Stimolato dalle interessantissime questioni dell'amico Valla (che hanno portato ad una serie di stimolanti riflessioni), colgo la palla al balzo per mettere in piedi un topic dedicato esclusivamente alle nostre elucubrazioni sul genere horror, in primis al suddetto genere rapportato al fumetto Dylan Dog.
Qui potete trovare quanto scritto in precedenza:
https://www.cravenroad7.it/forum/viewtopic.php?f=8&p=508780#p508780Ma per comodità butto tutto o quasi qui dentro...
I punti proposti dal buon Valla sono questi:
1) cos'è horror oggi, nel senso cosa può oggi assolvere al principio fondamentale dell'horror, quindi spaventare?
2) quanto (e magari perché) è realistico pensare al giorno d'oggi di spaventare attraverso il media fumetto?
3) chi sono o potrebbero essere (se ce ne sono) i giusti interpreti per realizzare un fumetto REALMENTE horror?
4) quale tipo di horror è più "efficace" nel media fumetto e su Dyd in particolare?
5) quali aspetti potrebbero/dovrebbero essere preponderanti, su Dyd in particolare, per riuscire a fare paura (trama, disegni, temi di fondo, ecc..)?Ai quali il sottoscritto ha risposto:
1) L'horror oggi è esattamente l'horror di ieri: spesso anacronistico (esprime paure ancestrali, delle quali si sono occupati fior di scrittori da tempi indefiniti. Ma anche registi, da tempi sicuramente più contenuti) ma può anche vivere di paure "cronistiche" e sociali (la paura del "diverso" su La Cosa, certi media sul fantahorror carnografico Videodrome, le "rivolte dal basso" - ceti bassi pronti a destabilizzare il tessuto connettivo sociale - su "La Notte Dei Morti Viventi", il consumismo su "Zombi" etc.). Quindi l'horror vive di paure eterne e/o attuali.
2) Magari avere la pretesa che [oggi] si possa spaventare con il media fumetto è azzardato, ma non assurdo. E se non è possibile "spaventare" appieno, è possibile "disturbare", creare un senso di spaesamento, di angoscia: questo è l'effetto che mi ha fatto una lettura come "La Macchina Umana", e, a distanza di anni, lo stesso effetto continua a farmelo "Fra La Vita E La Morte", "Dal Profondo" e altri.
3) Bravi autori capaci di capire quali corde toccare almeno per angosciare, disturbare, creare un senso di prolungato spaesamento anche finita la lettura di un albo. A questo si dovrebbe mirare, penso, piuttosto che raccontare storielle scialbe articolate con poca convinzione.
4) Io direi che su Dylan Dog un horror dai risvolti "gotici" (ma anche "neo noir") ci starebbe bene. Ma se uno sceneggiatore ha veramente la capacità di disturbare, può toccare veramente qualsiasi tipologia di narrazione "perturbante" (cit. Danilo Arona).
5) Un equilibrio tra gli aspetti da te proposti (chiaramente trama e tema di fondo [e atmosfere] potrebbero avere una netta preponderanza sui disegni, che comunque dovrebbero contribuire al terzo punto [la creazione di atmosfere]. Avere ottimi disegni è molto importante, anche se forse non indispensabile).
Altra risposta è venuta dal buon rimatt:
1)L'horror (il buon horror, perlomeno) deve prendere spunto dalla contemporaneità. Quali sono gli orrori di oggi? La pandemia (declinabile con: diffidenza nei confronti degli altri, minaccia incombente, claustrofobia, ansia per il futuro ecc.), la progressiva disumanizzazione dei rapporti fra individui (in ogni ambito sociale e professionale), l'instabilità... basta guardarsi un po' in giro.
2)Si può spaventare con il fumetto e con qualsiasi altro media.
3)Ce ne sono un'infinità, ma direi: quelli che meglio sanno leggere e raccontare la contemporaneità. Gli autori ci sarebbero.
4)Quello sociale, vale a dire quello che usa la chiave di lettura dell'horror per raccontare la realtà in cui viviamo. A ogni livello, secondo me.
5)Le tematiche, fermo restando che senza una buona sceneggiatura non si va da nessuna parte.
Nel caso vogliate dire la vostra non esitate: gli spunti offerti sono molto interessanti e contiamo di sentire anche il vostro parere.