Cravenroad7

Io l'ho visto. E' bello.

Io e te di Bertolucci mi è piaciuto, l'ho trovato perfino commovente. Per la purezza dello sguardo del regista, per la sua voglia di raccontare, per la delicatezza della sua macchina da presa, per l'evidente affezione che prova verso i suoi protagonisti, per l'abilità con la quale riesce a raccontare un legame non banale. Una storia semplice narrata con grande maestria, ottimamente interpretata da due giovani protagonisti il cui sguardo è destinato a rimanere impresso a lungo negli occhi degli spettatori. Momenti di grande cinema per un film che trascende abbondantemene il romanzo da cui è tratto.

Io tutte queste cose non ce lo ho viste, sinceramente. Tranne che per la bravura degli attori ed il taglio claustrofobico delle riprese. Forse mi mancavano gli occhialini 3D o le 4G della critica festivaliera che s'inebria davanti ai maestri incartapecoriti per riflesso incondizionato. Non va oltre le due stelle e mezzo su cinque .

Se supera il romanzo - che non ho letto - allora vuol dire che Ammaniti sta messo proprio male.
Altri che hanno letto il libro sostengono che Bertolocci abbia frainteso ed impastricciato il libro per una semplice infatuazione registica .

Nel dettaglio sulle tue "infatuazioni":

Non racconta, abbozza.
Non prova affezione, feticizza.
Non delinea un legame "non banale", lo improvvisa banalizzando .
Commuove solo per l'ingenuità che presume nello spettatore

Un film compiaciuto che gira su una carenza strutturale.
Di una finta-mejo-gioventù shabby chic ed artistically uncorrect che esiste soltanto nell'alta borghesia frequentata (nell'immaginario?) dagli amichetti del regista&co .

Non lo consiglierei a nessuno.
Se non a chi gli è già piaciuto. Ma senza una revisione

ALOHA GIOVENTù

Non concordo, ovviamente: non sono fan incondizionato di Bertolucci né faccio parte dell'incartapecorita critica festivaliera, ma Io e te mi ha - a sorpresa - incantato. Con "trascende" non intendo dire che il film supera il romanzo, ma che Bertolucci si impossessa della storia e la fa propria, rendendola qualcosa di diverso da quel che era: la pellicola è pervasa da un'evidente volontà di rinascita, perfettamente simboleggiata dalla bellissima sequenza finale e dalla canzone che l'accompagna (un invito a guardare in alto, a superare i limiti - che per Bertolucci sono imposti dalla "sedia elettrica" su cui è costretto).

Fortunatamente il film non si perde in inutili e fastidiosi flashback sul passato dei protagonisti: ci mostra un frammento condiviso della loro vita, e questo è quanto. Occorreva altro? Non credo. Trovo poi innegabile che Bertolucci ami i propri protagonisti: li culla, è indulgente, li assolve entrambi. La natura imprecisata del loro legame-non legame è un altro punto di forza: i due si trovano, (non) si conoscono, si sopportano, a sorpresa si scoprono compatibili. Non è una convivenza (forzata) che cambierà la loro vita (come del resto è chiaramente mostrato), ma che per chissà quale motivo ha fatto bene a entrambi. Plaudo apertamente al non detto, a quello che è lasciato tra le righe e perfino trascurato: non per sciatteria, per scelta.

Per dire: The Dreamers mi aveva perlopiù irritato, mi era sempre sembrato tanto elegante quanto irrisolto: merito della sola Eva Green se non l'ho completamente rimosso; Io e te, invece, è perfetto così com'è, nella sua minore ambizione ma nella sua maggior sincerità. Non sembra neanche l'opera di un affermato autore, tanto è cinema semplice, "puro", essenziale, registicamente contenuto e sobrio (e non solo perché è girato in spazi chiusi: di nuovo, è una scelta).

Un film che, a differenza tua, io mi sentirei di consigliare a tutti: potrebbe essere una bella sorpresa.

Non concordo, conseguentemente.
Anche perchè non intendevo riferirmi a te (o a me? con un titolo così il film si presta ai finti dualismi...) con la menzione delle benemerenze festivaliere. Ma magari un piccolo giurato è in ognuno di noi, sottopelle o nel weekend .



Volantà di rinascita? Da cosa? Il film sul finire ri-assesta il non-precisato passato dei protagonisti - che non è dovuto, per carità, anzi, facilmente intuibile dal vuoto che propinano.
Cambia solo la stupida smorfia finale del fratellino che crede di averci capito qualcosa nel disordine posticcio portato dalla scheggia impazzita di sua consanguinea irrisolvenza.
E quell'inquadratura con accelerazione conclusiva è davvero inguardabile



Questo non ajuta la pellicola. Anzi, la condiziona, limitandola. Patetismo pre-senile o tardo-genitoriale, che crede di afferrare il nucleo della giovinezza bazzicando per arruffiananti sentieri di qualunquismo posticcio e finto-alternativo .



Questo è da vedere in base al libro. Magari è una scelta di Ammaniti a monte. Non plauderei nessuno dei due comunque. E' solo un modo di impostare la storia. Niente di clamorosamente estatico o esteticamente libidinevole. Qui è giocoforza indispensabile, tra l'altro, per il taglio dato .




Th Dreamers si salva come film perchè sfuma un afflato storico, racconta un' epoca-movimento attraverso una storia di individualità, e circostanzia le sue giovani pedine, senza spersonalizzarle comunque.
Qui invece l'ambizione è di gran lunga maggiore, quasi sfrontata.
Di farsi film autoriale con poco da dire, e non da contenere.
L'unica sincerità è nel voler fingere di non giudicare.





Infatti. Se l'avesse fatto un altro regista meno noto sarebbe finita tra le meno risentite cestinature di sempre in fase di pre-produzione .
La sobrietà della purezza è qui solo un effetto di suggestione, suggerito forzosamente.
Copre molte lacune, invero. Mah...




A questo punto lo consiglierei pure io.
Quantomeno per circostanziare senza sorprese le sbrodolerie che ha ispirato .


ALOHA

Giusto per chiarire, il discorso sulla rinascita vale IMO sia a livello testuale, sia a livello extratestuale: sia per i protagonisti, che si promettono a vicenda di impegnarsi a cambiare, sia per l'autore, che ricomincia a filmare dopo una pausa di oltre un decennio dovuta alla malattia che l'ha colpito. Lo sguardo verso l'alto finale indica proprio questo, IMO: la volontà di non lasciarsi abbattere.

Se non sbaglio domani è il giorno della "congiura delle polveri"? Ricorda per sempre il 5 novembre

Voglio esprimere il mio giudizio da gran cinefilo sull'opera del Maestro Bertolucci:

Ultimo tango a Parigi: due coglioni torbidi
L'ultimo imperatore: due palle interminabili
Piccolo Buddha: cagata new age
Io ballo da sola: stronzata bucolica, un film che davvero ti chiedi...ma un regista così con tutto il prestigio accumulato grazie ai suoi polpettoni storici-drammatici, un film così...ma che cazzo lo fa a fare? Cioè, per carità, cambiar genere è lecito...ma davvero doveva prendere un soggetto di Tinto Brass, ripulirlo, infilarci due o tre riflessioni sulla morte per renderlo più pipposo come piace all'uomo di cultura medio e poi propinarcelo?
The Dreamers: puttanata francese, oltre che due palle, ma essendo un film con influenze francesi (o comunque ambientato a Parigi) non poteva essere altrimenti

Il Tè nel deserto: interessante devo dire.

Io e te non l'ho visto.

Un fan di Bertolucci!!

mamma mia che vergogna oliver stone
non è mai stato un grandissimo, bisogna dirlo, un grande forse, una via di mezzo come bertolucci.

guarda friedkin quello è un grandissimo, ha fatto cose grandissime.

Le belve di Stone non mi è dispiaciuto...per carità, non è un capolavoro, ma si lascia guardare allegramente...la cosa più bella è l'interpretazione della Hayek, una dura-cattiva-capobranco senza scrupoli.

A me è piaciuto TED, non so ne avete parlato.
Volgare, politically uncorrect, americazzata, ma divertente.

No dai.......


Cmq di Bertolucci non potete non nominare IL CONFORMISTA e NOVECENTO che sono due filmoni

dici che ho esagerato? Beh su Ultimo tango a Parigi ok, posso starci...una bella storia torbida e oscura sulla solitudine umana...un po' esasperato, ma può piacere.
Ma l'Ultimo Imperatore...oddio....perchè l'Ultimo Imperatore è una cagata pazzesca.
15 minuti di applausi.

Che Friedkin sia un grandissimo non ci piove, ha girato almeno 5/6 titoli memorabili (e forse anche qualcuno in più). Bertolucci non è tra i registi che più amo, ma dell'Ultimo imperatore ho un bel ricordo e Novecento è effettivamente un filmone memorabile.