Babbabia, quanto avete scritto, faccio fatica a dirimere i casi...anche se i temi sono tutti collegati tra loro. Vediamo di sommare il sommabile:
AndreaBerga ha scritto:
C'è anche da dire che, a prescindere dal ritorno economico che può avere la SBE, esistono autori con una forte, fortissima personalità, oltre alla indubbia capacità di scrivere sceneggiature. Penso a Manfredi, Chiaverotti, Ambrosini, Bilotta, Medda. Tutti autori che scrivono poche (Le) Storie ma a cui viene concesso di varare testate autonome, che forse (no, senza forse temo) non arricchiranno a dismisura la Casa Editrice, ma che quantomeno permettono ai lettori di leggere qualcosa di più coinvolgente anche se di nicchia. Rischio d'impresa. E meno male che esiste. Sono tutti autori che hanno mantenuto, negli anni, il rispetto e la fiducia dei lettori, iper affezionati al loro personalissimo stile, e che ancora sperano di rivedere la loro firma sul tamburino. Quindi viva Morgna Lost, Mercurio Loi, Lukas, Adam Wild e tutte le novità non sbandierate come epocali
Tutto questo è giusto, ma è anche un po' romanticamente donquixottesco
.
Nel senso che il rischio d'impresa è solo marginale, perché a questi autori è stato (o viene) concesso di pubblicare certe cose in via para-sperimentale ( e ad un certo punto anche in perdita) solo perché alle spalle la SBE ha un retroterra robusto di vendite garantito (
leggi Nonno Tex, e anche Zio Dylan, fino a poco fa).
Quindi se le cosa vanno bene si prosegue, sennò lo smantellamento era già preventivato, in un certo senso... e le coperture economiche rientrano senza perdite traumatiche. Ed è grazie ai Nonni e gli Zii di sopra - un lusso che poche case editrici possono permettersi - che viene concesso a questi autori di dar luogo&sfogo personale a nuovi personaggi forgiati dalla loro penna ingegnosa, piuttosto che traghettare quelli di altra mano. Ma per quanto talentuosi, la permanenza è sempre un ostacolo molto duro, e si è visto per tutti... o quasi.
Adesso per gli ultra-aficionados di questo settore la SBE sta provando un nuovo tenore, cioè quello delle fumetterie/librerie con edizioni lussuose per le appendici di tali serie non proprio blockbuster: nel senso, "
hai voluto l'antefatto inedito di UT ? e adesso ti paghi 18 euro di volumazzo deluxe insieme agli altri quattro gatti (Leopoldi?) che gli danno corda". Anche questa è una politica di mercato, finché non si spezza pure quella corda o non ci finisci appeso...
...
daradda ha scritto:
un conto è avere una collana nata e impostata in modo da avere una sua conclusione programmata. Un conto è troncare una collana di punto in bianco perchè non vende abbastanza, lasciando tutto in sospeso. Forse è la SBE che dovrebbe abituarsi a questo, prima di noi lettori...
Ci sono delle vie di mezzo, un piede in due scarpe, all'italiesca maniera furbesca.
Nel senso che ci sono serie pre-impostate con un piano d'emergenza nel caso in cui vadano male, tipo tasto rosso B sui sommergibili, grazie a cui possono approdare in modalità inabissamento nell'arco di pochi mesi, con una serie di albi che chiudano il ciclo. Le programmazioni vanno di dieci mesi in dieci dopotutto, e le chiusure in SBE non sono mai
abruptly troncanti o con punti in sospeso.
AdamWild è una di queste, dove il finale - e le storie che dovevano contenerlo - erano già pronte a prescindere dall'esito. Se fosse andato meglio a livello economico le avrebbero ritardate, prolungando l'arrivo di questa riserva con filler o nuovi filoni narrativi.
Aleksandr ha scritto:
Ovviamente sono molto contento di certe serie che la Bonelli ha lanciato (Napoleone in primis, ma anche tante altre), però è anche vero che così facendo, oltre a non andare incontro a grandi guadagni toglie o distrae autori bravi e capaci (di integrarvisi) dalle serie più popolari.
Ad es. un Medda a tempo pieno su Dylan Dog.
Beh, non si può costringere l'autore a scrivere per un personaggio che non lo ispira più o con cui non si ritrova a livello editoriale, perché nel frattempo sono cambiati i supervisori o certe impostazioni.
Detto questo, pensando ad Ambrosini, Medda, Enna, et als... sono convinto che potrebbero fare molto meglio degli autori attuali, come feeling pro-Dylan - ed io farei carte false per riaverli nella stanza dei bottoni se Recchioni non rinnova il contratto
- ma vuoi un impegno vuoi altro, si sono messi un po' da parte e collaborano in modo del tutto sporadico, se non assente.
Anche perché nel frattempo alcuni hanno voluto seguire la chimera-pallino-ambizione del personaggio tutto
self-made da lanciare in edicola, perché Dylan gli stava stretto. Ne sono uscite cose molto belle -
Napoleone ed
Adam Wild su tutti, per me - ma destinate a non durare. Difficile capire se proseguendo su questa linea la SBE potrà concedergli sempre nuove chances: per il momento, ad esempio, il nuovo personaggio di Ambrosini, l'ispettore viennese dell'epoca di Schiele e Klimt (tale
Eugène Ludor) giace in cantiere da diverso tempo, mentre Medda è tornato al suo figlioccio Nathan Never, dopo che Lukas come previsto non ha retto oltre due stagioni.
Insomma, tra una distrazione e l'altra, c'è il rischio che si arrivi ad una de-trazione di massa
ALOHA LO SCRIVO SEMPRE IO, INTESI