Butto giù due righe anch'io, và.
Albo che vive di luci (poche, qualche fioco bagliore di luna calante) e ombre.
Di positivo sicuramente troviamo gli ottimi disegni di Mari, qui in splendida forma. Ribadisco il mio amore totale per il suo tratto. Fosse per me potrebbe illustrare la maggior parte dei DD odierni. Dark e Pinteriano, il suo modo di illustrare riesce a dare un qualche valore a una non-storia come questa, priva si spessore e purtroppo incentrata su una sorta di indagatore che sta iniziando (complice la sua spocchia e la sua stupidità) a fare la muffa. Se si continua di questo passo potranno cambiare la testata in Gorgonzola 666.
Altro punto a favore il fatto che, nella sua totale inconsistenza, il suddetto numero non arriva al pietoso nadir (diciamo "picco a ribasso") di un numero come il 399, pur perdendo il confronto (per chi scrive) con i due numeri precedenti, impostati su una struttura più lineare e solida (anche se non vincente: purtroppo le pecche sono molteplici e il nuovo indagatore non aiuta in tal senso).
Discreta la copertina di Cavenago: altrove ha fatto molto meglio.
Interessante il Bloch papà/sovrintendente: non per il suo status di papà né per quello di sovrintendente, ma giusto perché 1) sembra essere tratteggiato un po' meglio rispetto al figliastro debosciato e 2) perché sembra avere in antipatia il suddetto (condivisa da molti noi lettori).
Le ombre sono parecchie. Da un'inizio che dovrebbe essere la prosecuzione del numero precedente ma prende il via tagliando tutta la storia (perché?) a un Dylan Dog al solito insopportabile; passando naturalmente per una trama risicatissima comprendente un caso piatto e una risoluzione non particolarmente brillante.
Ma andiamo per ordine.
L'inizio funziona davvero poco: dopo un epilogo (nel numero precedente) che lasciava presagire un qualche genere di sviluppo per quello che si preannunciava come il remake del celeberrimo numero due, abbiamo una parte introduttiva che prende il via mettendo in campo le ultime scene del celebre albo. Potrebbe funzionare (ma non è così) per chi ha letto, per i lettori storici (e sarebbe dunque uno strizzare l'occhio alla vecchia fanbase) ma mi metto nei panni del neofita, se esiste: cosa si spera che capisca se praticamente è stato tagliato quasi tutto l'albo? Rispondo io: nulla. Non si capisce quale sia l'intreccio, chi è sto Jack, che cosa succede nel mezzo, chi è la tizia che viene accoltellata dal pupazzone di cera. Non si capisce niente. Per i vecchi fan è diverso, dato che l'albo è di quelli che dovrebbero conoscere molto bene. Ma anche qui rimane il senso di incompiutezza. Perché non sviluppare un pizzico meglio a storia e dargli un taglio del genere? Non ha molto senso. Non ci siamo.
Andiamo avanti. Dylan al solito è un personaggio scolpito con l'accetta, un povero inetto beone (come si evince nelle pagine 21/23) con manie di grandezza (pag. 26). Francamente il suo modo di parlare e atteggiarsi suscita orticaria. Non passa giorno che non rimpianga il vecchio Dylan.
Il primo dialogo con Bloch mette in risalto tutta la sua saputeria (pag. 21: Bloch parla di fantasmi facendo riferimento al "caso Jack" e Beard è subito pronto a spaccare il capello dicendo che si tratta di possessione diabolica) e stronzaggine (pag. 22: breve dialogo sul ruolo di un investigatore. Dylan asserisce che non ama spiare le mogli fedifraghe dal buco della serratura e il patrigno evidenzia che questo avviene soprattutto perché è lui la causa di certi tradimenti coniugali. Dylan conferma la cosa senza problemi prima di ordinarsi un'altra birra. Ma bravo).
I due discutendo sul modus operandi di un serial killer si trovano d'accordo sul fatto che possa trattarsi di un comico fallito. E già qua la vecchia guardia può iniziare ad inorridire: chi si è mostrato più perspicace ha già avuto un qualche triste presagio... il comico fallito potrebbe essere Groucho. Chiaramente mi aspetto il colpo di scena (in realtà il serial killer è Felix), altrimenti risulterebbe facile reperire una scorta di pomodori marci e fischi da elargire come se non ci fosse un domani. Troppo facile prendere un'icona della testata e ribaltare il suo ruolo. Così facendo si dimostra solo scarso rispetto, non volontà di osare (già con certe anticipazioni de "L'Uccisore" ho già iniziato ad avere i brividi). Allora trasformiamo la Trelkowski in una ex prostituta, Bree in una suora di clausura, Morgana in Morgan (Lost? O Castoldi, così la facciamo scontrare con Bugo), e Xabaras in Darth Vader (sooono tuo paaadre O_o) và. Dunque torno a quanto stavo dicendo... sarebbe d'obbligo il colpo di scena: tutti convinti che il maniaco sia Groucho e invece finisce per essere un certo Felix, che purtroppo molti di noi (tristemente) ricordano.
Per tentare di essere più stringato: banale tutta la "storia" principale. Un gialletto senza ne arte ne parte: un gigante barbuto perde la figlia, uccisa da un serial killer mentre faceva l'autostop, e decide di dare una lezione ad una autostoppista occasionale sequestrandola. La vicenda finisce a pizza e fichi dato che alla ragazza non succede nulla. Dylan, informato dal barbone (versione gigante di Marcheselli, come sottolineato dal buon RKC) di tutto l'accaduto, tenta di salvarlo dalla galera tramite papi, che comunque si dimostra irremovibile (giustamente) e lo manda al fresco. Tutto qua. Senza quella assurda introduzione, l'incubo, certi dialoghi da inetti eccetera, insomma... riducendo il tutto alla storia principale, questa avrebbe occupato (penso) meno della metà dello spazio. Inutili certi ricordi (su Dylan che annichilisce Romero-Zombi), inutili certi siparietti Dylan-Gnaghi. Inutili un sacco di cose, ma fanno massa. Albo "medusa" (al 98% è acqua... e se non maneggiato con cautela può irritare).
Interessante ma nulla più la citazione del n.3 in versione incubo. Ma anche questo numero tre poteva essere trattato meglio. Ci si poteva dilungare e invece di piazzarlo in una digressione onirica "tanto per" gli si poteva dedicare un capitolo a parte (bellissimo il periodo in cui DD era suddiviso in capitoli) mentre nell'incubo si poteva infilare qualche altro spaccato orrorifico. In sostanza ho poco apprezzato gli inserimenti senza spessore di celebri albi di DD (malissimo con "Jack", leggermente meglio con "Le Notti")... quando a fare da contraltare non vi è alcuna storia degna di nota. Inserire dei richiami avrebbe funzionato (forse) di più se servivano da contorno a una storia solida. Che qui non è pervenuta. E chiaramente meglio piazzarli come flashback/incubi che farli a brandelli a colpi di bisturi (come per quel richiamo al 2) non facendo capire nulla al fruitore occasionale.
Più avanti magari sarà il caso di spendere ancora qualche parola. Per il momento penso sia tutto.
P.s. ma Romero, nato a New York e morto a Toronto (secondo Wikipedia. Secondo altre fonti si parla di Washington o Los Angeles*)... è possibile sia stato sepolto in Inghilterra? No, perché è questo quello che viene mostrato nella famosa vignetta (a meno che Dylan non faceva il becchino a Toronto o negli Stati Uniti).
Se si, allora ok... se no allora... svarione!
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https://www.doppiozero.com/materiali/romero-morto-vivente*
https://www.corriere.it/spettacoli/17_luglio_16/morto-george-romero-regista-film-cult-la-notte-morti-viventi-66f2b500-6a70-11e7-8c31-e178b0f54dfe.shtml