Piccatto ha scritto:
Mr. Wilson ha scritto:
A mio avviso se si fosse puntato su una prima stagione incentrata unicamente sul passato, utilizzando a dovere lo spazio di un albo intero e concedendo così al lettore la possibilità di familiarizzare con i personaggi, magari anche arricchendo la trama, si sarebbe arrivati alla seconda, cioè alla resa dei conti, totalmente empatizzati con i
personaggi e il tutto avrebbe funzionato meglio.
Ah sì? Ma sai che noia. Convenzionale all'ennesima potenza. Il bello della serie sta proprio nel fatto di essere divisa tra passato e presente, per quanto mi riguarda. Non sempre fa centro, certo, ma allungare il brodo non sarebbe servito a nulla. Anzi, a conti fatti la trama è molto esile: se ci pensi gli ultimi sei albi raccontano eventi che si svolgono addirittura nella stessa giornata.
Per come la vedo io il modo in cui i protagonisti muoiono rientra nell'ottica cinica di Recchioni. Se non c'è niente di propriamente 'epico' o tragico è per scelta dell'autore, non perché non ci fosse la possibilità o lo spazio di infilarci qualcosa del genere.
il finale di Orfani aveva da una parte uno psicopatico che nella vita ha sempre ammazzato a comando pur sapendo che i suoi capi erano dei bastardi e che alla fine s'è ribellato solo quando i suoi capi hanno cercato di ucciderlo. dall'altro un povero disgraziato stritolato tra l'essere il capo in un ambiente ristretto e un sottoposto nell'unico ambiente più grande in cui potesse vivere, che ha visto in faccia cos'erano realmente i suoi capi e ha deciso coscientemente di restare in quel sistema. uno vuole far scoppiare tutto fregandosene di quello che succederà, uno vuole mantenere il mondo così com'è fregandosene di quello che si potrebbe migliorare
se anche l'empatia con i personaggi fosse un valore assoluto, difficile capire come si potrebbe far empatizzare il lettore con delle posizioni così estreme.
poi, appunto, c'è da chiedersi cosa sarebbe successo se nella storia della narrativa si fosse andati sempre dietro a questa cosa castrante e omologante dell'empatia tra il lettore e il personaggio.