Cravenroad7

Bloch in pericolo, caccia a un perverso curatore che lo vuole pensionare!





Soggetto e sceneggiatura: Rita Porretto e Silvia Mericone
Disegni: Davide Furnò

La vita di Bloch viene messa in pericolo, in piena notte, da un essere mostruoso nel quale l'ispettore riconosce una figura proveniente dal passato… A Bloch non resta che ingaggiare l'Inquilino di Craven Road.

Matrioska

Soggetto e sceneggiatura: Bruno Enna
Disegni: Luca Dell'Uomo

Dylan Dog deve mettere il sale sulla coda di un efferato serial killer che, ossessionato dalla matrioska, semina la morte uccidendo donne che poi rinchiude in body bag che rimandano proprio al celebre giocattolo russo.

Sotto la montagna

Soggetto e sceneggiatura: Giuseppe De Nardo
Disegni: Piero Dall'Agnol, Luigi Siniscalchi

Due uomini vengono fatti a brandelli da una misteriosa creatura celata sotto il pavimento di una casupola della cittadina inglese Moat's Edge. Quali mortali segreti si nascondono nel sottosuolo della località? All'Old Boy il compito di scoprirlo.


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Per rendere il topic più consultabile da chi volesse avere pareri in anteprima, tutti i commenti relativi all'attesa dell'albo, fatti prima di avere comprato e letto l'albo, andranno spostati nei topic dell'area ANTICIPAZIONI in modo che, almeno le prime pagine, siano una serie abbastanza pulita di commenti.

Se qualcuno continua qua non è grave, ma sappia che dopo qualche tempo i suoi post saranno spostati senza preavviso.

Inoltre si ricorda a tutti di segnalare gli SPOILER, ove presenti.

Sono il primo a commentare il maxi. Again! Spero di esserne all'altezza.

TUTTO È PERDUTO
Dopo la tremenda "Final cut", avevo paura di leggere una nuova storia di Porretto e Mericone. Invece non è andata male (non che ci volesse grande impegno per battere "Final Cut", per carità ). La storia si legge con piacere. Niente di trascendentale. Niente di sconvolgente. Niente di inaspettato. Semplicemente scorrevole. "Il lago nero" continua, però, a fare ciao con la manina e a chiedersi se prima o poi lo raggiungerà qualcuno sulla sua isoletta deserta.
Piuttosto, il problema che ho riscontrato è che Davide Furnò produce tavole di grande impatto, niente da dire, ma dalla scarsa leggibilità. In più di qualche scena mi sono chiesto cosa stava succedendo di preciso. Cosa che non mi era successo con storie come "Vietato ai minori". Non so, forse è un'impressione solo mia.
Voto: 6

MATRIOSKA
Ma per davvero questo è lo stesso autore de "Il feroce desiderio", "Nel segno del dolore", "Il guardiano del faro" e "La statua di carne"? Ugh.
Giusto ieri sera ho letto per la prima volta "I sei corvi" (Maxi n. 12), che nella sua semplicità, nel suo essere un semplice giallo, riesce comunque a lasciare il segno. Questa storia, invece, pur mantenendo le stesse caratteristiche di base, è di una noia disarmante. E il tutto finisce in maniera incolore. Enna, avevo imparato a volerti bene. E invece...
A questo aggiungo che i disegni, a mio avviso, sono davvero inguardabili e contribuiscono ad inabissare la storia.
Voto: 4 1/2

SOTTO LA MONTAGNA
Contrariamente al giudizio medio di questo forum nei confronti dell'autore, a me De Nardo piace. Non che abbia scritto un capolavoro dietro l'altro (anzi ), ma ricordo diverse sue storie con piacere.
Questo "Sotto la montagna" ha i suoi bei momenti. Ha i suoi bei dialoghi. Riesce addirittura a catturare il lettore. Poi però si arriva al dunque. E De Nardo cade davanti ai miei occhi. E per il motivo per cui tanti di voi non lo sopportano. Questa volta, lo dico, avrete proprio ragione a parlarne male. Così, a metà di una storia interessante, senza preavviso, arriva e Dio ce ne scampi se mi è piaciuto come ce l'ha infilato e come contribuisce alla soluzione della storia fra
Per quanto riguarda i disegni, io è da quando è uscito "Il cuore degli uomini" (che mi è piaciuto parecchio) che cerco di capire se la piega che mi ha preso Dall'Agnol mi piace o meno. Non l'ho ancora capito. Chissà se mai lo capirò. Il mix con Siniscalchi è comunque riuscito.
Voto: 5-

La prima azzecca abbastanza l'atmosfera horror, la seconda azzecca abbastanza Groucho (assente nelle altre due), la terza azzecca abbastanza Dylan e le sue comprimarie femminili: idealmente i tre aspetti dovrebbero convivere in ogni singola storia, ma vabbè. Nessuna mi ha fatto ribrezzo, nessuna mi ha esaltato... ma se dovessi sbilanciarmi metterei sul podio la terza: chiudere il Maxi in compagnia del "vero" Dylan e di una delle protagoniste femminili più azzeccate che ricordi nell'ultimo periodo è una bella sensazione, ed i giall(ett)i con appena un pizzico di soprannaturale non mi dispiacciono.

[possibili SPOILER]



Testi 6+ Disegni 7 -

Non tutto è perduto per l'ex promettente duo rosa-gore P&M, ma siamo laghi e laghi (facciamo un Michigan+Ontario, almeno) di distanza rispetto al loro esordio col botto & controfiocco. Di acqua sotto i ponteggi ne sarà passata, ma in questo specchio liquido almeno si naviga a vista, a differenza del ristagno pozzangherato di Final Cut.

Storia sovraccarica di sovrannaturale senza molto senso, senza spunti particolari né sempre lucida. Ma l'intrattenimento di massima c'è, svarioni e pipponi per fortuna latitano, i dialoghi non stonano, e si evita quell'eccesso paraculo della precedente su Maxi. Ci vedo molti elementi da exploitation (B-)movie di genere, e anche alcuni più dylaniati - a p.7 il tizio appeso sul soffitto sembrava Mana Cerace, e anche lo scontro sul tetto con la pioggia + lo spettro fumoso dal busto in giù ricorda parecchio la famosa creatura del Chiave

Molto bene l'interazione tra Dylan e Bloch, come il pupazzo inquietante; pessimo il titolo. Abbastanza deludente la (facile) soluzione di buttare tutto in vacca nell'illogico senza connessioni per quanto concerne la morte dei poveri coniugi Barnett e dello sbirro Porter: in pratica la prima parte dell'albo è tutto un fake clamoroso per cercare di abbozzare la seconda, più concentrata sui disagi della piccola Judith ed i pregiudizi di suo padre contro gli zingari. Mi spiace, ma il semplice fatto che ci fosse il bambolotto di mezzo non giustifica la loro morte sotto nessun profilo credibile, e una qualche rattoppatura di sceneggiatura si poteva provare in merito: messa così mi dà di (p)resa... per i fondelli .

Invece la vicenda ruota tutta (fino all'indugio decorativo) attorno agli effettacci ad hoc a favore delle scene in cui è protagonista lo spettro di Andy, che ora aggredisce senza motivo Dylan in ascensore, lo terrorizza nell'armadio per il gusto del casotto, o ammazza la gitana (forse) per tapparle la bocca. Abbastanza tamarra l'ennesima morte per caduta su cancello acuminato; davvero un padre cuordileone Mr Beasley che davanti alla figlia accoppata se ne scappa subito sul tetto (p.79-80),mentre qualche anno prima aveva massacrato un poveraccio solo perché aveva osato donare una bambola alla sua principessa

Ho l'impressione che ai disegni Furnò abbia avuto qualche difficoltà nel tradurre graficamente le morti astruse di certi personaggi... anche perché una lussazione letale per schiantamento sul soffitto capisco sia difficile da rendere... come una tizia crepata soltanto perché privata del cuoio capelluto. Intendiamoci, a me i suoi disegni son piaciuti parecchio, ma quando si tratta di vignette concitate d'azione, poltergesta, sanguinamenti o combinazione di effetti vari (riflessi di luce, pioggia, fumo, schizzi, svolazzi, etc) mi pare che abbia esagerato sovraccaricando nella bulimia il tratto, specialmente negli sfumati superflui o nelle rigature bianche... tutto spesso troppo computerizzato, tra l'altro.
Dovrebbe "asciugare" certe suoi vezzi e cercare un approccio più uniforme... ma siamo su un livello alto di partenza .

NESSUN ALOHA E' PERDUTO.

Per ora lette le prime due. Nel primo caso storia e disegni discreti, ampio uso dello splatter come nei vecchi tempi ma sceneggiatura un po' ballerina, senza giuda. Tutta la prima parte sembra un po' appiccicaticcia rispetto allo sviluppo successivo, però si fa leggere, tanti e forse troppi rimandi ad icone dylaniate e cinematografiche, vignetta finale un po' usurata, ma nel contempo gradevole lettura. L'idea che potessero sfornare solo capolavori come il Lago nero era un po' impensabile, ma restano sceneggiatrici solide in attesa di una sottotrama tutta loro, dove poter dimostrare appieno anche sul DYD i livelli raggiunti con Dr Morgue. Nel caso di Matrioska invece il livello si alza: sceneggiatura molto buona, come l'attenzione ai dialoghi e alle sfumature psicologiche, disegni funzionali ma un po' anonimi ma per il resto, nel mare magnum delle storie con serial killer, la trovo molto buona. Se queste, come la vulgata tramanda, sono le "storie-non-così-speciali", ad avercene. Mi rimandano un buon sapore di quello che ricordavo e che apprezzo e continuo a sostenere che la gestione delle varie collane parallele è molto oculata e intelligente. A due terzi della lettura, un Maxi assolutamente meritevole dell'acquisto e consigliato.

ho votato accettabile

la prima storia mi è piaciuta abbastanza, mi ha fatto tornare a un Dylan vecchio stile (voto 6,5)
la seconda storia non è male pero non ci vedo il soprannaturale che vorrei in una storia di Dylan (voto 5,5)
la terza storia secondo me è la piu riuscita, mia ha preso molto (voto 7)

non ho capito una cosa della terza storia

[probabili SPOILER]



Testi 7 - Disegni 6 1/2

A guardarci dentro, tanto male questa matrioska non è. Tolto il primo strato di aspettative su quell'Enna visto nel Feroce Desiderio, ci si può accontentare del nocciolo di queste 94 pagine non proprio avvincenti ma scritte con un proprio perché e degne di qualche interesse, grazie ai personaggi femminili coinvolti e un buon Groucho .
La mano dell'autore si vede a più riprese, e tutto sommato colpisce dove vuole colpire, mantenendosi un (piccolo) gradino sopra il gialletto di routine, perché si butta nel drammone psico-familiare, anche se con qualche vistoso limite o rimpianto.

Si parte con la solita caccia al serial killer stile serial 'mmerigano in modalità pataccara, perché onestamente vedere convocato tutto lo stato maggiore - mancava solo la guardia forestale e l'aeronautica, p.103 - per un volgare seviziatore di donnine col pallino delle bambole russe suona eccessivo. Eccessivo (nell'inverosimile) anche il modo in cui Bloch trascina Dylan a forza in un'indagine che non lo riguarda, ma capisco dopo 30 e passa stagioni suonate di carriera la difficoltà di inventarsi nuove varianti sullo starter .

Ma d'altronde né il killer di per sé (con le sue motivazioni/peculiarità), né le indagini per scovarlo sono quello che tiene sul pezzo la storia, alla fine. E infatti il tizio in pratica sparisce a metà albo (p.151) e per semplificare nel dozzinale-veladiamoabere si esagera col 5°senso e 3/4 di Dylan-talpa che scova il congegno d'intercettazione raspando sul pavimento, o pesca a caso il dossier di Taras azzeccandoci pure (p.140). Senza contare che Spencer (p.170) dà per scontato che Isabel sia ancora prigioniera in vita quando muore l'ucraino maniaco per mano (o meglio calcio) di Dylan

Il nodo di tutto è la questione dell'amore materno, della donna dentro l'altra donna... e così via, mi pare chiaro, come ben strutturato dall'autore. Per questo Enna insiste più volte sui rapporti di maternità (anche mancata, nel caso) e intreccia un background tutto di interazioni/considerazioni al femminile, in cui Dylan e l'assassino hanno una funzione strumentale di contorno, e pertanto si annullano a vicenda nella zuffa subacquea che dura un decina di pagine... forse troppe, per il loro mutismo in contrasto rispetto ai dialoghi martellanti del resto della storia.
Alcune litigate non sono proprio il massimo, sia tra Dylan e Rachel - senza un perché il riflusso isterico d'indignazione in pizzeria (p.120) - come si potevano limare certi bisticci da fiction Rai1 madre-figlia. Di sicuro sarebbe stato più intrigante approfondire i disturbi emozionali di Marnie che l'hanno portata a coprire/fomentare un mostro come Taras, magari facendola sparire di scena con un gesto meno rassicurante del vapido suicidio risolutore: ecco, diciamo che manca proprio la "scena madre" più ambiguamente dylaniata in questo senso.... peccato

Delle donne abbiamo ciarlato anche troppo, parliamo un attimo Dell'Uomo che si difende benone. Ormai la sua mano è un marchio riconoscibile, "fumettoso" a palla, e per certi versi ricorda Bacilieri (nei fondali tratteggiati) o Alan Ford per l'aspetto di alcuni personaggi quasi caricaturali nel vintage. Non ho capito la sua mania per topi e scarafaggi nell'antro di Taras, mentre dovrebbe rivedere un attimo l'espressività su alcuni volti femminili, perché certe volte siamo ai limiti del papocchio (p.144) o del transgender (p.153) .

ALOHA DENTRO OGNI DONNA C'E' UN'ALTRA DONNA
MA SOTTO MEGLIO CONTROLLARE...

Ho votato accettabile. Ogni storia gira intorno alla sufficienza (la sorpassa o la manca di poco), forse preferisco quando tra le tre almeno una buona/ottima ci sia, ma posso accontentarmi.

Potrebbe seguire qualche Spoiler:

Tutto è perduto: Siamo lontani da Il lago nero, semmai nei pressi di Final cut e Codice fantasma (per Nathan Never), ma pur esagerando con lo splatter, l'ho trovato un discreto horror, che sa usare alcuni elementi tipici del genere, con Dylan e Bloch in forma. Voto 6,5 ai testi e 7 ai disegni di un oscuro (a volte troppo) Furnò.

Matrioska: Lontani da Il feroce desiderio, le aspettative sono andate un po' deluse, ma Enna sa sceneggiare e realizza una storia che risulta interessante su di un soggetto che non mi avrebbe entusiasmato per nulla. Personaggi ben sviluppati, tutti. Forse un po' perplesso mi lasciano moventi e reazioni di Marnie (dalle fattezze mi pare della madre del celebre film omonimo di Hitchcock).
Dell'Uomo ogni tanto va anche bene, ma lo ricordavo un po' meglio, ad esempio la ragazzina, Kate, sembra un maschio e più adulto. 6,5 ai testi e 5,5 ai disegni.

Sotto la montagna: Siamo dalle parti di L'occhio di Balor, che ho pure preferito. Qui quando comincia a farsi largo il fantasy (vecchio vizio di De Nardo) la mia attenzione comincia a perder colpi ed è un peccato perché la prima metà dell'albo è intrigante (così come le due donne protagoniste), con buoni dialoghi. Il finale con la chiave magica per me toglie un punto alla valutazione complessiva e ci dev'essere un errore nei disegni, gli gnomi vengono descritti come bassi e invece quello che compare è alto quanto Dylan (che siano vere le voci di un suo drastico calo? ). 5,5 ai testi e 7,5 ai disegni che sono quelli che ho preferito, anche se Dall'Agnol in solitaria è un'altra cosa.

A digiuno di meteore e tarocchi ho preso per una volta il maxi.
Che dire, parlando di disegni è un bel volumone. La copertina dei Cestaro rappresenta un salto di qualità rispetto a quelle "teen" di Acciardi, i disegni di Furnò sono una bomba (anche se anch'io ho avuto qualche difficoltà con le scene di azione), Dell'uomo non è al suo top ma mi piace molto (i docks londinesi disegnati da lui fanno andare subito la mente a Gli uccisori e scatta la lacrimuccia). Il Dell'agnol di oggi e Siniscalchi non sono i miei preferiti ma la qualità non si discute.
Sulle storie non mi soffermo molto: ho trovato decente solo la prima. Le altre due le ho trovate insipide e prolisse. Gialletti da lettura sotto l'ombrellone con un Dylan sempre coinvolto nelle indagini dalla polizia! Praticamente si poteva fare un maxi "old old boy" con Dylan ancora tra le file di Scotland Yard.
Salvo sicuramente "Tutto è perduto", ma dovendo ricapitolare tutto quanto in un voto unico non vado oltre al 5.

ho letto le prime due storie e mi accodo al commento degli altri utenti, non eccezionali ma gradevoli, anche se secondo me la seconda è penalizzata dai disegni di Dell'Uomo che proprio non mi sono piaciuti...

Concordo, ho votato sufficiente.
La prima storia ha una buonissima atmosfera e qualche scena memorabile ma diventa un poco ripetitiva. A tal proposito perché inserire due volte la stessa scena in cui viene suonato il campanello di Beasley? Le scene di azione invece sono tirate via e risultano frettolose.
La questione di Dylan paladino del soprannaturale contro Bloch paladino del razionale è un po’ troppo esasperata, visto che Dylan ha dimostrato più volte di essere poco propenso a tuffarsi a capofitto nella spiegazione soprannaturale, ma cerca sempre di mantenere un occhio razionale.

La seconda storia è carina ma ci sono errori madornali nel modo di portare avanti le indagini. Basta guardare una puntata di CSI per vedere che per toccare gli oggetti nella stanza della vittima bisogna indossare i guanti. Dylan svita la presa di corrente e trova il marchingegno inserito dal killer a mani nude, sotto gli occhi degli altri poliziotti e poche battute dopo sottolineano che “cercheranno impronte”. Madre e figlia che piangono e scappano via di continuo hanno reso la lettura a tratti fastidiosa.

Terza storia carina ma con dialoghi a tratti imbarazzanti. La matrigna che dice a Dylan che “dal modo in cui le guarda le gambe sembra non aver rinunciato ai piaceri della vita” e lui che risponde che le sue gambe sono troppo lunghe per non guardarle, e lei che risponde “e sinuose”. Ma che dialogo è?

Tra i disegnatori ho preferito Furno, ma tutti fanno la loro parte.

Letta anche l'ultima storia: nulla di eclatante, disegni affrettati e bruttini, storia così così… ma un Dylan estremamente cinico e perfido, molto primi numeri, sufficienza piena per l'amoralità di fondo. In definitiva nessuna storia memorabile ma neppure nessuna indecente, un altro bel refusino a p. 266 -che "cellure" per "cellulare" passi sotto 3-4 giri di bozze è più incredibile dell'esistenza degli gnomi ma pace, ormai l'andazzo è quello-, però in definitiva un numero discreto meritevole di lettura che regala un'ora e mezza di distrazioni.

Letta anche l'ultima storia: nulla di eclatante, disegni affrettati e bruttini, storia così così… ma un Dylan estremamente cinico e perfido, molto primi numeri, sufficienza piena per l'amoralità di fondo. In definitiva nessuna storia memorabile ma neppure nessuna indecente, un altro bel refusino a p. 266 -che "cellure" per "cellulare" passi sotto 3-4 giri di bozze è più incredibile dell'esistenza degli gnomi ma pace, ormai l'andazzo è quello-, però in definitiva un numero discreto meritevole di lettura che regala un'ora e mezza di distrazioni.

è stata la prima cosa che ho pensato anche io...

Mi chiedo come facciano a cadere in errori così banali.