<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Dick Carr</i>
<br /><blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Andrea</i>
<br />Per come la vedo io.
Le responsabilità dell'intera questione sono da dividersi fra coloro che hanno realizzato e visionato le tavole prima della pubblicazione.
Stiamo parlando di plagi, tra le altre cose, dagli <b>art-book</b> di Miyazaki e dal <b>Naruto</b> di Kishimoto, pubblicati dalla stessa <b>Panini</b>, non di <blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Dick Carr</i>
fare confronti con altre milioni di tavole esistenti.
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un po' di sano imbarazzo, mi sembra legittimo.[:)]
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Scusami Andrea, non so se ho capito bene.
Mi stai forse dicendo che siccome Ferrario ha imitato alcuni autori editi dalla stessa Panini, allora Recchioni supervisore o l'editor Panini dovevano andare a verificare se le tavole erano copiate?
A me sembra impossibile che un supervisore possa accorgersi del plagio con <b>milioni di tavole esistenti</b>
Scusami eh, se io disegnatore mi ispiro all'autore X il mio supervisore cosa fa, va a controllare se ho copiato questo autore? Francamente mi sembra impossibile
e poi è normale che a queste cose ci faccia caso il lettore. Questi particolare li trovano piu facilmente i 20.000 occhi del lettori rispetto agli sguardi del supervisore etc. No?
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Sto dicendo che, personalmente, nei panni della Panini, mi metterebbe maggiormente in imbarazzo sapere che si è copiato da un autore che io stesso ho pubblicato e che quindi sono tenuto a conoscere meglio.
Ma sto anche dicendo che Miyazaki e Naruto sono due nomi molto grossi. Quindi più immediatamente riconoscibili tanto dal grande pubblico, quanto, a maggior ragione, dagli addetti ai lavori.
Concordo poi con te ed Imp nel sostenere che i fatti dimostrano che è più facile che un appassionato si accorga del plagio, rispetto ad un editore.
Ma questo non scagiona completamente, a mio parere, chi ha visionato le tavole prima della pubblicazione. Soprattutto nell'ottica di un prodotto di notevole portata economica e che coinvolge nomi come Troisi e Mondadori.
Poi ribadisco e sottolineo che <b>i pesi delle colpe sono diversi</b>: tra Ferrario e tutti gli altri per via, anche ma non solo, della "buona fede" che si ripone nei collaboratori.
Ti correggo solo per evitare equivoci: Recchioni non è supervisore (non l'ho mai detto) delle <i>Cronache</i>. Solo soggettista e sceneggiatore. O almeno così risulta dal tamburino, dove figurano anche:
un direttore responsabile editoriale
un redattore
un coordinatore
Concludo con un paio di esempi.
1.
Per <i>Stagioni</i> avevo "imposto" al disegnatore, per una delle 4 fiabe, uno stile alla Deco. Per omaggiare un'autrice che mi piace molto.
A lavoro finito ho comunicato la scelta all'editore. Che, probabilmente per stare tranquillo, mi ha chiesto il materiale di riferimento:
prima di pubblicare questo:
Ovvio che poi, ma lo ho già detto e ridetto, la trasparenza di mezzi e intenzioni di un disegnatore intervengono a compromettere la credibilità creativa del prodotto finito.
2.
In narrativa.
Se compro un romanzo pieno di incongruenze ed errori sintattico/grammaticali ne ritengo responsabile, in grande misura l'autore, ma, in parte, anche chi ha curato l'editing del libro oltre che l'editore stesso che lo ha pubblicato.
A.
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http://dallacantina.blogspot.com