Cravenroad7

Ho scritto che ho letto l'episodio pilota, mi sembra abbastanza chiaro: non avevo voglia di leggere un altra storia introduttiva.
Ma per chi m'hai preso?

Avevo capito come rimatt.

Al mio paese, quando si parla di episodio pilota di una serie non ci si riferisce al primo episodio della prima stagione.

Boh, mi sembrava più logico perdere il primo albo per errore che rinunciare a leggerlo volontariamente perché si presume che sia introduttivo (cosa che di fatto non è, e infatti ha creato qualche problemino a chi non aveva prima letto il numero di Le storie). Diciamo che la frase mi sembrava un non sequitur... errore mio, per carità.

Non è introduttivo per niente. E infatti, non avendo letto Le Storie, mi è sembrata una storia monca con molte situazioni date per scontate.

veniamo al dunque ,
quanti numeri durerà questa serie ?

si accettano scommesse

Presumo che, nel momento in cui è iniziata, ce ne siano almeno 24 o 25 in lavorazione. Un paio d'anni mi pare il minimo, quindi; se poi i primi numeri andranno bene, presumo che ne saranno messi in cantiere altri.

Ho fortissimissimi dubbi. Ma come i recentemente defunti Saguaro e Adam Wild è un prodotto di qualità.

Per lasciarla vivacchiare fino ad una ventina di numeri e poi stop, deve trattarsi di flop abissale.
E' bastato che Chiaverotti si mantenesse sulla linea di galleggiamento con Morgan Lost, e gli hanno concesso altri albi oltre il fatidico #25. E tenete conto che quando s'investe sul colore le cifre cambiano.

Io sono molto contento per Bilotta, successo/spazio personale o meno, ma mi rimane sul groppo il rimpianto che potesse devolvere queste energie verso l'inedito dylaniato - PdM a parte - che boccheggia tra dilettanti altezzosi capitati allo sbaraglio per puro caso, o per nutrire il proprio ego self-indulgent di fighettaggine in cerca di visibilità, senza badare a Dylan .

UN ALOHA MERCURIALE, TRA POCHI ALTI E MOLTI BASSI

Ye spake the saddest truth.

Se hanno voluto la bicicletta, devono pedalare loro, mica i lettori.

Il 2° mi è piaciuto più del n.1, anche se accentua il lato "alla Batman" con un cattivo, il Contrappasso, che sembra uscito da un vecchio fumetto della Silver Age.

Le strizzate d'occhio a Conan Doyle stavolta cedono il passo ad Agatha Christie. Tutto il discorso sugli specchi che non ci riflettono per come siamo davvero è ricalcato dal romanzo Dopo le esequie con Hercule Poirot. E lì il concetto serviva soprattutto a risolvere il giallo, non a fare della filosofia spicciola.

Comunque, ripeto, mi è piaciuto più del primo.

be', anche un Valter Buio Reloaded in Bonelli sarebbe stato una chicca, no?

Bilotta è un bravo scrittore ma un discreto sceneggiatore : ML ha bei dialoghi ,i personaggi sono ben caratterizzati psicologicamente , ma le storie sono banalotte e nulla più : nel secondo numero c'è stò assassino ( che ha una maschera che ricorda quella dell' Alchimista in Vidocq) che alla fine non si sa chi è e perché faceva ciò.
Il primo numero era interessante per metà albo, poi si sgonfiava e c'era una brusca accelerazione nella trama ( con personaggi che sparivano senza spiegazione o quasi , come i prigionieri che aiutano Tarcisio a fuggire ) che rovinava tutto .
Non trovo commercialmente azzeccata l'ambientazione italiana, ( che Bonelli Sergio evitava per paura di creare antipatie tra lettori del nord o del sud ) in quanto poco attraente per il lettore nostrano, notoriamente esterofilo.
Personalmente avrei scelto la Germania, terra più evocativa per misteri e assassini : certo, l'Inghiltera sarebbe stata ancora meglio, ma dopo sarebbe sembrato troppo simile a Sherlock Holmes ( che già adesso si nota non poco)

Non c'è niente da fare, questa testata per me è bellissima. La leggeranno in 4, non credo arriverà al dodicesimo numero ma non mi interessa, è assolutamente strepitosa e originalissima. Nulla di banale, nulla di scontato. Solo uno sceneggiatore della bravura di Bilotta è capace di utilizzare gli anticlimax in questo modo. Comunque Sherlock Holmes e il whodunit c'entrano poco. Queste storie non sono riconducibili a un genere. Tutto onirico, tutto bizzarro, tutto suggerito, tutta atmosfera. Un misto di Pratt e Ambrosini.