"In fondo al male" mi era piaciuto,e parecchio.Imperfetto,irrisolto...ma grande fascino,ottima sceneggiatura e caratterizzazioni,atmosfera suggestiva.Ottime premesse per Ratigher.Quindi ero curioso e timoroso allo stesso tempo verso questa sua nuova prova.E devo dire che anche in questo caso,Ratigher si conferma un'autore piu' che interessante e assolutamente interessato a costruire una storia con cura,con tocco e visione personale. POSSIBILI SPOILER La sceneggiatura e' appunto curata,ben strutturata e con un'idea di base semplice,e allo stesso tempo surreale.Perche' non e' tanto sulla trama,ma sulla narrazione e sul meccanismo narrativo che si basa "Graphic horror novel".Un gioco di incastri orchestrato con furbizia e divertimento,che magari non riuscira' a farsi capire subito,e da tutti.Ma che con la corretta chiave di lettura,difficilmente credo non si fara' apprezzare.Dicevo,gioco di incastri...storia che si racconta nella storia,due piani narrativi diversi legati dal personaggio dell'autore protagonista. Personaggio simbolico,da meta fumetto,e che identifica volutamente gli autori di Dylan stessi.Immagino gia' gli sguardi indignati e le critiche gratuite ai vari ammiccamenti,strizzatine d'occhio,battute autoreferenziali.Quelle cose magari irrilevanti,a volte superflue...ma che fanno impazzire i lettori piu' annoiati e incapaci di godersi la lettura.E cosi' sara' anche per questo. Il terzetto dei disegnatori e' necessario proprio per dividere in qualche modo la narrazione e le sequenze.Dalla parte delirante di Bacilieri,a quella piu' ordinaria,rassicurante e lineare...e sono sicuro che sia voluto l'effetto,di Montanari e Grassani. Nel mezzo,una trama non originale e gia' vista...con tanto di possessione,di demoni che fa tanto Pasquale Ruju per molti aspetti.Ma quello e' il racconto dell'autore mediocre.Un'autore mediocre che racconta una storia mediocre,e poco convincente,con elementi da trashone di dubbio gusto. Tra l'altro,l'autore bravo che per essere tale,deve farsi possedere...scatena una certa ironia,e mi fa tornare in mente il Bill Murray dei "Ghostbusters".Ma vabbe'... Quindi,in sostanza...albo che si presta al gioco metafumettistico,rompendo la quarta parete e diventando strumento del personaggio dell'albo stesso.Dylan,e' ospite.Un ospite tuttavia,necessario. Prologo da antologia,finale simbolico.
Bravi tutti.
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