Ancora peggio di una storia senza un perché o senza un'idea/significato, c'è una storia con un perché o un'idea/significato bigotto e moralista ed un intento pedagogico.
Cosa ci sarebbe di bigotto scusa?
Bigotto – Di persona che mostra zelo esagerato più nelle pratiche esterne che nello spirito della religione, osservando con ostentazione e pignoleria tutte le regole del culto http://www.treccani.it/vocabolario/bigotto/
La figura di Rania vuole dimostrare l'esatto opposto di significato ovvero di una islamica moderata che se non fosse per il velo manco lo sapremmo che è di fede musulmana di fatto. Il tema religione qui viene affrontato proprio per smontare i luoghi comuni di fondamentalismo religioso legati all'islam. Se Simeoni avesse demonizzato l'islam nel suo insieme per salvaguardare i valori cristiani quello si che sarebbe stato un messaggio bigotto da parte sua.
Capisco le critiche, ma non usiamo le parole a caso per cortesia. Non si può usare una parola in senso lato, se poi ha il significato esattamente opposto di quello che l'autore cerca di trasmettervi eh! A meno che l'intento non sia quello di comporre un antifrasi apposta per fare sarcasmo, ma non è questo il caso.
Non capisco poi perchè disturbi cosi' tanto il fatto che al personaggio di Rania dia legittimamente fastidio il fatto che venga associata a una terrorista o fanatica non integrata. Guardate che quella che ricevono i musulmani oggi in italia, sopratutto per colpa dell'ISIS è una tristissima realtà attuale dove troppe persone fanno accuse populiste gratuite (alla pari dei numerosi "via gli zingari, rom e immigrati dal paese!"), dove il fumetto Dylan Dog va invece controcorrente a questo populismo becero donaldtrumpesco & matteosalvinista, ricordando che ci sono realtà che non possono essere banalizzate o semplificate con generalizzazioni grossolane che sfociano poi nel razzismo xenofobico.
Capisco che possano dare fastidi approcci moralistici anacronistici, ma qui stiamo parlando di un serissimo problema politico e culturale che non è mai stato cosi' vivo e attuale in Occidente quanto in questi anni proprio. E secondo me, la sensibilità con cui gli autori cercano di approcciarsi a questi temi, merita rispetto. E non capisco nemmeno perchè se è Sclavi a trattare di certe problematiche allora va bene, anzi è un grande appunto per questo, ma se sono tutti gli altri a farlo, allora è solo la lezioncina moralistica del giorno.
Lux
Un problema che ho "registrato" nel tuo approccio al mondo del fumetto, lux, è che tu pensi che i fumetti siano praticamente dei manifesti di un pensiero sociale, di un ideale, di un credo o che abbiano valore pedagogico.
Il problema è che questa è solo una delle mille sfaccettature del medium fumettistico o dell'arte in generale. Dove tu vedi un certo tipo di omofobia latente dovuta all'assenza di figure omosessuali positive o neutrali nell'altro topic, o dove vedi qui il problema dell'Islam che va affrontato attraverso Rania, io vedo solo lezioncine fini a sé stesse, gratuite e male affrontate.
Come dice bene Julius, Sclavi era capace di non rendere pacchiano e moralista il Dylan personaggio e la Dylan testata (e a volte ci cascava pure lui, eh). Ad oggi si è dimenticato l'uso della metafora o del simbolismo, tutto è letterale, tutto è didascalico e diretto, e sopratutto Simeoni cerca infarcire le sue storie di critica sociale grezza, non sublimata. Un giorno ce l'ha coi poliziotti, un giorno con i razzisti, un giorno con i ricconi che voltano la faccia dall'altra parte quando un senzatetto chiede spiccioli.
E' lo specchio dell'Italia di Barbara D'Urso o dei politici che si riempono la bocca di belle parole (razzolando male, poi)
Conoscendolo avrà delle storie sull'ambientalismo e sulla sperimentazione animale in canna, perché sono argomenti obiettivamente facili. Non credo di aver bisogno di lezioni di morale da parte di altri, a ventisei anni, men che meno così sempliciotte e così "bianco e nero". Se Simeoni crede che i fumetti siano la semplificazione della realtà è un affare suo, non mio.
Oggetto del messaggio: Re: #354 - Miseria e crudeltà
Inviato: mar mar 01, 2016 2:45 pm
Iscritto il: gio ott 26, 2006 8:53 pm Messaggi: 2493
Se prendi Dylan Dog e gli togli horror, ironia e surrealtà, cosa resta? Un giallo banale come Miseria e crudeltà. Purtroppo non è neppure un buon giallo, perché è prevedibile, inverosimile, noioso e pieno di menate moraliste. Simeoni sarà il Ruju del nuovo corso?
Tanzillo non mi ha convinto. Con le mezze tinte di Abissinia (Le Storie) aveva fatto un ottimo lavoro. Qui, invece, mostra uno tratto incerto e poco riconoscibile, che cambia da una vignetta all'altra senza che ve ne sia una ragione. Le tavole, troppo scure e affollate, appesantiscono la lettura di una storia che già di per sé è tutt'altro che scorrevole.
EDIT:
Drake 2.0 ha scritto:
Come dice bene Julius, Sclavi era capace di non rendere pacchiano e moralista il Dylan personaggio e la Dylan testata (e a volte ci cascava pure lui, eh). Ad oggi si è dimenticato l'uso della metafora o del simbolismo, tutto è letterale, tutto è didascalico e diretto, e sopratutto Simeoni cerca infarcire le sue storie di critica sociale grezza, non sublimata. Un giorno ce l'ha coi poliziotti, un giorno con i razzisti, un giorno con i ricconi che voltano la faccia dall'altra parte quando un senzatetto chiede spiccioli.
Oggetto del messaggio: Re: #354 - Miseria e crudeltà
Inviato: mar mar 01, 2016 5:20 pm
Iscritto il: mer feb 17, 2016 5:26 am Messaggi: 110
Cita:
Un problema che ho "registrato" nel tuo approccio al mondo del fumetto, lux, è che tu pensi che i fumetti siano praticamente dei manifesti di un pensiero sociale, di un ideale, di un credo o che abbiano valore pedagogico.
Si, io credo che Dylan Dog rappresenti anche, tra le altre cose, questo. Ma banalmente, perchè sono le stesse persone che scrivono di Dylan Dog a fare esplicitamente questo (e in. Cioè la mia non è solo un'opinione : è proprio un fatto. O pensi che un fine intellettuale come Umberto Eco, non il primo qualunque, lo abbia citato tra le sue letture preferite assieme alla Bibbia ed Omero solo per le storielline di splatter, morte e gialli di dubbia trama?
Non solo, ma ti rivolto, e rivolgo anche a tutti gli altri, provocatoriamente, la domanda : sono io che fraintendo Dylan Dog o voi che non siete in grado di capire cosa gli autori e i curatori nel loro insieme vogliano trasmettere per mezzo di Dylan Dog e di cui per questo vi lamentante con loro nove volte su dieci quando vengono affrontate questioni sensibili e controverse? Non è che Dylan Dog vi delude cosi' spesso proprio perchè fraintendete continuamente che cosa vi aspettate come contenuti da questa testata come pensata da coloro che lo curano e vi scrivono?
Io è dal numero 1 che lo leggo. Non ne ho letti tutti, ma abbastanza per farmi un'idea generale e di immedesimarmi nelle intezioni dei vari autori, da Sclavi alla Barbato a Gualdoni fino al qui disprezzato Simeoni. E ci vedo, un'unità di intenti, un enorme e lungo fil rouge che accomuna tutti quanti prima o poi e che lega l'opera ad un grande percorso continuativo che non ho mai visto perdersi : E non è l'horror,il thriller, il giallo, l'azione, l'occasionale divertissement. E' proprio quella volontà di fare denuncia sociale, trasmettere insegnamenti di vita, visioni del mondo spesso melanconiche e crudeli che dissacrano i valori, il sistema, il conformismo sociale. Questo è il Dylan Dog che leggo e sfoglio, quello che ti costringe a riflettere, che mette in discussione, surreale, criptico, che stravolge, dissacra e reinventa continuamente perfino se stesso, che ti fa suscitare l'orrore non dai demoni e dai fantasmi, ma dalla tremenda e reale quotidianità.
Visto in quest'ottica a me Dylan Dog non è che non piace quando veicola idee, pensieri, valori. Non mi piace quando è vuoto e l'autore non riesce a trasmetterti il benchè minimo nulla.
E io credo che ci sia un bias legato al fatto che solo ciò che Sclavi abbia scritto di Dylan va bene, perchè è lui il creatore del fumetto. E dunque, come è tipico, si tende ad avere un atteggiamento conservatore nel non riuscire a considerare canonico qualsiasi altro autore che fa qualcosa diverso da Sclavi o comunque inevitabilmente inferiore.
Comunque abbiamo evidentemente delle sensibilità diverse sulla comprensione del fumetto quindi non insisterò oltre su questo punto
Lux
_________________ «Conosco la mia sorte. Il mio tempo non è ancora venuto. Alcuni eroi nascono postumi.» (Friedrich Nietzsche)
'spetta, che Dylan Dog abbia avuto qualcosa da dire nei tempi d'oro è chiaro e lampante, è questo che lo differenzia da ciò che è ora. La sensibilità nella lettura e nella comprensione di un testo penso di averla, e proprio per questo (e perché conosco il potenziale del medium fumetto) quando vedo roba mediocre e tagliata col machete mi lamento.
Frega niente che Sclavi abbia inventato o meno Dyd, frega che sia stato capace di raccontare e parlare del suo modo di vedere le cose attraverso figure retoriche, attraverso il simbolismo (mannaggia a quando la gente ha dimenticato la sua importanza, qui in Italia), le metafore, le citazioni non fini a sé stesse ma veicolanti messaggi ed interi mood o suggestioni.
Si può parlare di una società tentacolare che ci controlla, attraverso l'utilizzo dell'archetipo del vampiro o quello dei messaggi promozionali subliminali, senza tirare in ballo frasi da quattro soldi (e anche da quattro soldi è una frase stantia e strabusata) o multinazionali che letteralmente controllano la gente col denaro o col potere.
La denuncia sociale è sempre stata una piccola parte, ed è sempre stata camuffata d'altro. Il mostro della storia non è il mostro reale, ma uno specchietto per le allodole (altra frase fatta, brr) che attrae e distrae per poi colpirci con il mostro reale, sociale, metaforico.
Un uomo che vive la stessa giornata all'infinito simboleggia la ripetitività della vita quotidiana, una delle possibili cause della depressione. Questo viene usato al posto del personaggio depresso che non vuole essere aiutato, di tutti i luoghi comuni sulla depressione, sulla solitudine, sulla società spersonalizzante, delle relazioni umane che si fanno via via più rare e tutto il malloppone.
Se tutto fosse in bianco e nero, con i buoni oppressi e bianchi, e tutti i cattivi oppressori e neri (per carità, non il colore della pelle) si assisterebbe ad un enorme passo indietro. Se i personaggi buoni fossero tutti retti e giusti, se ogni loro discorso riguardasse l'agire bene o fare la ramanzina a chi vitupera le minoranze o, semplicemente, chi è diverso, cascherebbero le palle di molti (in primis le mie).
Non è questione di minore o maggiore sensibilità, ma di finalità. La finalità moralistica è limitante.
Oggetto del messaggio: Re: #354 - Miseria e crudeltà
Inviato: mar mar 01, 2016 8:43 pm
Iscritto il: gio lug 28, 2005 10:13 am Messaggi: 2764
Goblin ha scritto:
Il problema di questo rapporto e' che carpenter dovrebbe accorgersi che rania fa il doppio gioco e distruggere dylan una volta per tutte , invece sta nel limbo. Seconda ipotesi rania che aiuta dylan non ha senso , perche' ? Dato che il suo capo lo odia , forse contravviene ai segreti investigativi , potrebbe essere incriminata , e sembra rifiutare dylan in alcuni momenti in altri no , quindi perche' ? E' chiaro che la situazione e' ambigua.
A me sembra che in una finzione letteraria questa inusuale cooperazione ci stia, magari Rania non ama particolarmente i metodi e i modi di Carpenter e si comporta un po' come un cane sciolto, scegliendo in certi casi di aiutare/farsi aiutare da Dylan. E' chiaro che sia anche preda del fascino del Nostro, non tanto per i suoi modi da perpetuo infatuato, che in realtà la allontanano, quanto per la sensibilità, l'onestà e la rettitudine nel combattere il male. Nemmeno Bloch aveva poi tutti questi diritti di far scivolare dettagli delle indagini. In questo numero Rania è protagonista e ci sta tutta, non è la comparsa del tipo "bella ragazza messa lì per fare scena". La scena SPOILER in cui lui resta nudo, inoltre, è anche simpaticissima.
Giusto per tornare vagamente In Topic, ho votato un misero5 soltanto per non infierire di crudeltà, visto che la storia è un ottimo campione di qualunquismo socio-bachettonante applicato alla puerilità del gialletto più scalcagnato nell’inverosimile, ma si difende con dei disegni di caratura (per quanto incostanti, specie nella seconda metà), ed ha il notevole merito di scivolare via in fretta e quindi di farsi riporre nel dimenticajo bidonvillano dell’indifferenziabile al più subito, sperando che qualche barbone la ricicli come sottotazza .
Ennesima conferma come l’autore-moralizzatore aspirante sociologo a perdifiato&tempo non sia a suo agio col personaggio ed il suo mondo (di scrittura), a parte la notevole infatuazione per il personaggio di Rania, a cui dedica 40 pagine su 94 d’interventismo hyper-presenzialista – adesso non vado per il guinness, ma assieme al ciondolante caso dell’alchimista burlone nel Sapore dell’Acqua, credo siamo intorno al record paraeditoriale per la statuetta come migliore spallina passacarte non-protagonista, con tanto di Bloch che rimugina d’invidia dalla sala bingo, rimpiangendo le mancate nomination negli anni d’oro.
Notevole per modestia aspirante fumosità anche l’esordio redazionale che già ambisce al didascalismo più spiattellato, con l’ammucchiante infornata a tema su Twain, King, Dostoevskij e Cervantes, che di certo si staranno chiedendo dall’aldiloro come la povertà straccionante di spunti possa portare a storie simili, e quanta crudeltà ci possa essere nel pubblicarla su celluloide a spese delle foreste pluviali…o delle cellule neurali del lettore menochescafato .
Bruttarella la copertina che vorrebbe richiamarsi ai vicoli bui della Londra dickensiana di Jack the Ripper, con tanto di battona sanguinante e figuro nell’ombra, ma lo fa in modo abbastanza scialbo e con una prospettiva cinetica di fuga abbastanza fuori posto, senza parlare del logo trasparente che ormai ha squartato nell’evanescenza la sua funzione di abbordaggio .
SPOILER ◌ SPOILER ◌ SPOILER ◌
SPOILER ◌ SPOILER ◌ SPOILER ◌
In attesa che il decano dell’abbazia ripulisca il circondario ottusamente snob dalla fetenzia dei non abbienti (p.6) con qualche opera di caritevole sdegno, ci pensa qualcun altro a candeggiare gli animi cenciosi lì dove le purghe del sapone sociale non possono. Carpenter medita sul caso, e l’autore medita come sbolognarlo out of page onde non ostacolare in piccioncinaggio Dylan-Rania: una bella conferenza premio non si nega a nessuno, mentre a New York Martin Mystère comincia a preoccuparsi per quante volte gli verrà sputato del ciarlatano durante la sua prossima indagine. D’altronde l’orsacchiotto neroburbero non apprezza molto le gatte de pelare come la sua collega (p.10.v), che evidentemente ha molta più esperienza in materia di tosature infra-inguinali .
Non avendo voglia d’introdurci un nuovo cliente in quel di CR7, ecco l’espediente accattone del nooooootissimo amico clochard Billy (p.11), già compare di barbonaggio nel quartiere di Dylan, che riporta una leggera infarinatura di occulto cianciato, tramite l’evanescente storiella-pretesto del fantasmino dei vicoli, a cui neanche l’autore crede poi tanto, aspettando di presentarcene una sequenza in vivo soltanto a pagina 87.
Un caffè non si nega a nessuno, un panino sì… se non ti presenti agghindato (pp. 16-17). Ma quando una poliziotta in hijab ti intima di consegnarlo, allora si può ben capire che l’unico affare è cedere la cibaria, sperando di non causare l’incidente diplomatico perché s'era majalosata una fetta di salame miscredente al suo interno . Dylan molla il locale disgustato, come gran parte dei lettori, di fronte alla pedanteria imboccata di cotali moralismi strumentalizzati, con ricostruzione da fiction Mediasettica.
Torniamo poi sull’ossessione personale del Sime per gli omicidi collegati ai liquidi vari, anche questa volta – come nel caso della piscina auto-drenante del #344 – scazzando qualsiasi legge delle fisica e della logica, con un cadavere che non ha liquidi in tasca, ma è ben zavorrato da quattro lingotti cash in dote, galleggiando grazie a tre bottigliette di plastica (p. 22). Ma si sa, l’alcool ajuta a sollevarsi… per quanto soltanto dalla cintola in su . Tanzillo – eroico in molte tavole furiose, come mi ricorda G.Bruno – non mi sembra tanto a suo agio col viso (e la corporatura) di Groucho (pp. 25 e 27), che comunque in alcuni casi sembra in palla senza impallare la camera con ironie ingombranti.
Avrei qualche perplessità sulla semi-inconcludenza dell’affermazione un po’ spocchiosa da parte di Dylan a riguardo alle cose “trovate nei libri… che internet neppure sospetta” (p.26.vi). Generalmente dopo una sparata tale uno come lui si reca a fare ricerche presso la British Library, e non rimestando tra le tomaglie esigue di casa. E poi, nonostante l’avversione implicita per la tecnologia, credo debba sapere che i libri esistono anche su internet, e che da decenni circolano centinaja di database – non tutti free access, ma a Londra non sarebbe un problema, v. sopra – dove millenni di testi, specie se antichi, vengono riposti in formato digitalizzato, nell’era delle cosiddette digital humanities. Tutto questo per dire che la campagna pro-cartaceo del libresco Simeoni, già partita a p. 12.ii con Groucho, puzza di stantio fuori dai tempi/fatti ben più di quello che pensa Dylan stesso .
Ma d’altronde come disse amareggiato Totò (cit.)
Uno che ha imparato a scrivere, che ha buttato il sangue sui libri deve stare alla mercé di quelli che non sanno scrivere.
Il film era questo:
Spoiler!
Non mi va di metter il dito nella piaga sulla clamorosamente inedita indizio/trovata del nome ribaltabile dal sito xenofobo – un espediente a livello del Corriere dei Piccoli (d’ingegno) – come non vorrei indagare oltre su quale tipo di gattini mandi via mail Groucho alla Rakim (p.30.iv). Che ci sia una ghost-spyware complottesco dietro questo scambio elettronico in codice.pussy?
Avete già detto quanto sia sfasata e rattoppata fino all’insensatezza più deplorevole tutta la dinamica/ruolo del “palo” informatico Ricky Rich, alias del prezzolato Richard Synner, che sicuramente dimostra meno ingegno del suo facoltoso omonimo…
Spoiler!
...facendosi difendere e poi incastrare a morte dall’avvocato che gli suggerisce la comanda di una pizza letale. Non so se in quel frangente la frase “cerca di facilitarti la vita, ragazzo” (p.38.v) sia dettata da un macabro umorismo a venire, o da un’involontaria comicità di sprofondo dozzinale . Geniale anche lo scoutismo nottetempo nel sottobosco dei senzatetto da parte di Dylan (pp. 32-42), giusto per coprirsi di tozzo ridicolo e sozze mazzate, quando BASTAVA farsi introdurre in quel mondo sottocopertura direttamente DAI suoi amichetti, travestimento incluso, con buona pace di CR7:
Ben-gli-sta se Dylan prende colpi, e Tanzillo ne perde altrettanti rispetto alla pagine precedenti, adattandosi ad un carenza di cura proprio a cavallo (zoppicante) tra 40 e 50, ma fino a questo pestaggio la storia mantiene un certo interesse, prima di decadere con tutte le chiappone scavafossa intorno alla patetica svolta della mensa (p.46), roba da telefilm austriaco in fascia protetta… col commissario T-Rex che scongiurassica un plot vistomai di sagacia cagnesca, un neo-manager fresco di Master disegnato come un sedicenne, ed un falso buonismo più strombazzato di un KuKluxKlanico che regala caramelle ai bimbi coloured… seeeh, al cianuro .
Un tempo mense e clochard ci o(n)rroravano tramite questo genere di storie…e c’era molto molto più di cui festeggiare, alla salute sanguinaria delle testata:
Spoiler!
E tutto si può dire, tranne che sia un must del Chiave ( )... solo che a confronto di questa mezza ciofeca sembra da incorniciare al Guggenheim
Una gita nell’ improbabile retorica della moralismosi travestita da pecoreccio post-urbano, giusto per additare i notori mali della società più degenere, compreso tirare gli spiccioli dopo lo shopping o abbattere i pedoni poco abbienti durante una tirata di coca (pp.50-51), per arrivare all’indispensabile rama(da)nzinaggio di Rania, che ci ricorda come far parte di una minoranza interna presenti diverse controindicazioni, ben prima dell’avvento del PD (p.56) .
Da qui in poi la storia diventa sempre più inconsistente e rattoppata, fino all’insulsaggine aggravata, tra un ping pong di eventi su concertazione entro la singola nottata, mirata soltanto a portare al pettine i nodi di una capigliatura imparruccona di perbenismo finto-alternativo, e le motivazioni di un plot che fa acquetta stagna da tutte le parti. Anche Groucho perde colpi, non si capisce cosa ci sia di così interessante nel numero di magia, mentre capiamo come i bobbies-piantone non possono permettersi una pizza al taglio (p.60), e che l’amico Ralph spia dal cesso le conversazioni al telefono, marca compresa (p.69). Dylan ha l’illuminazione studiatissima del giovincello che potrebbe allontanarsi di soppiatto per qualche marachella, per poi vantarsi della ricostruzione – perla assoluta d’incomprensione OOC del personaggio da parte dell’autore – quando si sbarba facendo il figo esibidiotista davanti a Rania mostrandole il didietro (p.76), mentre lei abbozza un sorriso chiedendosi cosa ci sia dall'altra parte. Circoncisione compresa? ma questo fa parte della continuity tuttadasvest..scoprire .
Spoiler!
E forse Ausonia sta già scrivendo un approfondimento su dove Dylan si procuri le mutande, e la Baraldi un albo su una sua ex maniaca che le colleziona
Regge come un Pirellone di stuzzicadenti la pirlata filantropizzante della fondazione Hennings che difende per benevolenza uno sbandato come Synner (p.77), come regge in modo davvero culminante di (para)culo la faccenda del rettore suicida (p.81) e la soffiata tempestivamente clockwork (orange?) del professore passacarte (p.84) sulla integratissisma Omega(3+)Band, buttata lì tanto per…fare il piacione impiacentito (cit.)
Visto come si consegna alla forze dell’ordine – a quando una storia sul loro ribasso salari - quasi mi spiace che il giovane rampollo rampollito Peter non se n’esca con qualche alzata d’ingegno drugoso o una fuga all’ultima limousine, ma in effetti ci sarebbe da dubitare e molto delle sue capacità criminofile, visto come consegna un anello con tanto di firma parzialmente abrasa in pasto alla polizia (p.17), e come non gli sfiori neanche minimamente la cucuzza la possibilità di far scannare Synner tramite ordinario sicario, invece d’imbarcarsi di scooter per consegnare la morte a domicilio, peperonata compresa .
Un minimo riqualificante la madre aspirante assolutrice tramite copy-cattivicidio (pp.87-92), ma di certo non basta a rimettere una storia orrida sui binari dell’orrore storico. Inutilmente dispiegate nel riempitivo languente le successive quattro pagine di ricapitolazione – o meglio di giustificazione, visto il modo coattamente assurdo con cui Dylan sgama la prossima vittima di strada – mentre nelle ultime due, tra un thè biscottato ed un telegiornale ai popcorn, si preannuncia un’evoluzione dei fatti che solo “chi vivrà vedrà”
Ci tocca fondare anche noi una setta di picchiatori perché quel qualcosa non viva?
Per adesso, se la povertà di spirito non ci assale, l’unica cosa che posso consigliare è di non dare al prossimo mendicante(lettura) una cifra intorno ai 3,2€, ma di allungargli generosamente 6,5€ per permettergli di recuperare in edicola qualche parentesi old-school di Maxi-diletto .
Penso che sarà record... ...specialmente se adesso riposto la versione 2.1 della neuro-review, rieditata & corretta del Rrobe, con i dialoghi ritoccati onde evitare Chiave-scandali, le immagini ridisegnate per illuminarsi al bujo delle gallerie, e le bordate riconvertite bonariamente all'evangelismo socialoide della didattica radical-sciocca
Oggetto del messaggio: Re: #354 - Miseria e crudeltà
Inviato: mer mar 02, 2016 9:36 am
Iscritto il: gio lug 28, 2005 10:13 am Messaggi: 2764
wolkoff ha scritto:
Penso che sarà record... ...specialmente se adesso riposto la versione 2.1 della neuro-review, rieditata & corretta del Rrobe, con i dialoghi ritoccati onde evitare Chiave-scandali, le immagini ridisegnate per illuminarsi al bujo delle gallerie, e le bordate riconvertite bonariamente all'evangelismo socialoide della didattica radical-sciocca
"versione 2.1 della neuro-review, rieditata & corretta del Rrobe, con i dialoghi ritoccati onde evitare Chiave-scandali"
Spoiler!
Aleksandr ha scritto:
Ho letto subito quella di Chiaverotti. Difficilmente arriveremo a conoscere la totalità degli aggiustamenti, dei tagli, delle modifiche, in definitiva anche dei meriti della revisione sul testo originale. Per quanto si è letto si fatica a capire il motivo di un così prolungato ostracismo, sia riguardo possibili contenuti scandalosi che di basso livello qualitativo. Si è letto decisamente molto di molto peggio su Dylan Dog.
È una mia impressione o la tavola di pagina 275 (come pure molte altre vignette) non è opera di Coppola? Mi sembra evidente che l'ergastolana ha subito pesanti rimaneggiamenti nei testi e nei disegni, soprattutto nelle ultime 20-30 pagine.
2)
"le immagini ridisegnate per illuminarsi al bujo delle gallerie"
Spoiler!
Dear Boy ha scritto:
Pensavo al paradosso di questa copertina. Vent'anni fa la Bonelli stava alla larga da certe pacchianate anche se di moda e nonostante i lettori fossero ragazzini. Oggi, che ci si sente tanto sofisticati e che gli acquirenti sono soprattutto adulti ci si butta in scelte che erano sempre state sbeffeggiate.
Oggi mi sembra strano (non sbagliato, eh) vedere sofisticati quarantenni tronfi delle loro letture tra Bao e Gipi battere il cinque virtuale a Recchioni per una scelta stilistica che è l'equivalente delle spalline degli anni 80. Per ottenere cosa poi? Una manciata di copie in più appioppata a qualche suggestionabile moccioso entrato per sbaglio in un'edicola poco illuminata? E fosse almeno un bel disegno…
3)
"le bordate riconvertite bonariamente all'evangelismo socialoide della didattica radical-sciocca"
Spoiler!
AndreaBerga ha scritto:
Niente da fare. Si salva davvero molto poco di questo numero che vorrebbe avere pure pretese di pseudo denuncia sociale.[...] La questione sociale si risolve in dialoghetti e battute di un retorico e didascalico mortificante
Oggetto del messaggio: Re: #354 - Miseria e crudeltà
Inviato: mer mar 02, 2016 11:13 am
Iscritto il: ven feb 20, 2015 5:53 pm Messaggi: 2562
Una piccola domanda sulla serie regolare, lo scrivo qui perchè mi sembra in topic e perché so che ci sono molti frequentatori del faccialibro che sono grandi sostenitori di questa entusiasmante continuity che trasuda dalle pagine di Dylan Dog. Se non sbaglio sono passati 13 mesi (341) da quanto è stato introdotto il nuovo cattivone, 10 mesi (344) da quando Dylan ha affrontato (?) quelli della setta (forse) degli uccisori o altra s.p.a. non pervenuta, 8 mesi da quando abbiamo scoperto che Groucho fa il doppio gioco. Non so nemmeno io come ancora me li ricordo. Ma il concetto di continuity in Dylan Dog equivale a tirare la pietra e nascondere la mano finché il reato non va in prescrizione? Se qualcuno ha notizie in merito, mi...ci aggiorni. Tornando alla miseria, cioè, volevo dire, all'albo del mese. Apro un sondaggio: Quando ho letto la "scena delle chiappe" (pag 76) ho pensato che Dylan fosse un coxxxxne sfigato. Poi mi è tornata in mente quella puntata di how i met your mother (4x09), quella dove c'è un tipo che rimorchia con il "metodo dell'uomo nudo", poi ho trovato questo: http://www.leggo.it/spettacoli/televisi ... 05260.html Voi cosa ne pensate? E' un naturista, ha visto anche lui quella puntata di how i meet your mother oppure è solo un pò idiota? http://www.video.mediaset.it/video/iene ... 19764.html
Una piccola domanda sulla serie regolare... ma il concetto di continuity in Dylan Dog equivale a tirare la pietra e nascondere la mano finché il reato non va in prescrizione?
No, semplicemente è un arrabattarsi in attesa che qualcuno coordini l'evoluzione di quelle cosette con una gestione coerente/cogente delle idee latitanti, tra una dozzina di autori a piede libero, e una malcelata tendenza ad improvvisare o rinviare ad oltranza ciò che non si è programmato o non si può più raccapezzare, buttato lì in anticipo soltanto affinché qualcuno mandasse giù la sassajola di novità a stomaco vuoto .
dipintendo ha scritto:
Tornando alla miseria, cioè, volevo dire, all'albo del mese.
Quando ho letto la "scena delle chiappe" (pag 76) ho pensato che Dylan fosse un coxxxxne sfigato [...] Voi cosa ne pensate? E' un naturista, ha visto anche lui quella puntata di how i meet your mother oppure è solo un pò idiota?
Tornando m(a)iseri, la fondazione benefica di Padre Sime si sta già impegnando a raccogliere fondi per un accappatojo per Dylan, sempre che nel frattempo Ausonia non ne procuri uno su misura da qualche sartoria diabolicamente esclusiva, o il proprietario di casa non gli conceda anche l'usucapione ereditario di quello del suocero defunto alle Falkland .
Oggetto del messaggio: Re: #354 - Miseria e crudeltà
Inviato: mer mar 02, 2016 2:36 pm
Iscritto il: gio ott 26, 2006 8:53 pm Messaggi: 2493
@salconte68 e Il Capo: Siete profondamente scorretti nei confronti di Simeoni e degli autori di Dylan. Questo topic è dedicato all'albo del mese e voi, appena arrivati, cercate di spostare l'attenzione sul vostro racconto. Se proprio pensate di valere più di Simeoni, mandate le vostre sceneggiature alla Bonelli. Oppure aprite un topic nella sezione Fuori tema, magari qualcuno vi apprezza. Del resto c'era persino qualche forumista che trovava belli gli scarabocchi di dogares.
_________________ ------------------------------------------------------------------------------------------ Un uomo ha bisogno di cinque cose: una donna, un cavallo, una tenda, un fuoco, e qualcosa per cui combattere.
Oggetto del messaggio: Re: #354 - Miseria e crudeltà
Inviato: mer mar 02, 2016 3:03 pm
Iscritto il: ven gen 29, 2016 12:01 pm Messaggi: 12
Capisco l'imbarazzo della consorteria Bonelli, però il giudizio dei lettori è stato democraticamente negativo e dunque l'editore deve pur farsi un grave esame di coscienza e professionalità. Credo sia più scorretto proporre questa roba in edicola. Quanto allo spostamento in altra sezione, vorrei solo dire che la cornice è sbagliata, in quanto io non sono un fan della testata: leggo di questa solo ciò che mi piace o potrebbe piacermi, cioè molto poco, o quasi niente. Sono un fan solo di Ovidio e pochi altri. La sposterei dunque in un thread chiamato "Fiction scorretta". E con ciò saluto la nota consorteria.