Cravenroad7

Letto il primo numero di questa nuova saga, che poi sarebbe io mio primo numero di Magicovento in generale.
Ho ritrovato tutte le qualità di Manfredi, ovverlo la capacità di intessere trame solide, corali, quadrate e appassionanti.
Purtroppo ho ritrovato anche tutti i difetti che mi avevano fatto abbandonare tutte le serie da lui create che avevo iniziato, cioè volto nascosto, shangai devil, adam eild e cani sciolti; il principale di questi problemi è che i protagonisti sono davvero antipatici, e finalmente ho anche capito perchè li ho sempre trovati antipatici: perchè sono perfetti! Gli riesce tutto al primo colpo, sanno sempre cosa fare, sono sempre al di sopra degli altri a livello morale, intellettuale, fisico.
È un modo di far spiccare i personaggi che trovo poco efficace: elevarli per distacco rendendo loro efficacissimi, mentre si fanno apparire gli antagonisti come degli idioti incompetenti.
Per far risaltare un protagonista devi metterlo in difficoltà, farlo affrontare nemici più forti, intelligenti, moralmente convinti di lui. Solo superando sfide più grandi di lui e avversari migliori di lui, potrà uscirne come eroe.
Dopo tanto tempo ho capito cosa non mi piaceva delle sceneggiature di manfredi: i protagonisti sono insopportabilmente perfetti. Non a caso le sue storie di Tex mi sono sempre piaciute tantissimo, anche piì di Boselli.

In effetti ho avuto quell'impressione nelle serie citate, ma per Magico Vento in generale no.
Cioè, è sicuramente bravo a sparare oltre che uno sciamano, ma lo vedo sempre in crisi in qualche modo: o i suoi poteri non funzionano, o quando va in rage non riesce a fermarsi, o sviene al momento meno opportuno. Negli ultimi episodi l'ho visto più amareggiato che deciso, forse anche per il momento in cui si confida riguardo la sua sterilità.

Concordo appieno per quanto riguarda l'antipatia dei protagonisti, ma è una caratteristica che accomuna TUTTI i personaggi di Manfredi, anche quelli che sbagliano e ne commettono di ogni. Lo stesso MV prende abitualmente qualche cantonata più o meno grossa. A me pare che questo sia dovuto al fatto che tutti i suoi personaggi PENSANO di avere la verità in tasca, saltando in frettissima a conclusioni azzardate e talvolta fantasiose (che sovente si rivelano errate). Insomma, hanno troppe certezze. Però le sue storie mi piacciono lo stesso, specie MV, che rimane per me uno dei capolavori bonelliani.

Comunque questa mini la continuo, anche solo per curiosità e per aver provato un minimo la serie.
Il nome "magico vento" continua a trovarlo un handicap tremendo, ma lo stesso vale per "volto nascosto", "adam wild" e compagnia varia.

Tra l'altro correttore automatico mi ha suggerito "magico veneto", aprendo nuove e inimmaginabili strade alla fantasia.

È un bel sito web dedicato alle escursioni in terra veneta.

https://www.magicoveneto.it/

Letto il numero 2 e confermo le impressioni iniziali, cioè che ci si trovi di fronte a una bella storia corale, solida, avvincente, ma che allo stesso tempo tutti i personaggi coinvolti siano musoni e monodimensionali. La coralità della storia fa sì che questa "monodimensionalità" dei protagonisti sia mitigata, perchè se da una parte è vero che nessun personaggio è particolarmente sfumato o approfondito nella sua graniticità, è anche vero che il loro numero elevato finisce per creare quella varietà che manca nella caratterizzazione del singolo.
Purtroppo, come in tutti i fumetti di Manfredi, manca del tutto l'umorismo e la possibilità di stemperare e alleggerire la narrazione, variandone il tono e rendendola più piacevole: il ritmo è sempre teso e l'atmosfera sempre dura e pesante, stancando alla lunga.
Mi rendo conto essere questa una caratteristica fondamentale in ogni narrazione: la capacità di variare i toni. La variazione di atmosfere e emozioni fa sì che non ci si stanchi nella lettura e che vengano toccate il maggior numero di corde emotive possibili.
Inoltre ho trovato dei problemi tecnici nelle scene d'azione, che a volte sono molto confuse.
In ogni caso, la qualità di scrittura c'è, ma alla lunga temo non faccia per me.