Iscritto il: lun gen 18, 2010 10:49 pm Messaggi: 132 Località: I T A L I A
Quando il Paese retto a democrazia si ubriaca, con l’aiuto di cattivi coppieri, di libertà confondendola con la licenza, salvo a darne colpa ai capi, accusandoli di essere loro i responsabili degli abusi e costringendoli a comprarsi l’impunità con dosi sempre più massicce d’indulgenza verso ogni sorta d’illegalità e di soperchieria; quando questo Paese si copre di fango accettando di farsi servo di uomini di fango per poter continuare a vivere e ad ingrassare nel fango; quando il padre si abbassa a livello del figlio e si mette bamboleggiando, a copiarlo perché ha paura del figlio; quando il figlio si mette alla pari del padre e, lungi dal rispettarlo, impara a disprezzarlo per la sua pavidità ed amoralità; Quando il cittadino accetta che, di dovunque venga, chiunque gli capiti in casa, possa acquistarvi gli stessi diritti di chi l'ha costruita e ci è nato; quando i capi tollerano tutto quanto per guadagnare consensi in nome di una libertà che divora e corrompe ogni regola ed ordine; c’è da meravigliarsi che l’arbitrio si estenda a tutto, e che dappertutto nasca l’anarchia e penetri nella società, nelle case e perfino nelle stalle?”. “In un ambiente siffatto, in cui il maestro teme ed adula gli scolari e gli scolari non tengono in alcun conto i maestri; in cui tutto si mescola e si confonde, in cui chi comanda finge, per comandare sempre di più, di mettersi al servizio di chi è comandato e lusinga, per sfruttarne tutti i vizi; in cui i rapporti fra gli uni e gli altri sono regolati soltanto dalle reciproche compiacenze nelle reciproche tolleranze; in cui la demagogia dell’eguaglianza rende impraticabile qualsiasi selezione, ed anzi costringe tutti a misurare il passo sulle gambe di chi le ha più corte; in cui l’unico rimedio contro la raccomandazione consiste nella reciprocità e nella moltiplicazione dei favori; in cui tutto è concesso a tutti in modo che tutti ne diventano complici; in un ambiente siffatto, quando raggiunge il culmine dell’anarchia, e nessuno è più sicuro di nulla e nessuno crede nel futuro; in un ambiente siffatto, dico, pensi che il cittadino accorrerebbe a difendere la libertà, quella libertà, dal pericolo della tirannia?”. “Ecco, secondo me come nascono e donde nascono le varie forme di tirannide. Esse hanno due madri. Una è l’oligarchia quando degenera, per le sue lotte interne, in satrapia. L’altra è la democrazia quando, per sete di libertà e per l’inettitudine dei suoi capi, precipita nella corruzione e nella paralisi. Allora la gente si separa da coloro cui fa colpa di averla condotta a tanto disastro e si prepara a rinnegarla prima con sarcasmo, poi con rabbia, infine con la violenza che della tirannide è pronuba e levatrice”. “Così muore la democrazia: per abuso di se stessa. E prima che nel sangue, nel ridicolo”
Platone - VIII, La Repubblica.
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Ma guarda... anche Grillo si e' accorto che:
L'immigrazione è un tabù. Cos'è un tabù? Un fatto di cui non si può parlare o di cui si deve dare sempre la stessa interpretazione. Il tabù esige che sia perpetuato con frasi di nessun significato che hanno, come unico obiettivo, il rafforzamento del tabù stesso. Infrangere un tabù è considerato ripugnante e degno di biasimo da parte della comunità. Un tabù si alimenta di sentenze nobili come "Ricordiamoci di quando eravamo noi a varcare il mare, spesso in condizioni estreme, e teniamo a freno gli eccessi di reazioni di fronte a quanti vengono a cercare futuro in Italia" pronunciata in modo diversamente responsabile da Giorgio Napolitano. Gli Stati Uniti, terra di immigrazione degli italiani soprattutto dopo l'annessione del Sud e del Veneto da parte dei Savoia, erano un'immenso spazio spopolato, con ricchezze naturali incredibili e per entrarvi dovevi prima chiedere il permesso. Se sbarcavi senza autorizzazione a Boston o a Miami ti sparavano addosso. Il mondo è cambiato, fare paragoni con il passato serve solo a mantenere in vita un tabù. L'Italia di oggi è sovrappopolata, uno degli Stati a maggior densità abitativa del mondo. La Francia ha il doppio del nostro territorio, con pochi rilievi montuosi, e circa lo stesso numero di abitanti. Il Maine, uno dei più piccoli Stati americani, ha le dimensioni del Nord Itala con solo 1.230.000 abitanti. L'Italia dell'imbonitore Berlusconi, che promise casa e lavoro per gli immigrati alla televisione tunisina, ha il 20% di disoccupazione e almeno 100.000 extracomunitari disoccupati che diventeranno il doppio dopo il crollo ampiamente previsto del mercato immobiliare. Dove li mettiamo? Con che risorse li gestiamo? Gli daremo una casa, un lavoro? Li ospiterà D'Alema sul suo Ikarus o faranno compagnia ai nostri "ultimi", pensionati e disoccupati delle periferie? Non riusciamo a fare un cazzo per gli aquilani e ci illudiamo di nutrire il pianeta? Il tabù immigrazione ha effetti indesiderati, ma anche desiderati. Quelli indesiderati sono sotto gli occhi di tutti, con migliaia di miserabili lasciati a sé stessi e alle mafie. Quelli desiderati sono una manodopera a basso costo, spesso in nero, destinata di frequente alla morte sul lavoro per il profitto dei padroncini e della Confindustria. Il trionfo della globalizzazione degli schiavi. I rifugiati politici devono trovare sempre accoglienza, chi viene dalle zone di guerra deve trovare sempre accoglienza, gli altri sono benvenuti solo se ci sono le condizioni per ospitarli, casa e lavoro, altrimenti si fa demagogia elettorale a vantaggio non delle sinistre buoniste e cialtrone, ma della Lega. Un'invasione, perché di questo si tratta, darà alla Lega il controllo assoluto del Nord Italia. La Lega, in questi anni, si è nutrita di immigrazione. Ogni immigrato irregolare, un voto in più. La destabilizzazione degli Stati è avvenuta da sempre anche grazie al fattore immigrazione. La Lega è la più interessata a mantenere in vita il tabù dell'accoglienza senza risorse giustificata dal mito dell'italiano con la valigia di cartone. Il problema della Lega, e dell'immigrazione che la alimenta, non è solo italiano, ma europeo. Il fascismo non fu un problema solo italiano, non lo sarà la Lega. Ma l'Europa dorme sonni beati e, come si è visto in Libia, in realtà non esiste. Quale unione di Stati può continuare a esistere senza una politica estera e un esercito comuni? E quale Stato può permettersi il tabù dell'immigrazione senza disintegrarsi?
Iscritto il: lun mar 01, 2010 4:23 pm Messaggi: 913
Intervengo in questo topic solo per dire che il monologo che si sente nel video è quello di Edward Norton di "History X" (quindi finto e recitato), che interpreta un assassino neonazista (che in carcere si redime). Detto questo, detto tutto.
Il nazionalismo dei Paesi Europei (versione moderna dell'istinto di difesa del territorio e del clan, connaturato all'essere umano) ritorna semplicemente perchè è una condizione naturale. Decenni di repressione psicologica non sono riusciti a cancellarlo ma solo a costringere i popoli a metterlo sotto il tappeto. Basta che il contesto cambi, che le condizioni diventino più precarie e i confini messi seriamente a rischio ed eccolo riaffiorare, in barba a tutti i discorsi ideologici, alle risoluzioni e a qualsiasi altra contromisura. Servirebbero risposte concrete e non frasette estrapolate dal sussidiario dei buonisti stipendiati...
Iscritto il: sab ago 27, 2005 7:04 pm Messaggi: 1949
Non bisogna confondere lo spirito nazionalista con la paura individuale. Se lo spirito nazionalista viene fuori solo nei momenti critici, è più che probabile che ci sia il bisogno di cominciare a chiamarlo in altri modi. Tipo "incapacità di rapportarsi all'inevitabile e pertanto cominciare a gridare stronzate". Per fare un esempio, ecco. Se c'è il temporale nessuno dice: "Ma non ci possiamo permettere i temporali". Ecco, uguale. Sulle possibile speculazioni politiche dei carrarmatini verdi non mi pronuncio, non ne ho voglia e non ne sono capace.
Iscritto il: lun gen 18, 2010 10:49 pm Messaggi: 132 Località: I T A L I A
joe montero ha scritto:
Tipo "incapacità di rapportarsi all'inevitabile e pertanto cominciare a gridare stronzate". Per fare un esempio, ecco.
Inevitabile cosa? Che mezza Africa emigri nel nostro Paese, reclamando solo diritti? Uno dei motivi per il quale se ne vanno e' dovuto al fatto che l'Europa vorrebbe da loro le materie prime a prezzi stracciati. Mi domando allora perche' non rimangono nei loro Paesi, cercando di venderle a prezzi più alti, contribuendo in questo modo a far progredire la propria Patria invece che abbandonarla a se stessa... Qualcuno gli impedisce di farlo? Ah certo, i dittatori messi li dagli europei, ovvio... Sì? Allora non hanno che da tagliare loro la testa. In Europa ciò è stato fatto circa 250 anni fa, con le monarchie assolute. Non sono in grado di farlo o non vogliono? Significa che non meritano altro.
In questo libro pubblicato dall'economista anglozambiana Dambisa Moyo, si mette addirittura sotto accusa l'eccesso di aiuti che l'Africa ha ricevuto, e che ha abituato le sue classi dirigenti alla corruzione, al furto e alla certezza che essere assistiti dagli altri sia un diritto. La studiosa ha quantificato in più di 1000 miliardi di dollari in 50 anni l'ammontare degli aiuti che, a vario titolo, gli stati africani hanno ricevuto e che non sono serviti a nulla:
Dambisa Moyo, La carità che uccide, Rizzoli 2010 Come gli aiuti dell’Occidente stanno devastando il Terzo Mondo.
Iscritto il: lun gen 18, 2010 10:49 pm Messaggi: 132 Località: I T A L I A
No, non sono un troll ma un semplice utente che scrive pensieri che non condividete...
Tra i tanti segnali dei tempi che annunciano la decadenza della nostra societa', il più chiaro e' quello di un’economia fondata sull’usura e sulla speculazione, che ormai si configura come una vera e propria dittatura delle banche. Il capitalismo, infatti, ha bisogno di abbattere caste, etnie, gerarchie, differenze ma sopratutto confini. Negli ultimi decenni i mass media si sono quindi scatenati in una campagna pro immigrazione così martellante da far impallidire la propaganda dei regimi totalitari del XX secolo. Il risultato e' che il fenomeno più caratteristico dell’attuale temperie storica e' il caos etnico che nel giro di pochi anni ha dato origine alla società "multicriminale".
"L'identità di un popolo poggia sulle tradizioni comuni e sui valori condivisi dai suoi appartenenti. Essa si è formata nei secoli dal consolidarsi di esperienze vissute in pace ed in guerra, che hanno portato ad una specifica cultura nazionale e ad una visione collettiva del mondo esterno. Un popolo è tale se i propri componenti conservano il desiderio di continuare a vivere insieme e se custodisce la memoria dei sacrifici compiuti e di quelli che è ancora disposto a compiere in un percorso comune. "Che cosa sarebbe una società universale senza alcuna nazione, che non fosse né francese, né inglese, né tedesca, né spagnola, né portoghese, né italiana, né russa, né tartara, né turca, né persiana, né indiana, né cinese, né americana, o magari che fosse tutte queste società insieme? Che cosa ne risulterebbe per i suoi costumi, le sue scienze, le sue arti, la sua poesia?"
Chateaubriand
“Attraverso le loro diverse vocazioni, spesso opposte, le nazioni servono alla comune opera della civiltà; tutte apportano una nota a quel grande concerto dell’umanità che è, in definitiva, la più alta realtà ideale da noi raggiunta. La loro esistenza è garanzia della libertà che sarebbe perduta se il mondo avesse una sola legge ed un solo padrone”
Iscritto il: sab ago 27, 2005 7:04 pm Messaggi: 1949
Quello di cui ti lamenti è già successo. Stai parlando del passato. Se vuoi mettiamo i ponti levatoi con gli alligatori davanti ai macdonalds e diamo la biacca in faccia ai pakistani. Così dopo è tutto più caratteristicamente italiano. Viviamo nell'epoca della compenetrazione. Globalizzazione. A volte è una cosa buona, a volte no, a volte chi lo sa. E' inevitabile. Se vuoi mettere la testa sotto terra vai a fare il "figurante storico" come in "Soffocare". Ma se vuoi ti dico che hai ragione e Tac! Ecco il mondo migliore. Comincia a proteggere il mondo proteggendo te stesso dal superfluo.
Iscritto il: lun gen 18, 2010 10:49 pm Messaggi: 132 Località: I T A L I A
joe montero ha scritto:
Quello di cui ti lamenti è già successo. Stai parlando del passato. Se vuoi mettiamo i ponti levatoi con gli alligatori davanti ai macdonalds e diamo la biacca in faccia ai pakistani. Così dopo è tutto più caratteristicamente italiano. Viviamo nell'epoca della compenetrazione. Globalizzazione. A volte è una cosa buona, a volte no, a volte chi lo sa. E' inevitabile. Se vuoi mettere la testa sotto terra vai a fare il "figurante storico" come in "Soffocare". Ma se vuoi ti dico che hai ragione e Tac! Ecco il mondo migliore. Comincia a proteggere il mondo proteggendo te stesso dal superfluo.
"Il cosmopolitismo egualitario ha suscitato paradossalmente il razzismo globalizzato, per ora sotterraneo e implicito ma che tra breve si manifesterà apertamente. I popoli messi uno di fronte all’altro, a stretto contatto nella “città globale” che è diventata la Terra, si stanno preparando alla scontro e l’Europa, vittima di una colonizzazione di popolamento, rischia di diventare il principale campo di battaglia. Coloro secondo i quali il miscuglio generalizzato è già scritto nel futuro dell’umanità si sbagliano, perché esso dilaga solo in Europa. Gli altri continenti, soprattutto l’Africa e l’Asia, costituiscono sempre più dei blocchi etnici impermeabili, che esportano i surplus di popolazione, ma non ne importano. La globalizzazione, nel sogno di una civilizzazione planetaria, di nazioni, etnie, culture, religioni totalmente differenti è un impossibilità storica. Tale modello è destinato ad un crollo nel futuro più prossimo. La ricomposizione dell’umanità non potrà verificarsi, al termine di una crisi terribile e salubre che sarà sotto gli occhi di tutti durante il XXIesimo secolo, che tramite il posizionamento delle aree di civiltè ed etnie in maniera relativamente separata. Un’utopia? No, la legge naturale, che si ristabilirà dopo la piccola parentesi avviata nel corso del secolo XVIII dall’ideologia dei Lumi"
Iscritto il: lun mar 07, 2011 5:16 pm Messaggi: 4483
Cristiano ha scritto:
Inevitabile cosa? Che mezza Africa emigri nel nostro Paese, reclamando solo diritti? Uno dei motivi per il quale se ne vanno e' dovuto al fatto che l'Europa vorrebbe da loro le materie prime a prezzi stracciati. Mi domando allora perche' non rimangono nei loro Paesi, cercando di venderle a prezzi più alti, contribuendo in questo modo a far progredire la propria Patria invece che abbandonarla a se stessa... Qualcuno gli impedisce di farlo? Ah certo, i dittatori messi li dagli europei, ovvio... Sì? Allora non hanno che da tagliare loro la testa. In Europa ciò è stato fatto circa 250 anni fa, con le monarchie assolute. Non sono in grado di farlo o non vogliono? Significa che non meritano altro.
Allora, nei secoli passati gli europei hanno preso la mappa dell'africa e l'hanno divisa con le squadrette per spartirsela, unendo sotto la stessa "bandiera" dei popoli culturalmente lontanissimi, hanno fatto il pieno di schiavi da vendere in america, hanno preso oro e diamanti con la forza. Quando è finito il colonialismo si è cominciato ad agire così: si va nella regione dove c'è il petrolio (o quello che ti serve), prendi le peggiori bande di criminali locali, li riempi di armi, loro prendono il potere massacrando ogni oppositore, tu prendi il petrolio o i diamanti o quello che sia, nell'indifferenza dei governi occidentali, che devono mettere la benzina nelle macchine e il gas nei fornelli. E la colpa di chi è? Degli abitanti dei villaggi che non si ribellano ai criminali con gli ak47?? Mah.. Se noi italiani, che siamo sicuramente più uniti e numerosi degli abitanti dei villaggi centroafricani, non alziamo un dito contro la mafia o contro la malapolitica, come puoi pretendere che lo facciano loro?
_________________ Vai, allora, ci sono altri mondi oltre a questo.
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