Cravenroad7

Ma sembra proprio Julia (quindi disegno preciso di Berardi) a non volerlo superare questo trauma, forse per - personaggio - sentirseli più vicini in qualche modo (io l'ho visto anche un po' così il suo decidere di interrompere la seduta, scena e scelta per cui ho provato una certa irritazione nei suoi confronti) e per - autore - darle una specie di aura tormentata nobile, che però non funziona, anzi tedia il lettore, come ci diciamo da tempo. E' certo un tentativo di umanizzarla nella sua algidità, ma manca l'obiettivo empatia, proprio perché il lettore lo avverte come qualcosa di artefatto. Forse in questa direzione farebbe meglio ad insistere su altri sentimenti che su questi sensi di colpa, come il terrore (per Myrna o altri criminali che ha contrastato, ma ciò non la nobiliterebbe nel ruolo di eroina) o una profonda solitudine. Quella di una persona circondata da gente, stimata, col suo lavoro di criminologa e di detective occasionale, ma che si sente irrimediabilmente sola e destinata a rimanerlo (nonostante anzi compreso il distante Ettore, la nonna, Emily, Leo e compagnia) e in questo potrebbe rientrare il trauma di aver perso i genitori giovanissima, senza tirarlo continuamente in ballo.

In realtà non ha senso insistere su niente, in quanto Julia è decisamente una persona realizzata, amata e stimata, alla quale manca semplicemente una terapia farmacologica adeguata per ridimensionare lo stato depressivo.
I suoi problemi sono in tutto e per tutto capricci, capricci noiosi per di più. Aldilà della morte dei genitori, avvenuta decenni prima, ha tutto ciò che una persona normale possa desiderare dalla vita. L'aura tormentata che si desidera donarle, è un grosso boomerang a conti fatti.

Che bello l'ultimo albo! Perfetto! Non solo la storia è bella, ma ogni colpo di scena si incastra perfettamente nell'altro creando un emozionante effetto domino.
Per la prima volta, forse da sempre, i siparietti sono volati via in modo simpatico e fluido.
Certamente si sono portati via qualcosa come metà storia se non di più, ma piacevolmente.
Emily davvero simpatica (e di solito la detesto) Webb con un bel ruolo, anche incisivo. Una menzione d'onore (ironica) per essere riusciti a infilarci dalla porta di servizio la foto dei genitori non mi ha fatto nemmeno arrabbiare, ho sorriso per l'ostinazione e la caparbietà con la quale perseguono l'obiettivo di sfrangiarci i maroni con questo ricordo
Però foto a parte, tutto il resto mi è piaciuto moltissimo!

Condivido in parte l'entusiasmo di Bertuccia per l'albo L'infiltrato.
Fino a circa pagina trenta mi stavo mentalmente lagnando per l'abbondanza di vita privata juliesca nella narrazione, poi la storia si incammina nei giusti binari (del thriller) e pure la Julia sotto copertura (particolare che mi ha lasciato indeciso per almeno un paio di giorni sull'acquisto o meno dell'albo) risulta credibile.
Un eccesso di colpi di scena mi ha reso il finale della vicenda poliziesca un pelino stucchevole.

Mentre invece il finale vero e proprio a conti fatti risulta molto meno stucchevole di quanto avrei immaginato.
Emily mi ha strappato più di un sorriso, è una rarità
Voto: 7 -

A me quel colpo di scena non ha disturbato più di tanto, forse sembrava troppo indifferente.
Emily per la prima volta non solo non mi ha disturbata ma anzi, divertita.
Era meno "zi buana", meno analfabeta, meno ritardata e il personaggio ne ha giovato.
Non hanno nemmeno cercato a tutti i costi quell'umorismo da asilo Mariuccia che tanto mi infastidisce.
Siparietti si, ma più intelligenti.

Umoristicamente funzionava la strana coppia Emily-organizzatore di eventi
Ho trovato invece di una comicità un po' troppo artificiosa la conversazione telefonica col figlio con fraintendimento di gergo. Mi immagino le discussioni in quella famiglia, da pièce di Ionesco o da Totò e Peppino (con meno verve).

Si è vero, quelle erano pietose standard

Condivido il blando ma significativo entusiasmo per l'albo del mese.
E, a costo di ripetere quello che rimatt dice da tanto tempo, come scrive e sceneggia Berardi, al momento, pochi/pochissimi.

Diciamo pure nessuno.

Ecco, non volevo sbilanciarmi perché non leggo tutti. L'hai detto tu

Nel centro della bufera lo sconsiglierei ai lettori che da Julia si aspettano il "classico" giallo/nero con spruzzate di rosa. E' un thriller avventuroso (che Berardi abbia nostalgia di Ken Parker? ) con momenti molto forti. Accettando queste premesse e chiudendo un occhio alle interruzioni di Emily (che mi hanno dato la stessa sensazione degli spazi pubblicitari durante le scene salienti di un film d'azione e che abbassano la valutazione) una lettura spesso avvincente.
Voto: 6,5

Certo che siete proprio taccagni con la povera Julia.

Io difficilmente valuterei un albo di questa serie con un voto inferiore al 7,5; occasionalmente potrei anche scendere al 7, ma farei fatica ad andare sotto a questa soglia, talmente calibrate e scorrevoli sono le sceneggiature di Berardi. Al di là di ciò che piace o meno (e che rende legittimo anche lo scarso gradimento della serie), gli albi sono dei meccanismi spesso perfetti, con tempi gestiti alla perfezione e trame sviluppate in maniera ottimale. Lo so, sono discorsi affrontati più volte... ma mi è difficile dire qualcosa di diverso, visto che i commenti agli albi sono spesso intercambiabili.

Ecco, stavolta potrei aggiungere che il Berardi che risponde a non uno, ma due lettori che non leggerà i lavori che gli sono stati spediti non è un mostro di simpatia, ma penso che avesse bisogno di dare un messaggio forte e chiaro; e in ogni caso, il suo discorso è inattaccabile.

Ho spiegato cos'ha abbassato la valutazione Con meno Emily il voto sarebbe stato 7 o più.
A parte i dialoghi, non in questo caso però, che a volte non mi sembrano sempre scorrevoli, ma ne avevamo già discusso tempo fa, a me sembra che Berardi fatichi a gestire il numero delle pagine, ce lo vedrei meglio con le stesse pagine di uno Zagor o un Dylan Dog, da qui i riempitivi sempre uguali con i soliti siparietti, incubi, ecc. di cui ci lamentiamo spesso. Qui non ce ne sono eh, però c'è sovrabbondanza di Emily (quando per far capire la sua preoccupazione bastavano poche vignette). La telefonata tra lei e la nonna poi è qualcosa di

Dopo 18 anni dalla pubblicazione del primo numero di Julia ancora non e´ mi e´ chiaro il perche´ di una foliazione da 132 pagine che ha messo in ombra le 114 pagine di Tex (doverose in quanto da sempre personaggio piu´ venduto e capopopolo dei Bonelli )...


Si voleva forse compiacere Berardi o e´ stato quest´ ultimo che ha preteso 132 pagine ?

Grande scrittore il Berardi ma molto troppo radical chic di sinista assieme all´ altro nonnetto della SBE, quello che in gioventu ´fu tra gli sceneggiatori del film ´ Liquirizia ´....

La foliazione superiore allo standard fu richiesta da Berardi proprio per potersi prendere i giusti tempi nel raccontare le storie di Julia; il che significa che i siparietti, così come sono, sono da lui considerati parte integrante e fondamentale della narrazione. Insomma, se la serie è così è solo perché Berardi la voleva così.