rimatt ha scritto:
Capiamoci: anche a me dà fastidio che la Bonelli non abbia esplicitamente spiegato la natura di
Darwin (prima parte di una storia da concludersi in futuro), però trovo un po' assurdo affermare che un albo definito come "romanzo a fumetti" non si possa comportare come un romanzo normale. Mi sembra il solito, sciagurato complesso di inferiorità di cui soffre il fumetto nei confronti della letteratura "seria": quel che è permesso ai romanzi canonici non va bene per quelli a fumetti.
sinceramente, non penso sia una questione di complesso di inferiorità, a me una cosa del genere darebbe fastidio anche in un romanzo. d'altra parte, almeno fra i romanzi (almeno fra quelli recenti, mi pare improprio fare confronti con quel che poteva fare Dumas nell' '800) non ricordo casi in cui sia successo: generalmente in copertina se un libro fa parte di una saga, c'è scritto il nome della saga (almeno nell'edizione originale del romanzo, mentre i traduttori italiani a volte fanno i furbi), e la sua posizione all'interno della saga. E comunque ogni libro della saga arriva a una conclusione abbastanza significativa (la fine del primo anno scolastico in harry potter, la conclusione dell'indagine di ned nelle cronache del ghiaccio e del fuoco, la fine dell'epopea del singolo individuo nella trilogia della fondazione, e così via).
Magari fammi tu un controesempio di libro con una conclusione paragonabile a quella del primo volume di darwin, e non preannunciata.
Perchè qui addirittura, visti i precedenti della collana, era addirittura scontato che la storia fosse autoconclusiva.
In ogni caso, il finale è l'ultimo dei problemi, fosse un ottimo volume, il fastidio non sarebbe stato così forte, il problema è che la storia l'ho trovata decisamente pessima.
Più in generale, comunque, mi sa che è il caso di discutere del modo con cui alla Bonelli assegnano le diverse storie ai diversi formati, sembra siano legati molto al gradimento delle alte sfere e al desiderio di impegnarcisi, e poco al formato più adatto. Sia in questo caso che in quello di dragonero (che però, pur lasciando porte apertissime per un seguito, concludeva la vicenda principale), è stato dirottato su un romanzo a fumetti una vicenda che avrei visto meglio adattata a una miniserie, mentre brad barron è diventato miniserie, pur essendo impostato come una serie regolare. Commercialmente ha pure senso, però dal punto di vista del lettore può provocare degli scompensi.
Ah, inoltre qua parliamo tutti di Barbato, ma l'opera l'hanno scritta in due, Piccatto come Soggettista e barbato come sceneggiatrice... ho idea che le responsabilità vadano equamente divise fra i due, nel bene e nel male.