Cravenroad7

Temo di aver perso di obiettività nel commentare gli albi di Julia. Forse perché pensavo che con la (da me da anni) auspicata riduzione delle pagine sarebbe sparito o quasi ogni tipo di riempitivo, sono portato a valutare positivamente un albo dalla mancanza di riempitivi, dalla presenza di un ritmo di narrazione più serrato del solito, ecc.
Come se dessi un voto in più ad ogni Dylan Dog in cui non compaiono Carpenter & Rania, né spacconate, insomma niente che mi tedi a priori.
Forse un paio di anni fa un albo così l'avrei bocciato, forse dovrei rileggerli per valutarli meglio, ma non ho tempo, anzi non ho mai riletto un albo di Julia, con poche eccezioni comunque a distanza di anni.
Vediamo il prossimo che ho comprato oggi.

Penso che la serie sia abbastanza in crisi vedendo lo scarso rilievo dato alle anteprime, piuttosto buttate là. Mi chiedo se sia già stata stabilita una possibile chiusura e se l'albo finale sarà con Myrna (lo ritengo probabile).

Speriamo non sia così, in effetti hanno stupito parecchio anche me quelle righe insipide di anteprima.

Una curiosità Aleksandr, al netto dei riempitivi, non pensi che Julia si troverebbe bene sulle "lunghe distanze "?
Io non ho apprezzato granché la ridotta foliazione, anche se qualche volta il brodo veniva allungato, al contrario mi rammarico che Berardi non abbia mai pensato ad un episodio su 2 albi (tranne il primo anno credo).

A mio avviso la capacità di rendere bene le psicologie dei personaggi, le sottotrame del Maestro Berardi, fanno sì che un episodio di 200 pagine potrebbe davvero essere sviluppato ottimamente (con adeguato soggetto e sceneggiatura naturalmente).
Mi viene in mente Ken Parker e, tra i tanti, il capolavoro della Carovana Donaver

No. Anzi ridurrei ancora di più le pagine, darei le stesse di Dylan Dog. Molte storie a livello di trama, senza riempitivi, starebbero comodamente in 60-70 pagine. Certo se ci fosse una storia intricata, senza pause, magari con Myrna (l'esordio di Julia fu memorabile, con lei, una tripla), una doppia potrebbe andar bene, altrimenti no. Personalmente non ne ricordo (senza Myrna) che avrei voluto vedere sviluppate su due albi, forse quella in cui si sospettava Webb di corruzione, ma era di parecchi anni fa, in un periodo, lungo, in cui compravo solo 2-3 albi all'anno.
Ricordo di aver letto almeno una doppia su Julia, nei primi anni, quella sulla setta, la trovai un po' noiosa.
Non provo, l'ho detto spesso, simpatia per il personaggio Julia, né interesse per le sue vicende personali, che ridurrei al minimo indispensabile (anche gli incubi, uno per annata sarebbe abbastanza). Non fosse per le grandi capacità di Berardi, la sua abilità nel narrare, di descrivere i personaggi coinvolti nelle indagini, gli ambienti, i dialoghi, di cogliere l'attualità, senza quasi mai cadere nella retorica, ecc. penso non leggerei più questa testata da anni.

Idem. Proprio per questo motivo strada facendo ho abbandonato più volte Julia, salvo poi tornare sempre a bordo (e attualmente ci rimango da un po', credo 8/9 anni).

Capisco, ma non sono per nulla d'accordo.
Credo che, ovviamente si dirà , Julia sia più apparentata con KenParker che con Dylan, nonostante l'epoca in cui sono ambientate le avventure.
L' approfondimento dei caratteri dei comprimari, delle vittime o dei colpevoli, i tempi dilatati delle indagini, sono elementi che di per sé necessitano di un maggior numero di pagine rispetto ad una pura e semplice indagine poliziesca come avviene ad esempio nel pur ottimo Nick Raider (che ho sempre apprezzato molto) o in Dylan (in salsa horror) : sono fumetti geneticamente diversi, seppur con punti in comune.

Poi è chiaro che, come in Ken Parker, possono uscire capolavori di 98 pagine e brodi allungati di 130 (e concordo che un incubo all'anno possa bastare ), però resto dell'idea che se Berardi, libero da probabili logiche editoriali obbligate, avesse potuto scrivere storie più lunghe di un solo albo, oggi avremmo letto qualche grande storia in più.

Tre donne capita a proposito per quanto riguarda la foliazione.
C'è proprio un taglio nel bel mezzo della storia, mi sono sentita come Travolta nel suo meme in cui si guarda attorno sconcertato.
Fra l'altro salti logici bruciati ce ne sono a bizzeffe, ma non mancano le solite estenuanti due tavole di incubo.
Per fortuna Webb ha l'ardire di abbozzare un paio di frasi inerenti l'indagine, perché altrimenti avrebbe condotto tutto Julia: interrogatori, indagini, conclusioni.
Praticamente Webb è solitamente un autista, questa volta interviene ben 2 volte con l'interrogato. Va un po' meglio.
Purtroppo però, un buon albo, viene penalizzato dal taglio netto e dal finale, ai limiti dei voli pindarici.

Seguono S P O I L E R:

Se Tre donne avesse avuto più pagine scommetto che non sarebbero state dedicate all'indagine, ma avrebbero avuto spazio Emily, Ettore, magari pure il meccanico
La scena iniziale con gli umarells mi è piaciuta molto, ci sono molte scene d'interrogatorio (dove però anche secondo me la polizia dovrebbe avere più risalto) che dovrebbero essere la prassi, così da mostrare scorci esistenziali ed ambientali, come in tanta letterature poliziesca realistica.
Una storia che poteva intrigarmi parecchio, ma rovinata dal finale, sia dal confronto tra Julia e l'assassino (ma quale criminologa si comporterebbe così, dai!) sia dalla solita confessione urlata, che noia, ma trovare una bella prova incriminante è così difficile?
Non so nemmeno se valutarlo con una sufficienza stentata o con un 5,5.

Concordo con Aleksandr.
Ma perché mai
SPOILER
un colpevole dovrebbe essere così stupido da incriminarsi da solo, dopo aver studiato tutto quasi per benino.
Anche il movente mi è sembrato abbastanza impalpabile, ma sulle umane miserie abbiamo imparato che non c'è limite al peggio.

Condivido parecchio il vostro giudizio (tuo e di Aleksandr) , riguardo al finale deludente e alle cose buone nei dialoghi (interrogatori, conversazioni).
Non capisco però a quali salti logici ti riferisci e quale sarebbe il taglio in mezzo alla storia.
L'ho appena letto e con una sola lettura spesso mi sfugge qualcosa, sono incuriosito quindi.

Riguardo al tema "foliazione", a parte la provocazione di Aleksandr (l'incubo sarebbe stato più lungo) direi che la mancanza di pagine l'ho avvertita più nel numero precedente che in questo: nell'altro il tema sociale avrebbe richiesto più pagine per approfondire e rendere credibile la sconfitta dell'organizzazione criminale, mentre in questo la confessione da parte del colpevole, che aveva agito fino a prima in modo esemplare, stonava del tutto anche se fosse avvenuta a pagina 200.

Condivido le osservazioni sulla debolezza del finale, ma a me la storia è piaciuta lo stesso: ben costruita, con degli interessantissimi comprimari (la classe di Berardi & co. nel delinearli è cristallina: il sosia di Michael Caine, il giardiniere, i vari ragazzi... un'abilità del genere non è da tutti, certe raffinatezze non si possono dare per scontate e vanno anzi sottolineate, perché di sceneggiatori in grado di fare la stessa cosa non ce ne sono molti, in giro), qualche tentativo di depistaggio, la solita fluidità nei dialoghi e nelle interazioni... insomma, per me è un altro buon albo, in certi momenti addirittura ottimo.

A parte questo, sottolineo che ho trovato un numero insolitamente alto di refusi, concentrati nelle ultime pagine dell'albo: un "comunqne", un "porche" per "porsche" e soprattutto un terrificante "CONGENIATO" al posto di "congegnato". Brrr! E sono un lettore mediamente distratto, quindi è probabile che altri mi siano sfuggiti. Robe del genere in un Julia non sono abituato a vederle: forse un ritardo di Berardi & co. sulla tabella di marcia?

Assolutamente pure io lo ritengo un albo più che buono, e fai bene Rimatt a sottolineare la classe di Berardi nel descrivere i personaggi, nei depistaggi (perché stavolta fino all'ultimo non mi ero fatto l'idea su chi potesse essere il colpevole) e nei dialoghi.

Mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca la conclusione, tutto qua.
I refusi li ho notato pure io per la prima volta direi, so che in Dyd non sono per nulla rari, ma qui finora non mi sembra fossero mai apparsi.

Anche dopo la seconda letta, che ho fatto per la curiosità di capire cosa intendesse @Bertuccia, non ho trovato nessun "taglio" in mezzo alla storia, boh...

Purtroppo non ricordo bene il punto esatto e dovrei recuperare l'albo che non ho sottomano

"Ancora una volta" è un albo che mi è piaciuto.
Seguono SPOILER
Ho apprezzato il fatto che questa volta l'indagine si sia svolta su due binari paralleli, sia quella della polizia, sia quella dell'immancabile Baxter.
Sinceramente non avrei retto l'ennesimo apporto decisivo di Leo, l'immancabile "favore" e l'incursione solitaria di Julia.
Intendiamoci, fanno tutto questo, ma almeno la polizia non sta in ufficio a vegetare e si occupa di una parte corposa dell'indagine.
Plot twist un po' macchinoso, quando si scoprono i trascorsi della sorella deceduta e un pochino labili le conclusioni che portano a scoprire i legami fra i protagonisti; diciamo un'impalcatura che si regge su assunti leggermente forzosi. Ma sappiamo che Julia arriva spesso e volentieri a conclusioni acrobatiche, grazie a intuizioni non del tutto supportate dall'evidenza dei fatti.

A me è piaciuto abbastanza, un 6,5, mezzo voto in più grazie all'assenza degli abusati riempitivi.
L'inizio è d'impatto, poi la tensione cala. Bello vedere Julia che indaga di persona, senza calarsi facilmente nella parte della collega detective di Baxter (usato poco e bene). Sono d'accordo con quanto detto da Bertuccia sotto spoiler, aggiungo che è poco plausibile

SPOILER

Fra l'altro ha fatto di peggio e, con mia somma gioia, gliele hanno anche suonate