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#353 - Il generale inquisitore
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 Oggetto del messaggio: Re: #353 - Il generale inquisitore
MessaggioInviato: ven feb 05, 2016 5:30 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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dipintendo ha scritto:
Che già l'idea dei 12 albi in continuity vorrei proprio sapere chi è stato a suggerirla. :evil:


Ecchi(chiricchissimamentefervido)senon colui che sgallettando nel pollajo di venerandi ha riconcepito Doeylan per stagioni da/in serie o saghe :?:
Spoiler!
da segare...nel caso, passato il quinquennio :dito:


ALOHA LA SESTA STAGIONE
(edizione variant, of course, sovra-copertina di T.Scrofalo)

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 Oggetto del messaggio: Re: #353 - Il generale inquisitore
MessaggioInviato: ven feb 05, 2016 5:36 pm 
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Iscritto il: sab dic 28, 2013 7:16 pm
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Solomon Kane ha scritto:
Di Poe più che altro è stato usato un suo racconto come se fosse un fatto reale ma non vengono, a quanto ricordo io, usati episodi di vita reali dello scrittore.


Infatti, anche se lo stesso Poe agiva da personaggio all'interno del suo racconto nel primo episodio, così come nella continuazione inventata da Sclavi nel secondo, se non ricordo male. Invece, lo annoto come curiosità, Poe come sé stesso e come protagonista diretto della storia è presente in Zagor (nel penultimo capitolo di Hellingen e nei due penultimi albi del mensile dello Spirito con la scure).


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 Oggetto del messaggio: Re: #353 - Il generale inquisitore
MessaggioInviato: ven feb 05, 2016 5:46 pm 
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Iscritto il: dom ott 29, 2006 4:00 am
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Solomon Kane ha scritto:
Di Poe più che altro è stato usato un suo racconto come se fosse un fatto reale ma non vengono, a quanto ricordo io, usati episodi di vita reali dello scrittore.

Fare "interpretare" il ruolo del protagonista dei racconti di Poe allo stesso Poe è una pratica diffusa (è successo anche in molti film) e non troppo campata in aria, dato che i racconti di Poe sono in prima persona e l'autore, in quanto a sanità mentale, non stava messo meglio dei suoi personaggi. :roll:

E comunque il protagonista del racconto Valdemar si firma "P."; l'interesse di Poe per il mesmerismo era autentico e reale; infine nel seguito del Valdemar (in Ritorno al crepuscolo) si parla della vera morte dello scrittore e delle circostanze in cui questa è avvenuta.

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 Oggetto del messaggio: Re: #353 - Il generale inquisitore
MessaggioInviato: ven feb 05, 2016 8:37 pm 
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Iscritto il: mer lug 08, 2015 1:49 am
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dipintendo ha scritto:
Papercop ha scritto:
Poi si può discutere se sia buona o meno, o anche solo vagamente interessante o meno.

Ecco, io invece eviterei di discuterne, perché mi sembra una cosa più sullo stile "fiction di Rai1" piuttosto che da opera di immaginazione.
Eviterei di mettere le pulci nelle orecchie degli autori, solo per evitare di ritrovarci con 12 albi in continuity con Barbara D'Urso coprotagonista. :D
Che già l'idea dei 12 albi in continuity vorrei proprio sapere chi è stato a suggerirla. :evil:

Nel mondo Disney è la prassi creare dei personaggi che (di fatto) sono la versione paperesca di personaggi famosi (i corrispettivi dell' Humbert Coe dylaniano). Poi è arrivato Don Rosa, che ha calato Zio Paperone in precisi contesti storici, gli ha fatto incontrare persone esistenti (o esistite) e affrontare avventure in cui ha riscritto fantasiosamente la storia conosciuta.
Funzionano alla grande, e Zio Paperone non è affatto un personaggio più facile da utilizzare rispetto a DD (a parte la disponibilità economica). Tutto sta ad avere la sensibilità giusta per farlo.
Riguardo la continuity serrata, l'unico rischio possibile è quello che alzi troppo l'asticella, e tolga interesse alle storie semplicemente autoconclusive come questa.


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 Oggetto del messaggio: Re: #353 - Il generale inquisitore
MessaggioInviato: ven feb 05, 2016 8:50 pm 
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Iscritto il: mar feb 03, 2015 10:01 pm
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Papercop ha scritto:
Riguardo la continuity serrata, l'unico rischio possibile è quello che alzi troppo l'asticella, e tolga interesse alle storie semplicemente autoconclusive come questa.


Il rischio maggiore èche venga fuori una porcheria, e visti i precedenti... Comunque questo minore interesse per l'albo autoconclusivo come concetto è una cosa che va avanti già da un po'. Tutto questo interesse per la continuity nasce da una concezione nerd e sbagliata della serialità che trova la sua perfetta espressione in fenomeni che su internet bollano episodi come quello di questo mese come 'filler'. A me Il generale inquisitore non è piaciuto, come ho scritto su. Ma non è un 'filler'.


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 Oggetto del messaggio: Re: #353 - Il generale inquisitore
MessaggioInviato: ven feb 05, 2016 8:52 pm 
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Iscritto il: ven feb 20, 2015 5:53 pm
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Papercop ha scritto:
Nel mondo Disney è la prassi creare dei personaggi che (di fatto) sono la versione paperesca di personaggi famosi

Ahi ahi, tocchi tasti sempre più dolenti...io sono un hater di Vincenzo Paperica :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

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Riflesso nello specchio,
vidi per la prima volta il mio vero oi.
https://www.instagram.com/dipintendo


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 Oggetto del messaggio: Re: #353 - Il generale inquisitore
MessaggioInviato: ven feb 05, 2016 9:04 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Don Cristo ha scritto:
Comunque questo minore interesse per l'albo autoconclusivo come concetto è una cosa che va avanti già da un po'.
Tutto questo interesse per la continuity nasce da una concezione nerd e sbagliata della serialità che trova la sua perfetta espressione in fenomeni che su internet bollano episodi come quello di questo mese come 'filler'.


Appunto: si sposta l'interesse nel continuum fan-based, per fidelizzare, spezzare, differire, clamorizzare (uno switch, una rivelazione, un passaggio, una nuova prospettiva, un nuovo personaggio, un'alterazione di uno vecchio) in attesa di imparare a re-imparare come si scrive una storia decente.
Si trasforma Dylan nella logica da formato serie tv, sperando che segua l'onda.
E si bolla ciò che non è ammiccantemente allineato come filler, ripiego momentaneo, avanzo di magazzino, improvvisata da outsider senza seguito :| .
Nantro fumetto, in pratica.

Ho speso tons di post spiegando i (pochi) pro ed i (molti)contro a questa tendenza, di cui tra l'altro si sono già intuite le evitabili conseguenze nello scalcagnamento della continuity propinata di straforo coatto sinora...tanto reclamizzata, quanto di nessuna produttività a livello di storie da lei dipendenti.
Quindi non voglio tornarci oltre...perché da avversione incuriosita sono passato a sconsolata accettazione.
La sperimentazione può anche stuzzicare, quindi ben venga stà novità dei 12 numeri, ma mi sembra che stiano davvero andando contro se stessi, a livello di formati narrativi, modificando geneticamente ciò che non sanno (più) riprodurre :x: .

ALOHA PECORONA DOLLY

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 Oggetto del messaggio: Re: #353 - Il generale inquisitore
MessaggioInviato: ven feb 05, 2016 9:54 pm 
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Iscritto il: mar feb 03, 2015 10:01 pm
Messaggi: 1281
Dato che non ne stanno parlando più, non è escluso che alla fine non se ne faccia più niente. E amen.


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 Oggetto del messaggio: Re: #353 - Il generale inquisitore
MessaggioInviato: ven feb 05, 2016 11:27 pm 
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Iscritto il: mar set 07, 2004 7:10 pm
Messaggi: 3363
Località: Rurrenabaque
Cyber Dylan ha scritto:
Jones ha scritto:
Ehm... i vari king, lovecraft , Valentino Rossi, Berlusconi eccetera erano dei "camei", niente più.
Qua stiamo parlando di un regista con tanto di nome e cognome, realmente esistito e fulcro del racconto. E questa è la prima volta in assoluto che succede.

Nessuno si ricorda più di Edgar Allan Poe in La zona del crepuscolo e in Ritorno al crepuscolo.

Che tristezza! :cry:

E per favore, non venitemi a dire che quello era solo un cameo di nessuna importanza! :x:


https://www.cravenroad7.it/forum/viewtopic.php?f=2&t=877&start=240

A parte che tipo dodici anni fa (sono vecchio :oops: ) proprio su questo forum avevo creato apposta una pagina per elencare tutti i personaggi omaggiati, fra cui per l' appunto Poe e Lovecraft. Anzi, sarebbe interessante aggiornarla.

Comunque per me discorso chiuso, non stavo ne valutando la qualità dell'albo del mese ne valutando l'omaggio. Ripeto solo che per me che Dylan si sia interfacciato con una persona che esiste nella nostra realtà è una novità. Che esiste significa che non è morto 100 anni fa, che non ha il nome storpiato, che non ha solo la fisionomia, eccetera.


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 Oggetto del messaggio: Re: #353 - Il generale inquisitore
MessaggioInviato: sab feb 06, 2016 12:26 am 
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Iscritto il: gio nov 05, 2015 5:07 pm
Messaggi: 2921
La storia di questo mese, per quel che mi riguarda, è un po orientata, come lo fu quella dello scorso mese, tra il 6 ed il 7..
ma visto che non ci sono voti intermedi ho dovuto mettere uno stiracchiatissimo buono :oops:
Cmq bando alle ciance..dovrei chiedermi cosa mi rimasto dopo la lettura di questo witchfinder general?!? (vero titolo poi del film di reeves);
mi è rimasta forse, in una storia vecchio stampo senza infamia e senza lode, (ripeto tra il 6 e il 7..nulla più) l'infinita tristezza o empatia (in quanto io uno pseudo artigianello artistuncolo illustratoruncolo che spesso è stato castrato dalle richieste del pubblicitario o editoruncolo di turno..volendo essere libero nelle mie idee creative..ma tant'è..ma non divaghiamo.. :3 )
per il povero
Spoiler!
regista michael reeves ed il suo tragico e forzato commiato dal mondo..che non ho ben capito da quali e tali forze fosse minacciato al punto da forzarsi a suicidarsi in quel modo..e a questo punto ci starebbe bene la frase un po complottista, valida anche per altri morti strane e illustri nello spettacolo, "L'hanno Suicidato!!"

Forse ci si potrebbe vedere anche qui una sorta di lettura metatestuale della realtà di molti artisti noti o non, stritolati nel'immaginario dalla perversa cannibale macchina dello spettacolo?!? chissà..
Per il resto la storia scorre bene..pure troppo volendo, ma di questi tempi risulta più che dignitosa, e che riporta in auge la connessione tra miti realmente esistiti della letteratura o cinematografia horror.(come ricordato da molti qui, ritorna alla mente il Poe della mitica trilogia del crepuscolo..ehm..no trilogia no..erano solo i primi due...gli eredi per me non esiste!!)

Ora una sequela di appunti a caso e riferimenti divertenti di questo generale inquisitore:

Partiamo subito da Dylan..anche questo mese, come nel precedente, dylan torna ad indagare..
Spoiler!
certo senza avere un cliente o beccarsi una lira, ma almeno indaga.per passione..ma indaga. ( ..a tal proposito: scusasse mister ian ogilvy, ma nella tua carriera d'attore e romanziere per bambini, due penny da parte li avrai pur fatti no?!? embè fai una donazione a sto povero dylan no?!? vabbè..che poi lo acchiappa fuori dal cinema cosi...ma non lo potevi cercare prima a dylan?!? pure pigro oltre che tirchio... :| )


Tornano alcune scenette concitate farcite con battute american style da parte di dylan, che non so se me lo rendono antipatico o più simpatico..devo ancora elaborarla questa cosa. :mrgreen:

Tornano, e anche in parecchie scene, le tanto amate e vintage Ciapett (citando ezio greggio) femminili che gradivamo assai.

Torna un Groucho dalle battute con intercalare a raffica..e anche divertenti finalmente! e sopratutto non ci sta Irma!!! :?

Tornano le botte sul
Spoiler!
povero dylan...che come se negli ultimi tempi non sia stato malmenato abbastanza, anche qui ci danno giù di brutto, al punto che ti viene da pensare se dylan non sia stato sostituito, ai tempi di spazio profondo, da un suo clone cyborg, vista la resistenza che ha nel prendere colpi che altresì sarebbero letali, se non menomanti...ma dopotutto è un fumetto no?!?


Passiamo alle citazioni divertenti:
il ragazzo sfigato di nome Jeremy ha le fattezze dell'attore di serie B Richard Thomas, protagonista un po fesso del film tv IT;
in più porta come nome il cognome dell'altro personaggio
Spoiler!
barbuto unto capelluto aiutante dell'inquisitore
Long
che è appunto ricalcato sulle fattezze dell'attore hard Ron Jeremy ( moana e cicciolina a italia 90 vi dice qualcosa? :wink: )...e difatti i consigli che da allo sfigato ragazzo sulle donne sono in personaggio col vero jeremy. :D

Nel flashback di reeves del locale anni 60 in cui si trova con amici e troupe, si esibisce il gruppo rock Lee Grant and the Capitals e la bellissima vocalist Tony Daly, che canta il pezzo Sweet Nothing;
stesso brano, stessa band, e stesso locale, sono nel film dello stesso Reeves The Sorcerers del 1967, arrivato qui da noi con il titolo Il Killer di satana.

La scena del rogo poi sia nell'albo che nella copertina (orrenda digitalata per me) citano, manco a dirlo, grano rosso sangue sempre di King...ma questo lo sapevamo da quel dì un po tutti noi forumisti no?!? quindi non dico nulla di nuovo.

Concludo con un ultima cosina che mi ha divertito parecchio... e cioè il falso moralismo a volte che contraddistingue dylan;
ho trovato interessante le riflessioni effettuate a proposito del vegetarianesimo abbastanza incoerente di dylan nel momento in cui va a scontrarsi contro una vera e propria vegana. 8-)
Bene, direi che basta cosi...ho già usato fin troppi caratteri per una storia che oscilla, ripeto, tra il 6 ed il 7.
a presto e lunga vita a vincent price!! pure se gesticolava troppo..he ce voi fà. :g:
e scusate la schizofrenia del prolisso commento..ma sto ascoltando l'album modern dance dei Pere Ubu..ci sta! :o

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 Oggetto del messaggio: Re: #353 - Il generale inquisitore
MessaggioInviato: sab feb 06, 2016 3:32 am 
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Iscritto il: mer lug 08, 2015 1:49 am
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Don Cristo ha scritto:
Papercop ha scritto:
Riguardo la continuity serrata, l'unico rischio possibile è quello che alzi troppo l'asticella, e tolga interesse alle storie semplicemente autoconclusive come questa.


Il rischio maggiore èche venga fuori una porcheria, e visti i precedenti... Comunque questo minore interesse per l'albo autoconclusivo come concetto è una cosa che va avanti già da un po'. Tutto questo interesse per la continuity nasce da una concezione nerd e sbagliata della serialità che trova la sua perfetta espressione in fenomeni che su internet bollano episodi come quello di questo mese come 'filler'. A me Il generale inquisitore non è piaciuto, come ho scritto su. Ma non è un 'filler'.


Neanche secondo me questo albo è un filler. Per me filler può voler dire due cose:
1) Un segmento narrativo slacciato dal tema principale della storia principale in un contesto di continuity serrata;
2) Un episodio che gli stessi autori o produttori riconoscono come debole, ma che fanno comunque uscire per rispettare un obbligo di consegna.
E nessuna di queste due definizioni trovo calzante in questo caso.

Per il resto, il rischio di tirare fuori una porcheria c'è ogni volta che si propone qualcosa al pubblico. La continuity sarà anche poco bonelliana (o poco dylandoghiana), ma non vedo il perché questo personaggio non debba prestarsi bene a una logica di questo tipo.
Mi sembra sbagliato, o comunque frettoloso bollare l'operazione come un semplice tentativo di mascherare una crisi di idee. Anche qui ci sono due fattori che secondo me vanno presi in considerazione:
1) La predilezione da parte del lettore per storie di ampio respiro (i romanzi vengono pubblicati molto più facilmente, poiché incontrano molto più favore, purtroppo, rispetto alle raccolte di racconti);
2) L'inevitabile parabola di qualsiasi prodotto artistico.

La continuity è uno strumento interessante per giocare con elementi diversi, e provare a rivitalizzare un personaggio o una serie in cui ormai è già successa qualsiasi cosa. Se i primi cento numeri sembrano migliori degli attuali anche nei loro momenti meno felici, è perché persisteva un senso di novità che ormai si fa gran fatica a trasmettere (oltre all'effetto nostalgia). South Park ha appena compiuto la stessa scelta.
In ogni caso hanno parlato di albi autoconclusivi, che dovranno essere sorretti da un'idea. Quando il momento arriverà, allora sapremo se ci tocca un'unica storia deboluccia tenuta in piedi da cliffhanger improbabili, una serie di albi autoconclusivi vagamente collegati fra loro, una storia impietosa verso chi perde un numero o chissà cos'altro ancora.

Soprattutto, Dylan Dog ha bisogno di ritrovare una sua mitologia. Non è un caso se il Pianeta dei Morti è stato tanto apprezzato.
Ma la mitologia vecchia, quella sclaviana, ha trovato il suo epilogo, o comunque è irriproducibile da altri.
Insomma, credo che ci sia bisogno di un ritorno serio e massiccio di John Ghost.


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 Oggetto del messaggio: Re: #353 - Il generale inquisitore
MessaggioInviato: sab feb 06, 2016 10:04 am 
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Grande Papercop. Hai espresso quello che è un mio pensiero. Non è che la continuity serrata o in generale la possibilità di fidelizzare il pubblico attraverso colpi di scena rappresenti una mancanza di idee o di incapacità nello scrivere una storia decente. Neanche è vero che Dylan non è portato come personaggio ad essere scritto con una continuity serrata. Perchè lo sarebbe? Solo perchè abbiamo fino ad ora visto storie autoconclusive in 1 o 2 albi? O solo perchè non è piaciuto l'esperimento fatto in fase 1? La capacità di scrivere storie interessanti va al di là della formulazione in stagioni o in albi conclusivi. Si è mai pensato che una formulazione in stagioni può portare a uno sviluppo e a una conoscenza migliore dei personaggi? Si è mai pensato che effettivamente in albi in continuity vi è possibilità di scrivere più eventi ovvero possono accadere più cose che possono rendere il lettore partecipe alla storia? In generale i romanzi a fumetti Bonelli, o le Miniserie o anche le storie più lunghe non sono, in generale, un pò meglio rispetto alle storie conclusive (possono piacere meno sicuramente ma la lunghezza se ben usata dà spazio a chi sa scrivere di raccontare al meglio una storia focalizzandosi anche sui personaggi). John Doe non è forse una serie riuscita nonostante sia in continuity?

Dopodichè PaperCop tira in ballo un ragionamento su cui non posso che darti ragione. Ogni prodotto con il passare del tempo perde interesse. E ogni tanto ha bisogno di scossoni un pò risvegliare i vecchi lettori un pò per conquistarne di nuovi, altrimenti il prodotto perde. Sclavi non scrive più, il suo modo di scrivere Dylan non esiste più. Esistono nuovi autori più o meno bravi, più o meno validi. E questi devono scrivere secondo le loro capacità, seguendo quello che LORO vogliono dire mediante un albo. Sclavi ci parlava di se, delle sue idee, delle sue paure. Oggi un autore non può fare altro che parlare delle sue paure, necessariamente diverse.

Caro ZAK, finalmente Dylan viene maciullato un pò. Una cosa che a me piaceva quando leggevo DD era, oltre alle sco**ate di Dylan, anche il fatto che veniva molte volte ferito. Forse mi creava più empatica con il personaggio. O forse sono semplicemente un sadico perverso :-). Però quando si prendeva tutte quei proiettili in Oltre la Morte o quando affronta il mostro de "La casa infestata" ed esce con Shirley mentre la casa cade o in tantissime occasioni capivo che Dylan era sì un antieroe ma quando c'era bisogno sfoderava capacità di resistenza incredibili. In generale nella gestione Gualdoni non veniva mai ferito e questo mi piaceva meno.

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 Oggetto del messaggio: Re: #353 - Il generale inquisitore
MessaggioInviato: sab feb 06, 2016 10:17 am 
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Iscritto il: mar feb 03, 2015 10:01 pm
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Papercop ha scritto:
Per il resto, il rischio di tirare fuori una porcheria c'è ogni volta che si propone qualcosa al pubblico. La continuity sarà anche poco bonelliana (o poco dylandoghiana), ma non vedo il perché questo personaggio non debba prestarsi bene a una logica di questo tipo.
Mi sembra sbagliato, o comunque frettoloso bollare l'operazione come un semplice tentativo di mascherare una crisi di idee. Anche qui ci sono due fattori che secondo me vanno presi in considerazione:
1) La predilezione da parte del lettore per storie di ampio respiro (i romanzi vengono pubblicati molto più facilmente, poiché incontrano molto più favore, purtroppo, rispetto alle raccolte di racconti);
2) L'inevitabile parabola di qualsiasi prodotto artistico.

La continuity è uno strumento interessante per giocare con elementi diversi, e provare a rivitalizzare un personaggio o una serie in cui ormai è già successa qualsiasi cosa.


Come al solito non mi sono spiegato.

Ci sono delle ragioni validissime per cui la continuity è poco bonelliana: prendi per esempio Nathan Never. Per quanto i primi cinquanta albi siano tutti molto buoni (non c'è paragone con la cosiddetta fantascienza che sta spopolando d iquesti tempi, se capisci a che mi riferisco) la 'trama continuativa' è un doppio handicap, primo perché se ti salti un paio di numeri poi non capisci una mazza di quello che sta succedendo e ti ritrovi con personaggi che non sai come inquadrare, e secondo non potendo saltare nemmeno un numero ti senti anche frustrato quando per esigenze di continuità sei obbligato a sciropparti anche storie di autori che ti interessano poco. Questo quando il lavoro di base è fatto "bene", dove con bene intendo con una trama reale a sorreggere il tutto, con delle esigenze narrative reali, che è il motivo per cui preferirei che a scrivere questa ipotetica saga fosse Recchioni da solo non perché mi piaccia particolarmente perché non è così ma perché sembra essere l'unico ad avere una vaga idea di cosa deve succedere adesso. Certo, un anno intero di storie di Recchioni... però è una questione di metodo.

alemans123 ha scritto:
La capacità di scrivere storie interessanti va al di là della formulazione in stagioni o in albi conclusivi. Si è mai pensato che una formulazione in stagioni può portare a uno sviluppo e a una conoscenza migliore dei personaggi? Si è mai pensato che effettivamente in albi in continuity vi è possibilità di scrivere più eventi ovvero possono accadere più cose che possono rendere il lettore partecipe alla storia? In generale i romanzi a fumetti Bonelli, o le Miniserie o anche le storie più lunghe non sono, in generale, un pò meglio rispetto alle storie conclusive (possono piacere meno sicuramente ma la lunghezza se ben usata dà spazio a chi sa scrivere di raccontare al meglio una storia focalizzandosi anche sui personaggi). John Doe non è forse una serie riuscita nonostante sia in continuity?


Per me la risposta è no a tutte le domande.

1) La capacità di scrivere storie interessanti non prescinde dalla struttura, dal respiro, o più banalmente dal numero di pagine. E' anche quello un fattore di cui tener conto. Più spazio non significa automaticamente migiore gestione degli spazi e dei tempi narrativi, come qualsiasi lettore di George Martin ti confermerà.
2) Abbiamo davvero bisogno di conoscere meglio Dylan Dog? O Groucho? O, e rabbrividisco solo a pensarlo, Carpenter?
3) John Doe non è una serie riuscita. Anzi è l'esempio perfetto di come la continuity possa essere un problema più che un vantaggio.

Giusto per non essere completamente OT voglio tornare sull'albo del mese per dire questo: a mio parere si tratta di una storia poco ispirata, abbastanza inutile e con parecchi vuoti narrativi. Ma è una storia di Dylan Dog, cioè ne recupera lo spirito di fondo senza troppe ricchionate sperimentali. Ed è questa la strada giusta per risollevare il fumetto, IMO.

Nuovo non significa necessariamente migliore. E' vero, non significa nemmeno necessariamente peggiore. Ma dopo quello che ci ha portato l'annata delle novità scoppiettanti mi permetto di essere dubbioso, dato che la 'blanda continuity' e l'introduzione dei nuovi personaggi sono state un fallimento.


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 Oggetto del messaggio: Re: #353 - Il generale inquisitore
MessaggioInviato: sab feb 06, 2016 10:42 am 
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Chiarisco meglio il concetto.
1- E' evidente che si possono scrivere buone ottime storie avendo a disposizione 16, 32,96, 145 o 1000 pagine. La bontà delle storie quindi non dipende dalla lunghezza di essa. Ricordo "L'altro" (poche pagine) come una buona storia così come "Memorie dall'invisibile" (9 pagine), l'ultima del pianeta dei morti (164 pagine) e via di seguito. E' evidente però che più è lunga la storia più è possibile scrivere sia come quantità (possono accadere più cose) sia come qualità (si può indagare meglio la psicologia del personaggio - non Dylan - ma i comprimari). Alla base ci vuole sempre però uno che sappia scrivere e che non esageri. Banalmente se IL Signore degli anelli fosse stato lungo 300 pagine non avrebbe avuto probabilmente il successo che ha avuto. L'albo della Baraldi è stato probabilmente un esempio. Una lunga introduzione servita a descrivere Anita (per me buona e interessante che serve ad avvicinare al personaggio) e poi poco tempo per scrivere quel tanto che si è scritto con una sensazione quindi di fretta. Con un albo più lungo ne avrebbe giovato. Una storia come "Il vicino di casa" portata su 94 pagine sarebbe esasperante. La narrazione ha bisogno di tempi e spazi. Più ce ne è meglio è ovviamente in relazione alla capacità dell'autore di gestirli.

2- Intendevo conoscere gli altri personaggi. I comprimari. Interessanti quanto Dylan se si vuole raccontare bene una storia.

3- Beh insomma. Le prime due stagioni mi sembra piacquero al pubblico. I problemi cominciarono con la terza e quarta stagione (forse ancor più con quest'ultima) ma perchè mancavano le idee non tanto la continuity.

Dici bene che il problema della continuity è che se salti un albo non ci capisci più nulla. Però se quello che stai leggendo piace è sicuro che non salterai nessun albo! Mentre nel caso di storie autoconclusive se quello che stai leggendo non ti piace allora è probabile che salterai qualche albo magari di qualche autore che non ti garba. Se stai leggendo il settimo episodio di una storia che ti piace e il prossimo è scritto da un autore che non ti esalta lo comprerai comunque perchè sei interessato alla storia. Se stai leggendo il settimo albo dopo 6 storie autoconclusive di un autore che in precedenza non ti è piaciuto allora tenderai a non comprarlo. Gioca su bisogni diversi. Sulla storia più che sugli autori. Non è detto che sia meglio o peggio, anzi potrebbe essere peggio. Ma anche meglio.

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Bergonzoni Alessandro


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 Oggetto del messaggio: Re: #353 - Il generale inquisitore
MessaggioInviato: sab feb 06, 2016 11:13 am 
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Iscritto il: mar feb 03, 2015 10:01 pm
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Bene. Su JD non mi dilungo che c'è un topic apposito, dico solo che quest'albo ha avuto 31 ottimo e 27 buono, il che per me vuol dire che la gran parte degli utenti del forum gradisce storie impostate in questa maniera. Non so se sia un dato statisticamente significativo e soprattutto rappresentativo della gran parte dei lettori di DYD, ma lo considero probabile.


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