L'ho spammato un po' ovunque... toh, copio e incollo anche qui una retrspettiva che iniziai a fare su Morales anni fa in un altro forum (l'autore era ancora vivo). Purtroppo - o forse meglio così, che il post è anche troppo lungo - alcune delle storie migliori non le ho mai commentate, ma credo di dare comunque un'idea di come scriveva Morales.
MARTIN MYSTEREStorie solo come disegnatoreMM 128
I bambini dagli occhi bianchi ****Soggetto e sceneggiatura: Michelangelo La Neve
Disegni: Paolo Morales
Esordio di Morales nella serie solo come disegnatore nel 1992 su sceneggiatura di La Neve. A rileggerla con il senno di poi è una storia che non mette una sola pulce nell'orecchio, ma un intero circo di pulci. Perché il coretto, ma anonimo, La Neve non si è mai particolarmente distinto nelle sue prove Mysteriane. Fa macchia proprio questa storia che però presenta numerose analogie con le storie future di Morales come autore completo: il taglio cinematografico di molte sequenze, un' insolita carica di violenza, dei cattivi decisamente spietati (i bambini del titolo, posseduti da un demone, uccidono senza rimorsi anche i loro genitori), un'atmosfera tesa e angosciante, una notevole attenzione alle reazioni psicologiche dei personaggi e in particolare al rapporto tra Martin e Diana. Direi che ce n'è abbastanza per sospettare se non un diretto intervento di Morales ai testi, quantomeno una forte influenza del disegnatore sullo sceneggiatore. Comunque sia, ottimo esordio in tutti i sensi.
MM 139
Prigionieri del Ciberspazio **Soggetto e sceneggiatura: Stefano Santarelli
Disegni: Paolo Morales
E' invece tutta attribuibile a Santarelli la seconda prova di Morales come disegnatore. Appena passabile giallo di serie B, nobilitato proprio dai bei disegni di Morales (più in forma anche rispetto all'esordio), con soluzione finale telefonata e ambientazione italiana appiccicata lì (era l'epoca dei Mysteri Italiani). Oggi l'aspetto più interessante dell'albo è il testimoniare la mania della "realtà virtuale" che infiammò il mondo nei primi anni 90, quando sembrava che l'avvento della medesima fosse imminente ed inevitabile.
MM 154/155
Il libro di sabbia ****Soggetto e sceneggiatura: Enrico Lotti e Andrea Pasini
Disegni: Paolo Morales
Ben più interessante vedere Morales alle prese con una sceneggiatura dell'ottimo Andrea Pasini (autore poco considerato - anche perché ha sempre firmato le sue storie insieme ad altri autori), qui in coppia con Enrico Lotti. Intrigante storia bibliofila, quasi completamente ambientata nella biblioteca di Buenos Aires, omaggio a Borges e ad un certo tipo di fantastico latino. Bella e da riscoprire.
MM gig. 2
Xanadu *****Soggetto e sceneggiatura: Alfredo Castelli
Disegni: Paolo Morales
Miglior gigante di sempre, ad altissimo tasso emotivo, storia cardine dell'intera serie e uno dei capolavori assoluti di Martin Mystère in generale. Castelli non ha certo bisogno di aiuti per scrivere grandi storie, ma indubbiamente anche in questo caso con il senno di poi si notano parecchi elementi che torneranno nelle future storie sceneggiate da Morales, tra cui un Martin pesantemente messo in crisi, anche a livello fisico (sulla sedie a rotelle per buona parte della storia) e molti momenti di introspezione psicologica.
Almanacco 1997
L’ossessione del reverendo Dodgson ****Soggetto e sceneggiatura: Alfredo Castelli e Andrea Pasini
Disegni: Paolo Morales e Fabio Grimaldi
Storie come sceneggiatoreMM 187/189
Il sarcofago di pietra *****Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Paolo Morales e Fabio Grimaldi
L'arrivo di Morales come autore completo su Martin Mystére è esplosivo almeno quanto quello di Boselli su Tex. I punti di contatto tra "Il sarcofago di pietra" e "Il passato di Carson" sono numerosi: un ritmo e uno stile decisamente più cinematografici, maggiori realismo e drammaticità delle situazioni (tra cui una dose non indifferente di violenza) e una maggior attenzione alle psicologie dei personaggi, protagonisti compresi. Anche se l'analogia più grossa è evidentemente quella di aver reso protagonista la spalla della serie, Java, che si innamora della bella (e giovanissima) Maria Ossowiecki, dando vita ad una sottotrama che si concluderà con "Java, addio!". Altre caratteristiche che si riveleranno tipiche dell'autore, la presenza quasi costante nelle sue storie di sette segrete e complotti mondiali dalle conseguenze inimmaginabili, l'impostazione da action thriller delle trame, la messa in difficoltà fisica e psicologica dei personaggi (in questo ricorda molto i "maltrattamenti" di Dylan Dog della Barbato), la concessione a numerosi e generosi scene di nudo (Maria Ossowiecki è nuda e seminuda per buona parte della storia). Un classico della serie e della produzione bonelliana in generale.
MM 198/199
Cospirazione! *****Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Paolo Morales e Fabio Grimaldi
Morales alimenta fin da subito una forte
continuity tra le sue storie, con personaggi e riferimenti che tornano solo nelle sue sceneggiature. In questo caso la storia è un vero e proprio sequel della precedente, con il ritorno di Maria Ossowiecki e altri personaggi visti ne "Il sarcofago di pietra". Magistrale e tesissimo thriller "politico" e spionistico, come andavano di moda nel cinema americano degli anni 70, con innesti ESP alla "La zona morta", "Scanner" e "Fury". Pur sapendo che Martin Mystère alla fine inevitabilmente la sfangherà, Morales ha il potere di tener con il fiato sospeso il lettore fino alle ultime pagine delle sue storie. Questo grazie anche alla definizione di personaggi secondari assolutamente credibili e "vivi" e alla creazione di
villain tra i più odiosi e malvagi mai visti in serie Bonelli.
Gigante 5
L’albero della vita ****Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Paolo Morales-Fabio Grimaldi
Ispirandosi al romanzo "E la chiamarono due cuori" di Marlo Morgan, che descrive un percorso d'iniziazione simile a quello vissuto dalla co-protagonista di questa storia, Morales riporta Martin in Australia, continente che in passato lo avevo visto protagonista di alcune delle storie chiave della serie. E pur con tutte le riconoscibili caratteristiche dell'autore la storia appare un pizzico più tradizionale rispetto alla precedenti, con i tipici intrecci tra vari piani narrativi, una maggior dose di ironia e momenti quasi da commedia. Resta intatta però la sua capacità di creare un senso di apocalisse imminente (qui il pericolo è atomico), con i personaggi che sembrano schiacciati da pericoli troppo vasti per loro e da cattivi talmente spietati e malefici da sembrare l'incarnazione di un Male invincibile. Da sottolineare, in questa come nelle due precedenti, l'efficacia e l'eleganza dei disegni dello stesso Morales in coppia con il fido Fabio Grimaldi, qui ulteriormente impreziositi dal formato
cinemascope dei giganti.
MM 217/218
D’improvviso una notte*****Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Luisa Zancanella
Prima storia solo sceneggiata da Morales e potentissimo rilancio e approfondimento del suo percorso all'interno della serie per la ridefinizione del personaggio Martin Mystére. Personaggio che è il più umano e "normale" dei personaggi Bonelli e che come tale in questa storia viene messo a nudo come credo a nessuno dei personaggi classici bonelliani è mai successo. Ispirandosi a "Eyes Wide Shut" (ma - lo dico? - per me questa storia è anche meglio del pur affascinate film di Kubrick, quasi più fedele nello spirito al romanzo di Schnitzler), Morales mette in crisi il rapporto matrimoniale tra Martin e Diana, sgretolandolo prima con grande finezza psicologica - mai visto un personaggio Bonelli in preda ai più banali problemi di coppia, tra gelosie meschine e incomunicabilità spicciola - poi con la consueta irruzione di un Male che stavolta ha le sembianze di una setta satanica tra il ridicolo e l'inquietante come in un film di Polanski. Stavolta il senso di apocalisse imminente è dentro i personaggi, tanto che è lo stesso lettore a dubitare dei rapporti tra i protagonisti. E sempre insieme ai protagonisti subiscono le prove e le tentazioni innescate dai due indimenticabili personaggi che specularmente seducono Martin e Diana, il dostoevskiano Surya per lei e la sensualissima spogliarellista Stella per lui. Viste le premesse tanto disturbanti, il finale che inevitabilmente deve riportare le cose sui normali binari della serie appare forse un po' convenzionale, ma se questa storia è tanto potente lo deve al fatto che può lavorare non su un personaggio qualsiasi ma su un personaggio seriale con una lunga storia alle spalle. I bellissimi disegni di Luisa Zancanella, con uno stile del tutto simile a quello del marito Giancarlo Alessandrini, sono l'ideale per dare un'aria famigliare e strana allo stesso tempo, perfetti per questa storia.
MM 228/229
Furia omicida *****Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Paolo Morales-Fabio Grimaldi
Ancora Martin Mystére messo di fronte al Male con la maiuscola, a personaggi e situazioni destabilizzanti, per lui e per il lettore.
Almanacco 2002
Mister Jinx ritorna! ****Soggetto e sceneggiatura: Alfredo Castelli e Paolo Morales
Disegni: Paolo Morales e Fabio Grimaldi
MM 251
Incubo tra i ghiacci *****Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Paolo Morales e Fabio Grimaldi
Geniale e angosciante variante de "La cosa" di Carpenter.
MM 253/254
Gli adoratori di Kalì *****Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Fabrizio Russo
MM 264
I predatori *****Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Fabio Grimaldi
Gigante 10
L’angelo del male *****Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Paolo Morales e Davide De Cubellis
Un altro capolavoro per la serie gigante. Ispirato a "Fury", ma con un finale che fa sembrare "I tre giorni del Condor" un film ottimista e rassicurante. Una delle storie più politiche mai pubblicate dalla Bonelli.
MM 277/278
Doppia personalità ****Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Fabio Grimaldi
Almanacco 2006
Il demone della giungla ****Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Paolo Morales, Davide De Cubellis, Fabio Grimaldi
MM 289
L'ultimo viaggio di Amelia Herhart *****Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Fabio Grimaldi
Splendida ad emozionante avventura ricchissima di trovate spettacolari e colpi di scena, che anche è uno dei più violenti pugni nello stomaco che la Bonelli abbia mai osato sferrare ai propri lettori. E' credo dai tempi degli episodi più drammatici di Ken Parker e Storia del West che non leggevo qualcosa di così radicalmente pessimista e inquietante in un albo Bonelli. Una storia perfettamente immersa nelle atroci inquietudini dei nostri tempi, le cui radici affondano in un passato con cui ci ostiniamo a non fare i conti (nella storia si parla dell'invasione giapponese in Cina, ma lo stesso discorso potrebbe valere anche sui crimini italiani in Africa).
Gigante 12
Le dieci piaghe ***Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Alfredo Orlandi
La prima di una serie più tradizionali di storie mysteriose scritte da Morales, anche se non mancano le principali caratteristiche del suo stile, tra cui un taglio molto cinematografico della narrazione, qui più forte anche del solito. Duecento pagine di tensione ottimamente orchestrata, con quell'atmosfera un po' da fine del mondo tipica del miglior Morales. Forse giusto il ritratto finale del cattivo pecca di eccessiva improbabilità, ma la solita attenzione al risvolto umano di Morales lo rende più credibile e interessante della media.
MM 290
Emoticon : - ( *****Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Giancarlo Alessandrini
Sarà per i disegni di Alessandrini, sarà per la classicità della trama, ma mi è sembrato di leggere una storia degli anni d'oro di MM. Molta azione, suspence, colpi di scena e mystero, con un Martin affascinante e in gran forma come da anni non si vedeva. Numerose influenze hitchcockiane e dei classici della paranoia anni 70. Molta azione, suspence, colpi di scena e mystero, con un Martin affascinante e in gran forma come da anni non si vedeva. Morales non rinuncia ad alcuni suoi marchi di fabbrica: l'estrema cura nella reazioni psicologiche dei protagonisti, l'attacco ad alcuni aspetti della nostra società. Non è da tutti saper imbastire una storia contro l'ossessione dei telefonini senza scadere nel pistolotto moraleggiante, riuscendo invece ad essere realmente inquietanti e avvincenti.
MM 296/297
Java, addio!/L'orrore oltre la soglia *****Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Paolo Morales, Davide De Cubellis, Fabio Grimaldi
Soria assolutamente meravigliosa, a tutt'oggi l'unica storia doppia dopo il cambio di periodicità della serie. Vistosa la differenza di tono tra i due albi: il primo è il classico albo alla Morales ricco di introspezione e colpi di scena, il secondo più classicamente mysterioso, ma dove Morales è riuscito a rinnovare alla grande gli ormai consunti luoghi comuni del genere. Era un pezzo che non mi emozionavo nel vedere personaggi che si infilano in templi perduti alla ricerca di passaggi segreti. Da antologia il cameo “in incognito” della rockstar con pancetta che commenta il sapore dei pipistrello crudi e consiglia a Martin di interessarsi di "sabba neri" !
MM 298
L’uomo senza memoria *****Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Giancarlo Alessandrini
MM 304
La città proibita ***Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Paolo Morales e Davide De Cubellis
MM 305
L’ultimo convoglio ****Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Fabio Grimaldi
MM 307
Polvere d'oro *****Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Giancarlo Alessandrini
MM 308
Il tesoro di Didone ***Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Roberto Cardinale e Alfredo Orlandi
MM 311
L'orizzonte degli eventi *****Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Giancarlo Alessandrini
"...ovvero: come imparai a preoccuparmi e a temere la Svizzera". Ennesimo albo da incorniciare, che può assolutamente essere messo tra i classici della serie. Morales aggiorna la paura della Bomba alle problematiche della scienza moderna e costruisce un inquietantissimo e lucido scenario su di una possibile e per nulla remota fine del mondo. La soluzione narrativa alla base della storia è comodamente intuibile da chiunque abbia un minimo di familiarità con i racconti di fantascienza basati sui paradossi temporali, ma la tensione e l’inquietudine non vengono mai meno. Nonostante il finale ironico, un albo che una volta chiuso a fine lettura ti lascia addosso una sottile sensazione di apprensione. Al solito Morales tratteggia in maniera mirabile il personaggio di Diana, il comprimario della serie che sembra più ispirarlo. Tanto che mi sembra davvero strano che in un' intervista di qualche anno fa dichiarasse che se fosse lui il curatore della serie la farebbe morire per “liberare” Martin! Ottimo anche il suo Java, anche se forse tende sempre ad immalinconirlo. La sceneggiatura perfetta e a prova di bomba trova il suo compimento nei disegni del solito immenso Alessandrini, il cui tagliente bianconero sembra rubato ai fotogrammi di certi lividi e raggelanti film in bianco e nero dei primi anni ’60 dedicati alla fine del mondo, che allora appariva come imminente. Primo fra tutti ovviamente “Il dottor Stranamore” kubrickiano.
MM 313
L'uomo che visse nel futuro ****Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Giovanni Romanini
Ennesima perla firmata da Morales. Il quale, come Boselli su Tex, ultimamente pare aver intrapreso un recupero dei fondamentali della serie. In questo numero in particolare sembra essersi divertito a mettere in scena una trama stracolma degli espedienti narrativi più abusati della serie: lo studioso che scopre qualcosa su un antico documento, ma muore prima di poter parlare con Martin, l'oggetto mysterioso con poteri dall'origine non meglio specificata, l'intreccio tra avvenimenti storici apparentemente slegati, l'indagine che segue gli indizi più improbabili, il killer letale nell'ombra. Roba letto cento volte nella serie, resa però viva e appassionante da una scrittura viva e appassionante. Sarà per via dell'ambientazione italiana, ma l'albo mi ha ricordato un po' le cose del Dario Argento che fu o del Brian De Palma che è ancora tra noi, con tutta quella serie di indizi che vanno interpretati, una Roma ottimamente resa e un Martin versione "uomo che sapeva troppo" costretto a numerose scarpinate. Basti dire che Morales è talmente abile da tener incollato il lettore per decine di pagine raccontando della ricerca di un orologio da polso. Al suo fianco torna il bel personaggio del commissario Nadia De Pascali, già vista nel 298 "L’uomo senza memoria". Anche qui come là abbiamo un Martin in solitario messo in difficoltà dalla notevole carica sexi del personaggio (notare che Nadia è un anagramma di Diana). Un po' fuori luogo e fuorvianti il titolo e la copertina.
MM 316
Il verdetto di Cassiopea *****Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Paolo Morales e Davide De Cubellis
MM 318
La terza stirpe ***Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Fabio Grimaldi
MM 321
Progetto Cyborg ****Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Paolo Morales e Davide De Cubellis
MM 327
Gli abitatori del sottosuolo ****Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Roberto Cardinale e Alfredo Orlandi
MM 332
Il risveglio di Tiamat ***Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Paolo Morales e Davide De Cubellis
MM 334
I predatori della foresta sacra **Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Giancarlo Alessandrini
MM 336
Tantra oscuro ***Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Alfredo Orlandi
Le Storie N° 6
Ritorno a BerlinoSoggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Paolo Morales e Davide De Cubellis
Splendido albo. Nient'altro da aggiungere. Se non che leggere una Storia (la prima di mi pare quattro sceneggiate da Morales prima della morte) sceneggiata in modo tanto magistrale accuisce maggiormente il dolore per la perdita di quello che era davvero uno dei più grandi autori del fumetto bonellianio degli ultimi anni.
Il personaggio del killer René è praticamente una riproposizione del killer Peter Schubert visto nei n. 228 e 229 di Martin Mystère (
Furia omicida / L’inarrestabile killer). Non sono lo stesso personaggio, ma sono identici sia fisicamente che come modo di agire. Esteticamente il personaggio era ispirato al padre di Morales.
Romanzi Bonelli n°4
MohicanSoggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni e copertina: Roberto Diso
Avvincente, emozionate, avventuroso, profondo e persino commovente.
Morales semplicemente superbo. Scrive (ma verrebbe da scrivere "dirige" tanto l'effetto d'insieme è cinematografico) quelcosa che è molto di più di un banale seguito della nota vicenda de "L'ultimo Mohicani" vent'anni dopo. "Mohican" è anche l'approfondimento, la messa in discussione e il ribaltamento dei luoghi comuni di quel romanzo (anche se poi l'ispirazione principale è in tutta evidenza il film di Micheal Mann), pur restando a tutti gli effetti un classicissimo racconto d'avventura, con tutti i suoi momenti topici. Basterebbe la corsa contro il tempo nel finale per rendersi conto della genialità dell'autore: da una parte è una perfetta sequenza di suspense, dall'altra le motivazioni quantomeno stranianti che innescano la tensione (e non dico altro per non spoilerare) ribaltano tutte le certezze "di genere" del lettore. Bellissimo e con punti di autentica poesia anche l'approfondimento dei personaggi. Lo scontro tra la morale selvaggia del rude trapper che vive tra gli indiani e quella rigida e inflessibile del pastore mennonita non si risolve affatto nel modo banale che si potrebbe pensare, ma invece diventa un arricchimento umano reciproco di tutti personaggi. Indimenticabili anche i personaggi femminili. Inoltre, e non è poco, Morales si riconferma un immenso orchestratore di scene d'azione. Ce ne sono almeno tre bellissime, con momenti di altissima tensione e di cruda violenza come sempre più raramente si trovano nei fumetti Bonelli. Tocco finale, un delizioso "colpo di scena" finale...
Diso tornato finalmente ai suoi massimi livelli dopo le incredibili ciofeche che gli è toccato illustrare per Tex. Alla prese con una sceneggiatura degna di questo nome ritrova ispirazione e sicurezza. Certo la pulizia del tratto di un tempo è andata persa con la giovinezza, ma il quasi ottantenne disegnatore potrebbe dare lezioni di modernità e stile alle sempre più legnose e inerti generazioni di giovani disegnatori.