Atrocità della nuova miniserie a parte - il secondo era peggio del primo, sul terzo sembra si siano ripresi
- torno a quella regolare per il #348,
Il grande gioco, uscita un mesetto fa, ma che ho letto in questi giorni chiuso in casa per neve/ghiaccio.
Secondo me è un albo di tutto riguardo; niente di trascendentale, intendiamoci, ma supera la media recente con una prova convincente... d'altronde da quando non c'è più Morales la vedo dura per tutti
L'ho comprato perché sono affezionato agli Esposito Bros ed i mysteri relativi all'Asia Centrale mi hanno sempre affascinato. In quest'ottica la prima parte funziona piuttosto bene, intrigo moderno e storia antica procedono parallelamente di buon passo, ed il piatto sembra abbastanza succolento, senza dialoghi pesantissimi o troppe spiegazioni alla Giacobbo a margine.
Nella seconda parte, come inevitabile, la narrazione perde un po' colpi, perché i vari nodi devono venire al pettine e si accampano retroscena dietro retroscena piuttosto deludenti o banali in sé. E ci perde molto anche il "fattore titolo", dato che risulta alla fine abbastanza fuorviante se non inutile: di giochi ne ho visti pochi, io che ad un certo punto pensavo ad una specie di
Armageddon! (DyD #73) in salsa persiana. Forse si potevano eliminare i soliti riferimenti ad Atlantide e gli Uomini in Nero, ma almeno quelli al nuovo presidente degli USA o allo smontaggio dei Buddha afghani tengono molto bene l'atmosfera complessiva. Solita zuffa finale facilona in Arizona con esplosione risolvi-tutto (a livello d'insabbiamento), anche se non me la sento di farne una colpa per gli autori visto il vicolo cieco in cui si erano cacciati.
Copertina evitabile, considerando tutti gli altri motivi che si potevano trarre dalla storia
.
ANCHE ALOHA E' UN GRANDE GIOCO...
...DI RUOLO?