un collezionista di Dylan Dog, non avrei alcun interesse a comprare e leggere storie di questo tipo, per quanto "sentite" e ben confezionate possano essere.

Cine-OT (ma neanche tanto)

Alla Baraldi consiglio di vedersi questo folle film appena uscito (Titane, Palma d'Oro a Cannes) se vuole capire davvero qualcosa di ragazze "sbagliate" in ambito dylaniabile.

Nella colonna sonora c'è Caterina Caselli al posto di Vasco, eppure ci si avvicina con merito a Cronenberg e un po' a Neon Demon .

proseguendo nel recupero dell'arretrato dico subito e rapidamente: buona prova della Baraldi. Si vede che sono temi a lei cari e che sa quindi trattare in maniera idonea. Brava lei e fantastico Furnò, con disegni stupendi e soluzioni che colpiscono come devono.

nel complesso trilogia promossa, compresi gli inserti che ho trovato sempre interessanti

Storia che inizia in stile "Il Detenuto" (Dylan modalità carcere), continua come "L'Ultima Risata" (la sequela di personaggi assurdi), e non manca di citare "Anna Per Sempre" (la trafila di scene mute). E, stranamente, al contrario di Anna Per Sempre, qui il giochetto funziona, perché non puzza di furbata. Così come ho trovato stucchevole la sequenza muta sul 404 (e, tra l'altro, è l'unica parte che a conti fatti funziona: almeno Dylan non dice putt@#ate), ho trovato questo escamotage della Baraldi ben piazzato.
Certo citare per ben due volte Recchioni (404/406) non ha molto senso, ma nel complesso la storia non è malaccio.
Non vi è una trafila asfissiante di dialoghi (vedasi Barbato), e per scorrere - la storia - pare che scorra.
L'argomento - IMHO - non è esaltante. Niente che tenga incollato a queste 94 pagine. La rottura di scatole è sempre dietro l'angolo. Ma tutto sommato, più o meno, funziona. Più o meno. Di sicuro, incredibile a dirsi, una delle storie più riuscite della Baraldi.

Notevoli i disegni di Furnò. Insieme ai Cestaro (e a un Carnevale che purtroppo ha fatto solo capolino nella testata), tra i migliori illustratori "realisti" ad aver contribuito recentemente alla serie. Dylan è disegnato divinamente, e così Jenny, i villains...
Deliziato dal suo tratto, spero di rivederlo presto all'opera sulla regolare.

jenny
sono tornato al punto di partenza, come quasi 10 anni fa quando abbandonai (per un pò) dylan dog e il forum....
questo albo è oggettivamente l'unico decente della trilogia e i disegni di furnò sono splendidi da 10 in pagella con lode
peraltro sono uno dei pochi qui dentro ad avere stima della baraldi, almeno due sue storie mi sono piaciute molto...
ha scritto storie indifendibili come "gli anni selvaggi", ma anche nelle storie più mediocri c'ho sempre visto qualcosa...
l'autrice ha ormai una poetica riconoscibile, ci sono citazioni inserite nel modo giusto (alcatraz, debbie harry, psycho)
quindi comprendo perfettamente tutti quei voti tra il 9 e il 10 che vedo nel sondaggio, ma questo dylan non mi prende...
mi sento a disagio come ai tempi di "l'assassino della porta accanto" (buona storia che adesso rivaluto e rimpiango)
a parte che è la solita lagna, dopo il detenuto, sally, albachiara, anna per sempre... classica storia della gestione rrobe
quasi muta con la scusa che è musicata, filosofeggiante, fondamentalmente ruffiana con dylan eterno adolescente...
legittima scelta editoriale, si punta sui lettori più giovani... ma avverto un senso di vuoto... poi basta con 'sti nazisti...
i soggetti delle copertine di de tommaso sono imbarazzanti, però bisogna ammettere che la tecnica è sopraffina
bella e basta l'ultima copertina di cavenago artista non capito in questo forum...
non sono un suo fan, ma ho trovato gradevole l'intervista a rossi

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