Non ho preso il Maxi precedente, ma ho comprato questo. Più che altro affascinato dalla copertina.
Ne è valsa la pena? Mah...
Francamente trovo che il Maxi, oggi come in passato, continui a galleggiare nel mare della mediocrità.
Prima e seconda storia non più che accettabili.
Terza storia a dir poco
terribile!
seguono
S
P
O
I
L
E
R
Chiuso nell'incuboDi Gregorio realizza una storia
apparentemente critica sullo stile di vita dylandoghiano.
In realtà si tratta di un trucco: a un clichè viene sostituito un altro clichè di segno opposto.
Intendiamoci, certe caratteristiche di Dylan Dog negli ultimi anni avevano cominciato a infastidire anche i lettori bonelliani di lunga data, che pure sono per tradizione conservatori. Troppe cose apparivano ormai fuori tempo (l'atteggiamento con le donne, lo stile di vita...) e quindi era giusto e inevitabile che qualcuno le criticasse.
Ma di storie "critiche" ne sono state fatte parecchie ormai! La Barbato da sola ne ha sfornate almeno una mezza dozzina! Insomma, la cosa si è trasformata in un vero e proprio
sottogenere dyladoghiano.
E questa storia non aggiunge assolutamente nulla, anzi ostenta clichè di altro tipo, solo più recenti (es.: Dylan con le guance non rasate perchè il lettore capisca quanto
terribilmente stia soffrendo...
).
Al clichè del Dylan superficialmente innamorato e orgogliosamente irresponsabile si è sostituito il clichè del Dylan che si piange addosso e si macera nei tormenti... per 94 pagine. Dopodichè tutto torna nella norma dato che nella storia successiva bisogna ricominciare dalla casella del "VIA".
Ripeto: storie del genere non sono vera critica, ma solo un clichè di segno opposto. E ovviamente lasciano il tempo che trovno, come le situazioni (ormai consunte e non più credibili) del Groucho in punto di morte e del Bloch licenziato/pensionato.
Comunque la storia si assesta sulla sufficienza perchè è sceneggiata con buon piglio e disegnata da un Di Vincenzo in ottima forma.
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A volte non ritornanoStoria semplice e di lettura scorrevole, senza eccessive pretese.
Però lo spunto poteva essere sviluppato meglio ed è un peccato che tutto si risolva nel consueto e prevedibile
action con sangue ai minimi livelli.
Inoltre il soggetto è esilissimo e Talbot, nonostante lo sforzo, ha una personalità troppo generica per lasciare il segno (nulla lo caratterizza, tranne il potere e l'affetto per la moglie).
Comunque l'insieme si legge piacevolmente.
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Sciopero generaleGualdoni cerca di recuperare lo spirito e la verve del Dylan Dog più
nonsense dei tempi d'oro - ma, per farla breve, non ci riesce.
Manca fantasia visionaria.
Manca brillantezza.
Mancano buone gag.
Manca poco che uno si addormenti mentre sfoglia questo miscuglio di assurdità accumulate a capocchia di cane!
Non è sufficiente buttare giù dei tentativi di metafumettismo, gag da scuola elementare (il "maggiolino" di Dyd che diventa un vero e proprio insetto), citazioni immotivate (
Accadde Domani) per creare una buona storia. La dinamica
narrativa è troppo insulsa per suscitare qualcosa di diverso dal tedio e dall'irritazione.
Quasi illeggibile.