Non potevamo non vederlo, anche se il mezzo flop era annunciato.
Eppure
Trainspotting 2 tanto male non (ci) è sembrato, per quanto suoni come una lunga marketta nostalgica verso la prima pellicola, ormai icona cult per una falange di 30enni come me che sono stati adolescenti negli anni '90, la cosiddetta Generazione X
.
Il film non è nulla di che, intendiamoci, né come storia, né come personaggi, né come regia. Però si lascia gustare senza troppi patemi, paracula quando serve, e qualche colpo a segno lo manda - il fidanzatismo ideale di Sick Boy, il nuovo "scegli la vita", la scena del locale per lealisti anti-cattolici, Bagbie col viagra, le facce scazzate dei protagonisti a gogo, etc. Inutile cercare una trama, perché il viaggio
back in action dell'irrisolto Renton verso Edimburgo è tutta un'operazione nostalgia nichilista in attesa di nuove scorribande da disadattati, ma più posate e meno tossiche di vent'anni fa. Molto meno realisticamente crudo e lisergico del primo, ne celebra sequenze e rimandi come cartoline in un videoclip girato a palla, tra stop motion, colorazioni plastificate, e primi piani paripari. Senza patinarsi troppo però, lasciando quell'alone di grottesco dozzinale e brutalità impasticcante che non guasta, prendendo poco sul serio lo spettatore stesso.
Perde colpi quando la confluenza verso la "vendetta" dovrebbe prender corpo, e non ha il coraggio di metter in scena quello che è il vero seguito di Trainspotting, ovvero il romanzo
Porno dello stesso Welsh, dove la banda dei quattro si rimette in pista per darsi al business delle figa deflorata in video HD. Forse solo la giovane prostituta bulgara dopo un po' mi è venuta a noja, con la sua aria saggia da ninfetta alla Bertolucci, come la rivisitazione da un nuovo punto di vista di certe sequenze del primo film. Doppiaggio discutibile, specie Spud e Mark. Il finale troppo riconciliante - rispetto al concetto di famiglia - mi è sembrato una forma di normalizzazione non dovuta. Ma ci possiamo sempre ballare sopra
Lust for Life rifatta dai Prodigy.
Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete la famiglia; scegliete un maxitelevisore del cazzo; scegliete lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete un mutuo a interessi fissi; scegliete una prima casa; scegliete gli amici; scegliete una moda casual e le valigie in tinta; scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo; scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina; scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi; scegliete un futuro; scegliete la vita. E scegliete pura un ALOHA che male non vi fa. Come questo film.
si lascia vedere con piacere, cercando tra il metatestuale tipo teatro, di omaggiare un passato che non potrà tornare mai più...e difatti devo dire che la vera droga del film è proprio la nostalgia...ma forse ero troppo coinvolto per via dell'andazzo della mia vita attuale. (-;
anche io non ho sopportato molto la giovinetta maliziosa e paracula...
alla fine ho avuto una sorta di rimembranza di un altro film di Boyle, In Trance;
li era una fastidiosissima Rosario Dawson a metterla nel di dietro ai due maturi fessi di turno.
Il doppiaggio non mi ha cosi infastidito..dopotutto i doppiatori erano gli stessi del film originale...almeno quello è rimasto.