Stephen King, "un genio che non sa fare nulla" scrivevo tempo fa in un altro forum.
in effetti ancora oggi mi autocompiaccio di questa definizione che trovo perfetta. perché, se da una parte siamo (quasi) tutti d'accordo sul fatto che Maximum overdrive (Brivido) sia un po' unammerda di film, e che il "suo" Shining cinematografico non regga assolutamente il confronto con il capolavoro di Kubrick, ebbene dall'altra il "re del brivido" non mi trasmette nulla neanch quando scrive.
Più lo leggo (non ho letto moltissimo di lui, anzi, quasi nulla in confronto all'ampiezza della sua produzione) più ho l'impressione di una mente incredibilmente capace nel perseguire il suo scopo principale, quello cioè di ideare e costruire trame affascinanti ed efficaci, ma che poi si disinteressi quasi completamente della forma, lasciandosi così per strada anche i contenuti.
Il King autore ha la pessima tendenza a tirare lungo, a riempire pagine e pagine di descrizioni, spiegazioni, flashback (decisamente e fastidiosamente onnipresenti), motivazioni psicologiche spesso banali o straabusate (alcolismo, pressioni sociali,...) e così via.
Uno stile incredibilmente ridondante, pomposo e prolisso, dove c'è troppo e troppo poco, dove si vuole sempre spiegare tutto e non si lascia spazio al "vuoto", al mistero.
Si badi che non sto dicendo "King mi fa cagare perché i suoi libri sono troppo lunghi". Però non credo sia un caso che le sue cose migliori siano i racconti, in cui se non altro non c'è spazio da riempire con parole più di quanto non serva a descrivere la trama.
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"Non vorrei mai far parte di un club che accettasse tra i suoi soci uno come me" (Groucho Marx)
JE SUIS MARXISTE, TENDANCE GROUCHO.
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