<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by the Imp</i>
<br />Questione interessante... secondo me la cosa è dovuta a vari fattori:
1)In america gli autori sono più mobili, da noi invece gli autori tendono a rimanere sempre sulla stessa serie (Sclavi da quando ha creato Dylan poi non ha scritto altre serie per esempio) e ciò ha portato ad identificazioni autore/personaggio
2)In america c'è una maggiore cultura fumettistica... qua da noi il tamburino non lo legge nessuno (il nostro forum non fa testo, siamo eccezioni)
3) Da noi le serie sono molto meno longeve, in america sono parecchi i fumetti che hanno mezzo secolo sulle spalle, da noi solo tex, e questo contribuisce ulteriormente a non far notare le differenze di gestione.
4)(opinione personale, non so quanti concorderanno) In america mi sembra che fra una gestione e l'altra di una testata ci siano cambi abbastanza traumatici, e anche sbalzi qualitativi di livello molto maggiore che da noi, quindi anche il lettore più distratto nota il cambio di autore.
5)In italia ogni personaggio ha la sua testata, per cui un lettore italiano segue quella testata e basta, senza informarsi su quello che succede nelle altre serie.
In america, fra crossover, teamup,spin off et simila il lettore è costretto a una mobilità molto maggiore fra una serie e l'altra, per cui tende ad essere più informato sugli spostamenti dei propri autori favoriti fra una serie e l'altra.
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Sono d' accordo. Con alcune precisazioni.
1)Quello che non capisco è PERCHE' oltreoceano gli autori sono più mobili che qui in Italia. Sono i lettori, gli autori o la casa editrice ad imporre questo status quo?
Credo sia l' intramontabile "cane che si morde la coda".
2)Vero. Lo stesso Sclavi, forse in "Non è Successo Niente" o in "Le etichette" se la prendeva con chi, saputo che lavorava su "Daryl Zed", restava convinto che lui disegnasse. Mentre nel cinema c'è un minimo di consapevolezza sui ruoli (regista, attore, sceneggiatore), nel fumetto italiano esiste soltanto un identificabile "qualcuno" che disegna.
3-4)Porto a esempio la marvel degli ultimi anni. Ho amato molto la gestione di Jemas&Quesada. Hanno chiamato autori al di fuori del tradizionale parco di sceneggiatori (attingendo dal piccolo/grande schermo e dalla narrativa) e hanno privilegiato il buon racconto rispetto alle regole di continuity (facendo infuriare l' "ala destra" delle varie testate). E qui la questione è da sempre dibattuta: meglio una bella storia che chiede la sospensione dell' incredulità, o il contrario?
5)Giusto. Lavorandoci part-time mi sono reso conto che in Italia si entra in una fumetteria con i paraocchi. Chi legge Manga va diretto nella zona Manga. Chi legge i Bonelli in fumetteria non ci entra perchè resta molto legato all' edicola (e qui però anche il buon Sergio ha qualche responsabilità). Chi legge americani va diretto nella zona Comics.
Ovviamente sto un po' estremizzando e generalizzando.
A.
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